03 maggio 2025

TERREMOTO NELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DI SCHERMA

TRADUZIONE IN ITALIANO
Egregio Presidente,
DECISIONI DEL COMITATO ESECUTIVO DELLA FIE
1. A seguito delle dimissioni del Sig. Emmanuel Katsiadakis (MH, GRE) del 24 aprile 2025, il Comitato Esecutivo della FIE si è riunito in videoconferenza il 30 aprile 2025.
Il Comitato Esecutivo ha accettato e ratificato la decisione del Sig. Emmanuel Katsiadakis.
In conformità con l'articolo 5.1 dello Statuto della FIE, in base al quale la gestione della FIE è affidata al Comitato Esecutivo tra un Congresso e l'altro, e al fine di garantire il regolare funzionamento della FIE, il Comitato Esecutivo ha nominato il Sig. Abdelmoneim ElHusseiny (EGY)
Presidente ad interim. Il Sig. ElHusseiny ha accettato e assumerà pertanto tutte le funzioni di
Presidente della FIE, come previsto dallo Statuto della FIE e da altri regolamenti.
La decisione del Comitato Esecutivo sarà sottoposta al Congresso della FIE per la ratifica nella sua
prossima riunione.
2. Il Comitato Esecutivo ha eletto il Sig. Novak Perovic (RSA) Vicepresidente della FIE.
3. Sono stati nominati nuovi rappresentanti del Comitato Esecutivo nelle seguenti commissioni:
• Commissione Arbitrale: Abdelmoneim ElHusseiny (EGY)
• Commissione SEMI: Novak Perovic (RSA)
4. Il gruppo responsabile della verifica dell'idoneità degli atleti, del personale di supporto degli atleti e dei funzionari tecnici internazionali in possesso di passaporto russo o bielorusso è composto come segue:
• Novak Perovic (RSA) Vicepresidente, Presidente del Gruppo
• Donald Anthony (USA) Vicepresidente
• Paolo Azzi (ITA) Membro del Comitato Esecutivo
• Ruben Limardo (VEN) Presidente della Commissione Atleti
• Haibin Wang (CHN) Membro del Comitato Esecutivo
Abdelmoneim ElHusseiny
Presidente ad interim

Non è dato conoscere le motivazioni che hanno indotto il Sig. Emmanuel Katsiadakis a rassegnare le proprie dimissioni da reggente della Federazione Internazionale di Scherma, però indiscrezioni riferirebbero, il condizionale è d'obbligo, che il tutto sia riconducibile ad una possibile lettera da inviare al Presidente degli USA, TRUMP, per invitarlo a rimuovere le sanzioni contro la Russia e conseguentemente contro Usmanov, iniziativa pare non condivisa dal dimissionario.

Non è peregrino supporre che nella testa di personaggi dalla visione filorussa una lettera possa essere il mezzo o lo strumento per rimuovere sanzioni adottate da USA-UE e SVIZZERA però, a mio modesto avviso, non c’è nessun motivo, soprattutto nell’attuale contesto politico, che un eventuale posizione benevola da parte degli USA comporti automaticamente un cambio di atteggiamento da parte del governo Svizzero, peraltro la confederazione elvetica è sede della FIE la quale è sottoposta alle sue leggi. Insomma una lettera di quel genere non avrebbe senso.

In rispetto dello statuto FIE, Katsiadakis sarebbe dovuto essere sostituito dalla Signora SAIDOVA, Segretario Generale  della Federazione, la quale parrebbe che abbia rifiutato di subentrare nella gestione in quanto appena arrivata e certe dinamiche funzionali e gestionali le sono ancora sconosciute e qui  una domanda è d'obbligo: come si fa a nominare Segretario Generale una persona non in possesso delle necessarie qualità e requisiti, per subentrare ad un Presidente dimissionario, così come prevede lo statuto FIE? A seguito di tale rinuncia il Comitato esecutivo ha nominato reggente l'egiziano Abdelmoneim ElHusseiny, che ha accettato la nomina. Il tutto dovrà essere ratificato dal prossimo congresso FIE e, chiaramente, non ci saranno problemi vista la schiacciante superiorità numerica di chi attualmente tira le fila della federazione.

Non è una bella immagine e si ha la sensazione di avere a che fare con un circolo chiuso, dove il grande capo ordina e tutti scattano in piedi, compresa la Svizzera, ma, è bene chiarirlo, non è così che funziona.

A controllare il tutto è sempre Usmanov ed il suo cerchio magico. In questo contesto la presenza di Paolo AZZI, del Dr. FIORE, di Maurizio RANDAZZO, di Giuseppe CAFIERO è rassicurante per gli interessi italiani e, comunque, serve per non restare fuori dalle stanze dei bottoni.

