26 ottobre 2020

PRESSIONI ELETTORALI: come venirne fuori?


È accaduto pochi giorni fa che il Presidente di un comitato regionale federale abbia chiamato il delegato di un’altra regione italiana, (“delegato” vuol dire che quel comitato non ha un presidente, in quanto la regione non ha abbastanza società per costituire un Comitato regionale come quello di altre regioni ndr.), il cui obiettivo era fare
pressioni su una società che apertamente aveva dichiarato di schierarsi con un certo candidato alla presidenza delle prossime elezioni federali.

Pressioni. Sapete di cosa si tratta?

In Italia le pressioni sono una cosa seria, e non si tratta di quelle delle gomme dell’auto, e nemmeno della pressione arteriosa, benché le pressioni di cui sto parlando, che riguardano le ormai note faccende elettorali, facciano venire una certa ipertensione.

Da circa otto anni queste pressioni io le ho viste manifestarsi in prima persona, e molti sono i tesserati che mi hanno chiamato per raccontarmi certe telefonatine scomode, certi messaggini composti in vario modo secondo i nuovi canali elettronici (wazzap, facebook, ecc…), che servono a scoraggiare le persone per fargli abbandonare uno schieramento politico e abbracciarne un altro.

Scoraggiare. Chi legge avrà capito che questo “scoraggiamento” non è frutto della persuasione costruita sulla dialettica e il confronto libero e democratico. Macchè.

La macchina elettorale (macchina elettorale!), è collaudatissima, se uno ci pensa avrebbe voglia che avvenisse in maniera chiara e diretta, magari lasciando libero il candidato di scegliere secondo un meccanismo classico: si cercano i voti chiedendo se si sosterrà il candidato, e si illustra il programma elettorale: faremo, diremo, andremo, e otterremo, eccInvece non è così, nemmeno per idea.

Nella Federazione Italiana Scherma la tecnica elettorale è molto diversa e si può riassumere in un concetto: fare pressioni, tra le più disparate, perché l’importante è persuadere o convincere, ma comunque vincere.

Per cui ognuno fa i suoi conti e prende le sue libere decisioni. Non voglio dire che sia un metodo scorretto, tutt’al più posso limitarmi a dire che è un tantinello aggressivo.

Ora con l’affacciarsi di un nuovo concorrente alla presidenza, un certo Maffei Michele (sono ironico sia chiaro!), le dinamiche saranno diverse? Ma no! Nulla di tutto ciò.

Le telefonate elettorali da una certa parte arrivano eccome e i metodi di convincimento, (proprio a causa di questo nuovo outsider della scherma), paiono essere ancora più convincenti di un tempo. E mentre con Rinaldi il metodo era semplice, cioè raccontare cosa aveva fatto di brutto quel cattivaccio con i baffetti, al contrario con questo nuovo aspirante, alto bello e piacente, è molto più difficile. Ma non impossibile.

È però normale che in una fase elettorale si tirino dei colpi bassi, anche se gli interessi sono miseri (e la scherma non è poi il calcio, ma tant’è), benchè sarebbe stato bello, se non addirittura innovativo, o addirittura da sogno, fare un confronto tra candidati, magari senza convocazioni assembleari, in diretta streaming, con il fine di mostrare le differenze programmatiche e le intenzioni nei prossimi quattro anni sportivi di entrambi i candidati. Ma pare che si voglia usare i metodi tradizionali e forse, anzi certamente i tempi per fare questo non sono del per nulla maturi.

Michele Maffei ha provato e sta insistendo sulla strada intrapresa, cioè una campagna elettorale improntata ad un confronto programmatico serio, nel rispetto della base, la quale ha bisogno di capire, conoscere ed individuare le persone più qualificate e preparate, oltre che conoscitrici del mondo schermistico, da deputare alla gestione federale. Per fare ciò ha concordato con il presidente Scarso un gentlemen’s agrement, cioè un patto informale tra gentiluomini che consenta ad entrambe le parti di rispettare la parola data.

Sembra che così non sarà e non certo per colpa di Maffei poiché l’azione intrapresa dal precitato presidente di comitato regionale, facente parte dei sostenitori della lista Scarso/Azzi, è quanto di più antisportivo ci possa essere. Pressare con insinuazioni su possibili conseguenze tecniche come lo definireste? Se a questo ci aggiungete il commento del CT Sandro CUOMO alla lettera di convocazione per una riunione in video chat, inviata dalla segreteria tecnica di schermaitalia, alle società Campane, per parlare di programmi e candidati per le prossime elezioni federali, che di seguito riporto: “ ricevo  questa “convocazione” e penso l’abbiano ricevute tutte le società  Campane. Fermo restando che sarebbe stato decisamente più appropriato “invitare” pittosto che “convocare” senza alcuna autorità, rimane il dubbio, visti i precedenti del candidato presidente, se la “convocazione sia in prima o in seconda convocazione…Già abbiamo avuto una lezione di stile in tal senso dal candidato presidente, non vorrei cascarci un’altra volta…anzi, penso proprio che per non sbagliare diserterò sia la prima che la seconda”, il quadro sulle pressioni diventa sempre più “artistico”.

Tralascio i commenti che potrei fare su tale scritto e mi soffermo sulla “lezione di stile”. Ebbene, già nella passata tornata elettorale il signor CT scrisse una lettera ai club Campani invitandoli a votare per una squadra piuttosto che l’altra. Lettera dal chiaro, anzi chiarissimo, indirizzo politico. Orbene ognuno di noi è libero di esprimere le proprie opinioni, ma non quando si rivestono ruoli istituzionali, in particolar modo, quando si riveste la carica di Commissario Tecnico. Pertanto se il CT vuole fare politica nulla contro purchè si dimetta dalla carica rivestita, per la quale è retribuito dalla Federazione. Quindi sulla questione di “Stile” stendiamo un velo pietoso poiché anche il CT fa parte di quel gentlemen’s agrement concordato tra Scarso e Maffei, per non parlare di un’etica assolutamente calpestata. E qui mi chiedo: ma gli organi inquirenti non intervengono?

In un’altra grande regione italiana vi è un tesserato che ricopre la carica di Presidente del Comitato provinciale e quella di Consigliere (Vice Presidente?) del Comitato Regionale oltre ad una prestigiosa quanto influente carica nazionale: è tutto normale? Anche qui nessun intervento da parte degli Organi inquirenti?

Non avendo natura coercitiva, è opinione comune che l'incentivo a non venire meno a un gentlemen's agreement risieda nella reciproca convenienza a rispettarlo (per esempio, guadagno per entrambe le parti, oppure limitazione di un danno o di un rischio che senza l'accordo potrebbe essere peggiore per entrambi). Da questo assunto devo desumere che per la cordata, diciamo federale, non ci sia convenienza nel rispettare il precitato gentlemen’s agremente , ovvero i pretoriani di Scarso/Azzi se ne sbattono degli accordi tra gentiluomini.

Ezio RINALDI

1 commento:

  1. Tornata elettorale regionale scorsa; al seggio un nostro consigliere nazionale, con tono intimidatorio, sentenzia: "in politica tutto è lecito"!
    Cosa dire oltre della classe dirigente che negli ultimi anni ci ha governato?

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