19 giugno 2017

CAMPIONATI EUROPEI TBLISI 2017

Panoramica notturna di Tblisi
Si sono chiusi gli Europei di scherma a Tblisi, in Georgia con un bottino di 11 medaglie azzurre.
Alcune di queste erano quasi del tutto annunciate, quella di Daniele Garozzo così come quella di Arianna Errigo. Inaspettato l’argento della sciabola di Rossella Gregorio così come l’oro della squadra di sciabola femminile. Paolo Pizzo argento nella spada ha certamente meritato, benché l’altissimo Borel non gli abbia dato alcuno scampo in finale, se non una manciata di stoccate di rimonta in un breve minuto di calo. La sciabola maschile ha visto il ventiduenne Curatoli (terzo accanto al georgiano Badzaze) fronteggiare un formidabile Szilagy che però ha conquistato solo (si fa per dire) l’argento, dietro il tedesco Hartung. E se le donne del fioretto sono volate letteralmente in finale vincendo, gli uomini non sono riusciti a scalfire i russi che poi hanno vinto l’oro, accontentandosi solo del bronzo, conquistato combattendo contro i tedeschi.
L’Italia continua ad essere nel continente Europeo la nazione chiave della scherma. Gli elogi o, se volete, i complimenti vanno ripartiti tra gli atleti, i maestri e le società, civili e militari.
Dall’anno 2005, i successi dell’Italia seguono un andamento medio alto in maniera costante, salvo qualche eccezione.
L’Italia, può dirsi fiera del valore dei propri atleti, maestri e società sportive, che con grandissima passione e spirito di sacrificio, raggiungono vette altissime di rendimento e risultati.
Nella analisi numerica potete ben costatare che l’Italia dal 2005 a Zalaerseg, fino a Tblisi, ha vinto  100 medaglie, una cifra considerevole ed al tempo stesso emblematica: 57 medaglie nel fioretto, 24 nella sciabola e 19 nella spada. E’da notare che prima di Tblisi, le migliori prestazioni sportive degli italiani siano state a Sheffield, Strasburgo e Montreux, negli anni precedenti le olimpiadi, tutte con dieci medaglie. Le 11 medaglie di Tblisi, in confronto alle altre edizioni, sembrano raggiunte come in un gioco da ragazzi con un trend sempre alto, che rispetto alla prova di Torùn del 2016, con 5 medaglie e le 4 di Izmir e le 3 di Legnano, mostrano una Italia come una squadra composta da extraterrestri.
Analizzando i dati nell’arco di 12 anni, si pone in evidenza il numero di medaglie del fioretto e stupisce che non sempre la prestazione a squadre segua quella individuale, salvo rare eccezioni. Infatti, il frutto del successo è dato dalle singole prestazioni individuali, poiché su 57 podi, 37 sono individuali e venti a squadre. Simmetrica prestazione, invece, per la sciabola, la quale delle 24 medaglie conquistate, 13 sono individuali e 11 a squadre. Quasi un pareggio, tenendo conto che quando gli sciabolatori andavano a podio nell’individuale, nella squadra non brillavano e viceversa. La spada purtroppo ha visto i peggiori blackout della sua storia. Le faticatissime 19 medaglie 1,6 per anno circa, mostrano un settore che fatica enormemente a crescere, nonostante i numeri dei suoi praticanti. Probabilmente a livello internazionale l’arma è livellata verso l’alto, conseguentemente la rendono difficile e competitiva. Il 2005 e il 2012 sono gli anni peggiori, con zero podi, un po’ più felici il 2009, 2010, 2011, 2013 e 2016 che hanno portato una sola medaglia, con i due picchi del 2008 e del 2014 che ne hanno portate tre, tutte le altre edizioni ne hanno avute due. E mentre la sciabola ha una media di 2 medaglie per anno, il fioretto ha una media stratosferica 4,75.
Peccato che le prove continentali corrispondenti all’anno olimpico, e quindi valide per le qualificazioni, siano state globalmente in maniera fatale sempre tra le più magre, con 6 medaglie: Kiev 2008, Legnano 2012 e Torùn 2016.
Il Presidente federale spesso dichiara che certi risultati siano il frutto di una oculata programmazione. L’unica programmazione che la FIS porta avanti è la partecipazione a tutte le gare di coppa del modo che per far crescere gli atleti va benissimo, non certo per sviluppare e far prosperare la base. Infatti il Progetto 3R per la sciabola non ha prodotto alcunché ed i CAF hanno seguito lo stesso trend.
Intanto, ai ragazzi, ai loro maestri ed alle società, militari e civili vada il ringraziamento del mondo sport e della scherma in particolare.
12 giugno
Fioretto Maschile
1° Garozzo D.; 2° Safin; 3°Avola; 10. Foconi (ITA), 21. Nista (ITA).
Sciabola Femminile
1^ Kakhiani (georgia):2^ Gregorio; 3^ Pusztai (Hun) Pascu (rom); 6. Gulotta (ITA);21. Vecchi (ITA); 25. Criscio (ITA).
13 giugno
Fioretto Femminile
1^ Errigo; 2^ Deriglazova; 3^ Volpi ; Batini (ITA); 23. Mancini (ITA)
Spada Maschile
1° Borel; 2° Pizzo; 3° Khodos – Novosjolov;11. Fichera (ITA), 51. Garozzo (ITA), 54. Santarelli (ITA).
14 giugno
Fioretto maschile a squadre
1^ Russia; 2^ Francia; 3^ Italia
Sciabola Femminile a squadre
1^ Italia; 2^ Russia; 3^ Francia.
15 giugno
Spada femminile
1^ Kolobova (Rus); 2^ Ndolo (Est); 3^ Szasz – Belaijeva; 9. Rizzi (ITA),18. Navarria (ITA), 20. Fiamingo (ITA), 23. Santuccio (ITA)
Sciabola maschile
1° Hartung (Ger); 2° Szilagy (Hun); 3° Curatoli – Bazdaze (Geo); 11. Samele (ITA), 20. Berrè (ITA), 38. Montano (ITA).
16 giugno
Fioretto femminile a squadre
1^ Italia; 2^ Germania; 3^ Ungheria
Spada maschile a squadre
1^ Russia; 2^ Ucraina; 3^ Rep. Ceka; Italia 7^
17 giugno
Spada Femminile a squadre
1^ Francia; 2^ Russia; 3^ Romania; 8^ Italia
Sciabola maschile a squadre
1^ Russia; 2^ Italia; 3^ Romania
Fabrizio ORSINI