Una notizia passata sottobanco è l'uscita di Giandomenico VARALLO dalla commissione SEMI. Egli ne è (era) il presidente. Anche qui il condizionale è d'obbligo poichè le solite indiscrezioni riferiscono di significativi malintesi con la Signora SAIDOVA e sarebbe interessante conoscere le motivazioni che hanno dato origine alle precitate incomprensioni.

Insomma, ho l’impressione, tutta mia, che sulla FIE aleggino ombre che influiscono sulle decisioni assunte, quelle stesse ombre che gestiscono il potere economico ed organizzativo. Nulla di nuovo all'orizzonte poichè tutte le federazioni nazionali ed internazionali funzionano allo stesso modo, quindi nemmeno la FIS è immune da tutto ciò.

Che dire? Siamo di fronte ad un panorama non propriamente brillante e sarà così ancora per anni ma quello che mi appare ancor meno chiaro è l'appiattimento del rappresentante Statunitense, Sig. Donald Anthony sulle posizioni filorusse: evidentemente gli USA, sotto, sotto, stanno con i moscoviti.

Ezio RINALDI

 

 


26 aprile 2025

QUALCOSA DI STRANO CHIAMATO DEMOCRAZIA


Mi incuriosisce molto vedere certi movimenti a livello di politica e giustizia all’interno dello sport. Sebbene quella sportiva sia di ordine enormemente inferiore rispetto alla politica e alla giustizia che chiamiamo ordinaria, ha un qualcosa di strano che mi incuriosisce da tempo.

Mi incuriosisce vedere persone inesperte che diventano acclamatissimi dirigenti sportivi, perché “tanto si faranno”, coperti da, questi sì, espertissimi dirigenti, che si suppongono oramai sul viale del tramonto, e quindi innocui, ma che si rivelano essere più che mai in auge, se non addirittura dei veri e propri dèi ex scrimia machina.

E che dire delle politiche locali, se non che hanno sempre meno potere del quadriennio passato, unito al fatto che con la nuova dirigenza di Sport e salute che ha messo a regime i suoi edifici sportivi, si trova a sfrattare i Comitati regionali che ora battono cassa, in quanto non hanno nemmeno un ponte dove andare a ripararsi?

Non ultima la questione della giustizia sportiva. Rumors, pettegolezzi, voci della gente che si lamentano, come diceva Tina Pica a De Sica. Non ho motivo di farlo io, che me ne guardo bene dallo sfiorare l’argomento, pur sempre delicato e complesso, ma importante e necessario, in quanto è un luogo in cui saper posizionare gli uomini al suo interno è fondamentale per il buon svolgimento del quadriennio olimpico. Se quindi chi viene eletto è in grado di costruire in maniera brillante entrambi gli staff (quello della giustizia e quello della dirigenza), allora è stoccata, assalto, torneo.
Ma è vera democrazia? Se lo chiedono in tanti, come anche Alessandro Barbero il quale in molti suoi interventi da storico esperto, estende da tempo questo tema alle grandi democrazie moderne. Non è forse un momento di crisi della democrazia? Cioè del suo concetto e della sua efficacia? È davvero un potere del popolo? Qualcuno la chiama post-democrazia, dove sì, il popolo elegge, ma poiché si conoscono i metodi elettorali, e le varie forme di pressione mediatiche, chi ha in mano gli strumenti per spingere il voto po il consenso in una direzione piuttosto che un’altra, alla fine vince la poltrona. E siccome conosce i meccanismi che fanno salire e scendere gli incarichi e gli incaricati, una volta raggiunto l’obiettivo elettorale, tutto il resto diventa un gioco da ragazzi.

Non ricordo dove ho letto che in termini di pace le monarchie battono le repubbliche, perché negli ultimi 80 anni, gli unici a fare e promuovere le guerre, sono stati i grandi paesi repubblicani, mentre le monarchie se ne sono ben guardate. L’articolo era provocatorio, scritto per stimolare la discussione, quantunque accesa, e sebbene nello sport il meccanismo elettorale sia democraticissimo, pur tuttavia vi sono delle combinazioni tali che rendono l’eletto capace di un enorme potere, quasi simile (e paradossalmente) a quello monarchico.

Un paradosso del tutto sportivo, in cui non sempre se ne hanno i giovamenti speculari di cui accennavo all’inizio del paragrafo. Spesso i monarchi sportivi creano stasi, miasmi, dinamiche stancanti, e soprattutto una sorta di paralisi nel campo dell’innovazione che meriterebbe un approfondimento per lo meno sociologico, oltre che politologico.

Le formule per rendere le elezioni più efficaci in termini democratici potrebbero essere molte, ma mi rendo conto che a ogni meccanismo immaginato per migliorarlo, potrebbe seguire una regola per aggirarlo o renderlo peggiore del precedente. Mi chiedo quindi se siamo o no in un clima di post-democrazia sportiva, quella in cui è stato trovato il modo di far funzionare a comando il meccanismo elettorale e far andare i voti nell’urna di chi il potere l’ha costruito e consolidato negli anni.

