08 marzo 2016

SELEZIONI E NUMERI

Anche per questa stagione abbiamo messo alle spalle la gran parte delle gare, arrivando come sempre alle battute conclusive. Come ogni stagione si comincia a parlare di quello che è stato, e di quello che si vorrebbe fosse per la stagione ventura.
Questo è anche un anno particolare, perché come ogni anno olimpico assieme alle competizioni a cinque cerchi arrivano anche le elezioni per il rinnovo delle cariche federali. Come penso tanti oramai sapranno, con ogni probabilità quest'anno non ci sarà alcun bisogno per il presidentissimo Scarso di avviare una vera campagna elettorale, in quanto mancando un secondo candidato di fatto la sua ennesima conferma al vertice della Federazione Italiana è scontata.
Questo da una parte potrebbe anche essere un bene, dando la possibilità a questo direttivo di proseguire con il lavoro impostato nel precedente quadriennio, dall'altro però rischiano di cristallizzare le situazioni attuali, non essendoci quell'impulso al piccolo rinnovamento tipico di chi comunque ha necessità di offrire sempre qualcosa di diverso ad un elettorale ingolosito magari dalla novità rappresentata ad un eventuale secondo candidato.
Tra le cose che rischiamo di vedere ogni anno sempre uguali ci sono anche le famose "selezioni", ovvero quelle gare che si disputano prima di quelle importanti e che hanno lo scopo, appunto, di selezionare gli schermitori lasciandone a casa una bella quota.
Tralasciando le solite, sterili, inutili e spesso anche patetiche chiacchiere da social network sulla maggiore o minore difficoltà tecnica ad emergere da queste selezioni in questa o quest'altra specialità, vorrei soffermarmi sugli aridi numeri delle armi convenzioni. In particolare su quelle femminili.
A Bolzano il numero delle fiorettiste è stato veramente basso, al via erano appena 69. Un numero veramente piccolo se paragonato all'enorme numero di medaglie che questa specialità puntualmente ci porta ad ogni competizione internazionale. Un caso veramente da studiare, si potrebbe dire ad una superficiale analisi.
Ma sono veramente così poche? A guardare i numeri della prima prova di qualificazione, svolta troppo presto a Erba lo scorso ottobre, scopriamo che alla fine le fiorettiste ad avere preso parte a queste qualificazioni sono state complessivamente 258. Numero certamente non spaventoso, ma decisamente più degno del 69 della seconda, e ultima, gara Open.
Ma allora dove finiscono le fiorettiste? Nel buco nero delle qualificazioni di zona, che creano una strozzatura veramente assurda riducendo il numero praticamente ad un quarto, lasciando a casa non decine, ma centinaia di atlete.
Questo perché? per via dei grandi numeri della spada e per via anche di un modo di gestire l'attività agonistica troppo superficiale. Ogni arma dovrebbe essere gestita per la sua realtà, e non paragonata alle altre. Questo anche in una ottica di sviluppo e rinnovamento. Se nel fioretto femminile vinciamo, a forza di ridurre i numeri ridurremo anche le possibilità che questo continui in futuro, ma soprattutto ridurremo le capacità economiche delle società che sempre più si vedranno scappare atlete per mancanza di stimoli agonistici.
Se nella spada la riduzione ad un quarto delle potenziali partecipanti significa creare una gara da 200 iscritte, nel fioretto applicare lo stesso criterio si ha una gara dove semplicemente passando il girone si tira l'assalto che potrebbe direttamente qualificare per gli assoluti, e rendendo quindi più che fondate le lamentele di chi invece gioca in una specialità dove invece occorre vincere diversi turni di diretta prima di arrivare a quell'assalto.
Le selezioni così stringenti per le armi convenzionali, lo dicono i numeri non certo la mia sola opinione, appaiono oramai uno strumento da utilizzare con maggiore attenzione. Creare una gara da 140 atlete do penso che renda la gestione dell'evento così clamorosamente difficoltosa, ma si aprirebbe ad un numero doppio di atlete la possibilità di giocarsi la successiva gara, allungando così il brodo della stagione agonistica che per troppe atlete rimane decisamente ristretto, specie per quelle che non sono così brave da riuscire  a rientrare spesso nel novero delle qualificate.
Con questo mio commento ho voluto parlare solo di una specialità, semplicemente perché è stata la cosa più clamorosa che si è vista all'ultimo Open, ma certamente la stessa problematica è tranquillamente estendibile a tutte le altre specialità convenzionali.
Paolo CUCCU

