17 febbraio 2018

IL SAPER SCEGLIERE, OVVERO LA RESPONSABILITA' DELLE SCELTE

Il compimento di una scelta poggia principalmente su un atto interiore: "il discernimento".
Quando poi, e a maggior ragione, la scelta deve servire ed essere utile ad una comunità e/o collettività di persone, si parla di scelta responsabile, con la conseguenza che il discernimento diventa "etico", che comporta il compimento di un esercizio che inquieta, che scuote, che scomoda.
Per meglio comprendere tale concetto, pare opportuno far ricorso ad un breve raccontino di un autore contemporaneo.
Un fattore ordinò a un servo di andare a raccogliere della legna. Poco tempo dopo uscì per vedere a che punto era il lavoro; con sua mera­viglia vide che il servo lo aveva già finito. Gli ordinò allora di accatastare il tutto nella legnaia, pensando che la cosa lo avrebbe tenuto occupato per delle ore. Ma anche questo lavoro venne rapidamente portato a termine. Il giorno dopo il padrone decise di assegnare al servo, che si era compor­tato bene, un lavoro più leggero e gli disse di andare in cantina a fare la cernita delle patate: “Devi solo separare e ammucchiare quelle buone, da un lato, e quelle che cominciano ad andare a male, dall'altro; quindi, buttare via quelle che sono già marce”. Un’ora dopo, andò a vedere e dovette constatare che il servo non aveva fatto quasi ­nulla. Gli chiese come mai e il servo sconsolato disse: “Ohimè, è un impresa difficile distinguere la qualità delle cose, distinguere le buone dalle scadenti e dalle cattive”.
La favoletta, in poche parole, insegna che è molto facile accumulare e/o ammassare e/o conservare; ma discernere tra il buono, il meno buono e il danno­so è davvero complicato e difficile: uno può produrre molto, può occupare molti spazi, avere grandi successi, e però può fare molta fatica a discernere la qualità.
Ma la spiegazione non è ancora completa, perché occorre ora vedere cosa succede quando la scelta da adottare (discernere) richiede un punto di vista etico, perché questa comporta la preventiva individuazione delle singole qualità.Per comprendere appieno il valore del "discernimento etico", che è la categoria della responsabilità settoriale (quella definita dalle regole del gioco della professione), occorre perciò chiarire prima il concetto di "responsabilità", rispondendo alla domanda: che cosa è la responsabilità?
Max Weber aveva parlato della necessità per la professione politica – e quindi per tutte le professioni che hanno un riflesso sociale – di un’etica della responsabilità in opposizione all’etica della convinzione (cioè quella delle regole: se le osser­vo sono a posto).
L’etica della responsabilità richiede di più. Con questo termine si vuole dare nome all’esigenza di farsi carico di tutte le conseguenze delle proprie decisioni, azioni e omissioni; non solo, ovviamente, le conseguenze immediate, a corto raggio, ma pure quelle a lungo termine e su scala plane­taria, nel loro reciproco intrecciarsi, in proporzione della loro gravità, specialmente se si tratta di effetti che debbono durare o prevalere a lungo termine.
L’idea di responsabilità, in tal senso, dunque, mette in luce l’essenziale dimensione interpersonale, o dialogale, dell’esperienza etica: in essa si espri­me la convinzione che l'individuo è certamente libero, ma è in pari tempo tenuto a rispondere delle proprie azioni/decisioni/omissioni (in poche parole, delle sue individuali scelte) a qualcuno.
Meditate, gente, meditate.
Cordialmente.
Gaspare Fardella

12 commenti:

  1. E' chiaro che l’importazione della patata ha despiritualizzato l’Europa anche se chi mangia patate non muore mai.

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  2. Egr. Sig. Anonimo del 18/2/2018, h 20:52,
    non potevo di certo immaginare che Lei avesse problemi con la patata, conseguenza diretta della "despiritualizzazione da importazione" della stessa, evento che Le ha indubbiamente causato vistosi problemi di comprensione intellettiva di base.