6 commenti:

  1. L'ottima e dettagliata analisi presenta un solo piccolo errore: l'oro della sciabola di Tiblisi andrebbe posto nella colonna sq e non individuale e nella spada c'è un argento di in più nell'individuale.

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  2. L'altissimo livello della scherma italiana va ricercato in primis proprio nella sua durissima organizzazione. Gare sempre più lontane, sempre più selettive, un turn-over impressionante tra vecchi e nuovi iscritti, ha creato una situazione dove solo i più forti "sopravvivono" a questa spietata mattanza di talenti e semplici iscritti. Ma tutto questo non è una curva tendente ad infinito, ha il suo limite. Valutando i dati degli atleti, tecnici e società attive in Italia direi che questo limite è stato raggiunto. Con questa impostazione di attività e organizzazione oltre non è possibile andare. Nel 2014 eravamo 18.836 atleti tesserati, presumibilmente attivi anche se sappiamo che non è così, nel 2015 siamo arrivati a 18.987, un aumento poco significativo. Una normale oscillazione, se si pensa che abbiamo per 2 società per strada passando da 329 a 329. Venti anni fa, nel 1997, la Federazione contava su 15.909 (e sembravamo pochissimi) tesserati. Ma il numero non inganni, nel 1997 avevamo in Italia 3.167.113 tesserati alle varie federazioni, nel 2015 4.291.201. Se nel 1997 rappresentavamo lo 0,5% del totale, nel 2015 lo 0,44%. E non diamo la colpa al calcio che negli ultimi anni ha conosciuto (incredibile a dirsi) una flessione.
    Un aumento minimo fisiologico è arrivato per il conseguente aumento invece molto significativo dei praticanti.
    La prima domanda che bisognerebbe porsi è perchè nonostante i nostri risultati strabilianti non riusciamo ad intercettare questo aumento? Perchè non siamo appetibili?
    Vi dico subito che non valgono più da un pezzo le storielle della scherma vista come un sport di élite, per ricchi, per nobili, non adatto alle classi meno abbienti. I tempi della lotta di classe sono passati da un pezzo, sennò non si spiegherebbe come mai l'equitazione (101.549), il Golf (90.027) e il tennis (306.862) abbiano numeri che ci sogniamo, e non mi dite che siano sport storicamente percepiti come "operai". E non vale nemmeno il discorso dello sport di nicchia, poco visto in tv, ecc.. Oramai in televisione la scherma ci va regolarmente, soprattutto nel periodo estivo quando si concentrano le maggiori manifestazioni a cominciare dai campionati italiani assoluti fino ai mondiali. Ma anche durante la stagione non mancano le dirette per le gare di Coppa del Mondo in Italia. E poi spiegatemi come mai Badminton e Pesistica riescono ad avere più tesserati, quando mai li vedete in tv??
    Come già detto all'epoca dell'assemblea elettiva, le società sono vive e vegete, e riescono ad attrarre nuovi iscritti, ma poi l'organizzazione, l'impostazione completamente verticistica della scherma li fa scappare dopo pochi anni. Il risultato è avere gare nazionali che comprendono 3 anni con 20-25 iscritti, un fallimento.
    Occorre rivedere l'attività, aumentare i numeri non significa diminuire la qualità, ma anzi aumentarla visto che abbiamo la migliore classe magistrale del mondo. Dargli più materiale significa solo aumentare il numero dei campioni, e puntare al dominio assoluto in ogni specialità.

