01 luglio 2017

IL CENTRO DELLA SCHERMA MONDIALE

La Federazione Italiana Scherma è davvero il centro della scherma mondiale?
E' una domanda lecita che apre a moltissime considerazioni di vario livello. Iniziamo con la costatazione che pervengono in Italia molte richieste per maestri italiani da inviare presso club e squadre nazionali poste in varie parti del globo terrestre. Siamo abituati a vedere molti dei nostri tecnici che si alternano alla guida di nazionali dalla prestigiosa storia come Germania, Russia, Giappone ed altre ancora, i cui successi sono indice di evidenti capacità tecniche e soprattutto di una notevole preparazione al di sopra del livello medio corrente. Poco, anzi pochissimo si sa di un flusso di atleti che vengono ad allenarsi in Italia, provenienti da altre nazioni: ogni tanto giunge qualche notizia in tal senso. Lo scopo di detti atleti sarebbe quello di potersi confrontare con i nostri schermidori al fine di raggiungere un livello tecnico che consenta loro di ben figurare nel loro paese e non solo.
Sembra che la FIS, dopo aver individuato il club più adatto a loro, elargisca ai sodalizi ospitanti un indennizzo per l’accoglienza nelle proprie strutture. Certamente la prassi sarà frutto di un accordo tra FIS e Federazione straniera: non è dato conoscere i termini di detto accordo, il quale, purtroppo,  non è visionabile né in chiaro (cioè sul sito web per esempio) né verosimilmente chiedendo alla Federazione ragguagli in merito. Accordo spesso firmato in grande pompa, con tanto di foto e giornalisti, ma il cui contenuto non è mai assistito da analoga pubblicità.
Analogamente il flusso di maestri italiani all'estero, per seminari e corsi, ben pagati, presso federazioni straniere, seppur in misura inferiore, sappiamo che c'è, ma è ancora più blindato. Anche in questo caso sono ignoti sia il meccanismo di selezione che quello di chiamata. E poiché non c'è una adeguata informazione viene da pensare che i tecnici interessati siano prescelti, di volta in volta, per chiamata diretta, secondo criteri che, a questo punto, sono noti solo a chi opera le selezioni .
E' pur vero che saltuariamente, compare presso il sito e la pagina facebook dell'AIMS la richiesta di maestri italiani da inviare presso club stranieri, che, sempre saltuariamente, viene soddisfatta, in quanto sono pochi davvero i maestri italiani disposti ad andare all'estero: probabilmente la conoscenza della lingua è la causa di maggiore impedimento. Forse sarebbe il caso di inserire nell’iter formativo la conoscenza di una lingua straniera (Inglese-Spagnolo-Francese). Attualmente il profilo del maestro di scherma è tristemente diretto molto più verso una utenza italiana, non tenendo conto di un cambiamento di rotta cui anche il nostro sistema ha contribuito.
La Federazione del futuro avrà il compito di rivedere il processo di formazione dei tecnici al fine di dare loro la possibilità di inserirsi in un contesto europeo e mondiale, favorendo così la diffusione del metodo italiano nel mondo. In altre parole si rende necessaria la sprovincializzazione del nostro sistema, facendo sì che il piccolo mondo antico della scherma italiana non venga visto dall'ancor più piccolo pertugio della serratura della porta federale, evitando la produzione di  un campo libero per tutte le altre scuole schermistiche del mondo (ammesso che esistano).
Ezio RINALDI

43 commenti:

  1. Alex Beguinet e altri su internet ricordano dagli USA che alcuni anni fa (1999 circa), l'attuale presidente AIMS andò alla San Jose State University e fece parte di una Commissione d'esame che rilasciò diplomi magistrali, fuori dal contesto della Federazione Schermistica Statunitense e del Comitato Olimpico, senza aver bisogno di parlare la lingua locale inglese.

    Questo modello è risultato vincente nelle attuali politiche federali posto che in una commissione federale sulle normative è stato imposto un rappresentante dei Tecnici che non è laureato in giurisprudenza.

    I corsi di Chianciano riflettono questa impostazione autocelebrativa, ma i numeri dei diplomati dimostrano il successo quantitativo federale.

    Rinaldi perchè chiede di cambiare?

