di Gil
Pezza
Il mio primo ricordo delle Olimpiadi risale ai Giochi di Tokyo del 1964, la cui
Cerimonia di Apertura coincideva con il mio compleanno. Guardandola in TV in
Italia, la vidi in bianco e nero. Tuttavia, la mancanza di colore non diminuì
la magia e l'incanto di quella esperienza.
Le Cerimonie di Apertura di Tokyo, Città
del Messico, Monaco, Montreal e Mosca seguirono un modello simile: una sfilata
delle nazioni, discorsi cerimoniali, l'ingresso della bandiera e dell'inno
olimpico, e l'arrivo del portabandiera, culminando nell'accensione del braciere
e nel rilascio della colomba. La solennità di quel momento collegava il mondo
antico a quello moderno, trasmettendo un messaggio di pace (per inciso , il
volo della colomba ). È interessante notare che questo messaggio era spesso seguito
da spettacoli tecnologici radicati in armi da guerra, come un saluto di cannoni
o il volo di jet militari sopra lo stadio, ma il contesto e l'intento dietro
questi spettacoli militari erano compresi ed apprezzati.
La Cerimonia di Apertura divenne un evento
molto atteso, creando entusiasmo per le competizioni nei giorni a seguire. In
un'epoca più semplice, il rilascio di migliaia di palloncini, come a Tokyo '64,
mi sembrava incredibile. Da giovane schermitore, mi sedevo vicino al piccolo
schermo della televisione (nonostante la proibizione dei miei genitori per
l’effetto sulla vista) per cercare di intravedere gli schermidori italiani
durante la sfilata delle nazioni. Questi ricordi sono ancora nitidi,
testimonianza dell'entusiasmo che le Olimpiadi hanno scatenato in me durante
l'infanzia, un entusiasmo che si è trasformato in una passione duratura che mi
ha guidato e ispirato sia da adolescente che da adulto.
Le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 segnarono un punto di svolta nella storia
dei Giochi, rivoluzionando le Olimpiadi e la loro Cerimonia di Apertura per
sempre. Per la prima volta, le Olimpiadi furono organizzate con l'obiettivo di
realizzare un profitto, e la Cerimonia di Apertura fu trasformata per includere
uno spettacolo artistico grandioso. Questo nuovo paradigma estese la cerimonia
a un minimo di quattro ore, stabilendo uno standard nuovo per tutti i Giochi
futuri. Ricordo distintamente l'ingresso della delegazione statunitense nello
stadio, un mare di rosso, blu e bianco che fluiva in un movimento ondulato,
allontanandosi dalla formazione ordinata tradizionale. Ma, per me, il pezzo
forte fu l'arrivo di un uomo che volava nello stadio con un jetpack, evocando
la scena iconica di James Bond in Thunderball - un momento che lasciò
un'impronta indelebile sulla mia memoria. Proprio come l'accensione del
Braciere Olimpico di Parigi 2024 - un perfetto connubio di artisticità e
innovazione, rimarrà scolpito nella mia memoria per sempre.
Le Olimpiadi del 1984 stabilirono uno standard molto alto per le successive
Cerimonie di Apertura, che divennero sempre più spettacolari e sensazionali. Lo
spettacolo artistico aveva uno scopo duplice: catturare l'attenzione del
pubblico televisivo globale e superare lo spettacolo della precedente
Olimpiade, rimanendo fedeli al tema e allo spirito olimpico. L'obiettivo era
raggiungere un equilibrio delicato, creando un'esperienza indimenticabile che
non solo avrebbe lasciato un'impressione duratura sugli spettatori globali, ma
li avrebbe anche uniti nello spirito delle Olimpiadi. In sostanza,
"arte" che agisce in supporto del Tema Olimpico e non arte come fine
a se stessa. Un esempio notevole è la cerimonia di apertura dei Giochi di
Londra 2012, dove la tradizionale liberazione di colombe vive è stata
sostituita da ballerini vestiti con costumi ispirati alle colombe, trasmettendo
così il messaggio di pace in modo creativo e impattante. Questo approccio
sottile ma potente ha garantito che l'espressione artistica rimanesse fedele ai
valori olimpici, evitando potenziali controversie o distrazioni.