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    1. Paolo Cuccu ottimo lavoro. Una domanda: ha considerato le migliaia di praticanti Master che negli anni '90 non esistevano? Tolga questo numero dall'ultimo censimento sulla scherma e vedrà come ha realmente ragione ad affermare che non riusciamo ad intercettare questo aumento dei praticanti rispetto ad altri sport, perché il Master è prevalentemente uno schermidore non neofita.

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  3. Come non concordare con i due scritti precedenti, solo una precisazione, le medaglie della spada a Tiblisi non sono due ma 1 sola e nella sciabola una delle medaglie d'oro è a squadre. Detto questo concordo con il discorso dei numeri e per farlo bisogna necessariamente ridurre i costi, ma non dei materiali, la scherma è ormai uno sport per ricchi per sostenere l'attività agonistica federale e non certo per l'acquisto dei materiali. Bisognerebbe rimettere al centro della politica federale, gli atleti e le famiglie. Altro nodo, ben vengano i risultati di massimo livello, ma i regolamenti Nazionali, così come previsto, dovrebbero adeguarsi alle esigenze territoriali. Scimmittiamo la Coppa del Mondo con la qualificazione dei primi 16 alle dirette e con i gironi che solo per i professionisti iniziano tardi. Ma smettiamola e facciamo i seri. I professionisti in quanto tali possono sostenere un girone e magari anche due tornate di gironi, possono alzarsi presto e pernottare tanto non pagano loro, possono anche non fare le gare di qualificazione. Lo spazio e le agevolazioni vanno date alla base e non hai vertici. Alcune gare di Coppa del Mondo vedono partecipazioni minime, il motivo è lo stesso che frena la crescita in Italia, i costi ed un sistema che considera solo il vertice e per arrivarci spesso, troppo spesso, non è una questione di volontà o talento, ma di 'possibilità' che in Italia vengono date solo a pochi.
    La cosa assurda è la totale sordità del Consiglio federale appiattito sulla politica del silenzio e dell'ossequio.

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  4. Chiedo scusa per la svista nella tabella e vi ringrazio per avermelo segnalato. Io credo che si possa fare molto se non moltissimo per rendere questo sport maggiormente gestibile dal punto di vista dei suoi numeri a qualsiasi livello, soldi, atleti e gare. Tutti devono fare la loro parte e devono farla in una unica direzione, il progresso globale. L'articolo che ho scritto dice implicitamente una cosa importantissima e cioè che i grandi atleti in Italia li avremo sempre soprattutto per la presenza di grandi maestri e ottimi club. Quello che manca è l'esistenza di un sistema globale che possa rendere la scherma uno sport maggiormente fruibile e praticabile sul territorio. Tutto è devoluto alla buona volontà di chi si dà da fare, mentre dovrebbe esserci più strategia centrale.

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  5. per fortuna che non esistono solo quelli che scrivono su autorevoli giornali "MODELLO SCHERMA RICAMBIO VINCENTE". Complimenti all'autore dell'articolo ed ai commenti qualificati.

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