10 ottobre 2022

Giorgetti, Spadafora e Vezzali

Giancarlo GIORGETTI
La riforma dello sport è un processo avviato nel 2019 dall’allora sottosegretario Giorgetti. L’obiettivo dichiarato era chiarissimo e si articolava in tre punti, che provo a sintetizzare ma che possono essere trovati facilmente in rete (
https://www.sport.governo.it/media/1445/slide-di-sintesi-della-riforma-dello-sport.pdf):


  1. maggiore attenzione alla pratica sportiva di base (più valore all’aspetto benessere);
  2. assicurare maggiori risorse al mondo sportivo, migliorando il flusso di denaro agli organismi sportivi;
  3. minore burocrazia e maggior efficienza nelle relazioni, unito a maggiore trasparenza, fino all'eliminazione del conflitto di interesse;
il tutto attraverso la riorganizzazione di Coni servizi, trasformata poi in Sport e salute, attuale denominazione.
A seguito della approvazione di questa riforma, si scatenarono infiniti dibattiti, ma i punti certi erano molto chiari e dichiarati dal governo fin da subito, ovvero:
  •  salvaguardia dello sport;
  • tutela dell’operato di Coni servizi/Sport e salute;
  • antidoping indipendente;
  • aumento delle risorse destinate allo sport;
  • garanzia di continuità per tutte le attività.
Si mostrarono, invece, come non vere le paure verso il ruolo dei dipendenti di Coni e Coni servizi, i timori sulla delegittimazione di Giunta e Consiglio Coni, specie quello di una “occupazione” del CONI e la sua trasformazione in una sorta di “agenzia di viaggio” per i suoi dipendenti e collaboratori.
Tuttavia, i successivi decreti confermarono sostanzialmente quei timori e le manovre politiche e mediatiche del Coni ebbero come risultato quello di alzare la tensione con Sport e salute e con il Sottosegretario allo sport del governo al punto da rallentare la riforma, fin quasi ad arrestarla. Furono infatti istituiti gli “Stati generali dello sport” e Giorgetti, vista probabilmente anche la pressione sul governo, rallentò il processo di attuazione.

Ma con il cambio del ministro (cosa in Italia assolutamente frequente), dato l’incarico a Spatafora, ripartì il processo di riforma anche in virtù dell’impegno di quest’ultimo per

la nascita del governo bicolore M5S-PD a guida Conte II.