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  2. America; M° Crisci che rilascia diplomi al di fuori di contesti Federali e CIO, senza necessità di padroneggiare la lingua per altro in una Università (quasi 20 anni fa!); rappresentanti federali per le normative dei tecnici italiani che non sono laureati in giurisprudenza; e infine grandi numeri di diplomati insegnanti di scherma... e manca, ma è sottinteso:"vissero tutti felici e contenti". Aaa anonimo!... macchestaiaddi'?.
    Nell'era in cui è fondamentale specializzarsi, parli di restare approssimativi? Che va tutto bene? Che non dobbiamo cambiare nulla? È così o mi sbaglio? E il successo di diplomati da cosa è dovuto? Dal fatto che in Italia c'è una carenza di maestri e quindi anche società, e un conseguente aumento di domanda di tali specialisti del settore, OPPURE al fatto che la scuola di formazione e diplomazione sia unica così come è unico il soggetto che dichiara valido l'esercizio della professione di maestro di scherma? Credo che il suo pensiero faccia acqua un po' dappertutto e parallelamente vada rivisto il sistema di formazione del maestro che essendo lungo consentirebbe l'inserimento di molteplici materie a vantaggio del maestro e del sistema scherma quindi ndrebbe migliorato un po' tutto, così come dice Rinaldi, cosa piuttosto chiara, ovvero che: "esiste una domanda di collaborazione da parte del resto del mondo con l'Italia, ma la fis fa da filtro, con maglie molto molto strette e manca un vero coordinamento e collaborazione di tutti gli enti federali per portare la scherma italiana nel mondo e il mondo ad allenarsi in Italia". Eppure basterebbe volerlo e organizzarlo con buona volontà e più collaborazione.
    Io mi offro di farlo. Parliamone. C'è molto da fare e faccio solo un esempio: se il mondo sapesse che si può venire in italia a imparare l'italiano, oppure può venire in italia a fare scherma con altri stranieri e gli italiani, come campus sportivo, non sarebbe bello? Ma vanno formati gli istruttori e le società sportive a questa mentalità così aperta, da soli non riusciamo. Perciò credo che vadano spostati i fulcri di lavoro, piuttosto che inscenare guerre fra enti, perché tutto quanto ci rallenta, come italiani e come schermitori. Forse e dico forse è un problema generazionale. Magari cambiare non ci farebbe male.

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  3. Spartan Daily May 5 1999

    "Gaugler, similar to Toran and Crisci, was awarded his fencing master’s degree by the Accademia Nazionale di Scherma (National Academy of Fencing) in Naples... The fencing masters program, in the department of theatre arts, at SJSU was founded in 1979 by Gaugler. It is the only university program in the United States that offers professional training and certification for fencing teachers. The program prepares candidates for teaching at three levels instructor, prevost and master of arms."

    All'epoca Crisci ci teneva a dire che era diplomato dell'ANS e non della FIS ah ah ah. Coloro che dicono che solo le Federazioni o i Comitati olimpici rilasciano i diplomi di Maestro di scherma, possono rivolgersi a Crisci per avere informazioni sugli USA ah ah ah

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    1. Ma cosa c'entra o meglio cosa apporta al discorso quello che faceva o non faceva Crisci 20 anni fa, sotto un'altra presidenza Aims e sotto una diversa presidenza federale e soprattutto presso una federazione estera?
      Un conto è esprimere opinioni un conto è fare comunicazione ciarlatana.
      Cerchiamo di non rovinare la reputazione di questo blog buttandola in caciara.

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    2. C'entra c'entra.

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    3. Bene, aspettiamo di sapere cosa c'entri al d là delle chiacchere.

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    4. Spiace non pubblicare un commento in risposta ad anonimo del 2 luglio 2017 ore 18,47 e 3 luglio 11,44, ma in questo caso la censura è d’obbligo. Nello stesso si faceva riferimento a “ coxxxx, Crxxxx, scxxxxx itxxxxxx, Toxxx, Giuxxxxx, XXXX, viexxxx. Soxxxxxx, doxxxx, XX, maxxxxx, sqxxxxxxxxxx, drxxx, tutti nomi e sigle criptate, le/i quali lette/i in un contesto ben preciso si capisce benissimo a chi sono riferite/i. Conosco la storia e sono d’accordo con l’anonimo autore, però proprio perché anonimo non posso pubblicare il suo scritto ancorché non supportate da prove inconfutabili.

