29 giugno 2025

LA POLITICA E LE ELEZIONI CONI

Luciano BUONFIGLIO

Il giorno 26.06.2025 si sono tenute le elezioni per il rinnovo delle cariche relative alla govenance del CONI. I candidati al vertice del massimo ente sportivo erano il Presidente della federcanoa Luciano Buonfiglio e l'ex Presidente del CIP Luca Pancalli: ha vinto il primo.
Possiamo chiamarlo successo, questa elezione del Presidente Buonfiglio al CONI? Oppure è una renovatio nei nomi, ma non nella sostanza?

Pancalli, che era il candidato forte del ministro dello sport Abodi, ha perso la poltrona per più di un soffio, seggio che forse gli è stato sfilato da sotto le terga, grazie a un gioco di abili maestri tra i quali ci possiamo inserire anche autorevoli dirigenti della scherma. Eh, sì perché gli immarcescibili ed intramontabili forti figure frequentano i corridoi del CONI con passi felpati, non li vedi ma ci sono e la loro azione è quanto mai efficace. In questo quadro va letta la numerosa presenza dei rappresentanti della scherma tra Consiglio Nazionale (Sandro CUOMO) e Giunta del CONI.
Non che la elezione della prestigiosa Diana BIANCHEDI (Vice Presidente Vicario) possa essere dipesa dalle precitate figure, però una qualche influenza certamente l’hanno avuta, in particolar modo per l’elezione del Dr. MONTINI, Vice Presidente della FIS, anche se, a mio avviso, per il ruolo che riveste all’interno della FF.OO può essere stato individuato quale autorevole rappresentante dei gruppi sportivi in divisa. Comunque la si metta nel massimo ente sportivo nazionale sono entrati ben tre esponenti del mondo scherma: due in Giunta e uno in Consiglio Nazionale. Esce Paolo PIZZO, al quale auguro di ricoprire altri prestigiosi incarichi sportivi e non: per la sua carriera sportiva e per la persona che è se lo meriterebbe. Mi sia consentita una mia supposizione: tra gli autorevoli ed immarcescibili io ci vedo la figura del Presidente Onorario della FIS, Giorgio SCARSO, e se ciò dovesse corrispondere al vero beh ciò testimonierebbe che si sia mosso da gran politico sportivo e bisognerebbe dargliene atto.

Luca PANCALLI

Il neo Presidente BUONFIGLIO rappresenta la continuità del tracciato di Malagò, ma non il rinnovamento, mentre la BIANCHEDI, sicuramente è il futuro.

Come spiegavo prima, considerato l’impegno del Ministro ABODI, il quale è stato un baluardo contro il quarto mandato o eventuale proroga del Presidente uscente, sembrerebbe esserene uscito malconcio dalla tenzone elettorale, in realtà lo sport è indipendente e per quanto la politica voglia avere un certo peso nelle lezioni sportive poi sono gli elettori che decidono, quindi direi che il Ministro abbia avuto successo facendo applicare le regole e stoppando Malagò, avrebbe perso se effettivamente sia stato un sostenitore di PANCALLI. Su quest’ultimo vale la pena spendere pochissime ma sentite parole: dirigente di altissimo livello ed in possesso di una incredibile umanità. La sua candidatura meritava ben altro epilogo, in bocca al lupo per il futuro Presidente.

Tornando alle elezioni, di fatto, chi ha vinto?

Se pensiamo alla indigesta riforma sportiva, quella che ha stomacato il 100% dei club, della quale parlano tutti, ma verso la quale nessuno mette mano alle armi (politiche si intenda bene!), se non per controriformarla almeno ad aggiustarla, dobbiamo dire che nemmeno Malagò nei suoi dodici anni di regno abbia avuto il coraggio di metterci le mani.