Un dato è certo, la FIS dall’ultima elezione ne è uscita ben spaccata in due parti quasi uguali, una situazione che non si era mai verificata prima.
Quanto durerà questo strano equilibrio in questa strana cosa chiamata democrazia?

Fabrizio ORSINI

21 aprile 2025

SCUOLA MAGISTRALE – A.N.S. E A.I.M.S.


Sono trascorsi tre mesi dalla elezione del nuovo Consiglio Direttivo ed al momento ciò che mi è saltato all’occhio è l’emarginazione di due istituzioni del mondo scherma: l’Accademia Nazionale di Scherma e l’Associazione Italiana Maestri di Scherma.  L’estromissione dei due enti dalla organizzazione dei corsi di formazione pare sia riconducibile al fatto di non essersi schierati con la nuova dirigenza. Se così fosse credo che si sia fatto un grossolano errore: una istituzione non va contro un’altra, ovvero i due enti non avrebbero potuto prendere posizione avversa alla dirigenza uscente e credo che in tutte le organizzazioni sia così. Diverso il discorso se oggi sia l’Accademia che l’Associazione si mettessero di traverso ed andassero contro l’attuale governo federale.

La loro estromissione, ma mi riferisco in particolar modo all’AIMS, si evince da quanto deciso dal Consiglio federale, il quale, a quanto pare, ha costituito la Scuola dei Tecnici Federali, ma probabilmente si tratta della Scuola Magistrale, e la consulta dei tecnici federali. Quest’ultimo organismo lo vedo come un elemento sostitutivo dell’A.I.M.S.

Tutto legittimo: il governo federale nel rispetto delle norme vigenti ha il diritto/dovere di realizzare le politiche ritenute più opportune e comunque inerenti al programma presentato in sede di campagna elettorale. Il sottoscritto, però, essendo un sognatore avrebbe immaginato per l’Associazione Maestri e per l’Accademia un impegno più appropriato, sfruttandone le esperienze e le capacità logistiche, didattiche ed organizzative.

Pertanto riterrei fondamentale ridare all’A.I.M.S. ciò che è sancito nello Statuto federale, magari con rivisitazione ed organizzazione più al passo con i tempi che ne consenta una chiara e funzionale definizione nell’ambito dell’amministrazione federale. Sulla base di tale concetto l’Associazione e l’Accademia dovrebbero: la prima tornare ad essere Organo Tecnico Federale e come tale dirigere la SCUOLA MAGISTRALE, in un tutt’uno con l’Accademia Nazionale di Scherma, organizzando corsi di aggiornamento e formazione, tenere aggiornata la Lista Tecnica Federale e comporre le commissioni d’esame. In tale quadro credo che si dovrebbe tornare ad avere la presenza di un rappresentante dei due Enti in tutte le Commissioni Federali, in particolare nella G.S.A., con diritto di voto. La segnalazione dei quali sarà di competenza dell’A.I.M.S. e dell’A.N.S.

Riterrei opportuna la loro presenza ai lavori del Consiglio ogni qualvolta l’ordine del giorno preveda argomenti che interessino le due organizzazioni.

La Federazione dovrebbe aiutare i Maestri/Tecnici creando un fondo pensionistico a loro favore e ripristinare il contributo per l’attività di Tutor.

Qualora non previsto, dovrebbero essere riattivati i premi in denaro per i tecnici degli atleti vincitori di medaglia ai Campionati Nazionali, Campionati Europei, Mondiali e Giochi del Mediterraneo.

In buona sostanza, se si vuole fare un salto di qualità, una efficace interlocuzione tra le parti apparirebbe di fondamentale importanza e per raggiungere l’obiettivo sarebbe necessario superare le barriere ideologiche e posizioni personali di questo o quel personaggio.

Mi ripeteva il grande Renzo NOSTINI che la lotta politica finisce con le elezioni e dopo si torna a collaborare nel supremo interesse della scherma e di tutte le sue componenti.

Lo so che è un sogno, ma sognare non costa nulla!

Ezio RINALDI

 

16 aprile 2025

FELICE PASQUA e BUONE FESTIVITA'

Cari amici e frequentatori della “PIAZZA”, come avrete potuto notare non mi faccio vivo da qualche settimana, precisamente dal 26 marzo 2025. L’assenza è dovuta principalmente a dei tagliandi che ogni tanto si rendono necessari, soprattutto ad una certa età. Ciò richiede tempo, specialmente in presenza di lunghe liste di attesa per le prenotazioni.
Appena avrò finito riprenderò le pubblicazioni: tanti sono gli argomenti da trattare, in particolar modo gli abusi sessuali nel mondo scherma e una qualche riflessione andrà ancora fatta sulla giustizia sportiva. Per il resto credo sia necessario dare il giusto tempo al nuovo Consiglio affinchè possa conoscere meglio le dinamiche funzionali di tutto il sistema scherma. 
Taluni spifferi d’aria riportano indiscrezioni che se vere non sarebbero piacevoli e non deporrebbero a favore dell’attuale management. Dopo le opportune verifiche avrò modo di essere più chiaro.
Al momento godiamoci i prossimi giorni di festa e lasciatemi esprimere i miei complimenti per il bottino di medaglie conseguito dalla spedizione azzurra ai campionati del mondo giovani e cadetti, disputatisi in Cina.
Ai Cristiani che festeggiano la Pasqua di resurrezione, che sia il bagliore della fede a guidare ogni loro passo ed a riempire l’animo di pace e serenità.
A tutti coloro che professano altre religioni o semplicemente atei auguro giorni pieni di affetto amicizia e solidarietà.
BUONA PASQUA E BUONE FESTE A TUTTI
Ezio RINALDI

