Ho letto e riletto molte volte il programma di Generazione scherma e a ogni lettura emergeva sempre lo stesso tema, il cambiamento. La descrizione del loro cambiamento mi ha lasciato perplesso per un semplice motivo, in quanto pur evocandolo con frasi efficaci, non entrava mai nel merito, magari con esempi concreti.
Quindi mi chiedo ancora se la
scherma debba evolversi, e in che modo. Quali sono le innovazioni necessarie?
Promozione di una visione al passo con i tempi e bilanciamento fra tradizione e
modernità? Ma in cosa consiste la “visione” ed il “bilanciamento” di cui si
parla nel programma di Generazione scherma? Cosa si intende per “nuove
opportunità di crescita per società, atleti, tecnici e appassionati”? Quale
sarebbe il “futuro migliore per la scherma e come costruirlo”? Cosa si intende
per “cambiamento”? Trovo queste definizioni molto accattivanti, ma prive di
sostanza e mi ricordano molto certe definizioni sul “sol dell’avvenire”, che
“vendevano” un mondo sociale che non c'era prima e di certo sarebbe stato
meglio di quello presente. Poi cadde l'utopia e tornammo alla vita reale di tutti
i giorni.
Temi che appassionano, ma perché
ciò avvenga sarebbe necessario avere cognizione profonda del sistema scherma
attuale e in essere. Viceversa resterebbero solo chiacchiere da bar.
Sono convintissimo che la
proposta di tali tematiche sia fatta con grande sincerità e convinzione, però
non posso non chiedermi cosa si intenda per “nuove opportunità di crescita” ed
in cosa consistono. Per esempio: un semplice appassionato in cosa dovrebbe
crescere? E se il numero di atleti in ogni palestra aumentasse, come
risolveremmo il problema della qualità pro capite?
Certamente un futuro migliore se
lo augurano tutti, ma la concretizzazione solo di una parte degli intendimenti
enunciati richiede una accurata conoscenza del bilancio federale, oltre che di
un consistente numero di dinamiche che da fuori sono sconosciute.
Pertanto esporre in maniera
chiara in quale settore intervenire per reperire le risorse necessarie per la
loro realizzazione sarebbe cosa buona e giusta. Ricordiamoci però che la
coperta è sempre la stessa, e anche corta, ed oso credere che dallo Stato non
arriveranno stanziamenti tali da consentire una concretizzazione di disegni
impegnativi quali quelli enunciati.
Se invece per risorse si intende
la ricerca di sostanze esterne alla Federazione, allora potrebbe, anzi lo è,
una valida strada da percorrere. Infatti l’attuale dirigenza lo ha fatto e
conseguentemente ritengo di poter supporre che il lavoro da svolgere sia in
continuità con quello già realizzato dal Consiglio Direttivo in carica, quindi
la domanda è: a che pro cambiare? Oppure: sarebbe davvero un cambiamento se
salisse Generazione scherma a Viale Tiziano?
Dico questo in relazione al fatto
che il Presidente Azzi è al primo mandato che in rapporto ai precedenti è stato
più corto, perché completerà a febbraio i suoi primi 3 anni di gestione. Quelli
fatti da vice presidente hanno un valore infinitamente inferiore all’attuale,
perché mentre oggi è il legale rappresentante della Federazione, quindi il
primo responsabile, negli anni passati lo era in solido con il presidente.
Perciò pur essendo un sostenitore
di Azzi ciò non mi esente da un’attenta valutazione di tutto quanto accada
nella scherma e in questo senso esorto l’attuale dirigenza e il gruppo di
“Generazione Scherma” nell’essere più chiari nell’esposizione dei loro
intendimenti e programmi. Ciò favorirebbe un maggior coinvolgimento
dell’elettore, il quale avrebbe sempre meno dubbi sulla scelta da fare.
Ezio RINALDI
Per favore, non inviate commenti anonimi perché non troveranno ospitalità.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaSig. (!?)Alberto Bruni,
Eliminaavrei voluto ringraziarla per aver letto e commentato il mio articolo, soprattutto per aver capito la mia metafora(!?) ma non è così. Le rispondo e lascio ancora per un po’ il Suo post, dopo di che lo eliminerò.
Quello che lei chiede è puerile, ma anche sciocco, se lo faccia dire.
Da come parla mi sembra di capire che lei viva ancora nell'ombra di qualche bottega oscura o, forse, in qualche ufficio di partito dove si è abituati ad un pensiero unico. Purtroppo La devo disilludere: oggi abbiamo un pensiero libero. Molto probabilmente i padri della Patria non Le hanno insegnato niente, tant’è ognuno è libero di imparare ciò che vuole.
Ho scritto un articolo in cui ho espresso una mia opinione utilizzando una metafora: può non piacere o anche si, fatto sta che affermo ciò che voglio in piena libertà e vivaddio siamo in Italia dove c’ è una democrazia che consente a me di scrivere un pezzo ed a Lei di commentarlo.
Continuerò quindi ad esporre le mie idee senza che Lei possa indurmi il pensiero a suo piacimento. E poiché questa Piazza è democratica sono ben disposto ad accogliere qualsiasi elaborato sulla scherma o anche su altri argomenti, certamente non i Suoi in quanto non sono abituato ad ospitare anonimi ancorchè vigliacchi. Lei appartiene a quella gente che vorrebbe permettersi di dare lezioni di storia od altro senza avere il coraggio di metterci la faccia. Tanto per essere chiari non siamo in Russia, Korea del Nord, Iran, Afganistan ed altre nazioni simili dove il pensiero unico è la strada imperante e chi se ne discosta è perseguito mortalmente. In quelle nazioni l’anonimato è più che giustificato, ma Lei di cosa ha paura?
Per ultimo so cosa vuol dire la libertà e chi ha combattuto per essa e ne ho un profondo rispetto, mentre Lei è solo un pusillanime.