Ebbene va detto che la politica proprio perchè ci si è messa di mezzo, ha perso. Hanno perso in particolar modo i vari Barelli(nuoto) e Binaghi(tennis) da sempre acerrimi avversari di Malagò. Al di là degli schieramenti, dei vincitori e dei vinti, è auspicabile una visione più ampia con una politica che sappia attendere alle aspettative delle federazioni, con un impegno a rivedere anche la precitata riforma, quella a cui nessuno vuole mettere mani.

Non va dimenticato che la riforma dello sport fu firmata a suo tempo da Giorgetti, che ora è il Ministro del tesoro. È pertanto lecito chiedersi se con questo per nulla timido segnale dato alla Politica, per i 14 milioni di sportivi italiani inizi una nuova era oppure quello andato in onda è solo un cambiamento di persone, ovvero cambiare per non cambiare niente.

Infine, tenendo conto che Buonfiglio ha 74 anni, e arriverà alla fine del suo primo mandato alle soglie degli 80, non possiamo ignorare che dietro di lui già si vede affacciarsi il futuro con il bel sorriso di Diana Bianchedi.

A tutti gli eletti, in particolar modo i rappresentati della scherma, i migliori auguri di un proficuo e significativo lavoro.

Fabrizio ORSINI

 

28 giugno 2025

LUTTO NEL MONDO DELLA SCHERMA

Lutto nel mondo della scherma, questa mattina, alle ore 07,00, è venuta a mancare all'affetto dei suoi cari la signora MIGLIORE Carmela M.Rosaria, moglie del maestro Saverio CRISCI e mamma di Angelo e Matilde, nata a San Felice a Cancello il 19 luglio 1942. Insegnante.
I Funerali avranno luogo martedì 1 Luglio alle ore 10:00.
Chiesa Parrocchiale di San Cipriano, Via di Torrevecchia, 169, 00168 Roma RM
Al Maestro Saverio ed ai figli Angelo e Matilde, giungano le sentite condogliaze mie e di tutta la PIAZZA.
Ezio RINALDI

22 giugno 2025

CAMPIONATI EUROPEI DI GENOVA - DIRETTORI DI TORNEO ED ELEZIONI CONI.

Delegazione Azzurra
SI sono appena conclusi i Campionati Europei Assoluti di Scherma svoltisi a Genova dal 14 al 19 giugno2025 e per l’Italia è stata una manifestazione estremamente positiva sia dal punto di vista tecnico che organizzativo. Ben 13 le medaglie conquistate dagli azzurri, così distribuite:

3 ORI: Guillaume Bianchi (fioretto maschile individuale) Squadra fioretto femminile (Martina Batini, Anna Cristino, Arianna Errigo, Alice Volpi) Squadra fioretto maschile (Guillaume Bianchi, Alessio Foconi, Filippo Macchi, Tommaso Marini)

2 ARGENTI: Matteo Galassi (spada maschile individuale) Squadra sciabola maschile (Luca Curatoli, Michele Gallo, Matteo Neri, Pietro Torre)

8 BRONZI: Martina Batini (fioretto femminile individuale), Andrea Santarelli (spada maschile individuale), Tommaso Marini (fioretto maschile individuale), Sara Maria Kowalczyk (spada femminile individuale), Alberta Santuccio (spada femminile individuale), Squadra spada maschile (Davide Di Veroli, Matteo Galassi, Andrea Santarelli, Gianpaolo Buzzacchino), Squadra sciabola femminile (Michela Battiston, Chiara Mormile, Mariella Viale e Manuela Spica), Squadra spada femminile (Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi, Alberta Santuccio, Lucrezia Paulis).

Sotto l’aspetto organizzativo mi esprimo per quel che ho visto tramite le immagini televisive e questo è uno degli aspetti più positivi, cioè la copertura dell’evento da parte dell’emittente di Stato. Immagini molto belle anche grazie ad un’ottima scenografia. La parte dolente riguarda gli spettatori presenti, pochi per la verità, e qui vorrei fare una riflessione: quando si decide di far pagare il biglietto d’ingresso vuol dire che si è in grado di offrire uno spettacolo e che si siano attivate tutte le risorse, umane, organizzative e mediatiche per il raggiungimento dell’obiettivo. Evidentemente su questo piano molto c’è ancora da fare e la federazione lo ha capito, tant’è che è alla ricerca di una agenzia specializzata in marketing e questa è la strada giusta: si vada avanti!