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  4. Non capisco perché i tecnici Italiani debbano imparare altre lingue per insegnare All'estero visto e considerato che vengono contattati da Federazioni straniere e non sono loro ad chiedere di lavorare da loro .

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    1. Se vai ad insegnare in Inghilterra dovrai parlare forza inglese e se la lingua ufficiale dell'Unione Europea dovesse essere solo il francese è altrettanto chiaro che dovrai insegnare in quella francese. Inoltre, come scrivo nell'articolo, sono pochi i nostri tecnici che abbiano piacere di lavorare all'estero e se lo fanno è perchè ricevono un lauto compenso. Bisogna considerare che in un mondo globalizzato non puoi parlare solo il dialetto di casa tua.

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    2. Enzo, con rispetto parlando, nessuno vuole impedire a nessun altro di insegnare la scherma. Mi piacerebbe invogliare i maestri a essere ugualmente competitivi sul piano mondiale di quelli africani, coreani e cinesi (oltre che francesi). Mi piacerebbe sapere come si dice: "passo avanti e affondo" in inglese, o come si dice "finta e cavazione" e tutto il repertorio, in quanto se mi chiedessero di spiegarmi con un qualsiasi straniero anche solo per un semplice gemellaggio con una società sportiva americana o indiana o cinese, sarei limitatissimo, mentre basterebbe poco, anzi pochissimo! tu capisci che se non conosciamo le lingue tutto il bagaglio di conoscenza schermistica che costruiamo giorno per giorno, rimarrebbe piombato fra le mura delle nostre palestre. Se invece conoscessimo un minimo di linguaggio tecnico, potremmo lavorare anche d'estate, organizzando campi estivi per italiani e stranieri, non trovi? Sarebbe una prospettiva interessante, che farebbe crescere tutto il movimento italiano e straniero, mi immagino poi se potessimo venire a trovarti a Ostia, a luglio, sarebbe bellissimo! Non guardiamo le cose sempre in cagnesco, apriamoci! è una cosa meravigliosa!

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  5. Ragazzi ma è fantastico seguirvi e fare dei riscontri su internet. Il Referente AIMS nella Commissione FIS Statuto e Regolamenti pubblica un CV attestante che è laureando in Lettere Classiche. Avete capito bene: laureando il lettere classiche! Madicheparliamo! Povera Italia e povera scherma italiana.

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  6. Da due quadrienni assistiamo al sistema formativo della scherma italiana che dello SNAQ ha veramente poco. La FIS non lo conosceva quando elaborò il suo progetto di Scuola Magistrale, un tentativo di solide basi politiche ma di scarsi contenuti didattici. Lo scopo era ricondurre anche il settore della formazione sotto la nuova gestione totalitaria federale. La visione federale non è cosi dissimile dalle tecniche dei regimi totalitari: tutto deve contribuire a creare consenso, consenso per il Presidente. Non può esistere la sana regola democratica dei pesi e dei contrappesi.
    Tutto deve essere poi comprensibile al Presidente e se per una qualsivoglia ragione ciò non fosse possibile, allora lo si deve adattare ai parametri di comprensione del Presidente.
    Se poi l'interlocutore principe della formazione non ha neanche il diploma di maturità, il quadro che ne esce è tragico o come dice Marx la tragedia diviene farsa.
    Lo scibile schermistico ruota attorno al Trattato di fioretto di Pessina e Pignotti, che già quando fu dato alle stampe veniva criticato per la strizzata d'occhio al passato, al Masaniello Parise, a quella scherma da duello che non era più praticata.
    Non una parola sui nuovi materiali, sull'impatto delle segnalazioni elettriche, sull'enorme differenza tra il glossario italiano e il Regolamento FIE, sulle prassi arbitrali.
    Ai giovani tecnici di oggi si continuano a proporre offerte formative vecchie, che sanno di muffa, sterili per natura, e voi parlate di lingue estere?
    La mancata conoscenza del francese e dell'inglese rende i nostri tecnici inefficaci a livello internazionale. In che modo potranno farsi capire da giudici e direzioni di torneo? La qualità della formazione è insufficiente e ogni tentativo di migliorarla viene abbandonato, per motivi politici, di mantenimento di un equilibrio dai frutti velenosi.
    Si criticano come parrucconi quelli dell'ANS, spacciando come nuovo assoluto quelli dell'AIMS, che in una qualsiasi Amministrazione pubblica sarebbero in pensione da una vita. Nuovi vecchi o vecchi giovani continuano a riprodurre a Chianciano modelli superati, attraverso i quali bisogna riportare la conoscenza schermistica ai parametri di chi gestisce la formazione con un diploma di terza media. E leggo commenti su Cialdini o sui Regi Decreti.