26 marzo 2025

GIUSTIZIA FEDERALE

Come è noto, sono stati individuati e nominati i componenti della Giustizia Federale. In totale 21 elementi. Tutte persone con un notevole curriculum, quindi in possesso dei necessari requisiti per assolvere all’incarico. Qualcosa però non mi quadra.

Prima di proseguire vale la pena porre in evidenza quale sia il ruolo della Giustizia Sportiva: assicurare agli affiliati e agli iscritti equilibrio e rispetto, nella scrupolosa osservanza di statuto e regolamenti. Vi chiederete il motivo della mia precisazione, ebbene, in più di qualche circostanza, la Giustizia federale ha agito, in taluni processi, in modo un po’ discutibile. Da quello che ho potuto vedere negli ultimi 4 decenni, i problemi più gravi della Giustizia sportiva sono riconducibili a due filoni: la normativa e la scelta dei soggetti giudicanti (nonché la formazione dei collegi). Per la prima problematica, credo che andrebbero riscritti i codici, introducendo, almeno in linea tendenziale, la tipicità degli addebiti disciplinari, ciò per evitare che l’addebito di violazione dei principi di lealtà, correttezza ecc. possa essere utilizzata per perseguitare (più che per perseguire) le persone sgradite ai vertici federali.

A mio modesto parere, tuttavia, “l’arruolamento” dei Giudici rappresenta il problema di più difficile soluzione. Il sistema peggiore è quello (oggi praticato) della nomina diretta da parte del Consiglio federale, in quanto, specialmente nelle piccole federazioni, la “vicinanza” (diciamo così) tra il CdA federale e i giudici è piuttosto pericolosa. Una alternativa potrebbe essere un ritorno al passato con l’elezione degli Organi di Giustizia, ma anche in questo caso non ci sarebbe la certezza di una selezione corretta in quanto i meccanismi elettorali, così come vengono attuati in concreto in ambito federale (l’esperienza insegna!), potrebbero risultare inquinati: la squadra del candidato alla Presidenza potrebbe essere tentata di ricercare aspiranti da proporre all’assemblea; potrebbe trattarsi, si vuol dire, di candidati che, in qualche modo, siano (o appaiano) troppo vicini alla nuova dirigenza.
Per introdurre un criterio di almeno parziale oggettività, si potrebbero, a mio parere, stabilire in via generale e costante, innanzitutto, i requisiti per essere ammessi nella rosa dei “papabili” (es. professori universitari, magistrati con adeguata anzianità, avvocati con almeno 10 anni di professione) e poi stabilire una sorta di graduazione dei titoli (es. pubblicazioni rilevanti, docenza o esperienza nel settore del diritto sportivo, specifici percorsi professionali ecc.), in modo da caratterizzare la selezione come qualcosa di abbastanza simile a un concorso per titoli.

Fatte queste considerazioni di carattere generale, sgombero il campo da possibili strumentalizzazioni; pertanto sia chiaro che non ho alcun motivo di dubitare della onestà intellettuale e della effettiva indipendenza di giudizio di queste persone. Tranne una, le altre mi sono sconosciute. Però dai nomi dei componenti nominati emerge una marcata caratterizzazione “cittadina” degli Organi di Giustizia e ciò non fa una bella impressione, talché si ha la sensazione che si siano voluti premiare l’appartenenza e i legami personali, piuttosto che l’indipendenza dei futuri giudici.

A tal proposito mi risulta che siano state presentate diverse domande, talune sembrerebbe sollecitate da autorevoli dirigenti, per l’assunzione del ruolo anche di “Procuratore federale”. Alcune di esse, corredate da un curriculum di altissimo livello e connotate da provenienza regionale e cittadina al di sopra di ogni sospetto, sono state però messe da parte e, sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo), che ciò sia avvenuto poiché non gradite ad attivi protagonisti della campagna elettorale. Francamente, non so se sia vero, ma, se così dovesse essere, quei dirigenti che hanno sollecitato la dichiarazione di disponibilità ad assumere incarichi nella giustizia FIS da parte di chi ha rivestito ruoli di vertice nell’ambito del potere giudiziario, hanno fatto una pessima figura sul piano personale; si è persa, per altro (e ciò è quello che più rileva) l’ennesima occasione per dimostrare quella trasparenza tanto sbandierata, ma che è stata sacrificata - ancora una volta e a dispetto del propagandato proposito di rinnovamento - sull’altare dei propri interessi o di quelli di qualche occulto suggeritore.
Ezio RINALDI
 

12 marzo 2025

NESSUNO MI PUO' GIUDICARE, MEMMENO TU.