Un aspetto che mi è piaciuto meno è stato il modo di presentarsi di alcuni dirigenti, ivi compreso il Presidente, poco eleganti e molto casual, eccezion fatta per la dott.ssa ALBINI, sempre molto raffinata e di bella presenza. In una manifestazione internazionale il vestito fa il monaco.

Colgo l’occasione per parlare anche di un altro aspetto che non attiene ai Campionati Europei anche se non è proprio da escludere.

Nell’era moderna in cui la tecnologia la fa da padrone, alcune figure tendono a sparire o, quantomeno, essere sostituite dalla macchina e qui la domanda viene da se: “

Che fine hanno fatto i Direttori di Torneo?” Perché una gara di scherma funzioni ci vuole qualcuno che la diriga: il Direttore di Torneo. Prima che le competizioni fossero supportate da un software tutte le procedure erano fatte a mano (iscrizioni, formazione dei gironi, classifica dopo il primo turno, tabellone di eliminazione diretta, e così via). È stato così fino agli anni ’90 e il lavoro del direttore di gara era davvero enorme e complesso. Da non sottovalutare era la designazione degli arbitri per gli assalti, compito particolarmente delicato in quanto non è sufficiente evitare conflitti di provenienza ma bisogna conoscere bene, in un ambiente così piccolo, anche i rapporti interpersonali fra i vari soggetti coinvolti, atleti e relativi familiari, maestri presenti e passati, cambi di società, litigi pregressi, per non commettere l’errore di mandare un arbitro su un assalto dove tira la fidanzata del fratello o un atleta seguito da un ex maestro dell’arbitro stesso (inutile specificare che non esistono arbitri che non siano stati schermitori). Non da ultimo, il compito di dover prendere decisioni immediate in caso di contestazioni o opposizioni tecniche. Il lavoro dei direttori di torneo si è semplificato parecchio con l’arrivo dei “computeristi” tranne che per le designazioni. I componenti delle varie commissioni GSA che si sono succedute, hanno da sempre affiancato i DT in questa funzione anche se formalmente la responsabilità della designazione è del Direttore.

Capita spesso però che il DT  non decida nulla.. Negli ultimi 15 anni solo tre Direttori di Torneo si sono affermati, dirigendo tutte le gare più importanti: Alessandro Cecchinato che ha coronato la sua carriera dirigendo le olimpiadi di Rio, Giuseppe Bucca che sta seguendo le orme di Cecchinato e Federico Surano da poco entrato nelle liste della confederazione europea. In realtà anche Gigi Tempesta ha fatto parte di alcune Direzioni di Torneo “importanti” ma ….

A sancire la decadenza di questa “figura” è l’assenza in Commissione arbitrale di un rappresentante dei Direttori di Torneo, eccezion fatta per la Consigliera federale Daria Marchetti, ex della categoria, ma la sua funzione è quella di collegamento tra la Delegazione arbitrale ed il Consiglio Direttivo e non quella di rappresentare i Direttori di Torneo. Attualmente per il “referente” di detta figura è stato individuato l'ing. Raffaele Ponturo (computerista), persona preparata e rispettabilissima ma non Direttore di Torneo. Quindi che fine hanno fatto gli altri appartenenti alla categoria? Ce ne sono tanti in attività e da diversi anni, conosciuti solo a livello regionale o interregionale. C’è qualcosa che non va e, forse, un po’ di oggettività e trasparenza in più nelle convocazioni non guasterebbe. E’ un mio pensiero che vuole essere solo un contributo di idee.

