Pochi giorni fa ho fatto una
chiacchierata con un amico, il quale mi ha invitato a riflettere sulle
difficoltà che incontrerei nella corsa all’ elezione a Presidente della
Federazione Italiana Scherma.
Tali difficoltà, secondo
lui, oltre che di ordine numerico sono anche di immagine. Ho ascoltato con
attenzione le sue considerazioni, in particolar modo quando ha accennato al
sottoscritto come ad una figura poco chiara, quasi un faccendiere della scherma.
Non ho ben capito dove volesse andare a parare, visto che comunque mi esortava
ad andare avanti in quanto la mia candidatura, a suo dire, rappresenta in ogni
caso un fatto positivo.
Ad ogni modo, nelle ore e nei
giorni successivi ci ho pensato molto su.
Quel termine, ‘faccendiere’, mi
aveva lasciato molto perplesso in effetti, perché di
norma viene usato con un significato negativo e di sicuro poco
edificante, per indicare personaggi che tramano, inciuciano, trafficano spesso
nell’ombra, col fine esclusivo di ottenere benefici personali.
Il ‘faccendiere’, insomma,
è un soggetto che compie affari, condotte, o manovre all'occorrenza
nascoste e illegali. E’
un procacciatore d'affari e un mediatore senza scrupoli.
Da una ricerca più
approfondita, inoltre, ho scoperto che all’origine il termine indicava un
generico affarista o amministratore, ma ha assunto solo successivamente una
connotazione negativa.
In particolare, nel moderno
linguaggio giornalistico per
‘faccendiere’ si intende una persona che compie affari perlopiù illeciti
per conto di uno o più imprenditori
privati con la pubblica
amministrazione: per esempio affari di corruzione,
insider
trading, aggiotaggio o
a vantaggio di un gruppo di pressione.
Sul tema ci sarebbe da
scrivere molto ma sono sicuro che vi annoierei in quanto sicuramente chi leggerà
avrà una idea precisa del soggetto.
Rimane il fatto che quell’amico
non mi ha certo fatto un complimento, esprimendo nei miei confronti un giudizio
che rimanda a un modo di essere e di agire poco trasparente e molto mirato ad
interessi personali.
Beh, volendo prendere in prestito
la famosa esclamazione di un ex Presidente della Repubblica, io dico “Non ci
sto”.
Non ci sto perché sfido chiunque
ad affermare che io abbia mai tratto un profitto economico dalle attività che ho
svolto al servizio della scherma italiana.
Non ci sto perché dalla mia
attività di dirigente schermistico ho ricevuto più danni che benefici, sia
direttamente che indirettamente.
Non ci sto perché tutto ciò che
ho fatto l’ho sempre fatto alla luce del sole, assumendomene piena
responsabilità.
Non ci sto perché sono uno dei
pochissimi, nel passato prossimo e remoto della FIS, ad aver avuto la capacità
di dimettersi alla vigilia di un’Olimpiade, appena preso atto dell’impossibilità
di adempiere in modo costruttivo al proprio mandato elettorale.
Non ci sto, infine, perché sono
l’unico ad avere espresso pubblicamente e con grande anticipo la propria
intenzione di attivare e animare un dibattito politico del tutto trasparente in
previsione dell’assemblea del dopo Londra, proprio per non dare l’idea di
muovermi ed agire nell’ombra.
Chi vuole dare di me un’idea
fosca o truffaldina, solo perché la passione connessa al mio impegno politico mi
porta da anni e anni a dialogare con tantissime persone, sforzandomi sempre di
trovare con esse un punto d’accordo, si sbaglia di grosso.
Il mio unico obiettivo è quello
di fare il bene della nostra amata scherma.
Ad maiora
E' tanto che non intervengo nel blog, ma questo articolo è, a dir poco, offensivo! Lo è nei confronti di una persona che si è sempre messa a disposizione degli altri e mai ha tenuto un comportamento poco trasparente. Caro Rinaldi io rifletterei sulla posizione del suo "amico" che si intende di FACCENDIERI... Forse questa persona ne frequenta molti? Consigliere Non Mollare... Pinturicchio
RispondiEliminaCaro Pinturicchio, grazie per il sostegno e per il momento non mollo.
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