Vercelli |
È accaduto sabato alla gara delle Ragazze di spada a
Vercelli, che per un inconveniente, (e non si sa mai quale), il tempo fra
girone e dirette è stato inspiegabilmente tanto, al punto che anche gli arbitri
si lamentavano eppure tante pedane erano vuote durante queste lunghe pause.
Tutti eravamo connessi per conoscere orari e pedane, ma i
tempi di attesa erano chilometrici. Domenica per esempio nella spada
Giovanissimi, finiti i gironi alle 10.30 circa, la prima diretta si è svolta
all’incirca alle 14.00, mentre la seconda, alle 15.00. È più che comprensibile
infatti che finché il tabellone dei 128 non è terminato, quello dei 64 non
possa partire e questo comporta dei ritardi comprensibili, ma forse così tanto
sembra eccessivo.
Vediamo qualche numero, così da capire il fenomeno accaduto in questo fine settimana.
Otto gare di spada maschile e femminile della categoria GPG,
contemplava ben 1335 partecipanti. Una media di 168,8 schermitori per gara, con
picchi in alto di 217 (cat. Allievi) e in basso di 138 (cat. Giovanissime), che
per la verità non sono poi così lontani da una gara lombarda, che con queste
cifre si svolge con quindici o venti pedane. Di solito parte alle ore 8.30 e
termina verso le 14.30/15.30, massimo le 16.00, e parliamo di gare di adulti,
senza concomitanza.
A Vercelli invece c’erano 50 pedane, un numero
impressionante, il che fa pensare che la FIS si stia attrezzando per ricevere e
gestire davvero grandi numeri schermistici, ma nonostante questo i ritardi ci
sono stati e purtroppo anche tanti.
Qualcuno ha detto che gli arbitri erano pochi, che forse
mancava una vera e propria scaletta dei lavori. Voci di corridoio e
lamentazioni senza alcun fondamento. I più fantasiosi hanno asserito che se ci
fosse stato un direttore di torneo che raggruppava quattro gare, su 25 pedane e
con 15 arbitri ognuno, le cose sarebbero andate diversamente. Non indugio
oltre, e non sostengo questa posizione che trovo per l’appunto fantasiosa.
Il problema comunque non si è risolto man mano che con le
dirette il numero di spadisti si sfoltiva. La gara iniziata alle 8.30 terminava
dopo ben più di otto ore la sua fase finale, facendo dire ai genitori che tale
lunghezza per una gara per bambini è un tantino eccessiva. E questo lo penso
anche io.
Anche a Vercelli, come a Rovigo il problema degli spogliatoi
si presentava senza che nessuno si fosse attrezzato per risolverlo. Le ragazze
però si sono preparate non bene, ma benissimo, mettendo sotto i pantaloni di
scherma delle coulottes che impedivano gli sguardi indiscreti durante le fasi
di cambio divisa, un capo d’abbigliamento che dovremo quindi inserire nel
corredo delle ragazze per questo tipo di gare.
Nel frattempo la gara di sciabola a Rovigo, si svolgeva con
418 atleti, meno di un terzo rispetto a Vercelli, facendo salire la
partecipazione alla terna di gara a 2.505 schermitori.
Il popolo della scherma, un popolo combattente è giusto
dire, ha saputo resistere agli inconvenienti, ma questo non vuol dire che sia
giusto accettarli, perché si può sempre migliorare e credo che
l’organizzazione, se vogliamo rendere la gara un momento di gioia sportiva e
non di passione.
Ci tengo a dire comunque che queste gare sono un unicum nel panorama sportivo italiano, e credo che non esista una gara di un qualsiasi altro sport, che sappia muovere così tanti atleti per un campionato. È un dato che suggerisco di usare in maniera più eloquente, per portare in palestra numeri sempre maggiori di atleti, per raggiungere quel tanto invocato da me “raddoppio dei praticanti in ogni palestra italiana”.
Chiudo con un raffronto con il GPG di Riccione, perché è
molto interessante, in quanto l’anno scorso al GPG Nostini, parteciparono 3.028
atleti, suddivisi per arma in questo modo:
Fm 520 (media 130 schermitori per gara)
Ff 359 (89,75)
Spm 979 (244,75)
Spf 682 (170,5)
Scm 284 (71)
Scf 204 (51).
È prevedibile quindi che la Spada maschile superi i mille
iscritti totali e che ci si avvicini a gare da 300 partecipanti l’una. Mi
chiedo quindi se in futuro basterà il Playhall o dovremo andare alla Fiera di
Rimini-Riccione? Se così sarà, l’esperienza di Rovigo+Vercelli saranno
fondamentali, per gestire 3-4.000 atleti in sei giorni, che mi auguro diventino
5.000 entro il 2028.
Viva la scherma
Fabrizio Orsini
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