13 gennaio 2014

CHIARIMENTI F.I.S. SU INCOMPATIBILITA'


Mentre scrivevo l'articolo "CHI BEN COMINCIA E' A META' DELL'OPERA" mi è pervenuta una e-mail, indirizzata, peraltro, a tutto il mondo. Ritengo che l'estensore ne voglia la sua pubblicazione, altrimenti non avrebbe senso il suo invio a schermaonline.org - da non confondere con schermaonline.it - ed al sottoscritto. Pertanto eccola nella sua stesura integrale:
" Alle Associazioni Sportive Dilettantistiche affiliate F.I.S.
Al CONI
Alle Federazioni Sportive Italiane
Alla F.I.E.
Oggetto: chiarimenti F.I.S. su incompatibilità.
Dall’anno agonistico 2010/11 i miei figli hanno iniziato a praticare la scherma sotto la guida del M.° Pietro Ingargiola, prima presso l’a.s.d. Sala d’Armi Trinacria e successivamente presso l’a.s.d. Accademia Scherma Palermo, associazione da me cofondata.
Tuttavia, poiché il M.° Ingargiola, dall’a.a. 2008/09 riveste, senza soluzione di continuità, la carica di Presidente del Gruppo Schermistico Arbitrale F.i.s., è stato sempre raccomandato a genitori ed allievi di mantenere il segreto su chi fosse il proprio maestro di scherma.
Questa situazione ha  arrecato un forte disagio ai miei figli. Dover mentire sul nome del proprio maestro, non potere godere della sua guida a bordo pedana, doversi affidare in gara alle istruzioni di  maestri “di cortesia” o di più anziani compagni di sala è stata per loro un’esperienza davvero frustrante e disorientante.
Quando il maggiore dei miei figli mi ha chiesto in che modo tale situazione potesse conciliarsi con i valori che la scherma esprime, ho ritenuto di dover rivolgere il quesito alla Federazione Italiana Scherma.
Con nota del 4 novembre scorso, ho investito il Consiglio Federale della questione, chiedendo se l’attività di insegnamento magistrale svolta dal M°. Pietro Ingargiola in favore dei miei figli, da ultimo presso l’a.s.d. Accademia Scherma Palermo, fosse compatibile con il suo ruolo di Presidente del Gruppo Schermistico Arbitrale, in relazione agli art. 84 del Nuovo Regolamento Organico, art. 2 del Codice Deontologico e art. 10 del Codice di Comportamento  Sportivo approvato dal Consiglio Nazionale del CONI il 2 febbraio 2012 .
Il Consiglio Federale presieduto dal Presidente Giorgio Scarso, nella seduta del 14/15 dicembre 2013 ha formalmente dichiarato che “ai sensi dello Statuto e dei regolamenti federali non sussiste alcuna incompatibilità tra il ruolo del Presidente del GSA, Pietro Ingargiola, e le attività da lui svolte in seno alla società Accademia Scherma Palermo”.
Ritengo, come già anticipato al Consiglio Federale, che si tratti di una decisione di un’importanza tale, per le sue implicazioni giuridiche, sportive e morali, da dovere essere ampiamente diffusa in ambito sportivo.
La ratio generale delle disposizioni che prevedono l’incompatibilità degli organi arbitrali consiste nella necessità di garantirne, oltre che l’imparzialità, anche l’indipendenza e neutralità. Nessuno deve essere indotto a sospettare che il giudizio arbitrale possa essere, direttamente o indirettamente, ed anche solo potenzialmente, motivato dal perseguimento di un interesse personale perché da ciò deriverebbe la perdita di credibilità dell’organismo di cui esso è espressione.
Per questa ragione i regolamenti sportivi individuano nella mera situazione d’incompatibilità astratta una ragione sufficiente a motivare la decadenza di appartenenti ad un organismo arbitrale a prescindere dal fatto che si sia mai inteso davvero agevolare o danneggiare taluno. In altre parole, nei regolamenti sportivi l’incompatibilità funziona alla stregua di una presunzione di parzialità: non importa la verifica concreta dell’effettiva parzialità, la presunzione è assoluta e non è superabile in alcun modo.
Posta tale premessa, a mio parere, la decisione assunta dal Consiglio Federale assume un significato davvero rivoluzionario. Andando in direzione diametralmente opposta a quanto sino ad oggi posto a base dei regolamenti sportivi, sembra volere affermare che l’organismo arbitrale della F.I.S. nel suo complesso è imparziale fino a prova contraria.
Da oggi, quindi, non dovrebbe mai più essere fonte di perplessità o imbarazzo per nessuno il fatto che rappresentanti dell’organismo arbitrale possano  svolgere attività magistrale o avere cointeressenze di qualsivoglia tipo in associazioni schermistiche e contestualmente presenziare in veste di designatore arbitrale,  arbitro, direttore di torneo, o di altro ufficiale di gara, alle competizioni dei propri allievi e/o associati e/o di parenti o affini, poiché essi appaiono sostenuti da una presunzione d’imparzialità. Nessun soggetto facente capo ad un organismo arbitrale F.I.S., dato che riveste tale carica, potrà mai più essere sospettato di poter favorire i propri allievi o amici o più semplicemente danneggiare gli avversari, poiché egli è imparziale ed indipendente in virtù del particolare ruolo rivestito all’interno della Federazione!
Auspicando che anche il C.O.N.I., e tutte le altre Federazioni Sportive possano condividere la medesima orgogliosa ed incondizionata fiducia nei propri organismi arbitrali, così come mi è parso correttamente abbia fatto la nostra Federazione, e felice di poter rivedere il M°. Pietro Ingargiola di nuovo a bordo pedana senza più necessità di imbarazzati nascondimenti, in ciò confortato dall’autorevole giudizio espresso  dal Consiglio Federale ed in ossequio alla innovativa interpretazione del principio di imparzialità, porgo cordiali saluti.
dott. Antonello Fileccia
Palermo 12.01.2014"
Si tratta di una vera e propria rivoluzione a favore della classe magistrale!!! No, non ci credo, forse sono stato preso per il culo (scusate l'espressione): me lo auguro vivamente.
Ezio RINALDI