Cateria CASELLI
Il sito federale, per gli appassionati di scherma, rappresenta la fonte di notizie primaria, a maggior ragione lo è per me. Tal ché navigandovi mi sono imbattuto nella sezione Giustizia/Tribunale Federale dalla quale leggevo dell’avvenuta pubblicazione, in data 5/3/25, di un’interessante ordinanza depositata dal Tribunale Federale.

Notavo subito che in tale ordinanza erano, naturalmente, “omessi” i dati anagrafici del destinatario del provvedimento, ed è apparso evidente di come si sia trattato di un atto interlocutorio emesso nel corso del procedimento disciplinare promosso dalla Procura Federale nei confronti dell’attore protagonista, e ciò a seguito della recente condanna, in sede penale, descritta da quasi tutti gli organi di stampa nazionali.

La lettura del provvedimento mi ha lasciato sgomento, probabilmente dovuto al fatto che non ho chiarissime competenze in atti giuridici.

Infatti, dall’ordinanza si apprende che il Tribunale avrebbe disposto il rinvio del procedimento all’udienza del 10 giugno 2025, così da poter valutare, in modo approfondito, l’iter logico/giuridico delle motivazioni poste dal GUP del Tribunale Penale a fondamento della condanna del precitato attore (?).

Considerazione sorprendente, visto che la condanna penale dell’incolpato, a conclusione del processo penale di primo grado, è “certa”, e, caso mai, potrà essere riformata solo a conclusione del futuro processo d’appello, peraltro già annunciato, a mezzo stampa, dallo stesso attore.

D’altra parte, non mi pare che il Tribunale Federale abbia una qualche competenza, né tanto meno una qualche necessità, per procedere ad una significativa valutazione dell’iter logico/giuridico delle motivazioni poste dal GUP a fondamento della propria decisione.

Credo che la verità, purtroppo, sia ben diversa.

Il rinvio del processo disciplinare sembra possa essere dipeso dal disagio dell’Organo di Giustizia Federale nel dover decidere sulla vicenda; e ciò, tra le altre, per un’eccezione preliminare sollevata dalla difesa dell’incolpato, la quale, esercitando correttamente le proprie prerogative, ha eccepito l’avvenuta decadenza dei termini utili per l’esercizio dell’azione disciplinare da parte della Procura Federale.

Peraltro per i medesimi fatti, l’imputato era già stato sospeso dal Tribunale (in sede cautelare) nell’ottobre 2023, e ciò senza che la Procura Federale, in seguito, abbia mai avviato il doveroso procedimento disciplinare nel rispetto dei tassativi termini prescritti dal regolamento di giustizia federale.

In tale incredibile situazione, la difesa del tesserato ha quindi eccepito l’intervenuta decadenza dell’azione disciplinare.

Ma il paradosso non finisce qui.

A breve, il consiglio federale dovrà nominare i nuovi membri degli organi di giustizia endofederali, i quali, loro malgrado, si dovranno occupare della gestione di questo procedimento disciplinare, e della negligenza dell’attuale Procura Federale.

Francamente, e l’ho già detto in altre circostanze, ho fiducia nella nuova dirigenza e credo che saranno poste in essere tutte le azioni necessarie a che la chiarezza diventi uno dei pilastri della nuova federazione.

Chi sarà chiamato alla gestione della Giustizia federale, in presenza di fatti conclamati, dovrà essere capace di assumere ordinanze/sentenze/provvedimenti anche impopolari che possano assicurare agli affiliati ed iscritti una giustizia giusta.

Ezio RINALDI

11 marzo 2025

UN MATTONE ALLA VOLTA!?

Al termine del Trofeo Luxardo il Presidente federale ha fatto sentire la sua voce affermando che il cambiamento si fa con un mattone per volta, quindi gradualmente. In tale contesto, in accordo con il Consiglio Federale, è stato avvicendato il CT della nazionale di sciabola e la novità è rappresentata dalla divisione del settore nominando due CT, uno per la maschile ed uno per la femminile.

In questo fine settimana abbiamo visto in azione fiorettisti a Il Cairo, sciabolatrici in Grecia e sciabolatori a Padova. l'Italia però era anche reduce da una buona performance agli europei cadetti e giovani di Antalya dove si è distinta, ma senza grandi exploit sebbene abbiamo visto emergere atleti di società sportive storiche che da tempo non si vedevano in campo internazionale e il Giardino di Milano è una di quelle.