    Mi permetto soltanto di suggerirLe di farsi curare, ma da uno bravo, magari organizzando una bella terapia di gruppo con gli altri anonimi-fedelealisti a Lei vicini o prossimi.

    E' proprio vero: non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

    Gaspare Fardella

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  3. Inutile dire che con tanti arbitri alle Olimpiadi giovanili, leggiamo sempre il nome di un arbitro siciliano, fratello di un direttore di torneo, organizzatori e un cognome spesso citato dagli amici siciliani come appartenenti al 'servizio' del presidente federale.

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    1. Ma andate a cagare!!...

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    2. Come volevasi dimostrare!!
      Chi sei... Giuseppe o Emanuele?

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  4. Quando il CT è padrone della materia e conosce bene i suoi atleti, soprattutto quelli che convoca agli Europei. Il grande Ct della Spada conferma la considerazione che ha delle scelte cje vanno oltre il figlio e pochi altri. Infatti, nel fare i complimenti alla squadra vincitrice della prova di Coppa, ha sbagliato il cognome di uno degli atleti, taggando anche l'atleta sbagliato. La cosa triste è che questo atleta è tra i convocati agli Europei come riserva in Italia. Il Ct ha padronanza della materia, segue e conosce gli atleti. E stando alle voci di corridoio o di pedana, sembrerebbe che ci sia stato l'intervento del presidente anche nella composizione della squadra alla quale il ct ha fatto i complimenti.
    Coerenza questa sconosciuta

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    1. sembrerebbe? veramente si ha la quasi certezza che ormai il presidente gestisca il settore spada. Forse negli anni si sono accumulati troppi "errori" (un eufemismo) e adesso ogni scelta è subordinata a non fare uscire scheletri dall'armadio, che agli occhi comuni non è altro che continua incoerenza. Basti pensare che gente che ad una gara viene convocata ed a quella dopo neppure autorizzata e viceversa, ovviamente senza risultati di rilievo in entrambi i casi, come dire diamo spazio a tutti tanto alla fine io ho già scelto e più persone inserisco nella mischia e più avallo la mia scelta. Altro scopo, accontento tutti e non faccio aprire l'armadio.

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  5. State sempre a parlare di cose tristi che affliggono il nostro Presidente. A noi invece piacerebbe molto poter vedere anche il Presidente Scarso talmente felice da ballare una tarantella con qualche brava spadista al pari di Malagò in questo bellissimo video:
    http://video.corriere.it/olimpiadi-2018-carolina-kostner-felice-balla-il-presidente-coni-malago/fdafaf18-18ab-11e8-8324-71c107a2e9b6?refresh_ce-cp

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    1. tarantella? Considerata la sua spiccata passione per il middle east asiatico io ce lo vedo di più in un ballo di gruppo a cui potrebbero partecipare anche i consiglieri. Sogno qualcosa che dovrebbe sfondare l'audience delle TV internazionali, fare il tutto esaurito e oscurare per sempre quel musone di Alisher Usmanov. Qualcosa di simile al video che segue, da eseguirsi ad esempio, il giorno dell'inaugurazione del GPG di Riccione, dopo l'inno nazionale:
      https://www.youtube.com/watch?v=Scu3VLaPTPM

      Miyamoto Musashi

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    2. Il protagonista dello (s)ballo di gruppo, quello che nel video indossa una specie di gonna a strisce - per intenderci -, potrebbero assumerlo come CT della nazionale di spada in vista delle prossime olimpiadi; i movimenti del corpo e delle gambe ci sono tutti - passi avanti e indietro, normali, incrociati, e invertiti - affondo, normale e incrociato - schivate laterali e verticali, etc. etc. etc......

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  6. A Miyamoto, ma che te stai a lessà i neuroni col phon? Sto ballo nun se po fa ! VV ndove la mettemo? Nun lo vedi che so tutti òmmini? Pe noi ce vole un ballo più misto tipo Hully Gully.

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