Dal gruppo “ Genitori scherma” rilevo il post seguente, con il quale i genitori degli atleti manifestano il loro pensiero, ma più ancora il loro
disagio e disappunto per non poter accedere nel luogo di gara.
Credo che le misure finalizzate alla prevenzione del diffondersi del virus covid19, variante omicron, siano condivisibili, ciò che è incomprensibile è l’applicazione delle disposizioni governative. Chi ha fatto le famose tre dosi di vaccino e, conseguentemente, sia in possesso del super green pass dovrebbe poter accedere dappertutto, magari indossando le previste e stabilite mascherine. Se poi a questi genitori viene riservato un trattamento, diciamo, discutibile, è chiaro che monti la rabbia per non poter nemmeno assistere alle semifinali. Ecco non si capisce la ratio di tutto questo. Forse la gara si è svolta in un luogo angusto con spazi ristretti? Non mi pare visto che si tratta di un palazzetto con aree piuttosto ampie.
Credo che le misure finalizzate alla prevenzione del diffondersi del virus covid19, variante omicron, siano condivisibili, ciò che è incomprensibile è l’applicazione delle disposizioni governative. Chi ha fatto le famose tre dosi di vaccino e, conseguentemente, sia in possesso del super green pass dovrebbe poter accedere dappertutto, magari indossando le previste e stabilite mascherine. Se poi a questi genitori viene riservato un trattamento, diciamo, discutibile, è chiaro che monti la rabbia per non poter nemmeno assistere alle semifinali. Ecco non si capisce la ratio di tutto questo. Forse la gara si è svolta in un luogo angusto con spazi ristretti? Non mi pare visto che si tratta di un palazzetto con aree piuttosto ampie.
Sarebbe sufficiente consentire
ai genitori di assistere dalle tribune con adeguata distanza fra loro per
evitare possibili contagi. Ma poi mi viene da chiedere:” se per gli atleti vale
il green pass ed il tampone molecolare o antigenico 72 o 48 ore prima della
gare perché non applicarlo anche ai genitori? Insomma, è corretto considerare
che i genitori siano solo un Bancomat?
Ho cresciuto tre figlie a pane e scherma ed i sacrifici che ho fatto sono stati tanti, le spese sostenute tantissime, quindi a questi genitori va tutta la mia vicinanza, nel contempo invito il Presidente ed il Consiglio direttivo a svegliarsi ed adoperarsi affinchè essi vengano tenuti in maggior considerazione e rispetto, non dimenticando che sono i primi sponsor della FIS e dell’intero movimento. Negli stadi, ad oggi, è consento l'accesso ad una percentuale di spettatori: quale è quella per accedere agli impianti della scherma in occasione di gare?
Ho cresciuto tre figlie a pane e scherma ed i sacrifici che ho fatto sono stati tanti, le spese sostenute tantissime, quindi a questi genitori va tutta la mia vicinanza, nel contempo invito il Presidente ed il Consiglio direttivo a svegliarsi ed adoperarsi affinchè essi vengano tenuti in maggior considerazione e rispetto, non dimenticando che sono i primi sponsor della FIS e dell’intero movimento. Negli stadi, ad oggi, è consento l'accesso ad una percentuale di spettatori: quale è quella per accedere agli impianti della scherma in occasione di gare?
In sintesi non mettete la testa sotto la sabbia, come
in tante altre circostanze, perché se si organizzano boicottando le gare come la
mettiamo?
Ezio RINALDI
“VERGOGNA E SCHIFO!!!!!
Si queste sono le uniche due parole “soft” che mi vengono in mente di scrivere, solo per non cadere nel volgare, in merito a quanto accaduto nei giorni 27 e 28 a Montesilvano.
Ma andiamo con ordine.
Partenza da Catania mercoledì 26/01 con volo Catania-Roma e circa 300 Km. di strada per raggiungere Montesilvano.
Giovedì 27/01, arrivo al Pala Dean Martin alle 8:00 di mattina, temperatura 3° (un freddo penetrante fino alle ossa) accompagnata da una nebbia diradatasi introno alle 11:00 per iniziare a vedere qualche raggio di sole.
Fatti entrare tutti gli atleti, dopo le operazioni di controllo Green Pass, i genitori si sono man mano diradatisi non potendo accedere all’interno del palazzetto.
