Oggi, 20 settembre per chi leggerà nei giorni
successivi, nella mia piccola società abbiamo deciso di aprire le porte a tutti
coloro volessero provare una lezione di scherma. Siamo una piccola realtà di
quartiere di una grande città come Torino, grande nello sport del calcio ma
(ahimè) molto piccola negli altri sport. Una città attanagliata dalla crisi che
sta mordendo tutto il paese, e vi assicuro che in periferia i morsi fanno
ancora più male. Ma non ci diamo per vinti, e questa giornata come partecipazione
ci ha dato ragione. Insomma a Torino-Mirafiori non c'è spazio solo per il
calcio, la scherma decisamente piace!
Sono stati una trentina i bambini che, tra mattina e pomeriggio, hanno approcciato questo sport sulle nostre quattro pedane, il più piccolo aveva 5 anni il più grande 13. In mezzo, equamente divisi tra maschi e femmine, un po tutte le età. Volendo fare una statistica tanto per dare un riferimento, direi che la metà erano nelle categorie "Esordienti" e "Prime Lame", il resto sparpagliato tra i quattro anni del "Gran Premio Giovanissimi".
Differenze di età minime se vogliamo, in fondo tra 8 e 9 anni spesso passano pochi mesi, ma decisamente un abisso dal punto di vista dei costi per avvicinarsi alla scherma.
Mentre due istruttori si alternavano nella sala da scherma per fare provare i bambini, io mi occupavo di dare informazioni e rispondere alle domande di interessatissimi genitori e parenti vari, da sempre al seguito del nipotino/a.
L'interesse per questo sport è grande, e non c'è assolutamente alcun preconcetto legato a pregiudizi o pensieri strani sul fatto che la scherma sia definito "uno sport di elite". Nessuno mi è parso abbia provato il benchè minimo imbarazzo nel portare il proprio figlio, o figlia, a provare in una società di scherma questo sport così particolare, pur non essendo certamente rampolli di reali famiglie o eredi di imperi industriali.
Togliamoci quindi dalla testa che il problema della scherma sia questa visione di "esclusività" dell'ambiente che la circonda.
Insomma, tutto bene direte voi leggendo queste righe. Bimbi felici ed abbondanti (come numero), genitori interessati e di larghe vedute. Allora, dove sta il problema?
Tutto bene, infatti, fino a che non si è parlato di costi. Premetto che noi quest'anno, proprio per venire incontro a questa problematica, abbiamo deciso di investire sulla nidiata stagionale, inserendo per tutti la divisa da scherma compresa nella quota di iscrizione. Per tutti, indipendentemente dall'età, quindi divise da 350nw ma anche da 800nw (con assieme la corazzina, ovvio). Ma poco è servito per non spaventare i genitori. Il resto del materiale, il cui costo lo abbiamo stimato al ribasso sui 400euro, li ha letteralmente fatti fuggire a gambe levate!
Inutile sottolineare che si tratta di attrezzature che vengono riutilizzate per anni, e che il costo è solo iniziale. La somma tra l'attrezzatura e la quota li letteralmente fatti stramazzare al suolo in preda a convulsioni. Completamente diverso il discorso per i più piccoli, che non dovendo pagare una attrezzatura e avendo una attività con frequenza minore, che si traduce in una quota più bassa, l'hanno meglio digerita ed abbia subito raccolto una decina di adesione per i nostri corsi.
Sulla quota non possiamo proprio limare nulla. Il tesseramente alla FIS ci porta via 250euro come società, altrettanti per il consiglio direttivo (già i genitori fanno un favore non possiamo anche chiedergli 48euro per farcelo, mi parrebbe esagerato), oltre al tesseramento dei tecnici. Insomma alla fine uno quota, e di quelle da adulto agonista, se ne va via così.
L'attività, con il suo orario settimanale, porta via ogni mese un'altra quota, sempre di quelle "alte", e quindi a fine anno altre 10 quote volano via così. E con il comune non si ragione, i tempi dell'associazionismo e della cultura dello sport sono belli che finiti, adesso siamo tutti "mucche da mungere".
Poi ci sono i costi delle trasferte. Il bello, per così dire, di una piccola società è che ha gli stessi impegni agonistici di una grande solo che invece di portare 20 bambini, o cadetti, o giovani, o chi volete voi, ne porta 3-4 a volte 5. Stesse spese ma un quarto, quando va bene, delle quote per sostenerle. Insomma, altre 7-8 quote per gestire queste spese. Alla fine dei conti 20 quote all'anno solo per mantenere le spese "vive". Poi occorre anche pagare tecnici e spese straordinarie (che non mancano mai). Tira qua, tira la, meno di così le quote non possono essere, visto che una piccola/media società (che sono la stragrande maggioranza) non hanno mai più di 30/40 soci (non di rado anche molti meno).