Volti e nomi nuovi che si affacciano alla ribalta, prefigurano in qualche modo un possibile scenario futuro nelle sei armi che, come sappiamo, probabilmente saranno rinnovate, ma con una ristrutturazione graduale, cioè come si è sempre fatto, o se vogliamo dirlo in politichese, con un cambiamento che ci sarà, ma senza stravolgimenti improvvisi e nel tempo. Né più né meno di come avrebbe fatto qualsiasi dirigenza in carica.

Sotto questo aspetto direi nulla di nuovo all’orizzonte: è sempre stato così. Ritengo che il procedere del nuovo Consiglio sia improntato alla cautela ed all’analisi dell’esistente. Pertanto, viene da dire che è meglio non inventarsi niente poiché è già tutto inventato: nell’Esercito si diceva, ma si dice anche ora, guarda il precedente, d’altra parte credo sia da persone intelligenti non stravolgere anzi è meglio veleggiare sfruttando come si può il vento che spira lì dove si è, senza per forza andare a cercarne di più fresco e nuovo altrove.  E se da una parte plaudo e condivido il modo di procedere, dall’altra, in maniera un po’ maliziosa, credo che lo sbandierato "cambiamento", sia stata solo un'abile mossa di marketing politico.

Nel frattempo la sciabola francese si fa strada, costruendo la nuova generazione che forse a Los Angeles darà del filo da torcere al resto del mondo. Gli ungheresi stanno facendo timidi tentativi di rinnovamento, sebbene gli emergenti giapponesi e i tostissimi coreani non vogliano in alcun modo cedere di fronte a nessuno.

Il fioretto resta ben saldo in Italia, e gli americani non mollano la presa, anzi oramai è un'arma che maneggiano con destrezza. Le donne sempre in alto assieme agli uomini, anche se la outsider Harvey dal Canada sta mostrando ottime doti personali e con ogni probabilità la vedremo ancora.

Invece i problemi femminili della sciabola, saranno per Aquili un lungo rebus da sciogliere, ma sono certo che se farà prevalere il buon senso e saprà coinvolgere i pochissimi maestri italiani del settore, potrebbe ottenere valide risposte.

Restano sagome ben chiare all'orizzonte che saranno approdo del prossimo Consiglio federale, il quale non ha di certo in cima al suo Ordine del giorno i problemi delle medaglie internazionali, demandate ai nuovi CT, dette sagome riguardano questioni più scottanti verso le quali tutta la scherma resta in trepidante attesa, e per le quali siamo certi ci sarà una gestione equilibrata con inoppugnabile senso di giustizia ed equità.

Nel frattempo le tre caravelle delle armi schermistiche dovranno fare un lungo periplo attorno alla Penisola, per approdare a Genova per gli Europei, mostrando una nazionale non così tanto rinnovata, ma che di certo avrà tutta la voglia di fare bene.

Tra le altre cose il Consiglio Federale ha nominato i CT per il settore paralimpico: Alessandro PAROLI - Fioretto; Antongiulio STELLA - sciabola; Michele TARANTINI - Spada. Ai tre neo commissari i migliori auguri per un proficuo lavoro che porti a nuovi e strabilianti successi.

Infine e per concludere, non va dimenticato che il nuovo Consiglio non ha ereditato una federazione in disarmo, bensì un movimento vivo e vegeto per il quale un cambio di passo, con un rinnovamento che riguardi anche, se non soprattutto, un deciso cambiamento di mentalità. Mi riferisco in particolar modo al rispetto delle regole.

Ezio RINALDI

04 marzo 2025

L'ETICA NELLA SCHERMA

Mi sono ritrovato a discettare con alcuni amici, i soliti ex cicloamatori, di ETICA ed inevitabilmente il mio pensiero è andato al mondo scherma, ripensando ad un articolo pubblicato sulla “PIAZZA”, qualche tempo fa. Rileggendolo, reputo la tematica sempre attuale e non a caso se ne parla in ogni contesto. E’ chiaro che non ho la pretesa di assumere la figura di un esperto, voglio semplicemente fare qualche riflessione su un tema pertinente alla quotidianità.

Non voglio tediarvi addentrandomi nei meandri della filosofia, materia assai profonda e che va studiata e trattata con grande attenzione, ma restando nella cultura dell’uomo della strada, quale io sono, mi faccio la domanda: “Per me cosa rappresenta l’etica?” Ecco, credo di poter rispondere che essa è l’insieme di norme, di comportamenti, di codici, di deontologia e di quant’altro possa indicare una persona come soggetto rispettoso di uno o più criteri, che gli consentono di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto di quella altrui.

Di conseguenza, a mio avviso, ci si deve riferire a particolari azioni o situazioni in cui si intravede un uso del potere a fini personalistici, favorendo persone orbitanti nell’ambito della propria cerchia di amici e parenti, indipendentemente della loro bravura e preparazione. E’ etico raccomandare? E’ etico contravvenire a regole stabilite dal tempo (non dalla legge) tra persone o società? E’ etico sottacere o evitare azioni meritevoli di interventi? NO! Non lo è!