Il 27 giugno prossimo ci saranno le elezioni per il rinnovo delle cariche elettive del CONI e la Federazione Italiana Scherma avrà un suo rappresentante in Sandro CUOMO che è già stato eletto per la categoria “Tecnici”. Forse sarebbe stata l’occasione di proporre un dirigente della scherma proveniente o rappresentante i club: probabilmente i giochi sono già fatti e ciò non è stato possibile. In un ambito in cui tra i candidati circolano nomi come Carraro o Buonfiglio non sarebbe stato male indicare per la Giunta il Presidente Onorario della federazione Italiana Scherma Giorgio Scarso. Non lo dico con ironia, sono serio, perché una tale figura con tutta l’esperienza acquisita in tanti anni di battaglie politiche ci sarebbe stata bene. La mia è una riflessione fatta, come sempre, alla luce del sole.

Ezio RINALDI

11 giugno 2025

OTTIMIZZAZIONE GARE ED INCASSI

È notizia fresca, tramite la voce del Presidente federale, che il prossimo calendario agonistico sarà rinnovato, benchè l’unica novità sembra essere che le gare Cadetti, Giovani e Assoluti, saranno accorpate in un unico evento.

I successivi cambiamenti saranno invece proposti dalla stagione successiva alla prossima, e non sembra che ci daranno per ora anticipazioni significative.

Come promesso in campagna elettorale le innovazioni nel calendario gare sono arrivate e di certo per le società e i tecnici, sarà un miglioramento in quanto gli spostamenti saranno ridotti al minimo. A questo si aggiunge il vantaggio che inaugurando il biglietto per guardare i Campionati italiani assoluti, grazie all’accorpamento dei tre campionati, l’afflusso di spettatori sarà decisamente più alto, con evidente beneficio economico per la FIS.

A valle dell’ottimo bilancio federale lasciato dalla precedente amministrazione guidata da Paolo Azzi, ricco e ben strutturato, anzi, che ha saputo elargire alle società ben più soldi rispetto all’anno precedente, ci chiediamo cosa ci farà con questi nuovi introiti la nuova amministrazione.

“Ci sono molte cose da fare” è stato detto da più voci, e posso solo crederci, anche se con molta circospezione mi sembra che non cambierà un gran che in pedana nei prossimi quattro anni, se non negli incassi federali.

In un passaggio della dichiarazione del presidente FIS si parla di un “aumento di gare regionali”. Si paventa quindi all’orizzonte uno scenario interessante, ovvero quello in cui aumenteranno gli introiti da gare regionali ben più facili da organizzare dai COL per le quali la FIS incassa 10€ ad atleta senza dover spendere nulla in organizzazione, e vedere diminuire le gare di carattere nazionale nelle quali la FIS va a compensare le spese organizzative che sono sempre superiori agli introiti ottenuti dalle iscrizioni degli atleti. In questo modo nel bilancio federale la voce “Spese per gare” diminuirà, con un conseguente aumento di quella “Introiti da gare”. Se poi ci si inserisce una probabile diminuzione del numero di partecipanti al Campionato nazionale, vorrà dire che l’organizzazione potrà posizionare un numero basso di pedane, accorciare i tempi di gara, e quindi le spese, evitando di andare in negativo sul bilancino di gara stesso.

A vincere alla fine sarà la FIS, mentre solo in maniera apparente saranno le società le quali avranno meno probabilità di portare i propri atleti.

Dietro quindi un evidente risparmio per società ed atleti, il valore sportivo e nazionale di un campionato, passa da assoluto a campionato di categoria. Gli atleti militari saranno i veri protagonisti di queste gare, per i quali sarebbe interessante creare un campionato a sé, visto che sono a tutti gli effetti dei professionisti.

Questa riforma calendaristica la trovo personalmente limitata e centrata più su vantaggi federali, che globali che pur ci sono.

Detta riforma va quindi sperimentata e allo stesso tempo migliorata, tenendo conto che l’abbandono sportivo è elevatissimo non solo nella scherma, ma anche negli altri sport. Servirebbe un lavoro più profondo non solo all’interno delle singole federazioni, la nostra compresa, ma anche a livello CONI e di Ministero dell’Istruzione.