7 commenti:

  1. PREDICARE BENE E RAZZOLARE ...

    Ricordate la campagna elettorale del presidente Scarso nel lontano 2005. Ci sembra dicesse che il mondo della scherma dovesse cambiare per evitare il radicamento dei ruoli e che fosse giusto creare cambiamenti periodici.
    Ottimo se non fosse che lui si prepara al terzo mandato da presidente e quarto in Consiglio Federale, ma soprattutto si prepara a riconfermare per il terzo mandato i suoi Consiglieri e i CT.
    Abbiamo detto che squadra vincente non si cambia, anche se il pupillo di Scarso tra i CT, lo ha fatto con pessimi esiti, ma la coerenza nella vita è fondamentale e quindi perchè Scarso non lascia? perchè non ha saputo creare dirigenti che potessero portare avanti la sua gestione? perchè non diamo spazio ad altri dirigenti e tecnici di crescere?
    Tanti perchè che non avranno risposte mai.
    Venendo all'altro tema dell'intervento, è vero il fioretto e la sciabola hanno numeri diversi, ma ritengo problematiche uguali alla spada. Il concetto è quello di accettare le segnalazioni della base. Nel pratico: ci sono 2 date per le prove di qualificazione di spada, 2 per quelle di fioretto e sciabola e 2 date per le prove nazionali. LA soluzione potrebbe essere quelle di ridurre a 5 le prove, tutte nazionali e considerare i migliori 3 risultati. Spalmare le 5 prove su tutto il territorio nazionale e ogni atleta è libero di scegliere quale prove fare e tutte o solo parte. Così si riducono le spese, si offre la possibilità di scelta e aumentano i numeri per tutti.
    Ma ci chiediamo se l'obiettivo delle prove regionali e interregionali è quello di accontentare politicamente tutti le società che vogliono organizzare, allora la nostra proposta non toglie niente, anzi aumenta i numeri e quindi le entrate dirette e da indotto.
    Manteniamo la Coppa Italia che potrebbe vedere una ampia qualificazione diretta dopo il termine delle 5 prove (escludendo la solita quota di quelli qualificati alla finale Assoluti) ed eventualmente una quota dalle prove regionali, alle quali non parteciperebbero U17 e U20 che potrebbero risultare qualificati alla Coppa Italia Nazionale tra i primi 16 del ranking che non abbiano già ottenuto il pass diretto alla Coppa Italia.
    Ma di proposte possiamo farne tante, ci chiediamo a CHI? Visto che il presidente Scarso ha cancellato l'appuntamento con la base di metà mandato, quando fa le riunioni nelle regioni c'è poca attitudine al dialogo ed alle proposte e sembra quasi che chi fa i regolamenti e le modifiche non frequenti le pedane dalla base.
    Controsenso visto che Scarso fu eletto proprio perchè veniva dalla base, dalla quota Tecnici che tanto cara era.
    Avremo speranze, pur confermando Scarso, che voglia dare una svolta ad un movimento pericolosamente pigro e rassegnato?