Le immagini alle Olimpiadi, sia nella cerimonia che nello spettacolo artistico,
svolgono un ruolo vitale nel promuovere gli ideali e i valori olimpici, spesso
operando a livello subliminale. La storia dei portabandiera che hanno acceso il
Braciere Olimpico serve come testimonianza del progresso dell'umanità. Esempi
notevoli includono:
- Tokyo 1964: Yoshinori Sakai,
soprannominato il "Bambino di Hiroshima" a causa della sua nascita il
giorno dei bombardamenti atomici
- Città del Messico 1968: Enriqueta
Basilio, la prima donna a accendere il braciere
- Los Angeles 1984: Rafer Johnson, un
atleta afro-americano e la prima persona di discendenza africana ad accendere
il braciere
- Sydney 2000: Catherine Freeman, un'atleta
aborigena-australiana di fama mondiale.
Le nazioni ospitanti hanno sfruttato il simbolismo in modo positivo e
redentivo, promuovendo l'unità e l'inclusività. La scelta di Rafer Johnson, ad
esempio, fu una dichiarazione simbolica potente allineata con lo spirito olimpico,
celebrando il progresso e la diversità negli Stati Uniti dal dopoguerra in poi.
Al contrario, una rappresentazione di proprietari di schiavi che frustano o
impiccano schiavi africani nello spettacolo artistico sarebbe stata
storicamente accurata ma fuori luogo nonchè di cattivo gusto nel contesto di
una Cerimonia di Apertura.
Onestamente, tutto ciò non è complicato come sembra - è più come Pianificazione
Strategica 101. Identifichi il problema, lo riformuli come un'affermazione
positiva e quella diventa la soluzione. Lo stesso principio si applica al
Marketing Olimpico 101: il messaggio deve essere positivo, rilevante e
allineato con il Tema Olimpico. Il più grande errore è promuovere un messaggio
con una connotazione negativa non allineata. Ad esempio, presentare una
rappresentazione artistica dell'assassinio di JFK nello Spettacolo Artistico di
Los Angeles 2028 sarebbe un errore madornale, poiché introdurrebbe un elemento
negativo e non correlato alla celebrazione. Il fatto che l'assassinio di JFK
faccia parte della storia degli Stati Uniti non significa che debba essere necessariamente
incluso nella Cerimonia di Apertura. Un marketing olimpico efficace richiede un
approccio pianificato attentamente ed allineato con i valori e i temi dei
Giochi.
Qui bisogna aprire una parentesi sul tableau vivant, una forma d’arte (che mi
affascina) che combina l'essenza del teatro, dell'arte visiva e
dell'espressione umana. Si tratta di un gruppo di persone che si posizionano
(un tempo dovevano restare di rigore immobili) spesso in costumi elaborati e
scenografie, per ricreare in maniera precisa un famoso dipinto, scena o momento
nel tempo. Da notare che quando ci si rivolge a un pubblico televisivo globale
è fondamentale considerare l'impatto subliminale delle immagini iconiche.
