29 ottobre 2024

"CONTRO A PRESCINDERE"

Non di rado sento dire che sarei “contro a prescindere”. Esattamente cosa significa? Chi mi identifica con tale espressione evidentemente non conosce il significato del termine. Basterebbe farsi un giro in internet per trovare l'accezione di tale locuzione. Essa è costituita di due parti: pre (prima) e scindere (dividere). “Contro” significa avversione-opposizione. Ne deduco che sarei contro qualcosa o qualcuno, senza tenere conto di determinate situazioni, fatti od opinioni. Ebbene nel mio errare su questa terra, professionale, sportivo ed umano, posso affermare che non sono mai stato “contro a prescindere” ma ho fatto opposizione a qualcosa di cui non condividevo l’idea ed il suo fine oppure alla visione, per me errata, di qualcuno.

Entriamo nello specifico: sono stato militare per 45 anni, una professione in cui i regolamenti andavano applicati e non interpretati quindi una linearità dalla quale era difficile derogare. Nel mio vivere quotidiano, al di fuori della professione, mi sono confrontato su diversi temi tranne la politica, poiché indossando una divisa ritenevo e ritengo tuttora che un militare debba essere al di sopra delle parti. Il campo dove mi sono maggiormente cimentato è stato lo sport, sia in temini agonistici che dirigenziali. In quest’ultima attività ho ambìto a far valere le mie idee senza disconoscere quelle altrui, in sostanza ho cercato il confronto aperto e senza pregiudizi.

Ho mal sopportato la prepotenza ideologica e gestionale di chi occupando posizioni apicali si avvaleva o, se preferite, abusava di tale status per perseguire fini discutibili, con i quali accrescere la propria asserita superiorità, tutta da dimostrare.

Non ho condiviso certe situazioni e per questo sono stato acerrimo oppositore (contro) per molti anni di un governo sportivo (la scherma) che, avendo oggi smesso di spargere pie illusioni, viene finalmente visto nella sua reale essenza, essendo venuta fuori quella natura che vari specchi deformanti, per lungo tempo, hanno pomposamente esibito. Quindi, “Contro” significa essere oppositore di qualcosa, di qualcuno ma, personalmente, mai “a prescindere”, nel senso che ho sempre riconosciuto ai miei interlocutori la validità del proprio “modus operandi” qualora questi meritassero considerazione; viceversa, ne ho combattuto il sistema e non sono affatto pentito di averlo fatto.

Riportiamo il tutto ai giorni nostri: sono stato definito “contro a prescindere” ma contro chi? Non certo verso l’attuale dirigenza (Governo) federale, che ho rivalutato dopo che ha saputo prendere le distanze da certi protagonisti del passato, i quali, pur avendo ottenuto rilevanti riconoscimenti dall’odierna gestione, hanno lavorato, e continuano a farlo, in forma poco cristallina e trasparente contro di essa, adducendo peraltro motivazioni risibili e vacue.

A chi si contrappone ho espresso la mia stima ma un conto è ammirare e rispettare altro è condividerne il percorso che considero affrettato, fumoso e fatto di tante promesse probabilmente irrealizzabili. La domanda che mi pongo è: a chi do fastidio? Quali preoccupazioni posso procurare? Non sono tesserato e non voto, quindi quali influenze posso avere? Certo, scrivo su Piazza della Scherma, esprimo le mie opinioni sicuramente non condivisibili e forse le scrivo anche male, ma lo faccio senza nascondermi, senza negare il mio operato ed assumendomi le responsabilità che da esso discendono. Ai lettori voglio dire semplicemente diffidate da individui che mentono sapendo di mentire e soprattutto operano nell’ombra. Costoro, ed i loro sodali, non potranno mai garantire l’onestà intellettuale e materiale di cui tutti noi abbiamo bisogno.

Ezio RINALDI

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