Rimanendo in pochi, e per pochi intendo che eravamo al massimo una decina. Tutti a lamentarsi del trattamento riservatoci, nemmeno le bestie pronte per essere portate al macello vengono trattate così.
Nonostante tutti fossimo muniti del fatidico Green Pass, non c’è stato alcun verso a convincere gli addetti, quanto meno a farci entrare nella sala d’ingresso (abbastanza ampia), il tutto per ordine del Capo a cui è demandata la direzione del torneo, che crede di essere Cristo sceso in terra.
Per non parlare al servizio bar riservato solo ed esclusivamente agli atleti.
La cosa più schifosa a cui ho assistito, intorno alle 14:30, è stata vedere i quattro genitori dei semifinalisti della gara Cadetti, abbandonati nel piazzale, non concedendo nemmeno a loro la gioia di vedere i propri figli tirare per la fase finale del torneo. Si parla di quattro genitori, non di 200. Questo sempre per il volere del Capo.
Venerdì 28/01, ore 8.00 (primo turno gara Giovani) stessa temperatura del giorno precedente. I genitori ben consci di quanto già accaduto il giorno precedente, si diradano ancor più velocemente, e rimaniamo in cinque temerari davanti al palazzetto.
Il freddo la fa da padrone, e pensi che fare? Tento di andare al bar adiacente (sempre quello riservato solo agli atleti) per prendere un caffè. Ecco comparire dal nulla un altro capo di stato maggiore, un pensionato appartenente all’associazione carabinieri, che mi chiede se avessi il braccialetto (manco fossi un pregiudicato scappato dagli arresti domiciliari), spiegandomi solo dopo che per accedere dovevo avere lo stesso braccialetto identificativo messo al polso degli atleti. Faccio presente che non ho il braccialetto (non ho alcun titolo ad averlo), sono solamente un genitore che vuole prendere un caffè. Nulla da fare, mi invita a munirmi dell’agognato braccialetto indicandomi di chiederlo ai pinguini incaricati, che prendono ordini dal Capo sopra citato, che erudito in merito alla richiesta fattami dal generale di corpo d’armata, proferisce un secco NO, accompagnato da altre tre parole: non è previsto.
Basta non resta altro che recarsi al centro commerciale vicino per prendere un caffè.
Altro capitolo sconcertante riguarda la mancanza assoluta di pubblicazione di foto, come sempre avvenuto durante le gare, sulla pagina Facebook della FIS, ad eccezione di quelle relative alla gara svoltasi in contemporanea a Vercelli.
Ora vorrei capire una cosa. Gli atleti presenti a Vercelli sono forse di rango superiore a quelli presenti a Montesilvano?
Raccontato lo schifo a cui si è dovuti sottostare, per quanto mi riguarda, data la difficoltà di raggiungere Montesilvano dalla Sicilia (assenza di voli su Pescara e pochissimi su Ancona), qualsiasi gara si disputerà in futuro in questa località, è esclusa sin d’ora un eventuale partecipazione, non solo da parte di mio figlio, ma vi assicuro anche da parte di altri atleti, viste le lamentele dei genitori. Già questa seconda prova zonale ha registrato una riduzione del numero dei partecipanti rispetto alla precedente a Terni, di questo passo più si va avanti e meno saranno i partecipanti.
In primis la FIS dovrebbe ridimensionare le facoltà decisionali del Capo onnipresente ad ogni gara, e successivamente scegliere località ben servite, e non a 300 Km. dall’aeroporto più accessibile, oltre a dare la possibilità ai genitori di poter nuovamente assistere alle gare, scegliendo palazzetti con gradinate e non centri congressi.
P.S.: le lamentele registrate davanti al palazzetto in questi due
giorni assurdi, non provengono solo dai genitori "BANCOMAT", ma anche
da parte di maestri ed addetti ai lavori, che occupano qualche posto di rilievo
in ambito federale, ma che probabilmente possono fare ben poco. SCHIFO E
VERGOGNA!!!
Ezio RINALDI
“VERGOGNA E SCHIFO!!!!!
Si queste sono le uniche due parole “soft” che mi vengono in mente di scrivere, solo per non cadere nel volgare, in merito a quanto accaduto nei giorni 27 e 28 a Montesilvano.