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  7. Maestri i cui nomi rifulgono nella storia della scherma italiana di oggi e dei quali è inutile fare i nomi perché senz'altro si rischierebbe di dimenticarne qualcuno, si sono formati su quei trattati.
    Poi hanno fatto la loro parte andando ben oltre i trattati.
    Molti scrittori hanno studiato prima Dante per poi divenire eccellenti scrittori della era moderna.
    L'opposizione tra antico e moderno è soltanto fumo negli occhi.
    L'antico non nega il moderno, ma il moderno non è nulla se dimentica le sue origini.

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    1. Intanto i migliori scrittori del mondo, manco sanno chi è Dante! Guardacaso i migliori scrittori del mondo non sono italiani. I migliori scrittori del mondo forse, e ripeto forse, sanno chi è Dante, ma non se lo filano di striscio, perché caro amico, Dante è un poeta e in quanto tale, non serve per scrivere oggi, perché non si scrive né in endecasillabi e nemmeno in rima, se non per necessità. Il paragone con gli scrittori mi dispiace, ma non calza nemmeno minimamente, e se lo faccia dire da uno che scrivendo ci campa. Invece, da storico dello sport e principalmente della scherma (i miei testi li può trovare sul Dizionario Biografico degli Italiani dell'Enciclopedia Italiana on-line e cartacea, alla voce Eugenio Pini e E.e D. Mangiarotti n.d.a.) posso garantirle che in un mondo sportivo sempre in evoluzione, un testo base come quello di Pignotti Pessina, può andar bene per una preparazione elementare, purché sfrondato delle azioni completamente inutili (copertino, controcavazione, e un altro paio che oserei chiamare pura archeologia schermistica) in quanto completamente inutili e improponibili. A mio umile parere, a distanza di 47 anni dalla loro pubblicazione (1970 pignotti-pessina e mangiarotti, entrati in vigore nel 1975), penso si possano riscrivere con spirito di vera onestà scientifica in materia. A tal proposito, ritengo che studiare le posizioni di pugno tanto per completare il quadro sia let-te-ral-men-te una assurdità, ugual cosa studiare l'impugnatura italiana (trattasi di archeologia). Credo quindi che strutturare la formazione e selezione dei maestri di scherma sulla base di questi trattati e questa scherma sia poco intelligente. Infine credo che sia fondamentale insegnare la terminologia schermistica internazionale, cosa che si faceva tempo addietro, ma poi si è persa. Per salire di livello, come in tutte le cose, bisogna studiare. Dura lex-sed lex.

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    2. Caro Orsini, mi creda, il suo parere è tutt'altro che un umile parere come lei lo definisce con fin troppa modestia. Lei ha pienamente colto il punto del discorso e mi auguro possa in futuro essere ascoltato nel suo invito a studiare.

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  8. Ma allora che si fanno a fare questi corsi? Ma soprattutto che si fa a fare un esame se tanto tutto quanto utile verrà appreso successivamente?

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    1. Infatti. Aboliamo i corsi. Le scuole elementari, medie...anche i licei e le università. Apprendimento libero per tutti!

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  9. Io non sono contrario a studiare i Trattati, ma andrebbe fatto soltanto all'inizio della formazione, quando ci si candida ad istruttore regionale. Poi non ha veramente senso. Mi dispiace non aver potuto studiare l'analisi degli incontri, non aver fatto sufficientemente metodologia dell'insegnamento. Nessun docente mi ha insegnato a differenziare le lezioni per le varie tipologie di allievi, che spaziano dai bambini ai master.