Sono poi queste che rappresentano l'ossatura della Federazione, ma sono anche l'anello più debole della catena. Noi siamo le piccole società che i nuovi iscritti se li devono andare a conquistare sul territorio uno per uno, perché non hanno il "nome famoso", che gli consente ogni anno di aprire i portoni e trovarci davanti la fila.
Abbiamo bisogno di aumentare i soci, perché una piccola società che chiude non è un gradito ritorno per le altre, perché spesso sono in cittadine isolate o raccolgono quel bacino di utenza che, vuoi per motivi logistici o economici, nella società col "nome" non ci metterebbero piede comunque. Sono un patrimonio di schermitori che scompare. Saranno pochi, ma provate a metterli tutti assieme. Come diceva Totò : è la somma che fa il totale!
Allora come facciamo non spaventarli con questi costi? serve l'aiuto di tutti, mi pare ovvio. Ma prima di tutto della Federazione. Non certo un aiuto economico, già è bello che qualcosa di quanto si paghi al 70% delle società ritorni in parte sotto forma di contributo per i punti conquistati dagli atleti, ma in maniera indiretta sicuramente si.
Per prima cosa si potrebbe rendere simbolica l'affiliazione di quel tesserato/genitori che "spintaneamente" viene coinvolto nel consiglio direttivo di una A.S.D. Insomma 48euro mi paiono troppi per un tesserato che non fa assolutamente NULLA. Direi che 10euro possano essere una cifra più adeguata, se poi sarà un socio/atleta si pagherà anche i 48euro del tesseramento agonistico, ma almeno sgraviamo di qualche soldino la società. Un gesto che di questi tempi è quasi rivoluzionario!
Poi nonostante tanti anni di domande e risposte di ogni tipo, anche le più divertenti per la loro ingegnosità, continuo a non capire perché una Ragazzo/Allievo che faccia spada possa utilizzare una spada da 85cm in ferro mentre un collega fiorettista debba acquistare l'attrezzatura olimpica. Ma diamo anche a loro un economico fioretto da 85cm in ferro, come usano anche in tutta Europa, perché le lame FIE costano, e per chi si avvicina soldini in meno da spendere può fare la differenza tra iscriversi o no.
Infine rivediamo la questione "quote di iscrizione alle gare", 20euro per dei bambini, considerando che hanno tutte le spese a loro carico, non sono pochi. Dimezziamo almeno per gli U14, poi con una migliore razionalizzazione delle spese, magari limitando il raggio di chiamata dei presidenti di giuria, possiamo recuperare delle spese e andare lo stesso a pari.
Ripeto, piccoli gesti, ma per un bambino che si avvicina alla scherma, anzi per una famiglia, togli qui e togli la cifra potrebbe diventare più abbordabile e meno spaventosa.
Mi scuso per la mia analisi superficiale del problema, ma la mia intenzione è quella di lanciare una discussione, magari sentendo anche altre problematiche e valutando altre soluzioni, non si smette mai di imparare. Ma soprattutto spero che legga qualcuno in federazione, e magari abbia voglia di pensarci un pochino su. Grazie a tutti.
M° Paolo Cuccu
Sono stati una trentina i bambini che, tra mattina e pomeriggio, hanno approcciato questo sport sulle nostre quattro pedane, il più piccolo aveva 5 anni il più grande 13. In mezzo, equamente divisi tra maschi e femmine, un po tutte le età. Volendo fare una statistica tanto per dare un riferimento, direi che la metà erano nelle categorie "Esordienti" e "Prime Lame", il resto sparpagliato tra i quattro anni del "Gran Premio Giovanissimi".
Differenze di età minime se vogliamo, in fondo tra 8 e 9 anni spesso passano pochi mesi, ma decisamente un abisso dal punto di vista dei costi per avvicinarsi alla scherma.
Mentre due istruttori si alternavano nella sala da scherma per fare provare i bambini, io mi occupavo di dare informazioni e rispondere alle domande di interessatissimi genitori e parenti vari, da sempre al seguito del nipotino/a.
L'interesse per questo sport è grande, e non c'è assolutamente alcun preconcetto legato a pregiudizi o pensieri strani sul fatto che la scherma sia definito "uno sport di elite". Nessuno mi è parso abbia provato il benchè minimo imbarazzo nel portare il proprio figlio, o figlia, a provare in una società di scherma questo sport così particolare, pur non essendo certamente rampolli di reali famiglie o eredi di imperi industriali.