Servono quindi idee, strategie, capacità di dialogo e divisione delle mansioni, e convincere la Scuola italiana che non dobbiamo puntare solo sulla cultura, ma anche sulla formazione della persona, cosa che avviene anche grazie all’attività sportiva, sempre se vogliamo rendere lo sport italiano un qualcosa di utile alla società.

Fabrizio ORSINI

10 giugno 2025

CENTRO FEDERALE DI SCIABOLA

L’articolo che segue è una riflessione, scritta e pubblicata su facebook, da Michele BONSANTO, la quale è ben presto sparita, poiché, come arcinoto, ciò che viene pubblicato su meta resta in prima pagina il battito di una ciglia dopo di che ciò che ti interessa lo devi cercare sulla pagina dell’autore o su quelle di chi ha condiviso un certo argomento. Talchè ho pensato di rilanciarlo sulla PIAZZA dopo averne ottenuto il consenso dall’autore.

Come sempre, il pensiero tecnico di Michele è molto lucido e nella sua riflessione pone in evidenza alcune considerazioni che sono assolutamente condivisibili, in particolar modo quando fa riferimento ad un centro federale e che nel passato ha visto la sua esistenza nell’era DI BLASI con la gestione tecnica di BAUER. Buona lettura

Ezio RINALDI

“Al recente Campionato Italiano Assoluto di sciabola, un evento senza precedenti: il titolo è stato conquistato da un ragazzo di appena 17 anni, Reale di Frascati e secondo il fratello di un solo anno più grande. Un risultato unico nella storia, che più che un motivo di festa deve far riflettere sullo stato di crisi della sciabola italiana.

Che un atleta così giovane vinca il titolo assoluto non è un merito, ma un segnale d’allarme: testimonia il livello tecnico e competitivo estremamente basso raggiunto dalla nostra disciplina. Questo risultato indica un declino che va affrontato con serietà e consapevolezza.

La responsabilità principale è da attribuire alle gestioni federali succedutesi nel tempo. La dirigenza federale Di Blasi, infatti, aveva creato e sostenuto il Centro Federale Unico di Roma, un ambiente fondamentale per la crescita tecnica e atletica degli schermidori, che permetteva un confronto quotidiano di alto livello e produceva risultati internazionali di eccellenza sia in campo maschile che femminile.

Le successive gestioni federali, hanno progressivamente smantellato questa struttura, portando la sciabola italiana a un lento e inesorabile declino. Nel corso degli anni, tanti talenti si sono persi proprio per la mancanza di un centro unico che offrisse condizioni di allenamento e formazione adeguate. Senza un ambiente strutturato e competitivo, questi giovani non hanno potuto esprimere appieno il loro potenziale e sarebbero potuti diventare atleti di alto livello.

Oggi, con una nuova dirigenza, si apre una speranza concreta: è imprescindibile riconoscere e valorizzare il ruolo strategico del Centro Federale Unico, fulcro indispensabile per rilanciare la sciabola italiana ai massimi livelli.

La vittoria di Reale deve essere interpretata non come un trionfo isolato, ma come un campanello d’allarme per tutta la Federazione e per il movimento schermistico nazionale. Senza un Centro Federale Unico, ogni tentativo di rilancio rischia di essere solo episodico.

Il futuro della sciabola passa dall’unità di intenti e dalla creazione di un ambiente di alta qualità, dove atleti, allenatori e staff tecnico lavorino insieme in sinergia, condividendo metodologie e stimoli continui. Solo così si potrà formare una nuova generazione di campioni capaci di competere con i migliori al mondo.

Reale rappresenta un potenziale straordinario, ma senza una struttura solida e una visione chiara rischia di rimanere un’eccezione. La storia recente insegna che senza opportunità e supporto adeguati, i talenti si perdono.

