Mario CASTRUCCI |
Carissimi amici, nel prendere visione degli ultimi scritti a firma di Gianni Augugliaro e di Ezio Rinaldi, tante cose mi verrebbero da sottolineare ma ne evidenzio una che mi sta particolarmente a cuore: il numero di società affiliate alla FIS.
Dal 1980, anno della mia prima partecipazione ad una Assemblea elettiva, detto numero ha visto un incremento poco significativo. Testimonianza di una evidente politica fallimentare sul territorio, là dove un’azione coordinata e penetrante avrebbe potuto/dovuto produrre una rilevante crescita numerica di iscritti e conseguentemente di club. Tale fallimento, a mio avviso, sia da ascrivere a tutti i componenti dei vari consigli direttivi che si sono succeduti negli anni. Considerata la poca incisività della politica federale, siffatta gestione potrebbe consigliare ai Presidenti di società, maestri di scherma e atleti di vertice di riflettere su un possibile cambiamento di attività a cui dedicarsi. Soprattutto tenendo conto di quanto fatto da altre federazioni, le quali con successo si sono dedicate allo sviluppo della propria disciplina.
Relativamente alla Conferenza stampa di Michele Maffei, ma perché è stata riservata a pochi intimi?
Perché non comunicare a tutti i Presidenti di società dell’evento? E se per ragioni di spazio, connesso con le norme del coronavirus, non sarebbe stato possibile ospitare oltre un certo numero di persone (ma poi quanti sarebbero venuti a Roma?), perché non invitare almeno i presidenti delle società laziali? Con le giuste cautele e nel rispetto delle norme vigenti si poteva fare. E’ sembrata una conferenza riservata ai soli giornalisti. Al di là di queste mie considerazioni (che ritengo comunque valide), Maffei non ha fatto alcun accenno al suo programma per la gestione della Federazione che intende presiedere. Se il vademecum non è ancora pronto, cosa che non credo, poteva almeno fare accenno ai punti salienti, giusto per capire cosa voglia fare in futuro.
Tutto ciò detto, spero che il Dott. Azzi legga questo mio scritto e, in occasione della (sembra certa) presentazione della propria candidatura a Presidente della Federazione Italiana Scherma, ci dica, qualora eletto, quali obiettivi intenda perseguire durante la sua gestione.
Mi piace pensare che i due, al momento unici candidati (Azzi e Maffei), inseriscano nei loro progetti operativi un piano per un rilancio della scherma fondato su immagine e spettacolarità della nostra disciplina, al pari di altre che nel 1982 erano sconosciute, vedi il Beach volley, ma anche di altri sport a noi simili, quali Judo, Karate e Arti Marziali, i quali con una adeguata politica di proselitismo hanno visto incrementare i loro numeri in maniera consistente. E tanto ci sono riusciti perché hanno avuto la lungimiranza di investire nella costruzione di adeguati impianti.
Mi auguro che tutti i candidati, di qualsiasi gruppo facciano parte, abbiano mentalità e capacità manageriali, doti indispensabili per superare gli ostacoli che, nei giorni attuali ed in quelli futuri, si dovranno superare, soprattutto alla luce dei cambiati che il Covid19 avrà apportato al nostro modo di vivere.
Se non in possesso di dette doti farebbero meglio a desistere dal proponimento di candidarsi per la gestione federale.
Il mio suggerimento è ispirato dal bene che provo per la scherma, mia seconda passione dal 1979: la prima è stata il rugby dal 1950 al 1978, nel quale mi sono formato quale dirigente sportivo e piccolo imprenditore.
Auspico, nell’interesse comune, una Federscherma che sappia essere un punto di riferimento per Dirigenti, Maestri e atleti.
Mario Castrucci
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