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    1. Il lavoro del maestro secondo me si apprende in bottega. È un lavoro da vecchio artigiano. All'inizio si studiano solo le basi. Poi tutto il resto non può essere appreso in un corso.
      Si apprende restando curiosi.
      Istruttore regionale sono le scuole elementari e alla scuola elementare si studiano le addizioni.
      Istruttore nazionale è la scuola media e non dirmi che alle scuole medie non hai studiato la matematica.
      Il corso da maestro è il liceo, E non dirmi che al liceo non hai studiato la matematica.
      Poi c'è l'università e posso essere d'accordo con te che forse in Italia manca qualcosa da questo punto di vista. Probabilmente sarebbe auspicabile che tutti i maestri prima di essere tali siano laureati in scienze motorie.
      Ad ogni modo all'università non ci si arriva con un salto diretto dalle elementari.

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    2. Il paragone con le scuole e l'università mi piace in parte e non comprendo la relazione con lo studio dei Trattati. La Scuola Magistrale FIS prevede che l'Istruttore Nazionale sia Tecnico di 2° livello dotato di autonomia, che può affiliare una società. Quindi si potrebbe già finire a questo livello la formazione magistrale. Infatti, la FIS consente all'Istruttore Nazionale di affiliare e di essere Commissario Tecnico della Nazionale.

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    3. Giustissimo, allora spostiamo il paragone su laurea di tre anni e laurea magistrale. Ma pur cambiando i termini la proporzione non cambia.

      Per quanto riguarda la relazione con lo studio dei trattati, è esemplificativo del concetto di conoscenza di base acquisita progressivamente.
      Se preferisci possiamo stabilire che tutto il programma teorico e non soltanto una parte venga espletata nel corso del primo livello, ma anche qui possono cambiare i termini ma la proporzione del paragone con i livelli scolastici rimane invariata.
      Personalmente non sono d'accordo nel far studiare il latino alla scuola media anziché al liceo ma se vogliamo può anche andar bene.
      L'importante in fondo resta il fatto che al saper fare sia anteposto il sapere della conoscenza.
      Perché se sappiamo fare ma non sappiamo come si chiama quello che facciamo allora non prendiamo una strada duratura per il futuro.

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    4. Giustissimo, infatti anche dopo il liceo (Istr. Nazionale nel nostro paragone) si può andare a lavorare e anche diventare manager di una grande impresa. Ma la preparazione e i programmi del liceo non sono quelli universitari (Maestro nel paragone).
      Al liceo si studiano le equazioni (teoria) non la ricerca matematica.
      Il programma di istruttore nazionale comprende una dose di teoria. Ma non mi sembra che si svolga in aula da seduti. C'è anche un'altra parte pratica.
      Per la parte pratica di livello superiore bisogna invece andare a fare il corso da maestri.
      La relazione con lo studio dei trattati è abbastanza evidente in termini di progressione della conoscenza per livelli.
      Ma naturalmente possiamo anche decidere di tornare a studiare le derivate di secondo grado alla scuola media anziché al liceo e trattare tutto il programma di istruttore nazionale per l'esame di istruttore regionale, perché no?
      Questi sono dettagli, la cosa importante è che la conoscenza deve sempre accompagnare il saper fare, perché se sappiamo fare qualcosa ma non sappiamo come si chiama non prendiamo una strada duratura per il futuro.
      Anche perché guarda caso la scherma di oggi non è quella che ci sarà tra 10 o 20 anni, come non è quella di 20 anni fa.
      Una cosa certa però è che le azioni si chiamano nello stesso modo vent'anni fa come domani.

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  10. Mi piaci Anonimo che hai scritto 'l'antico non nega il moderno, ma il moderno non è nulla se dimentica le sue origini'.
    Soffro a vedere la Federazione che dimentica l'Accademia. Forse questo blog può aiutare a ricomporre le posizioni. Quando diedi l'esame a Napoli ho trovato degli esaminatori molto professionali. Non era sbagliato bilanciare nelle commissioni Maestri che ci avevano formato con altri professionisti. La scherma è un mondo piccolo: è un vero peccato questa lite.

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    1. Perché, le commissioni di esami della Federazione oggi in cosa sarebbero diverse da quelle che faceva l'Accademia?

      Siamo credo comunque tutti d'accordo sul fatto che sia veramente un peccato questa lite ingenerata a causa...? del protagonismo di alcuni? o forse ad essere buonisti, dal fatto che non hanno capito in tempo che venivano spinti su posizioni di frattura per poi gettare il sasso e tirare indietro la mano...?
      Non possiamo sapere tutto.
      Ma a guardare una certa sequenza degli eventi un' idea ce la si fa.