Per esempio, se proponessi un tableau vivant di un uomo crocifisso in un
contesto irriverente, sarebbe inutile spiegare successivamente che esso
rappresentava Dysmas, il ladro crocifisso alla destra di Cristo, poiché la
maggioranza associerebbe immediatamente quell'immagine a Cristo stesso. Questo
perché le immagini iconiche possono sovrastare le intenzioni, evocando
connessioni culturali profondamente radicate; tenendo anche conto che il
tableau vivant si sono evoluti ricreando a volte parodie di dipinti, immagini e
momenti famosi che non si attengono scrupolosamente alla fedeltà di ciò che
ricreano come era, invece, di prassi nel XIX Secolo. Infatti, un tableau vivant
dell’ Ultima Cena “alla LGBQT” non è affatto una novità, come ammesso dagli
stessi individui apparsi in quello di Parigi. Infatti, il tableau vivant è anche
stato usato come strumento di protesta ed attivismo politico. Allo stesso modo,
se rappresentassi una riunione del Gabinetto della Casa Bianca con il
Presidente seduto al centro, affiancato dai consiglieri su un lato del tavolo
con cibo, un giornalista potrebbe sensazionalizzare l'immagine, intitolandola
"Il Presidente e i suoi Discepoli" tracciando un parallelo con
l'ultima Cena di Leonardo da Vinci. Sarebbe poi ingiusto asserire che questa
analogia è frutto della mia ignoranza dato che il numero di persone sedute al
tavolo sono 17 anziché 12. (NB: Il Consiglio dei Ministri del Presidente
Americano è composto dal Vicepresidente e dai 15 Responsabili dei Dipartimenti
Esecutivi. Quindi, la vera mancanza sta nel non conoscere nulla del tableau
vivant (e della sua evoluzione) né della storia delle Olimpiadi; una lacuna,
questa, che impedisce di comprendere il contesto del tableau vivant proposto a
Parigi e il suo impatto nel contesto di un'Olimpiade.
Questo evidenzia l'importanza di considerare gli effetti potenziali subconsci
delle immagini iconiche sul pubblico; e il Direttore Artistico di una Cerimonia
di Apertura - in questo caso un artista teatrale di nome Thomas Jolly - deve
essere consapevole delle possibili conseguenze non intenzionali dell'uso di
immagini iconiche fuori contesto, altrimenti potrebbero evocare associazioni
indesiderate, interpretazioni errate o risposte emotive che distraggono dal
messaggio o dalla visione artistica intenzionale. Thomas Jolly ha strutturato
dodici tableaux vivant durante lo Spettacolo Artistico; ma ne è bastato uno
solo per generare un'enorme controversia.
A seguito della controversia, Thomas Jolly, il Direttore Artistico ha fornito
una spiegazione sostenendo di aver voluto ricreare una festività pagana
incentrata su Dionisio, il Dio Greco del vino e dell'estasi (noto anche come
Bacco per i Romani). È importante notare che il riferimento al quadro "Il
festino degli dei" di un artista olandese meno conosciuto (di Leonardo) è
stato fatto da altri, e non dal Direttore Artistico stesso. Tuttavia, entrambe
le versioni non sembrano concordare con il resoconto fornito da Piche, un
attore del tableau e Drag Queen e Rapper, che ha affermato che il tableau
rappresentava l'Ultima Cena di Leonardo.
JO
2024: la drag-queen Piche répond aux critiques après sa performance à la
cérémonie d'ouverture (bfmtv.com). È importante sottolineare che gli
organizzatori stessi di Parigi 2024, all'inizio, aveva dichiarato che il
tableau contestato era una reinterpretazione dell'Ultima Cena di Leonardo da
Vinci.
Paris
Olympics Say The Last Supper Inspired Opening Ceremony (thewrap.com)Raggiungere un equilibrio delicato nella pianificazione di una Cerimonia di
Apertura Olimpica è una sfida ardua. Richiede di navigare una rete complessa di
pressioni da parte di vari stakeholder, tra cui interessi artistici,
commerciali, finanziari, politici, tecnologici e mediatici. Per avere successo,
è necessario un approccio multidisciplinare, che combini competenze core con un
sistema di controlli e bilanciamenti per garantire che lo spettacolo artistico
rimanga fedele al suo tema. Un modello esemplare è Marco Balich, Chief Creative
Officer di Balich Wonder Studio, che ha dimostrato eccezionale abilità nel
raggiungere questo equilibrio in tantissime manifestazioni sportive di grosso
prestigio, incluso le Olimpiadi. È importante sottolineare che Chief Creative
Officer e Direttore Artistico sono due ruoli diversi. Il primo impiega la
creatività per conseguire obiettivi di business e di marketing, mentre il
secondo si concentra sull'attuare la propria visione artistica personale.
