Il cammino verso la finale delle fiorettiste italiane, nr.1 del ranking, è
stato tutto in discesa. La fatalità ha voluto che per scendere nell'arena con
le migliori del mondo, si doveva dapprima incrociare il ferro con le avversarie
che il regolamento del Cio le aveva messo davanti. Egitto (45-14), il Giappone
(45-39), per trovarsi sulla pista del podio con il quartetto americano.
Più decise di Rocky, Keefer, Scruggs, Weintraub, Dubrovitch hanno espresso una
scherma lucida, senza esitazioni. Lontane anni luce alle tecniche ipnotiche
italiane, fatte di gioco di piedi e ben poco uso dell'arma. Spesso corte negli
attacchi, e bruciate dagli arresti delle americane, hanno prodotto un buco nel
prosieguo della gara che è stato impossibile da colmare.
Alice Volpi ha mostrato brillantezza e vivacità di gioco, con stoccate al
limite del fantastico. Meno Martina Favaretto che alla sua prima olimpiade,
aveva bisogno di prendere le misure. Arianna Errigo, esperta è andata in
crescendo, ma è bastato solo (si fa per dire!) per l'argento, che è per noi un
traguardo splendido, ma anche un arrivederci a Los Angeles (a buon
intenditor...).
E dell'oro delle spadiste del 31 luglio? La scherma ci dona sempre emozioni
strepitose, e pericolosissime per chi soffre di cuore!
Un tabellone solo apparentemente semplice, ha permesso ad Alberta Santuccio,
Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi e Mara Navarria di battere anche loro l'Egitto
(39-26), la Cina (45-24) e infine la Francia.
Un testa a testa sconvolgente, quest'ultimo, che vedeva fronteggiarsi una
nazionale di spilungone che mettevano una certa soggezione, in rapporto alle
italiane.
La gara ci ha lasciati incollati allo schermo fin dalla prima stoccata, e senza
che nessuna delle due squadre prendesse il sopravvento sull'altra, finché il
tempo si è assottigliato in maniera da lasciarci senza ossigeno, ma non senza
quella energia che ha permesso ad Alberta di osare come nessuna avrebbe mai
fatto in quelle condizioni, di tempo e punteggio. Un minimo errore avrebbe
mandato tutto all'aria, mentre è accaduto tutto l'opposto. La punta della spada
infatti si è fermata con sapienza sull'avambraccio della Mallo-Breton, mentre
questa tentava la chiusura dell'assalto con un Golden point.
L'oro che si è posato sul collo delle italiane era stato inseguito dal 1996, e
ha dimostrato che questo meraviglioso sport è assolutamente imprevedibile e
alla portata di atleti giovani come di quelli più grandi, infatti l'età media
di queste due splendide squadre è infatti 33,5 per la spada, e 30 per il
fioretto.
Meno bene è andanta oggi con la spada maschile che è stata eliminata nei quarti dalla Repubblica Ceka.A dirla tutta è stata una delusione, la squadra azzurra (Di Veroli, Vismara, Santarelli e Cimini riserva) è stata battuta con il punteggio di 43 a 38. I ragazzi hanno dato tutto quello che avevano, infatti l'incontro è stato equilibrato fino all'ultimo round, con l'Italia che in vantaggio di un punto ha subito un parziale finale di 14 a 9. Al termine del suo cammino si è posizionata al 5° posto, meglio che a Tokio 2020 che pur fermandosi ai quarti alla fine si classificò settima. Per il futuro ci sarà molto da lavorare.
Ezio RINALDI
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