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  11. In cosa differiscono le commissioni fatte dalla Federazione rispetto a quelle che proponeva l'Accademia?
    Perché a me sembrano uguali.

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  12. Manca la componente ANS che bilanciava il tutto.

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    1. aaaaahhh...ora è tutto chiaro! In che modo bilanciava?

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    2. Per gli istruttori di vela o per le patente nautiche si distingue la fase della formazione dalla fase della valutazione e dell'abilitazione.
      Gli insegnanti e gli istruttori delle scuole nautiche formano ma non valutano e non rilasciano l'abilitazione.
      Sommessamente, mi è sembrato che l'AIMS dovesse svolgere per delega FIS la fase della formazione, cioè i Corsi FIS di Chianciano.
      L'ANS ha sempre svolto la fase della valutazione, col rilascio dei diplomi magistrali.

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    3. Beh è pur vero che nella vela faranno così. Ma all'Università per esempio io ho sempre fatto gli esami con il docente e gli assistenti, gli stessi che mi avevano formato. Quindi non necessariamente un sistema è migliore dell'altro.

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    4. Non sono un appassionato di Cialdini o dell'Accademia dei Maestri ora AIMS.
      Nella vita è normale trovare opposte correnti di pensiero.
      Dalla lettura dei documenti dell'ANS e delle carte federali, c'è chi sostiene che l'esame a Napoli veniva inquadrato come un esame di abilitazione.
      Oggi la FIS e una parte qualificata della scherma italiana contestano questa interpretazione.
      In ogni caso la FIS con o senza l'ANS deve pur sempre dare un'abilitazione ai propri Tecnici.
      Negli esami di abilitazione la valutazione non viene svolta da coloro che hanno curato la formazione.

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    5. Ma infatti allo stato attuale non è l'AIMS a fungere da ente esaminatore, bensì la Federazione. L'AIMS curava la formazione prima e anche adesso, l'ANS curava gli esami prima e adesso invece lo fa la FIS. La distinzione tra formatore e certificatore è la medesima che c'era prima.

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    6. È vero, la componente magistrale delle ultime commissioni esaminatrici è stata senza dubbio in linea di continuità con quelle di Napoli.
      Se l’esame Fis ha anche valore di abilitazione, sarebbe auspicabile non inserire nelle commissioni la componente magistrale che fa parte del Consiglio direttivo dell’Aims.

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    7. Perché quando nelle commissioni c'erano appartenenti al consiglio direttivo dell'Accademia non era la stessa cosa?
      Soprattutto stiamo attenti, perché se si vuole insinuare che alcune persone di cui non si fanno nomi ma sono facilmente individuabili (i nomi dei commissari sono pubblici, come quelli dei consiglieri Aims) non abbiano competenze e capacità o sufficiente giudizio critico per ricoprire in maniera imparziale un ruolo, rischiamo di fornire molto materiale per denunce ed avvocati. Il gestore di questo spazio libero si è già espresso molto chiaramente in materia non vorrei che gli si creassero delle difficoltà che sicuramente non cerca e non merita. Le insinuazioni se pur corredate da un possibile libero giudizio se fatte in forma pubblica, e un sito internet lo è, sono sempre molto rischiose.
      Ma soprattutto mi sembra che i problemi debbano essere astratti delle singole persone, perché altrimenti significa che non sono problemi ma sono solo rancori. E questo credo che in questa vicenda che vede contrapposte Federazione e Ans debba valere per entrambe le parti.

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    8. Ad integrazione e maggiore chiarimento del commento appena precedente aggiungo che erano formatori ai corsi anche alcuni commissari d'esame dell'Ans. Nessuno ha mai messo in dubbio da loro capacità né in uno né nell'altro ruolo. Il problema non è sulle persone, il problema è nell'identificazione legalmente utile del chi fa cosa a livello dei due Enti.

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    9. Chi ha la coda di paglia,
      spesso ha una lingua che taglia
      o scrive un commento che abbaglia

      Ogni proposta sulla scuola magistrale

      viene vissuta come uno strale

      ne consegue un immediato commento

      dei legionari dell'aims a perenne memento

      lo status quo va a oltranza difeso

      se non vuoi che il capo rimanga offeso


      ma un solo segnale vi è chiesto

      che torni fra i docenti il maestro Toran, al più presto

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    10. Con tutto l'affetto che nutro per il M° Toran, sarebbe ora di guardare al futuro e non al passato. Sarebbe ora di coinvolgere tecnici con grande curriculum e grande preparazione che fino ad oggi sono sempre stati esclusi solo per motivi politici.