I miei amici mi hanno chiesto se nel mondo dello sport e della scherma in particolare esistono situazioni riconducibili a contesti contrari all’etica, che direttamente o indirettamente possano influire sulla collettività. E’ una domanda alla quale ho fornito vaghe spiegazioni ed il motivo è semplicissimo perché la questione etica ognuno la vive secondo un proprio dogma.

In relazione al contesto schermistico, la Federazione Italiana Scherma tra le sue commissioni ha istituito il Comitato Etico i cui componenti sono persone accreditate ed esperte, ma quando esso può o deve intervenire? E’ necessaria una denuncia oppure è sufficiente venire a conoscenza, anche attraverso mezzi di informazione, di fatti o circostanze meritevoli di doverose azioni?

Il Codice Etico prevede che le "segnalazioni" (cioè, denunce) vengano presentate all'Organismo di Vigilanza (art. 20, comma 3) ma, al tempo stesso, non pare definire e precisare cosa sia questo organismo, come si deve costituire, di cosa si deve occupare e come deve lavorare.

A mio avviso le operazioni del Comitato Etico devono essere condotte autonomamente, oltre che su sollecitazione degli aventi causa (istanze o segnalazioni), nel senso che tale organismo deve intervenire allorquando, e con qualsiasi mezzo, venga a conoscenza di episodi, fatti o situazioni degne di attenzioni e non esprimere solo pareri su richiesta del Consiglio federale.

Sommessamente e senza pretenziosità, mi sia consentito proporre alla dirigenza federale una rivisitazione/integrazione di alcune parti del Codice Etico, affinchè diventi uno strumento più chiaro e, conseguentemente, più efficace.

Ezio RINALDI 

26 febbraio 2025

Sport e salute o Sport & immobiliare?

È stato il regalo di natale alle federazioni, il progetto di razionalizzazione del patrimonio immobiliare di Sport e Salute s.p.a che si chiama Sestante, facilmente visionabile sul sito, che spiega con termini tecnici che gli immobili usati come uffici dall’intero comparto sportivo italiano sono stati messi sul mercato per fare cassa.

Per mia opinione personale, non ancora corroborata da prove, la sensazione è quella di far sloggiare lo sport da molti immobili, alcuni di pregio, affinché arrivino clienti molto più ben disposti a pagare alte cifre per l’affitto, più di quanto lo siano le federazioni e i Comitati regionali, se non addirittura per fare spazio ad apparati statali che forse hanno più bisogno dello sport.

Un tempo pareva fossero immobili del CONI, ma con la rivoluzione sportiva, (sia chiaro, rivoluzione finanziaria e nulla più), questi edifici sono evidentemente passati ai mastini di Sport e salute s.p.a. una società quindi che chiunque abbia il portafoglio grosso e la voglia di svuotarlo, potrebbe in qualche modo comprarsela e fare i propri interessi alle spalle dello Stato, che forse è magari anche ben contento di togliersi dal groppone tutti sti metri quadrati di palazzi.

A nessuno pare importi nulla centinaia di persone in cerca di casa, e che attualmente lavorano per far funzionare l’attività sportiva nazionale e internazionale.

Le cifre e l’analisi è tutta da vedere nei documenti che ha pubblicato SeSspa, con cifre a metro quadrato per il rendimento da affitti, il tutto condito con un fraseggio stomachevole, a partire dal titolo in cui compare l’aggettivo “razionalizzazione”, (come se prima fosse irrazionale). E poi obiettivi del progetto e i principi del progetto (i loro ovviamente, che se ne fregano degli obiettivi e dei principi dello sport), il cronoprogramma del progetto (perché il tempo è denaro e quindi bisogna fare in fretta, non dimentichiamolo), per passare al benchmark dei costi di locazione degli uffici in Italia (perché se chiedono soldi, un motivo c’è), e dulcis in fundus il modello di valorizzazione del servizio (di incasso, implicito, ma ovvio), che suona come quando vediamo nei film americani il cattivo che spiega al protagonista il metodo per farlo confessare ed elenca non solo le ragioni, ma soprattutto la tortura con la quale farà il suo bel lavoro.

Ovviamente a SeSspa non interessa il profitto dello sport, ma solo il proprio, non interessa se in Italia ci sono impianti fatiscenti, e nemmeno gli interessa quanto fatichino le società sportive per campare in una società che non cresce né demograficamente né nei guadagni. Però evidentemente il mercato degli immobili forse va bene, per questo sfratta noi, perché forse vede bene la cifra finale in fondo al suo tunnel, senza sapere che se le sue previsioni di incasso rimarranno deluse, la fine del tunnel sarà molto più lontana di quanto possa immaginare.

