È accaduto pochi giorni fa che il Presidente di un comitato regionale federale abbia chiamato il delegato di un’altra regione italiana, (“delegato” vuol dire che quel comitato non ha un presidente, in quanto la regione non ha abbastanza società per costituire un Comitato regionale come quello di altre regioni ndr.), il cui obiettivo era fare pressioni su una società che apertamente aveva dichiarato di schierarsi con un certo candidato alla presidenza delle prossime elezioni federali.
Pressioni. Sapete di
cosa si tratta?
In Italia le
pressioni sono una cosa seria, e non si tratta di quelle delle gomme dell’auto,
e nemmeno della pressione arteriosa, benché le pressioni di cui sto parlando,
che riguardano le ormai note faccende elettorali, facciano venire una certa
ipertensione.
Da circa otto
anni queste pressioni io le ho viste manifestarsi in prima
persona, e molti sono i tesserati che mi hanno chiamato per raccontarmi certe
telefonatine scomode, certi messaggini composti in vario modo secondo i nuovi
canali elettronici (wazzap, facebook, ecc…), che servono a scoraggiare le
persone per fargli abbandonare uno schieramento politico e abbracciarne un
altro.
Scoraggiare. Chi legge
avrà capito che questo “scoraggiamento” non è frutto della persuasione
costruita sulla dialettica e il confronto libero e democratico. Macchè.
La macchina
elettorale (macchina elettorale!), è collaudatissima, se uno ci pensa
avrebbe voglia che avvenisse in maniera chiara e diretta, magari lasciando
libero il candidato di scegliere secondo un meccanismo classico: si cercano i
voti chiedendo se si sosterrà il candidato, e si illustra il programma
elettorale: faremo, diremo, andremo, e otterremo, ecc… Invece non
è così, nemmeno per idea.
Nella
Federazione Italiana Scherma la tecnica elettorale è molto diversa e si può
riassumere in un concetto: fare pressioni, tra le più
disparate, perché l’importante è persuadere o convincere, ma comunque vincere.
Per cui
ognuno fa i suoi conti e prende le sue libere decisioni. Non voglio dire che
sia un metodo scorretto, tutt’al più posso limitarmi a dire che è un tantinello
aggressivo.
Ora con
l’affacciarsi di un nuovo concorrente alla presidenza, un certo Maffei Michele
(sono ironico sia chiaro!), le dinamiche saranno diverse? Ma no! Nulla di tutto
ciò.
Le telefonate
elettorali da una certa parte arrivano eccome e i metodi di convincimento,
(proprio a causa di questo nuovo outsider della scherma), paiono essere ancora
più convincenti di un tempo. E mentre con Rinaldi il metodo era semplice, cioè
raccontare cosa aveva fatto di brutto quel cattivaccio con i baffetti,
al contrario con questo nuovo aspirante, alto bello e piacente, è molto più
difficile. Ma non impossibile.
È però
normale che in una fase elettorale si tirino dei colpi bassi, anche se gli
interessi sono miseri (e la scherma non è poi il calcio, ma tant’è), benchè
sarebbe stato bello, se non addirittura innovativo, o addirittura da sogno,
fare un confronto tra candidati, magari senza convocazioni assembleari, in
diretta streaming, con il fine di mostrare le differenze programmatiche e le
intenzioni nei prossimi quattro anni sportivi di entrambi i candidati. Ma pare
che si voglia usare i metodi tradizionali e forse, anzi certamente i tempi per
fare questo non sono del per nulla maturi.
Michele
Maffei ha provato e sta insistendo sulla strada intrapresa, cioè una campagna
elettorale improntata ad un confronto programmatico serio, nel rispetto della
base, la quale ha bisogno di capire, conoscere ed individuare le persone più
qualificate e preparate, oltre che conoscitrici del mondo schermistico, da
deputare alla gestione federale. Per fare ciò ha concordato con il presidente
Scarso un gentlemen’s agrement, cioè un patto informale tra gentiluomini che
consenta ad entrambe le parti di rispettare la parola data.
Sembra che
così non sarà e non certo per colpa di Maffei poiché l’azione intrapresa dal
precitato presidente di comitato regionale, facente parte dei sostenitori della
lista Scarso/Azzi, è quanto di più antisportivo ci possa essere. Pressare con
insinuazioni su possibili conseguenze tecniche come lo definireste? Se a questo
ci aggiungete il commento del CT Sandro CUOMO alla lettera di convocazione per
una riunione in video chat, inviata dalla segreteria tecnica di schermaitalia,
alle società Campane, per parlare di programmi e candidati per le prossime
elezioni federali, che di seguito riporto: “ ricevo questa “convocazione” e penso l’abbiano
ricevute tutte le società Campane. Fermo
restando che sarebbe stato decisamente più appropriato “invitare” pittosto che
“convocare” senza alcuna autorità, rimane il dubbio, visti i precedenti del
candidato presidente, se la “convocazione sia in prima o in seconda
convocazione…Già abbiamo avuto una lezione di stile in tal senso dal candidato
presidente, non vorrei cascarci un’altra volta…anzi, penso proprio che per non
sbagliare diserterò sia la prima che la seconda”, il quadro sulle
pressioni diventa sempre più “artistico”.
Tralascio i
commenti che potrei fare su tale scritto e mi soffermo sulla “lezione di
stile”. Ebbene, già nella passata tornata elettorale il signor CT scrisse una
lettera ai club Campani invitandoli a votare per una squadra piuttosto che
l’altra. Lettera dal chiaro, anzi chiarissimo, indirizzo politico. Orbene
ognuno di noi è libero di esprimere le proprie opinioni, ma non quando si
rivestono ruoli istituzionali, in particolar modo, quando si riveste la carica
di Commissario Tecnico. Pertanto se il CT vuole fare politica nulla contro
purchè si dimetta dalla carica rivestita, per la quale è retribuito dalla
Federazione. Quindi sulla questione di “Stile” stendiamo un velo pietoso poiché
anche il CT fa parte di quel gentlemen’s agrement concordato tra Scarso e
Maffei, per non parlare di un’etica assolutamente calpestata. E qui mi chiedo:
ma gli organi inquirenti non intervengono?
In un’altra
grande regione italiana vi è un tesserato che ricopre la carica di Presidente
del Comitato provinciale e quella di Consigliere (Vice Presidente?) del
Comitato Regionale oltre ad una prestigiosa quanto influente carica nazionale:
è tutto normale? Anche qui nessun intervento da parte degli Organi inquirenti?
Non
avendo natura coercitiva, è opinione comune che l'incentivo a non venire meno a
un gentlemen's agreement risieda nella reciproca convenienza a
rispettarlo (per esempio, guadagno per entrambe le parti, oppure limitazione di
un danno o di un rischio che senza l'accordo potrebbe essere peggiore per
entrambi). Da questo assunto devo desumere che per la cordata, diciamo
federale, non ci sia convenienza nel rispettare il precitato gentlemen’s
agremente , ovvero i pretoriani di Scarso/Azzi se ne sbattono degli accordi
tra gentiluomini.
Ezio RINALDI
Tornata elettorale regionale scorsa; al seggio un nostro consigliere nazionale, con tono intimidatorio, sentenzia: "in politica tutto è lecito"!
RispondiEliminaCosa dire oltre della classe dirigente che negli ultimi anni ci ha governato?