11 maggio 2021

FATTI E MISFATTI

Nei giorni scorsi ho ricevuto questo accorato appello: “Salve buongiorno Sig. Ezio. Non so con chi parlare e solo ieri mi sono reso conto di questa cosa accaduta nella prova di qualificazione assoluti del Lazio. Sinceramente non so come spiegarmi ma le dico di andare a vedere la classifica dopo i gironi della spada maschile e si renderà conto che è stata tutta sballata. Ci sono degli errori madornali di posizionamento dopo i gironi, forse un errore del computer. Fatto sta, questa cosa si ripete anche nella gara femminile è nelle gare di fioretto e di sciabola. Dei giorni 1-2 maggio. La saluto e le auguro cordiali saluti.” 
Mi sono immediatamente attivato, girando a degli esperti i dati delle gare, al fine di fornire risposte esaustive all’appello rivoltomi. E’ bene chiarire subito che le competizioni hanno avuto uno svolgimento assolutamente regolare. Allora perché scrivere un articolo o, se volete, un pensiero sull’argomento? E’ presto detto. L’esame della documentazione ha posto in evidenza sostanzialmente tre cose:
a. Le classifiche, dopo i gironi eliminatori, presentavano molteplici errori, tanto da far supporre ad una alterazione ad arte delle competizioni; tuttavia, la collocazione degli atleti nel tabellone della diretta è risultata corretta. Evidentemente il Direttore di torneo ed il computerista, accortisi di tali errori, devono aver forzato il sistema gestione gare affinchè la compilazione dell’eliminazione diretta risultasse corretta. Perché non pubblicare la classifica corretta dopo i gironi?
b. Dagli atti della gara non si evidenzia da nessuna parte il nominativo del Direttore di torneo e quello del computerista;
c. Non è indicata la formula di gara. Una maggiore attenzione e meno superficialità avrebbe evitato, nel caso di specie, ed eviterebbe, per il futuro, agli atleti di nutrire dubbi e perplessità circa la correttezza dello svolgimento delle gare: ne viene meno l’autorevolezza dei conduttori responsabili. Anche sulla base di quanto sopra, ribadisco la necessità di una adeguata riforma del settore.
Altro argomento spinoso riguarda la Giustizia sportiva o, se volete, domestica (direi addomesticata). Infatti nei giorni scorsi si è dimesso un autorevole componente della Corte di Appello Federale, peraltro appena nominato. Indiscrezioni, voci di corridoio, rumors, malelingue - chiamatele come volete - riferiscono che tale autorevole personaggio, nella passata gestione, già facesse parte del Tribunale federale e che le sue dimissioni trarrebbero motivazione nella mancata promessa dell’assegnazione della Presidenza del Tribunale e non la nomina di “semplice” componente della Corte di Appello federale, quindi una mancata promessa ovvero una promessa non mantenuta.
Sinceramente mi auguro che siano tutte malelingue e pettegolezzi, ma, se così non fosse, non sarebbe chiaro il motivo per cui il Direttivo della FIS, o qualche suo pesantissimo componente, avrebbe dovuto promettere una cosa del genere. Purtroppo, questo non è l’unico interrogativo, perché ad esso se ne aggiunge un altro, visto che si sarebbe notato che il papà di uno schermidore, in odore di convocazione tra gli atleti della nazionale, sia essa junior che senior, sarebbe stato chiamato a far parte degli organi di Giustizia; ed allora – come diceva Lubrano – la domanda nasce spontanea: come sarebbe possibile ciò? Se il tutto rispondesse al vero (non so se lo sia) in mano a chi siamo? Sarebbe giusto affermare che la giustizia della Federazione è davvero libera, autonoma, indipendente e terza, o piuttosto avrebbero ragione coloro che sostengono che questa è non solo domestica, ma addirittura addomesticata?
Come a tutti noto, nella recente assemblea, il presidente uscente è stato proclamato Onorario. Ma quali sono i suoi compiti? Quali sono le normative che ne regolano l’attività? Qual è il costo che la collettività dovrà sostenere per tale carica, che – ricordo – è solo ONORIFICA. Appare giusto, esatto e corretto che il soggetto che riveste detta carica, in quanto Presidente Onorario, abbia preteso uno spazio per sé nell’ufficio del Presidente FIS? Le domande sono assolutamente lecite, perché riguardano aspetti fondamentali della vita federale, quali: i possibili costi, gli ambiti di competenza, la sfera d’azione, l’eventuale sua partecipazione alle assise consiliari ed assembleari, le decisioni assunte, le supposte (quasi inevitabili) influenze in momenti decisionali.
Ora, senza nulla dire che tutto ciò non sembra essere consacrato e/o previsto da alcuna norma (ma mi potrei anche sbagliare), le solite malelingue riferiscono di un evidente disagio da parte di altri soggetti, forse anche del Presidente FIS, e che a costoro il neo Presidente Onorario avrebbe risposto che era nei patti pre elettorali e che egli avrebbe continuato ad essere operativo fino a dopo le olimpiadi di Tokio: conseguentemente, e di fatto, quindi, il medesimo continuerebbe ad agire in qualità di Presidente FIS, rappresentando la stessa federazione presso le varie istituzioni, sia sportive che amministrative, sia locali, che nazionali o internazionali.
Inutile dire che ciò contrasterebbe con qualunque basilare e semplice norma civilistica, perché oltre al fatto che aggirerebbe ad arte la norma che limita i mandati, creerebbe una illecita e non prevista estensione della legale rappresentanza della FIS, la quale spetta e compete, come tutti sanno - o dovrebbero sapere - solo ed esclusivamente al Presidente eletto, non a quello onorario e nominato. E poi, se così fosse - ma non ci voglio credere - AZZI chi è e cosa fa? Il prestanome o il portavoce di altri? Egli è a conoscenza che solo lui risponde degli atti federali in tutte le sedi, sia politicamente che legalmente? Mi auguro veramente che siano solo malelingue, tese a screditare il buon nome della federazione. Me se così non fosse, la FIS da chi sarebbe governata?
Infine, la disputa nelle varie sedi (tribunali-Consiglio di Stato) tra FIS ed ANS pare non sia destinata ad avere la parola FINE. Infatti, mentre l’ANS cerca in tutti i modi di stabilire un dialogo sulla base delle sentenze pronunciate, la federazione, da una parte, sembra accogliere la volontà di ragionare sulle rispettive competenze, dall’altra, e subito dopo una riunione - evidentemente tra sordi - pubblica il regolamento sulla Scuola Magistrale Federale, Regolamento, peraltro, zoppicante in molteplici punti. Il messaggio che la federazione fa passare è il seguente: noi siamo la FIS e facciamo quel che ci pare, voi siete l’ANS e ve la prendete nel secchio. Il Marchese del Grillo docet.
Cari amici nulla è mutato, il vero cambiamento deve ancora arrivare: arriverà mai?
Ezio RINALDI