 

14 commenti:

  1. La scelta del Consiglio Federale va nella direzione indicata anche da chi ci amministra. Non è di parte un Ministro di Grazia e Giustizia che chiama una amica in galera e la fa uscire. Vuoi che possa essere parziale un arbrito che deve dare stoccata contro al pupillo del suo presidente? Anche lo sport si conforma alla morale di questa piccolissima Italia.

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  2. Evitando di entrare nel merito specifico delle vicende rappresentate nell'articolo, mi sembra fin troppo evidente -per quanto anche la politica, ai suoi vertici, abbia dato pessimi esempi in senso opposto- che la figura del controllore e del controllato, ovvero di chi è preposto a formulare un giudizio e di chi a tale giudizio sia sottoposto non possono convergere in un medesimo soggetto.
    Quel che più lascia basiti nel caso in questione non è tanto che il fenomeno si verifichi in un campo, lo sport, che più di ogni altro si ispira e si fonda (quanto meno programmaticamente) sui più nobili principi di lealtà e correttezza. Se così fosse, si rischierebbe di apparire ingenui.
    No. Quel che più "urla vendetta" è che gli organi istituzionalmente preposti alla verifica ed al contrasto delle irregolarità non soltanto non assumano alcuna iniziativa, ma addirittura pretendano, con un "ipse dixit", di dare legittimazione a fenomeni che minano alla radice l'essenza stessa della sportività.
    Continuo ad auspicare, tuttavia, da inguaribile ottimista, che qualcosa o qualcuno, scuotendosi dal torpore e da posizioni insostenibilmente ed inopportunamente tolleranti, impedisca che, anche in questo campo di importante formazione per i nostri giovani, passi il principio del "così fan tutti". Alberto Marolda

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  3. La ringrazio per avere reso pubblica questa lettera. E' fondamentale, infatti, che le regole del gioco, se non condivise, siano almeno note ai giocatori, così che ciascuno sia consapevole del terreno su cui si ritrova a dover disputare la partita.
    Personalmente ritengo che i chiarimenti offerti dalla F.I.S. siano radicalmente errati e possano condurre a risultati aberranti, tuttavia, il rispetto delle norme mi costringe ad accettarli sino ad un nuovo e diverso pronunziamento.
    Sono, almeno, più serena per il fatto che alle gare del prossimo fine settimana, i miei figli saranno già preparati ad accettare il giudizio di un arbitro che potrebbe essere un congiunto del presidente o del tecnico della società che allena il proprio avversario, e non proveranno disagio se, a termine dell'incontro, l'arbitro batterà il cinque al loro avversario della cui società fa parte e con il quale si allena.
    La prenderanno come una regola in più e forse escogiteranno una parata per difendersi: magari per l'anno prossimo mi chiederanno di farli allenare presso una società più titolata oppure abbandoranno, seppure a malincuore la scherma. Ma per fortuna la vita non è fatta solo di medaglie!
    Cordiali saluti
    avv. Paola Puglisi