Togliamoci quindi dalla testa che il problema della scherma sia questa visione di "esclusività" dell'ambiente che la circonda.
Insomma, tutto bene direte voi leggendo queste righe. Bimbi felici ed abbondanti (come numero), genitori interessati e di larghe vedute. Allora, dove sta il problema?
Tutto bene, infatti, fino a che non si è parlato di costi. Premetto che noi quest'anno, proprio per venire incontro a questa problematica, abbiamo deciso di investire sulla nidiata stagionale, inserendo per tutti la divisa da scherma compresa nella quota di iscrizione. Per tutti, indipendentemente dall'età, quindi divise da 350nw ma anche da 800nw (con assieme la corazzina, ovvio). Ma poco è servito per non spaventare i genitori. Il resto del materiale, il cui costo lo abbiamo stimato al ribasso sui 400euro, li ha letteralmente fatti fuggire a gambe levate!
Inutile sottolineare che si tratta di attrezzature che vengono riutilizzate per anni, e che il costo è solo iniziale. La somma tra l'attrezzatura e la quota li letteralmente fatti stramazzare al suolo in preda a convulsioni. Completamente diverso il discorso per i più piccoli, che non dovendo pagare una attrezzatura e avendo una attività con frequenza minore, che si traduce in una quota più bassa, l'hanno meglio digerita ed abbia subito raccolto una decina di adesione per i nostri corsi.
Sulla quota non possiamo proprio limare nulla. Il tesseramente alla FIS ci porta via 250euro come società, altrettanti per il consiglio direttivo (già i genitori fanno un favore non possiamo anche chiedergli 48euro per farcelo, mi parrebbe esagerato), oltre al tesseramento dei tecnici. Insomma alla fine uno quota, e di quelle da adulto agonista, se ne va via così.
L'attività, con il suo orario settimanale, porta via ogni mese un'altra quota, sempre di quelle "alte", e quindi a fine anno altre 10 quote volano via così. E con il comune non si ragione, i tempi dell'associazionismo e della cultura dello sport sono belli che finiti, adesso siamo tutti "mucche da mungere".
Poi ci sono i costi delle trasferte. Il bello, per così dire, di una piccola società è che ha gli stessi impegni agonistici di una grande solo che invece di portare 20 bambini, o cadetti, o giovani, o chi volete voi, ne porta 3-4 a volte 5. Stesse spese ma un quarto, quando va bene, delle quote per sostenerle. Insomma, altre 7-8 quote per gestire queste spese. Alla fine dei conti 20 quote all'anno solo per mantenere le spese "vive". Poi occorre anche pagare tecnici e spese straordinarie (che non mancano mai). Tira qua, tira la, meno di così le quote non possono essere, visto che una piccola/media società (che sono la stragrande maggioranza) non hanno mai più di 30/40 soci (non di rado anche molti meno).
Sono poi queste che rappresentano l'ossatura della Federazione, ma sono anche l'anello più debole della catena. Noi siamo le piccole società che i nuovi iscritti se li devono andare a conquistare sul territorio uno per uno, perché non hanno il "nome famoso", che gli consente ogni anno di aprire i portoni e trovarci davanti la fila.
Abbiamo bisogno di aumentare i soci, perché una piccola società che chiude non è un gradito ritorno per le altre, perché spesso sono in cittadine isolate o raccolgono quel bacino di utenza che, vuoi per motivi logistici o economici, nella società col "nome" non ci metterebbero piede comunque. Sono un patrimonio di schermitori che scompare. Saranno pochi, ma provate a metterli tutti assieme. Come diceva Totò : è la somma che fa il totale!
Allora come facciamo non spaventarli con questi costi? serve l'aiuto di tutti, mi pare ovvio. Ma prima di tutto della Federazione. Non certo un aiuto economico, già è bello che qualcosa di quanto si paghi al 70% delle società ritorni in parte sotto forma di contributo per i punti conquistati dagli atleti, ma in maniera indiretta sicuramente si.
Per prima cosa si potrebbe rendere simbolica l'affiliazione di quel tesserato/genitori che "spintaneamente" viene coinvolto nel consiglio direttivo di una A.S.D. Insomma 48euro mi paiono troppi per un tesserato che non fa assolutamente NULLA. Direi che 10euro possano essere una cifra più adeguata, se poi sarà un socio/atleta si pagherà anche i 48euro del tesseramento agonistico, ma almeno sgraviamo di qualche soldino la società. Un gesto che di questi tempi è quasi rivoluzionario!