È tempo di investire seriamente nel Centro Federale Unico per restituire dignità, competitività e orgoglio alla sciabola italiana.

 Michele Bonsanto “

08 giugno 2025

UN BATTITO D'ALI IN AMERICA GENERA UN TORNADO NELLA SCHERMA

Sembra una specie di barzelletta, ma non lo è, la paventata promessa di aumentare i dazi sull’acciaio da parte di Trump, una cosa significativa per tutti i settori che questo prodotto lo usano, scherma compresa.

Avevamo già visto aumentare i costi del Maraging per le ormai inarrivabili armi FIE, ma che ci si sarebbe messo anche The Donald a rincarare la dose, non lo avremmo mai immaginato.

Il nuoto non ha questi problemi, come non li ha il calcio, il prezzo dell’ acqua e del prato non aumentano quanto il ferro, e il problema quindi non si pone. Per la verità non se lo pongono nemmeno tutte le federazioni schermistiche del resto del mondo, in quanto usano armi normali, cioè non Maraging, e divise 350N, i cui costi sono calmierati. Il problema se lo porrà la FIS, che la lungimiranza pare non la usi, quando si vedrà aumentare a dismisura i costi delle armi FIE, ma non le restrizioni di regolamento che le impongono dai cadetti in su.

La logica imporrebbe che con armi FIE le divise potrebbero essere 350N, ma la scelta FIS è stata per una lotta senza sosta al possibile incidente, ovvero armi e divise FIE così da dormire tranquilli.

Peccato che le statistiche ci dicono che anche con standard più bassi la percentuale di incidente è zero o prossima allo zero. L’unico che si è messo avanti sul costo delle armi, è la società Franchini, il cui costo di una lama, ha raggiunto un valore vertiginoso.

Cosa accadrà nei prossimi mesi? Custodiremo armi FIE come si fa con i Rolex, aspettando il momento migliore per vendere e fare cassa, oppure vedremo la FIS adeguare gli standard delle armi anche alle tasche delle famiglie italiane?

Come ben noto, uno degli elementi che rallenta la crescita numerica del movimento scherma è certamente il costo generale per partecipare all’attività agonistica e per fare una battuta: nella trasferta a Washington il nostro Presidente Onorario avrebbe potuto chiedere di essere ricevuto dal Presidente USA Trump per parlare dei dazi, riferiti esclusivamente alla scherma. 😅

A parte le battute, molto probabilmente sarebbe sufficiente l’utilizzo delle sole  divise 800N e tirare con armi FIS facendo risparmiare in modo consistente agli italiani una bella cifretta?

PENSIAMOCI!!!!

Fabrizio ORSINI

24 maggio 2025

INIZIATIVE FEDERALI: il ticket!

Mazzone ha presentato i campionati italiani assoluti con una importante novità: il biglietto di ingresso per vedere i nostri atleti. Ha parlato di ottime e studiatissime tariffe per chiunque vorrà vedere questo sport che, al momento, non gode di particolare appeal se non durante le olimpiadi o grandi manifestazioni schermistiche.

Probabilmente con tale impulso si cerca di valorizzare lo sport della scherma, il quale offerto gratis non ha lo stesso rilievo che con il pagamento di un ticket.  I numeri globali del movimento non sono elevatissimi e vale la pena ricordare che non siamo il tennis, pallavolo, basket o altri sport molto più attrattivi. Ciononostante credo che l’iniziativa federale vada condivisa e sostenuta, pur in presenza di oggettive riflessioni che debbono essere comunque fatte.

L’iniziativa è in linea con i campionati mondiali svolti a Milano nel 2024 e ovviamente alle varie edizioni di Coppa del Mondo che si svolgono in Italia e reputo che tornare indietro possa essere un fallimento quindi bisogna insistere e sperare che gli incassi aumentino sempre più. Speranza che si aggiunge a quella di vedere l’evento schermistico sempre più desiderato a livello nazionale ed appetibile per i network. In tale quadro avrei inizialmente disposto che una parte dell’incasso fosse destinata in beneficenza: si fa sempre in tempo!