Saltando avanti a Parigi 2024, la Francia ha sfidato la saggezza convenzionale
rimmaginando la tradizionale Cerimonia di Apertura basata sullo stadio. Gli
organizzatori hanno deciso di liberarsi dall'impostazione tradizionale dello
stadio e hanno utilizzato la città di Parigi stessa come tela per lo Spettacolo
Artistico. La Senna è stata il filo conduttore che ha unito le varie parti
della città in una celebrazione che ha incarnato il motto latino di Parigi, Fluctuat
nec mergitur ("Galleggia, ma non affonda"). Liberandosi dalle
costrizioni di un unico luogo, gli organizzatori francesi hanno cercato di
creare un'esperienza veramente unica e memorabile che avrebbe fissato un nuovo
standard per tutti i Giochi futuri. Anche se i risultati sono stati inferiori
alle aspettative bisogna ammirare sia la creatività di questo cambiamento
radicale sia l'impegno di tutti i professionisti coinvolti.
La Cerimonia di Apertura è iniziata alle 13:30 ora est degli Stati Uniti e,
alle 14:25, il mio telefono ha iniziato a vibrare con messaggi da amici e
familiari: "Stai guardando questo?" Ho risposto a alcuni e ho
iniziato a inviare alcuni messaggi anch'io. Ma un testo in particolare mi ha
colpito. Proveniva da un amico che stava dirigendo un campo estivo di scherma
al suo club per 30 bambini di età compresa tra 9 e 11 anni. Diceva che i
ragazzini non erano minimamente interessati alla Cerimonia di Apertura.
Il resto è storia.
Le Mie Osservazioni
La mia opinione è che l'idea di decentralizzare la Cerimonia di Apertura delle
Olimpiadi attraverso un'estesa sezione di Parigi lungo la Senna sebbene
interessante in teoria, in pratica non ha funzionato perché non c'era un legame
sufficiente con lo spirito olimpico. Se fosse stato un festival dedicato alla
città di Parigi, lo avrei apprezzato di più. La cerimonia ha mostrato
un'incredibile arte ed ingegno, e poi Parigi è sempre bella da vedere.
Tuttavia, come Cerimonia di Apertura delle Olimpiadi, per me è stata la meno
riuscita. Detto questo, non vedo l'ora di vedere la Cerimonia di Chiusura, che
si terrà allo Stade de France.
L'uso di una fantasmagoria à la Fellini ha reso ancora più difficile cogliere
il tema olimpico sottostante nello Spettacolo Artistico. In effetti, l'effetto
fantasmagorico amplifica la fusione tra realtà e immaginazione, che consente
poi alle persone di percepire le cose in modo soggettivo (da qui la
controversia). Ad esempio, la sfilata di moda ha perso una grande opportunità
di collegarsi con il tema olimpico. Invece di sfilare personaggi che sembravano
usciti dal Satyricon di Fellini, avrebbe potuto evidenziare l'impatto della
moda sulle uniformi ufficiali olimpiche indossate dagli atleti dalle Olimpiadi
del 1896 ad oggi.
La Cerimonia in sé (nota bene: la Cerimonia di Apertura ha due componenti: lo
Spettacolo Artistico e le Cerimonia) è stata spettacolare per innovazione e
scenografia ai Jardins du Trocadéro. Anche se alcune delle sue componenti hanno
perso slancio e impatto. Ad esempio (e questa è la mia opinione), se fossi un
portabandiera per il mio paese, preferirei portare la bandiera camminando in
uno stadio con migliaia di persone che applaudono piuttosto che farlo stando fermo
su una barca.
Personalmente, non sono stato offeso dal tableau anche se ho riconosciuto
immediatamente che molti lo avrebbero trovato offensivo. Non mi sono offeso
perché capisco che l'arte non può sempre essere al servizio del potere e delle
istituzioni. L'arte deve anche sfidare lo status quo e, a volte, offendere. Ma
non quando deve agire in supporto di un tema specifico - le Olimpiadi in questo
caso; anche se ciò è stato fatto involontariamente o per ricreare l'accuratezza
storica. Per inciso, nell'esempio che ho usato nel paragrafo precedente, sarei
contrario a includere atleti nudi nella sfilata di moda per mostrare
l'evoluzione dei Giochi dalle origini antiche al mondo moderno. Personalmente,
non lo trovo offensivo, ma sono consapevole che molti lo troverebbero inaccettabile.