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  4. Gentile Signora,
    non avrei potuto fare altrimenti, visto che il tutto, corroborato da una firma rintracciabile, non offende nessuno e pone in evidenza qualcosa che a mio avviso deve essere sanato.
    Grazie per il Suo intervento,
    Ezio RINALDI

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  5. Facile capire come, chi commenta queste farneticanti elucubrazioni mentali, non abbia mai praticato lo SPORT. Ogni giudice arbitro, così come l'atleta, il tecnico o il dirigente è sempre sempre un tesserato per una società, altrimenti non sarebbe un tesserato di FSN. Leggete meglio i regolamenti e non fate delle vostre interpretazioni normative, legge, ad uso e consumo proprio, di genitori frustrati perchè i figli non sanno vincere. Li farete crescere farneticanti come voi! Poveri bambini nelle mani di questi genitori.
    Gaetano Binachi

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    1. Risposta appropriata. Ed il genitore da paladino della trasparenza e fella legalità', consapevolmente connivente con quanto lo stesso ha successivamente denunciato. Qualcosa evidentemente gli e' andata male ma sicuramente deve solo tacere in quanto lui x primo ed i suoi figli, se qualcosa e' stata violata, ha violato.

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  6. Gent.mo sig. Binachi, sicuramente lei sarà competente in materia di frustrazioni e farneticazioni, ma certamente non ha compreso il senso del mio commento.
    La invito ad indicarmi lo sport in cui al maestro, o allenatore che sia, è consentito arbitrare una gara ufficiale in cui è parte un proprio allievo.
    Mi congratulo con lei dato che i suoi figli, se ne ha, sono in mani migliori delle mie.
    P.s: la sua deduzione che i miei figli non vincano è errata; fermo restando che vi è differenza tra vincere e vincere correttamente.
    Paola Puglisi

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  7. Egr. sig. Binachi, premesso che il soggetto citato nella mia lettera è presidente di un organismo arbitrale e non è tesserato presso alcuna società , sono comunque convinto che anche lei comincerà a prendere in seria considerazione le mie farneticanti argomentazioni quando le torneranno utili per risolvere analoghi problemi che potrebbero presentarsi nel corso della sua sapiente attività sportiva o, più in generale, nel corso della sua vita.
    In ogni caso le esplicito meglio il mio pensiero: poter sospettare anche solo minimamente dell’imparzialità di un giudizio trasforma la conseguente vittoria in un trionfo senza gloria.
    Saluti
    Antonello Fileccia

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  8. Egr.Sig.Binachi,o presunto tale visto il livore e la evidente farneticante acrimonia di cui è intrisa la Sua risposta, il suo scritto è si allucinante, per la composizione ed il contenuto. Ma Lei ha mai praticato uno sport che non fosse il calcio balilla?Ma in quale competizione sportiva l'arbitro può essere parente, ,maestro,allenatore ,sodale,sponsor di uno dei contendenti,singoli o squadre che siano?Ma Lei conosce il significato della parola regolamento?Sa cosa significa interpretazione normativa?Io penso che Lei sia l'unico essere sulla terra che possa pensare di affermare seriamente i principi da lei, maleducatamente farneticando ,espressi.Ma ha letto gli interventi precedenti, ha compreso il senso della risposta della F.I.S. alla richiesta di chiarimenti del Dott.Fileccia? Oppure è così preso dai fatti perchè ,in vario modo, interessato,partecipe,colluso? Io credo che Lei, Signor X , abbia veramente perso un'occasione per tacere !!.
    Maurizio Seminara

    20 gennaio 2014 23:54

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  9. Ci sarebbe da chiedersi come sia possibile far si che Maestri ed Istruttori possano essere anche Arbitri o Membri di Commissione GSA.
    Ritengo che come i Magistrati o i tutori dell'ordine, quando si candidano, se vengono eletti o ricoprono cariche politiche, per molti anni devono essere lontani dalla loro sede di lavoro, anche nello sport se si dovessero ricoprire cariche politiche, vedi CF o Commissioni, non si può tornare a fare il tecnico o l’Arbitro. E' evidente che se un componente di commissione Gsa, da arbitro ha delle frustrazioni, troncherà la carriera ad altri arbitri. Allo stesso modo essendo Tecnico bloccherà quelli che non ritiene bravi ed il giudizio sarà oggettivo o in base alla visione dei risultati dei suoi allievi? Inoltre, se il componente di commissione dovesse uscire tra 2 anni dal GSA, quanti arbitri dovranno a egli la carriera e quindi: da Tecnico avrà giudizi obiettivi?
    Sono domande che forse tutti dovremmo porci in un ambiente così piccolo dove tutti sanno tutto, ma girano la faccia.
    La politica nella scherma sta creando danni che si ripercuoteranno in futuro.
    Bianca IANNUZZI