Va segnalata però una buona notizia, relativamente alla stagione sportiva in corso: i numeri del campionato Gold e Silver stanno finalmente prendendo piede. L’idea voluta dalla precedente amministrazione federale ha permesso di allungare il calendario per gli schermitori meno dotati alla metà di giugno, periodo sportivo occupato dall’Olimpo dei campioni italiani. In tale contesto ci chiediamo se servirà o meno a fare ulteriori riflessioni anche per il campionato Gpg e quelli delle categorie successive, i quali potrebbero fatalmente slittare a dopo la fine della scuola, lasciando così feste religiose e laiche con i suoi formidabili ponti calendaristici agli svaghi di famiglia. Il ritmo dell’allenamento ne gioverebbe con i ringraziamenti di molte società e maestri. Idea folle? Pensiamoci!

Intanto prepariamoci anche ad acquistare i biglietti per assistere ai campionati europei di Genova, nella certezza di vedere degli assalti frizzanti e spettacolari, il tutto sempre nell’interesse della scherma.

Ezio RINALDI

14 maggio 2025

LA RESPONSABILITÀ DEL COMMISSARIO TECNICO E LA NECESSITÀ DI UNA RIFORMA STRUTTURALE NELLA SCIABOLA ITALIANA.

Qualche giorno fà mi è pervenuta da un certo sig. Michele la e-mail  che segue. L’autore, pur palesandosi come “Michele” al sottoscritto risulta anonimo, quindi non pubblicabile. Trattandosi di argomento particolarmente interessante lo faccio mio e lo pubblico a mia firma, pregando lo sconosciuto autore di palesarsi affinchè il suo contributo non sia attribuito ad un pavido signore che ha paura delle proprie idee.
“Gentile Ezio, desidero condividere con te questo mio pensiero, al quale attribuisco particolare importanza, pur non sapendo individuare con esattezza la sua collocazione più adeguata all'interno della pagina Confido nella tua sensibilità e competenza per valutarne l’inserimento nel punto che riterrai più opportuno. Ti ringrazio sin d’ora per l’attenzione. LA RESPONSABILITÀ DEL COMMISSARIO TECNICO E LA NECESSITÀ DI UNA RIFORMA STRUTTURALE NELLA SCIABOLA ITALIANA.
Essere commissario tecnico di una disciplina sportiva non significa solo occuparsi della selezione degli atleti o della gestione tecnica: è, prima di tutto, un incarico strategico che richiede visione, coerenza e la capacità di costruire un percorso solido e duraturo. Purtroppo, in Italia, questo ruolo viene spesso interpretato in modo riduttivo, come se bastasse cambiare il volto alla guida per risolvere problematiche che, invece, affondano le radici in un sistema che necessita di un ripensamento profondo.
Negli ultimi anni, la sciabola italiana ha visto alternarsi diversi commissari tecnici, senza che questo avvicendamento portasse a un reale rinnovamento nelle dinamiche operative o nella progettualità a lungo termine.
Si è preferito agire in superficie, evitando di affrontare le criticità strutturali che ostacolano lo sviluppo del settore.
Una delle questioni più delicate riguarda la gestione del ricambio generazionale.
La scelta di convocare atleti molto giovani, con l’intento di dar loro fiducia e opportunità, è un’idea condivisibile solo a patto che si accompagni a un percorso di crescita adeguato.
Nella realtà, spesso significa esporli prematuramente a contesti altamente competitivi, senza una preparazione tecnica e mentale sufficiente.
Un passaggio diretto dalle categorie giovanili all’élite internazionale è, nella maggior parte dei casi, inopportuno.
Come in ogni processo educativo, anche nello sport serve gradualità: non si può passare dalle scuole medie all’università senza una solida formazione intermedia.
Questo vale a maggior ragione nella sciabola, disciplina che, per sua natura, richiede tempo, esperienza e maturità.
Ciò che manca, oggi, è un vero centro tecnico nazionale: un polo di eccellenza dove i migliori atleti possano allenarsi fianco a fianco, quotidianamente, seguiti da un’équipe tecnica di alto profilo, in un ambiente organizzato, coerente e orientato allo sviluppo del talento. L’attuale frammentazione di risorse, competenze e intenti non consente di costruire un’identità forte e condivisa.
Ogni realtà procede isolata, spesso con obiettivi divergenti, con il rischio concreto di perdere atleti promettenti per mancanza di continuità o supporto.
La sciabola italiana sta attraversando una fase complessa. I risultati recenti e l’analisi attenta delle dinamiche interne lo confermano.
È tempo di riconoscere, con onestà e coraggio, che non ci troviamo di fronte a una crisi passeggera o legata a singole figure.
Si tratta, piuttosto, di una crisi sistemica che necessita di essere affrontata con serietà, competenza e visione.
Serve una riforma autentica, profonda, che guardi con lucidità al futuro, che metta al centro il merito, la formazione continua, la collaborazione tra le realtà territoriali e un investimento strutturato sui giovani.
Un percorso che non può prescindere dal coinvolgimento degli atleti più esperti, la cui presenza rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la crescita tecnica e umana delle nuove generazioni.
Solo attraverso un progetto ambizioso ma concreto sarà possibile restituire alla sciabola italiana il prestigio e la competitività che le sono propri.
Non si tratta soltanto di tornare a vincere. Si tratta, soprattutto, di ricostruire fiducia, identità e prospettiva per un'intera generazione di atleti e tecnici che meritano di operare in un sistema moderno, efficace e all’altezza delle loro ambizioni.”
Ezio RINALDI