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    11. Paolo, ritengo il maestro TORAN uno dei pochissimi che possano essere docenti ai corsi di formazione. Sicuramente ci sono altri tecnici in grado di svolgere il ruolo di docente, ma per me TORAN rappresenta il passato, il presente e il futuro, se non sotto l'aspetto agonistico certamente sotto quello di una preparazione fuori dal comune. Poi è ovvio che bisogna guardare al futuro ed alle nuove generazioni.

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  13. Ma i bilanci dell'aims e della fis in che lingua sono scritti?
    Aaahaaahahhhhaaaasoldsoldsold

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  14. Continuo a ricevere commenti anonimi che non pubblico perché attribuivano comportamenti poco limpidi a persone indicate nominativamente o facilmente individuabili. Ribadisco che la critica, così il racconto di fatti avvenuti, sono bene accetti purché si mantengano nei limiti di una corretta dialettica, siano supportati da riscontri e siano sottoscritti. Mi spiace ma sono costretto a farlo per la tutela del blog e mia personale.

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  15. Io credo che formare e poi valutare possa essere fatto da chiunque ne abbia le competenze e soprattutto la legittimità normativa. Qualsiasi medico e specialista del settore può associarsi per fondare una Università di medicina, purché lo faccia con i crismi della deontologia professionale e nell'alveo delle normative del paese in cui insegna. Differentemente io dubito di quella associazione e delle sue finalità. Ma se prima gli insegnanti stavano a destra per formare ed esaminare e ora stanno a sinistra facendo la guerra a quelli che hanno lasciato a destra, per non si sa quale motivo...scusate ma mi sento strabico e personalmente desidero chiarezza da chi sta nel mezzo, cioè la Federazione, che a parer mio dovrebbe essere super partes. Infine se chi dovrebbe essere super partes sta da una parte, credo che ci voglia ben più di una semplice chiaccherata all'osteria davanti a un bicchiere di vino e tarallucci, per sistemare le cose, benché credo che se uno porta il vino e l'altro i tarallucci, forse le cose si possono sistemare.

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  16. Caro Rinaldi,
    mi stanno piacendo i Racconti Azzurri sull'Agorà della Scherma condotti dal Maestro e telecronista RAI Stefano Pantano per conto della Fis.
    Al Maestro Stefano Pantano e alla Fis vanno fatti i complimenti per questa bella iniziativa.
    Nel servizio, il Maestro Toràn appare persona colta e competente.
    Tuttavia, ricercando sul web, ho potuto notare che il Maestro Toràn dal 2010 non viene nominato docente nei corsi di formazione della Fis. Sono rimasta incredula.
    Ho forse sbagliato a impostare i motori di ricerca o veramente il Maestro Toràn non risulta fra i docenti Fis?
    Anche il Maestro Pantano, che è in possesso di una laurea specialistica in scienze motorie ottenuta presso l'università degli studi di Roma "Tor Vergata" ed è docente, presso lo stesso ateneo, nella facoltà di Scienze Motorie, non risulta tra i docenti Fis. Eppure potrebbe essere una risorsa preziosa per i candidati che da futuri Maestri dovranno necessariamente conoscere le tecniche della comunicazione e i rapporti con i media.
    Spero di non offendere nessuno con questo mio commento.

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    1. Sì, ha ragione. Ne il Maestro Toràn ne il maestro Pantano non sono docenti nei corsi di formazione della FIS. E' un mistero che alla luce del sole non so spiegare, ma che nelle segrete stanze potrei raccontare molte cose. Di queste non ho documentazioni che possano attestare la fondatezza dei miei racconti, quindi sono costretto a tenerli per me. Ma al di la di tutto rimane la constatazione che, soprattutto il maestro Toràn, eccellenze della scherma italiana restano fuori dai contesti in cui sarebbero attori principali.

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  17. Fra non molto al di fuori del "contesto" ci resteranno tutti coloro che si sentono ancora dentro una botte di ferro.
    "Settembre, andiamo. E' tempo di migrare".

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