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  10. gentilissimo Sig. Rinaldi, recenti impegni di lavoro all’estero mi hanno impedito di seguire le discussioni ed approfondimenti pubblicati sul Suo blog, ho letto con attenzione gli articoli degli ultimi mesi trovandoli come sempre, dettagliati, contestualizzati e pienamente attinenti ai fatti descritti.
    Uno di questi ha colto la mia attenzione, è quello relativo all’articolo: “chiarimenti FIS su incompatibilità”
    Sul fatto che non sussistano incompatibiltà nei confronti del Presidente del Gruppo schermistico arbitrale FIS M° Ingargiola nell’esercizio di attività tecnica in generale per conto del Gruppo schermistico Palermo, tali considerazioni enunciate dal Consiglio Federale appaiono forse azzardate e inopportune.
    Probabilmente nei regolamenti della FIS c’è un vuoto normativo tanto da consentire questo tipo di attività, ciò non toglie comunque che le decisioni del Consiglio e le attività poste in essere dal Presidente del Gruppo schermistico arbitrale FIS M° Ingargiola potrebbero essere in contrasto e violare le direttive del Codice di Comportamento Sportivo del Coni, in particolare i dettati degli artt. 2 e 10 (prevenzione del conflitto di interessi), che oramai dovrebbero essere stati recepiti dall’ordinamento FIS.
    Vorrei altresì sottolineare che, anche se l’attuale normativa interna della Fis sembra consentire le attività tecniche in generale e probabilmente anche a bordo pedana da parte del M° Ingargiola, evidenti ragioni di opportunità avrebbero dovuto consigliare al CF di essere molto più cauto nelle sue decisioni prevedendo da subito degli approfondimenti sotto il profilo normativo, ciò, per non alimentare facili illazioni ed imbarazzi e per evitare che questo tipo di situazioni possano ripetersi senza dare agli addetti ai lavori ulteriori motivi di discussione sulla gestione degli incontri da parte del settore arbitrale.
    Probabilmente questi episodi, se dovessero continuare, dovrebbero essere materia per il garante del Codice di comportamento sportivo del CONI e per la Procura Federale della Fis a cui spetta l’onere di vigilare ed eventualmente impedire potenziali violazioni oltre che reprimere comportamenti antisportivi in genere.
    Cari saluti a tutti
    Tramacere

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  11. Gent.mo sig. Tramacere, condivido pienamente le sue argomentazioni.
    La succinta nota inviatami dal Segretario Federale per conto del CF, priva di qualunque sostegno argomentativo, non ha risolto i miei dubbi di giurista. E ritengo, peraltro, che non vi sia alcun vuoto regolamentare che lasci spazio all'interpretazione fornita dal CF
    Tuttavia, poichè sono ancora in attesa di risposta relativamente ad altre questioni, altrettanto delicate, non ho ritenuto, per il momento, di dover trasferire ad altri Organi il giudizio sulle incompatibilità arbitrali.
    Sarà mia cura rivolgermi agli organi di giustizia non appena il CF avrà preso posizione anche in merito alle altre questioni.
    dott. Antonello Fileccia

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  12. Cari signori, ho letto con molto interesse l'argomento postato dal dottor Fileccia, tuttavia a mio modesto parere, l'aspetto più clamoroso dell'intera vicenda è però l'intrigante ed assoluto silenzio manifestato fino ad oggi, non solo dai vertici federali, ma anche e soprattutto dall'Ingargiola e dal consiglio direttivo di Accademia Scherma Palermo.
    Dott. G. Monaco

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  13. E con quale faccia potrebbero rispondere se sempre hanno operato così? Pietro Ingargiola non credo mai risponderà direttamente a nessuna contestazione, mancanza di ................!
    Accademia Scherma Palermo ,sua creatura, come potrebbe ?
    Ma chi con lui ha creato questa associazione era consapevole, veramente consapevole della illeggittimità della sua attività, era quindi colluso?
    Vorremmo saperlo, uscite allo scoperto se avete il coraggio delle vostre azioni se avete ben operato!!
    Francesco Migliore

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