Poi nonostante tanti anni di domande e risposte di ogni tipo, anche le più divertenti per la loro ingegnosità, continuo a non capire perché una Ragazzo/Allievo che faccia spada possa utilizzare una spada da 85cm in ferro mentre un collega fiorettista debba acquistare l'attrezzatura olimpica. Ma diamo anche a loro un economico fioretto da 85cm in ferro, come usano anche in tutta Europa, perché le lame FIE costano, e per chi si avvicina soldini in meno da spendere può fare la differenza tra iscriversi o no.
Infine rivediamo la questione "quote di iscrizione alle gare", 20euro per dei bambini, considerando che hanno tutte le spese a loro carico, non sono pochi. Dimezziamo almeno per gli U14, poi con una migliore razionalizzazione delle spese, magari limitando il raggio di chiamata dei presidenti di giuria, possiamo recuperare delle spese e andare lo stesso a pari.
Ripeto, piccoli gesti, ma per un bambino che si avvicina alla scherma, anzi per una famiglia, togli qui e togli la cifra potrebbe diventare più abbordabile e meno spaventosa.
Mi scuso per la mia analisi superficiale del problema, ma la mia intenzione è quella di lanciare una discussione, magari sentendo anche altre problematiche e valutando altre soluzioni, non si smette mai di imparare. Ma soprattutto spero che legga qualcuno in federazione, e magari abbia voglia di pensarci un pochino su. Grazie a tutti.
M° Paolo Cuccu
M° Cucco, sono pienamente d'accordo con quanto da lei scritto, io aggiungerei anche questa proposta per far diminuire la spese sia per le famiglie che per le società, fare più gare Regionali e meno Nazionali che come lei ha detto incidono pesantemente sui bilanci sia delle famiglie che delle società ,inoltre la Federazione perché non da il rimborso spese anche alle società delle altre regioni e non solo a quelle Siciliane e sarde,visto che le gare vengono fatte al 90% al Nord, anche le società del centro e sud Italia per raggiungere i campi gara debbono fare dai 500 ai 800 Km.. Enzo Sebastiano Zuanella
RispondiEliminaUn anno di scherma a Tauberbischofsheim costa 120€.
RispondiEliminaAh,dimenticavo......le trasferte sono a carico della società.
Caro Simone e di cosa ti lamenti, noi siamo avanti anni luce rispetto alla Germania e le trasferte sono sempre state a carico delle società (con i soldi dei genitori)!!!!!
RispondiEliminaRiporto da facebook la consideraziopne di Michele Bonsanto sull'argomento:
RispondiElimina"In un momento di forte crisi non sarebbe opportuno rivedere i costi? Sempre se vogliamo portare più gente a praticare la scherma, e non vogliamo che molti l'abbandonino.
Sinceramente non so se in un'altra disciplina sportiva un atleta versi 20 euro per partecipare ad una gara...A mio avviso si fanno anche troppe gare, costi enormi per tutti."
Volendo rispondere all'amico, e collega, Bonsanto, il problema vero non è il numero delle gare ma il numero dei kilometri. Se nelle categorie del GPG si risente meno di questa problematica, essendo composta l'attività di almeno 3 gare regionali o limitrofe, passati nei Cadetti la problematica è forte. Tempo addietro mi sono divertito a fare una piccola statistica, e scoprì che tra gli "allievi" ed il primo anno cadetti, alla fine pochissimi mesi di distanza, circa il 50% dei giovani schermitori sparisce. Della residua metà solo il 30% arriva all'ultimo anno da Cadetto. Non sono andato oltre per non intristirmi ulteriormente. Dare la colpa a regole troppo complicate, o presunti ( mai provati) complotti arbitrali mi pare, in ogni caso, una risposta troppo semplicistica. Come anche dare la colpa a smartphone e internet. Per me buona parte della colpa è da attribuire alla clamorosa impennata dei costi, qualcuno non ha ancora capito in momento viviamo e che tra due anni non saranno in ballo solo le medaglie olimpiche, ma la sopravvivenza stessa dello sport dilettantistico.
RispondiEliminaSimone un anno di scherma nel "Tempio della scherma" costa 120€. Ma quanto costa alla società l'affitto dell'impianto? l'affiliazione alla federazione? le attrezzature? la manutenzione? i maestri? E quanti soldi ricevono di contributi da sponsor e amministrazione pubblica? E gli sponsor quanto detraggono della cifra che pagano alla società?
RispondiEliminaIl problema e' ...Italia....no Fis...purtroppo
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