Ma andiamo con ordine.
Partenza da Catania mercoledì 26/01 con volo Catania-Roma e circa 300 Km. di strada per raggiungere Montesilvano.
Giovedì 27/01, arrivo al Pala Dean Martin alle 8:00 di mattina, temperatura 3° (un freddo penetrante fino alle ossa) accompagnata da una nebbia diradatasi introno alle 11:00 per iniziare a vedere qualche raggio di sole.
Fatti entrare tutti gli atleti, dopo le operazioni di controllo Green Pass, i genitori si sono man mano diradatisi non potendo accedere all’interno del palazzetto.
Rimanendo in pochi, e per pochi intendo che eravamo al massimo una decina. Tutti a lamentarsi del trattamento riservatoci, nemmeno le bestie pronte per essere portate al macello vengono trattate così.
Nonostante tutti fossimo muniti del fatidico Green Pass, non c’è stato alcun verso a convincere gli addetti, quanto meno a farci entrare nella sala d’ingresso (abbastanza ampia), il tutto per ordine del Capo a cui è demandata la direzione del torneo, che crede di essere Cristo sceso in terra.
Per non parlare al servizio bar riservato solo ed esclusivamente agli atleti.
La cosa più schifosa a cui ho assistito, intorno alle 14:30, è stata vedere i quattro genitori dei semifinalisti della gara Cadetti, abbandonati nel piazzale, non concedendo nemmeno a loro la gioia di vedere i propri figli tirare per la fase finale del torneo. Si parla di quattro genitori, non di 200. Questo sempre per il volere del Capo.
Venerdì 28/01, ore 8.00 (primo turno gara Giovani) stessa temperatura del giorno precedente. I genitori ben consci di quanto già accaduto il giorno precedente, si diradano ancor più velocemente, e rimaniamo in cinque temerari davanti al palazzetto.
Il freddo la fa da padrone, e pensi che fare? Tento di andare al bar adiacente (sempre quello riservato solo agli atleti) per prendere un caffè. Ecco comparire dal nulla un altro capo di stato maggiore, un pensionato appartenente all’associazione carabinieri, che mi chiede se avessi il braccialetto (manco fossi un pregiudicato scappato dagli arresti domiciliari), spiegandomi solo dopo che per accedere dovevo avere lo stesso braccialetto identificativo messo al polso degli atleti. Faccio presente che non ho il braccialetto (non ho alcun titolo ad averlo), sono solamente un genitore che vuole prendere un caffè. Nulla da fare, mi invita a munirmi dell’agognato braccialetto indicandomi di chiederlo ai pinguini incaricati, che prendono ordini dal Capo sopra citato, che erudito in merito alla richiesta fattami dal generale di corpo d’armata, proferisce un secco NO, accompagnato da altre tre parole: non è previsto.
Basta non resta altro che recarsi al centro commerciale vicino per prendere un caffè.
Altro capitolo sconcertante riguarda la mancanza assoluta di pubblicazione di foto, come sempre avvenuto durante le gare, sulla pagina Facebook della FIS, ad eccezione di quelle relative alla gara svoltasi in contemporanea a Vercelli.
Ora vorrei capire una cosa. Gli atleti presenti a Vercelli sono forse di rango superiore a quelli presenti a Montesilvano?
Raccontato lo schifo a cui si è dovuti sottostare, per quanto mi riguarda, data la difficoltà di raggiungere Montesilvano dalla Sicilia (assenza di voli su Pescara e pochissimi su Ancona), qualsiasi gara si disputerà in futuro in questa località, è esclusa sin d’ora un eventuale partecipazione, non solo da parte di mio figlio, ma vi assicuro anche da parte di altri atleti, viste le lamentele dei genitori. Già questa seconda prova zonale ha registrato una riduzione del numero dei partecipanti rispetto alla precedente a Terni, di questo passo più si va avanti e meno saranno i partecipanti.
In primis la FIS dovrebbe ridimensionare le facoltà decisionali del Capo onnipresente ad ogni gara, e successivamente scegliere località ben servite, e non a 300 Km. dall’aeroporto più accessibile, oltre a dare la possibilità ai genitori di poter nuovamente assistere alle gare, scegliendo palazzetti con gradinate e non centri congressi.
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