09 aprile 2024

ELEZIONI FEDERALI: incoerenza e ricerca del potere perduto.

Le voci si rincorrono, ma sono solo voci, indiscrezioni o falsità? Ebbene, sono vere! Infatti, a fronte di smentite, alle quali personalmente non ho mai dato credito, ci sono delle conferme. D’altra parte, nella scherma è risaputo, quello che non si fa o non si dice rimane segreto, ma il segreto di quello che si è detto o, peggio, si è fatto resta il segreto di pulcinella, soprattutto se si fanno incontri o se si interferisce con attività estranee alla propria sfera di competenza.
Leggendo vi chiederete dove voglia andare a parare, ebbene ve lo spiego subito e inizio facendo un po' di dietrologia riprendendo l’articolo ELEZIONI FEDERALI 2024: giro di poltrone e fine corsa “, nel quale descrivevo una situazione di uscenti ed entranti nel nuovo Consiglio Federale scaturente dalle elezioni che presumibilmente si terranno qualche mese dopo le olimpiadi di Parigi 2024. Scrissi di cordate ove avrebbero fatto capo dirigenti federali del passato e precisai che nessuno di questi avrebbe capeggiato correnti contrapposte alla attuale dirigenza: falso! Ulteriori indagini effettuate, dopo insistenti voci sul tema, vedrebbero invece detti dirigenti particolarmente attivi e molto determinati nel voler sostituire l’attuale timoniere della nave federale. Potrei, sul punto, anche dire che non ci sarebbe nessun motivo di scandalizzarsi; tuttavia, i motivi per scandalizzarsi - e scandalizzarci - invece ci sono e sono tanti, enormi e ben evidenti e risiedono su un aspetto che prima facie sembrerebbe semplicemente una totale incoerenza ed invece sono figli di quella spasmodica, continua e febbrile ricerca di un consenso da parte di coloro che quel consenso non lo hanno più e, conseguentemente, si sforzano di raggiungerlo ad ogni costo, solo e soltanto per un mero compiacimento personale e per rispondere ad una esigenza di vanità.
Vi starete chiedendo dove traggo questi segni, rispondo subito, permettendomi già fin d’ora di esprimere - quale mio personale punto di vista - che trovo assolutamente inelegante e di cattivo gusto la condotta ed il comportamento di quei dirigenti che, nelle elezioni del 2021, si impegnarono strenuamente nel proporre e sostenere l’attuale Presidente allora contrapposto ad un personaggio del calibro di Michele Maffei, nei cui confronti si espressero in termini non certo lusinghieri per farlo apparire come inadeguato alla carica di Presidente.
Vorrei ricordare che il sottoscritto appoggiò il Maffei, ritenendolo non solo all’altezza del compito ma soprattutto ben capace di poter realmente contribuire anche ad un efficace lavoro di ricerca e crescita di possibili soggetti proiettati a rivestire in futuro la carica di Presidente in grado di poter garantire una gestione federale trasparente e democratica.
Ciò detto devo anche ammettere che il Presidente federale, nel lasso di tempo che va dalla sua elezione ad oggi, tranne qualche inciampo iniziale, ha lavorato abbastanza bene, portando alla qualificazione olimpica tutte e sei le squadre, cosa di non sovente riuscita; ha portato avanti la riforma dell’attività agonistica e non mi pare che abbia disastrato economicamente la Federazione. Aggiungo anche che caratterialmente è una persona moderata e tranquilla, che dialoga con tutti. In passato, nella sua veste di vice Presidente, ebbe un comportamento consono ad un dirigente federale, mai sopra le righe. Attualmente, sta cercando una soluzione all’annosa e tormentata disputa con l’Accademia Nazionale di Scherma, intendendo con questo che sta cercando un dialogo positivo e costruttivo ed a me, sempre sostenitore dell’Ente partenopeo, non può che far piacere.
Allora mi domando: esiste la coerenza? Oppure si portano avanti progetti personali con i quali si ambisce solo a riprendere il potere perduto? Ora, la domanda la faccio ai promotori di questa fantomatica cordata: quali sono le motivazioni per il cambio al vertice? In cosa avrebbe errato l’attuale Presidente? Cosa proponete per il futuro?
A me, e giustamente, furono fatte queste domande alle quali diedi delle risposte che, evidentemente, non piacquero agli elettori e fui battuto dall’allora Presidente Scarso, il quale, vale la pena ricordarlo, si era impegnato a portare a termine solo due mandati, ma come si sa, l’appetito vien mangiando.
Concludendo, riporto un detto romano: se devo cambiare Peppa con un’altra Peppa tanto vale che mi tenga Peppa mia. In altre parole, considerando che il Presidente non è una Peppa, ma una persona degna di rispetto, non vedo la ragione per la quale non bisogna concedergli la possibilità di un ulteriore mandato.
Ezio RINALDI

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