3 commenti:

  1. Eh, lo so che quello che scrivo da molto fastidio. Fatevene una ragione. Forse a rosicare siete voi che non vedete pubblicati i vostri post mentre io li posso leggere. Beh, fatevene una ragione perché sarà sempre così. Se invece voleste insultarmi fimandovi vi pubblicherei senza alcuna remora. Avrete mai il coraggio di farlo?

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  2. Gli anonimi sciocchi, preoccupati - bontà loro - che io possa essere oggetto di querela per diffamazione, mi invitano a denunciare alle autorità competenti i riferimenti a Giorgio Scarso; allora, domando a costoro: quali siano le Autorità competenti? La Giustizia ordinaria o quella domestica? E mi domando ancora: ma dove è la diffamazione?
    Chi dovesse sentirsi leso quereli pure il sottoscritto per offesa, oltraggio calunnia, denigrazione ecc., ne discuteremo in tribunale. Le mie non sono insinuazioni, piuttosto libere opinioni o, se volete, riflessioni consequenziali. Le invocate Autorità, specialmente quelle sportive, leggono il blog e potrebbero aprire un fascicolo e procedere con le indagini: se le mie opinioni/riflessioni fossero campate in aria - e potrebbe essere - , sarebbe sufficiente che l’autorità competente si pronunciasse in tal senso; Con riferimento, invece, alla Giustizia Ordinaria, non avverto minimamente la necessità di investirla di ciò, perché io mi limito ad informare, anche esprimendo il mio pensiero, il movimento schermistico; dovrà essere, quindi, quest’ultimo, se interessato, a procedere nelle forme che riterrà più opportune.
    Infine, una precisazione mi è d'obbligo: l’anonimo in questione si rivolge a me, appellandomi “Carissimo Ezio”, siamo quindi amici? No, non credo, di simili persone non so che farmene: i miei AMICI hanno nome e cognome e non si nascondono.

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