    Italo Rossi

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  2. Vorrei capire...quindi il "venticello" che qualcuno sentiva qualche mese fa è diventato così forte da chiudere la finestra? E tutta la "paura" ?? Persone veramente lontane anni luce dalla scherma, questo è ciò che qualcuno dimostra. Chiudete le finestre, altrimenti vi raffreddate
    Alessandro Manzoni

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    1. Sig. Manzoni, che piacere averla tra i miei cinque lettori!
      La rassicuro, le finestre sono belle che aperte e il venticello adesso soffia da sud, quindi è un po' più caldo e più piacevole.
      Non abbia quindi paure né preoccupazioni di sorta, mancano pochi giorni ed è già primavera.
      Paola Puglisi

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    2. Gent.mo sig. Alessandro Manzoni non so perché ma il suo commento mi riporta alla mente il pensiero di un suo più illustre omonimo: "Si dovrebbe pensare più a far bene che a star bene e così si finirebbe anche a star meglio" (tutti quanti e non solo pochi fedelissimi ndr).
      A. Fileccia

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  3. Caro Alessandro Manzoni, il tuo è un nickname e per questa volta ho pubblicato il tuo commento, che mi pare nulla abbia a che vedere con il post del Maestro CUCCU e del commento di Italo ROSSI. Con questo hai dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, a quale livello appartieni. Se vuoi rispondere alla Signora PUGLISI fallo con chiarezza e non ti nascondere. A me sembra che il venticello non si sia trasformato in una bufera, direi, piuttosto che si sia addirittura calmato, ovvero non c'è più. Dal tuo scritto traspare tracotanza e superbia, attenzione però,con tali sprezzanti atteggiamenti non si va lontano, ma soprattutto la strada finisce per tutti. Se mai avessi voglia di controbattere non farlo poiché il tuo scritto non sarà pubblicato.

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  4. NIENTE ACCADE A CASO
    Spesso si accusa noi genitori di proteggere i figli e non vedere affatto la realtà per poi doverla accettare quando è troppo tardi. Vedo che questo è lo spirito dei "sostenitori" o "ruffiani" del presidente Scarso che invece di ascoltare la base, anche se contraria al proprio credo, soprattutto ascoltarla quando propositiva e critica costruttiva, la difende negando l'esistenza di ogni proglema. L'arroganza e la prosopopea sono la base di un fallimento, spesso non individuale, ma di un intero sistema. Non necessariamente immediato. Subiamo una crisi economica negata ai suoi primi segnali e nascosta nel concreto. Di fatto abbiamo migliaia di persone senza lavoro e nessun segno concreto di speranza. La FIS usa gli stessi metodi del mondo politico economico?
    Bene andiamo avanti con i ruffiani, ma oltre alla propria immagine, non servono neppure all'autostima, visto che sono noti i motivi del loro sostegno.

    Svevo Morandi

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  5. OVVIAMENTE

    Inutile dire che questa è la realtà del mondo schermistico voluta da Scarso in questi anni. Azzerare i contatti e i confronti pubblici tra la dirigenza e la base, creare un clima di silenzio che non è assenso ma solo paura, non recepire mai suggerimenti e proposte che vengano da persone che non rientrano nello strettissimo giro del presidente.
    La dimostrazione viene da questo Blog, quando si evidenziano atteggiamenti e scelte negative, qualcuno anonimamente interviene a difendere o c'è l'ostracismo di sentire alle gare che tutti parlano del Blog ma senza mai citarlo e a domanda diretta, "hai letto piazzadellascherma?", sentirsi dire "no io non leggo quel sito". Ma se ne stai parlando? Ma negare fino alla morte gli uomini del presidente potrebbero ascoltare.
    Ma in questo caso il sig Cuccu ha solo lanciato una proposta partendo da considerazioni oggettive. Noi le abbiamo completate e pure oltre a chi, uscendo fuori tema, difende qualcuno o qualcosa, non ci sono altre idee o proposte o miglioramenti a quelle fatte o anche solo bocciature motivate.
    Forse il mandato di chi è al potere è quello di negare che il Blog esista? e quindi ritornando al nostro titolo: Ovviamente, mai ascoltare la base anche quando lancia proposte costruttive e migliorative. A conferma che il mandato non è migliorare la scherma ma, evidentemente, se stessi.

    Italo Rossi

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