Nello specifico la scherma non è messa bene. Anzi, proprio negli esempi che fa SeSspa nel suo documento, mette fra gli esempi più belli e seducenti, gli edifici di Viale Tiziano 60 e 64 a Roma, e quelli in G.B. Piranesi a Milano, dove Paolo Azzi avendo visto il progetto nella sua formulazione aveva fatto un salto sulla sedia, in quanto alla FIS erano stati chiesti circa 330.000€ all’anno di affitto, per un edificio che dovrebbe essere ristrutturato subito e senza passare dal via.

È il primo più grosso dei problemi che questa nuova Federscherma ha davanti a sé. Non solo i CT quindi, e la riorganizzazione degli apparati in vari livelli, ma quella di trovare un luogo, come Totò che nel cercare casa fu costretto a vivere al cimitero.

Anche se SeSspa paga una bella sommetta alle federazioni sulla base di criteri suoi, soldi che ovviamente fa piacere ricevere e che Azzi prima di Natale aveva in parte elargito alle Società sportive, non l’autorizza a riprenderseli in veste di locatore di immobili, o per lo meno a noi così sembrerebbe.

Ci chiediamo quindi come mai questi obiettivi così ben corroborati da una insolita fretta e dalle tempistiche furiose se siano da considerare sotto altre luci a noi sconosciute. Una cosa è certa, moltissime federazioni stanno già cercando altri lidi dove approdare, più consoni, più vantaggiosi e non solo economicamente.

Il grande sogno di Mussolini di accentrare a Roma tutte le federazioni d’Italia, nel Foro che porta il suo nome, detto ora “Italico”, sta lentamente svanendo. Il progetto infatti era quello di concentrarle tutte nel palazzo che si chiama Farnesina, e che ora è sede del Ministero degli esteri, considerato nel dopoguerra anche troppo per lo sport. Ugual sorte per le strutture in cui si fa sport, compresa la Casa delle armi di Luigi Moretti, che divenne l’Aula bunker per il maxi processo contro la mafia, perché era anche troppo per la scherma. E così via gli edifici della GIL, o le Case del fascio, alienati dallo Stato nel dopoguerra e poi rigenerati da privati o da altri se non demoliti per fare spazio ad altre funzioni, perché era anche troppo per lo sport e il tempo libero.

A questa Federscherma non possiamo dire che buon lavoro perché questo è uno dei maxi problemi di cui si dovrà occupare.

Fabrizio ORSINI













 

23 febbraio 2025

GARE E LOGISTICA

Negli ultimi tempi ho notato un certo attivismo da parte di genitori aventi figli praticanti la scherma. Il dinamismo trova le sue radici in alcuni provvedimenti federali che consentono l’ammissione alle gare nazionali di atleti stranieri, i quali non risultando nei ranking italiani vengono inseriti nei gironi come non classificati, senza tenere conto del loro reale valore. Ciò comporta che spesso gli indigeni incrocino il ferro con essi e perdano l’assalto: da qui il senso di frustrazione dell’atleta e dei loro genitori. Come dire: se non lo avessi incontrato la mia gara sarebbe stata diversa.

Altro motivo di insoddisfazione sono le strutture dove gli operatori, atleti, tecnici, accompagnatori e genitori non sono sostenuti nel raggiungere la destinazione e negli spostamenti in loco. Non ultimo anche l’orario ed il calendario gare le cui collocazioni spessissimo costringono le famiglie e gli atleti a restare un giorno in più nelle località sede di gara, poiché il torneo di una determinata arma è stato collocato di venerdì e domenica. Infatti un cadetto che si qualifica per la gara giovani è costretto a restare il sabato nella località di svolgimento della competizione, quindi un giorno in più. Insomma, un dispendio economico di cui si farebbe volentieri a meno.

In tale contesto non di rado i genitori si organizzano al fine per interloquire direttamente con la federazione, affinché si trovino adeguate soluzioni. Tutto comprensibilissimo e condivisibile, ma mi chiedo: i club ascoltano la voce dei genitori? Sono consapevoli che essi rappresentano la prima fonte di sostegno per la federazione? Se affermativo perché i dirigenti societari lasciano che siano i papà e le mamme ad avere rapporti diretti con l’Organo centrale? Non me ne vogliano i genitori, ma la federazione è l’insieme dei club schermistici, quindi tocca a questi ultimi avanzare richieste o proposte per il miglioramento di tutto il sistema, passando attraverso il Comitato regionale che rappresenta la federazione sul territorio. Se ognuno va per proprio conto il sistema si sfascia: è questo che vogliamo? Non credo e allora le società ascoltino i propri iscritti e per loro i genitori e si facciano promotori di iniziative, proposte e quant’altro sia necessario affinché i brontolamenti trovino il giusto ascolto.

Alla luce di quanto esposto mi permetto di suggerire una modifica allo statuto federale affinché sia prevista la rappresentanza dei genitori in Consiglio federale. Credo che i tempi siano maturi per una riforma veramente innovativa.

Ezio RINALDI