Ciò che conta è rispettare le opinioni altrui e non ridicolizzare chi potrebbe
essere offeso per le proprie convinzioni.
In ogni caso, il pubblico globale è cambiato parecchio negli ultimi due cicli
olimpici. Adesso, la maggior parte degli spettatori è super polarizzata e
pronta a offendersi per un nonnulla. Il fatto che adesso si parli tanto di
"micro-aggressioni" dimostra quanto siamo diventati sensibili. E poi,
il fatto che non ci sia più contesto nei discorsi pubblici porta a discussioni
assurde e divisive su cosa sia offensivo e cosa no. E per finire, ogni fazione
politica si ritiene più morale dell'altra e prende in giro gli avversari per le
loro presunte sensibilità. Questo clima tossico rende la vita difficile ai
direttori artistici che devono cercare di unire un pubblico globale super
frammentato.
Le Mie Raccomandazioni
La commissione organizzatrice dovrebbe assumere un Direttore Creativo (CCO) e
non un artista come Direttore Artistico. In alternativa, assumere entrambi (CCO
e artista) ma dare loro il potere di veto reciproco.È ovvio che l'approvazione
finale deve sempre spettare alla commissione organizzatrice.
La commissione organizzatrice dovrebbe avere un mix di competenze chiave per
evitare controversie fin dall'inizio, tra cui marketing, media, relazioni
pubbliche, teologia, arte, culture comparative e uno storico olimpico.
L'arte nello Spettacolo Artistico non dovrebbe essere autocelebrativa, ma
utilizzata per supportare il Tema Olimpico.
Evitare di essere coinvolti in dibattiti post-controversia (era intenzionale o
no) perché sono discussioni inutili. Il fatto che la Commissione Organizzatrice
abbia dovuto tenere conferenze stampa per scusarsi o spiegare le motivazione
del tableau è già di per sé un fallimento, perché ha creato divisione e non
unità.
Bisogna distinguere lo Spettacolo Artistico dalla sezione Cerimoniale e non
permettere che un fattore controverso in una di queste sezioni invalidi tutto
lo sforzo. E non giudicare le Olimpiadi solo dalle cerimonie di apertura e
chiusura. A Parigi, da quello che ho visto, hanno fatto un ottimo lavoro per
quanto riguarda le sedi e l'organizzazione di ogni evento. Alla fine, è questo
che conta.
Se si utilizzano fantasmagorie e/o tableau vivant, utilizzare un narratore per
spiegarli e fornire contesto durante lo spettacolo artistico. Infatti, in
questo caso una semplice spiegazione in tempo reale del tableau vivant in
questione avrebbe evitato tutta la controversia.
A chi si è offeso, dico: accettate le scuse degli organizzatori per quello che
valgono e passate oltre, magari concentrandovi sugli eventi sportivi. A chi
accusa gli altri di ignoranza, consiglio di seguire questa regola: non ridere
mai dell'ignoranza altrui, perché quando pensiamo alla nostra propia ignoranza,
dovremmo piangere.
Infine, ciò che mi ha colpito di più è stata la totale mancanza di interesse
per la Cerimonia di Apertura mostrata dai 30 ragazzi del campo estivo di
scherma del mio amico. Questo disinteresse è stato particolarmente sorprendente
per me, perché ricordo di essere stato entusiasta degli stessi eventi a loro
età. Pertanto, consiglio vivamente agli organizzatori di Los Angeles 2028 di
considerare i giovani under 20 come loro principale target, in modo che
l'evento possa galvanizzare la prossima generazione.
Ciao Gil,
RispondiEliminacomplimenti per l'interessante e bellissimo articolo, molto ben scritto.
Mi ha affascinato molto l'approfondita spiegazione sul suggestivo richiamo iconografico che un tableau vivant può generare, ma soprattutto come questo possa essere anche strumentalmente interpretato (seppur in maniera forzata e distorta) per aberranti e non condivisi fini politici, che con l'arte hanno poco o nulla a che fare.
Un forte abbraccio.
Gaspare