Valentina VEZZALI
Purtroppo, o per fortuna, a seconda del punto di vista, nel novembre 2020 il neo Ministro propose, e il governo approvò, i 5 decreti di attuazione della riforma, a valle dei quali si sollevò il polverone delle proteste, mentre sull’Italia infuriava il Covid. Spatafora, contemporaneamente a questa attività istituzionale, decise di inserire e promuovere le misure a sostegno dello sport, nel periodo più nero per la storia di un’Italia paralizzata dai lockdown. Il lavoro di Spatafora, tra le mille difficoltà di quel periodo, procedette senza sosta e, complice l'epidemia, si riuscì a “radiografare” il mondo dello sport, mappandolo attraverso i contributi erogati ai lavoratori sportivi e alle associazioni che certificano le richieste degli stessi. Il mondo dello sport sopravvisse al periodo Covid, così come i suoi lavoratori, volontari e non, ma ne uscì, al pari di tutte le attività produttive, estremamente provato.
Il governo ConteII cadde e nel marzo 2021 Draghi chiamò a sottosegretario Valentina Vezzali, inventando per la prima volta una esplicitissima azione di branding politico per le riforme da lui portate avanti fino a quel momento senza grandi proclami.
La nomina della Vezzali fece rimanere con il fiato sospeso molti, ma soprattutto chi aveva avuto modo di seguire i cosiddetti processi di metabolizzazione amministrativa da parte delle ASD, che dovevano aprire una nuova era fiscale e gestionale. In tanti, nei corridoi, l’hanno definita una “non-azione” da parte sua, a causa dell'assordante e annoso silenzio politico, che ha visto il mondo dello sport stravolto e, per certi versi, snaturato nelle sue funzioni di vero e proprio volontariato.
Nel nostro mondo, poi, questo silenzio ha raggiunto le delicate questioni federali: tra tutte, ricorderete senz’altro i numerosi e sanguinosi scontri tra FIS e ANS, nonostante il Sottosegretario Vezzali li avesse vissuti in prima fila come Consigliere federale.
La sua volontà nel non volersi schierare, né per lo sport, né per il suo sport, sicuramente motivata dagli scenari politici, hanno lasciato orfano il mondo schermistico, che sperava da anni - e spera tutt’ora - in un intervento a favore dello sport in genere, ma specialmente in quello che meglio dovrebbe conoscere, cioè la scherma.
Per i più curiosi, è possibile confrontare la scherma nell’attività parlamentare dei tre sottosegretari per valutarne nel dettaglio le singole azioni:
Giorgetti https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Attsen/00004451_int.htm
Spatafora https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Attsen/00024528_int.htm
Vezzali https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Attsen/00029612_int.htm
Da tale confronto, emerge un effettivo e accuratissimo “non-intervento” in attività legislative della Valentina, anche perché il lavoro sul tema era già stato elaborato dai suoi predecessori e, quindi, gli interventi da lei compiuti in aula si limitavano per lo più a semplici discussioni sui vari DDL. Da ciò, è difficile potersi sostenere che da lei sia partita una qualche iniziativa legislativa, pro o contro, sia migliorativa, che peggiorativa.
Tutte le leggi quindi passeranno ai posteri come disegnate all’origine da Giorgetti, poi integrate e perfezionate da Spatafora, mediante la riforma del lavoro sportivo. Interessante notare che la parte che dovrebbe essere attivata da Sport e salute è stata rimandata. Il Coni però “resta in sella”, sostanzialmente come prima del 2019 e dell’inizio del processo di riforma.
Il perdurante silenzio della Vezzali, anche quando era possibile tornare alla normalità durante il periodo finale del covid, per intenderci: quello che ha permesso il ritorno all’agonismo e che ha lasciato fuori dai palazzetti i genitori degli schermitori anche se nello stesso momento si entrava normalmente negli stadi, ai concerti, nei cinema e nei teatri, è davvero difficilmente valutabile, giacché - si è costretti a ripetere e d’altronde è sotto gli occhi di tutti - niente, nessun intervento, nessuna parola nessuna azione a favore del mondo sportivo vero, quello quotidiano, quello che nei weekend mette in moto l’economia del paese, e anche fuori, rispetto alla grande e ormai hollywoodiana stagione calcistica, ovvero quella che permette ad hotel, ristoranti e piccole realtà di beneficiare di centinaia di turisti occasionali che si ritrovano per le gare dei figli (calcio, tennis, volley, basket e SCHERMA), è stato realmente e concretamente fatto.
Sarà stato, forse, per questo che la Vezzali non è stata rieletta in parlamento? Non lo so e non lo sappiamo, può saperlo solo lei.
Forse sarà stato a causa della sua lunga assenza dalla politica attiva, nonostante il ruolo apicale, che la stessa non ha riavuta la fiducia degli Italiani? Non lo so, non lo sappiamo, può saperlo solo lei.
E’ forse possibile che il suo nascondersi, per apparire soltanto nei momenti istituzionali, non abbia pagato, così come non ha pagato il non esporsi nella politica sportiva dalla quale è stata estromessa per prima (l’uscita dal Consiglio Federale quando avrebbe potuto concorrere alla Presidenza)? Altro duplice interrogativo che molti si pongono, ma che è da rivolgere solo a lei.
E’ probabile che anche l’aspetto “competenza” non sia stato valutato in modo pieno, perché parrebbe non essere stato sufficiente a garantirle riconoscenza da parte dei suoi elettori (fu candidata ed eletta nel 2013, quando aveva da poco interrotto la sua attività sportiva ed era al culmine di quella straordinaria carriera schermistica, che tutti conosciamo e che molto probabilmente, fu l’elemento che le consentì l’ingresso in un mondo che poco le apparteneva e le appartiene, e che l’ha vista protagonista più per i suoi meriti sportivi che per la sua effettiva vocazione politica).
Quando i parlamentari, fino alle scorse elezioni, erano il doppio, essere eletti era quasi un gioco da ragazzi, mentre ora è molto più difficile e il marketing politico è da pensare bene, sennò la crocetta sulla scheda non si disegna da sola. Nella fattispecie, la Valentina nazionale, punta di forza di quel favoloso “dream team” che ci ha fatto sognare, una volta smessa la divisa da fiorettista per indossare nuovamente quelli del “candidato” al Parlamento, avrebbe forse dovuto suggerire correttivi per associazioni con bilanci davvero miseri e lavoratori sportivi con magri compensi, e non limitarsi a cercare di captare una minima visibilità con una o due iniziative, che di fatto, però, le hanno impedito di dimostrare la sua vera statura in campo politico, fugando così quello che il 25 settembre molti parrebbero aver pensato di lei, in detto ambito.
Tutto ciò detto, voglio apparire incoerente poiché a mio avviso la Valentina nazionale potrebbe dare moltissimo allo sport in generale ed alla scherma in particolare. La mia affermazione nasce dal fatto che la campionessa, catapultata in un modo complesso, spesso anti femminista e dove le dinamiche sono tante e tutte variabili, avrà trovato notevoli difficoltà e, soprattutto, una mancanza di idonei strumenti quali la conoscenza della materia politica e l’esperienza. Pertanto, sono fermamente convinto che saprebbe fare tesoro delle esperienze maturate ed auspicherei, in un modo o nell’altro, che potesse metterle a disposizione della collettività sportiva, magari ritornando ad essere nominata Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport.
Ezio RINALDI

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