Il 13 ottobre 2014, alle ore 13,00 a Roma,
presso il Palazzo delle Federazioni, in viale Tiziano-70, si sono svolte due udienze disciplinari relativi ad
altrettanti tesserati.
Il Tribunale Federale, secondo il
nuovo regolamento di giustizia, era composto da un collegio formato da: avv.
Pannone (Presidente), avv. Floreani (Consigliere) e avv. Zappalà (Consigliere);
l’accusa era sostenuta dall’avv. Barsanti (Procuratore Aggiunto) e dall’avv.
Pediconi (Sostituto Procuratore)
La prima udienza vedeva comparire,
quale imputato per il procedimento n. 3588/14 e 3589/14, il Dr. SEMINARA
(presidente di Sala d’Armi Trinacria), al quale venivano contestate,
rispettivamente, le accuse di “RESPONSABILITA’ OGGETTIVA PER COMPORTAMENTO
SLEALE DELL’AVV. PUGLISI” e “ AVER MENTITO AL PROCURATORE e gravissime IRREGOLARITA’ NEI TESSERAMENTI “; la seconda
vedeva imputato il Sig. Pietro INGARGIOLA (presidente del GSA) , al quale
veniva contesta l’accusa di avere indebitamente “ACQUISITO DA SOGGETTI TERZI E
DIVULGATO A SOGGETTI TERZI I DATI
PERSONALI RELATIVI AD ALCUNI ATLETI TESSERATI
F.I.S.
Per quanto riguarda i
procedimenti attinenti al SEMINARA, il Collegio chiedeva ai rappresentanti
della Procura se ritenevano opportuno riunire le due cause, ma gli stessi si
opponevano sostenendo l’insussistenza di motivi di connessione tra le stesse; al
contrario, il Collegio, condividendo le ragioni della difesa, (svolta in
udienza dal dott. Antonello FILECCIA) disponeva la riunione dei due procedimenti.
Veniva chiesto alle parti in causa – difesa ed accusa – se avessero delle
integrazioni alle varie memorie: solo la difesa produceva ulteriori
documentazioni a riprova “della assoluta inaffidabilità del sistema informatico
della F.I.S. e delle relative informazioni concernenti dati di pertinenza delle
società affiliate”; dati in forza dei quali la procura aveva proceduto all’incolpazione
del dott. SEMINARA.
La Procura ha insistito sulle
ragioni dell’accusa chiedendo al Collegio di comminare, nei confronti del
SEMINARA l’ inibizione per mesi 3,
oltre alle sanzioni pecuniarie pari ad euro 500€ per il
procedimento 3588/14 e € 200 per il procedimento 3589/14.
Al termine del dibattimento il Collegio si riuniva per deliberare la
sentenza e dichiarava “ l’infondatezza dei fatti contestati”.
Per il processo dell’incolpato INGARGIOLA, non era presente alcun difensore.
Il Collegio, espletati gli atti di rito, chiedeva all’imputato se avesse da
integrare la memoria difensiva e questi confermava quanto in essa contenuta.
La Procura chiedeva la comminazione
di una ammonizione con diffida
. Il Collegio si riuniva per deliberare e
di seguito dichiarava “l’ infondatezza dei fatti contestati”.
Ciò che mi ha lasciato perplesso
è il fatto di non avere compreso i motivi per cui l’azione disciplinare è stata dichiarata
infondata, considerato che dal
procedimento è emerso chiaramente che l’INGARGIOLA aveva realmente acquisito
l’intero elenco dei dati dei tesserati di Sala d’Armi Trinacria e li aveva
trasferiti ad un soggetto terzo, estraneo alla F.I.S.. Le sentenze vanno
rispettate ed è quello che faccio io, attendo solo che vengano pubblicate le
motivazioni di entrambi i processi.
La mia presenza in aula era
dovuta al fatto che sono stato accusato, da un anonimo interlocutore, di aver
pubblicato sul blog “piazza della
scherma” un post inerente le vicende trattate, senza essermi documentato con
serietà e avendo omesso di ascoltare tutte le parti coinvolte. In quella
circostanza ho pubblicato uno scritto nel quale ho dichiarato la mia
incondizionata disponibilità a pubblicare gli articoli di chiunque avesse
voluto controbattere a quanto da me divulgato sull’intera vicenda: registrai il
silenzio più assoluto. L’altra motivazione è un fatto di coerenza. In un post
avevo invitato i lettori a presenziare nei due processi: potevo mancare io?
Peraltro quale migliore occasione per documentarsi approfonditamente sugli
accadimenti?
Nell’occasione ho salutato l’INGARGIOLA
porgendogli la mano, ho però notato una chiara riluttanza nel porgere la sua:
gli chiedo scusa, la prossima volta guardandolo negli occhi eviterò di
salutarlo!
Ho l’impressione , ma è più una
certezza, che la contesa si sposterà in altre aule, perché dalla pagina di
facebook della Sala d'Armi Trinacria si legge: “Oggi il Tribunale federale ha dichiarato l'infondatezza
delle azioni disciplinari promosse dalla Procura federale nei confronti di Sala
d'Armi Trinacria e del suo Presidente, falsamente accusato di avere trattenuto
il denaro ricevuto per il tesseramento degli atleti. Chiusa la fase di pertinenza
della federazione, nell'attesa della decisione del Garante della privacy, la
tutela dell'Associazione e del buon nome del suo Presidente, proseguirà con la
proposizione delle azioni risarcitorie nei confronti di tutti coloro che si
sono resi responsabili delle accuse infondate e diffamatorie”.
Ezio RINALDI
Nella giornata di ieri, presso gli uffici della Fis, ho avuto il piacere di incontrare per la prima volta il famigerato sig. Ezio Rinaldi, lì presente per assistere ai due processi che la procura federale ha avviato nei confronti del Presidente di Sala d’Armi Trinacria.
RispondiEliminaIo presenziavo nella veste di difensore, lui in quella di attento “cronista”.
L’esito delle udienze è stato un ottimo pretesto per scambiare simpaticamente quattro chiacchiere che mi hanno dato modo di apprezzare la particolare capacità di dialogo e di misurare il grado di conoscenza che egli ha della Federazione e soprattutto di tutti i suoi preminenti rappresentanti.
Fatta questa premessa, volendo rimanere in tema di statistiche, mi spiace dovere evidenziare che, sulla base dei dati ufficiali divulgati dalla Federazione, non può certo dirsi che il nuovo corso giudiziario, caratterizzato dall’entrata in vigore del nuovo codice della giustizia sportiva, abbia fino ad oggi registrato un solo successo per la Procura Federale. Nelle uniche due giornate di udienza, tenute fino ad oggi dal tribunale Federale di recentissima costituzione, le tesi accusatorie della Procura Federale comprensive di almeno otto capi di incolpazione per complessivi cinque procedimenti disciplinari, sono state dichiarate dal collegio giudicante tutte assolutamente infondate. Volendo trasporre tale risultato in termini imprenditoriali potremmo affermare che se la Procura Federale fosse stata una impresa commerciale sarebbe già sull’orlo del fallimento.
Mi chiedo pertanto, tenuto conto che i costi della giustizia federale ricadono comunque sui contribuenti (affiliati e non), se non sia il caso che il Presidente Scarso e il suo Consiglio Federale si riservino una approfondita riflessione sulle modalità di funzionamento anche dei suddetti uffici inquirenti.
Distinti saluti
Antonello Fileccia