03 maggio 2025

TERREMOTO NELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DI SCHERMA

TRADUZIONE IN ITALIANO
Egregio Presidente,
DECISIONI DEL COMITATO ESECUTIVO DELLA FIE
1. A seguito delle dimissioni del Sig. Emmanuel Katsiadakis (MH, GRE) del 24 aprile 2025, il Comitato Esecutivo della FIE si è riunito in videoconferenza il 30 aprile 2025.
Il Comitato Esecutivo ha accettato e ratificato la decisione del Sig. Emmanuel Katsiadakis.
In conformità con l'articolo 5.1 dello Statuto della FIE, in base al quale la gestione della FIE è affidata al Comitato Esecutivo tra un Congresso e l'altro, e al fine di garantire il regolare funzionamento della FIE, il Comitato Esecutivo ha nominato il Sig. Abdelmoneim ElHusseiny (EGY)
Presidente ad interim. Il Sig. ElHusseiny ha accettato e assumerà pertanto tutte le funzioni di
Presidente della FIE, come previsto dallo Statuto della FIE e da altri regolamenti.
La decisione del Comitato Esecutivo sarà sottoposta al Congresso della FIE per la ratifica nella sua
prossima riunione.
2. Il Comitato Esecutivo ha eletto il Sig. Novak Perovic (RSA) Vicepresidente della FIE.
3. Sono stati nominati nuovi rappresentanti del Comitato Esecutivo nelle seguenti commissioni:
• Commissione Arbitrale: Abdelmoneim ElHusseiny (EGY)
• Commissione SEMI: Novak Perovic (RSA)
4. Il gruppo responsabile della verifica dell'idoneità degli atleti, del personale di supporto degli atleti e dei funzionari tecnici internazionali in possesso di passaporto russo o bielorusso è composto come segue:
• Novak Perovic (RSA) Vicepresidente, Presidente del Gruppo
• Donald Anthony (USA) Vicepresidente
• Paolo Azzi (ITA) Membro del Comitato Esecutivo
• Ruben Limardo (VEN) Presidente della Commissione Atleti
• Haibin Wang (CHN) Membro del Comitato Esecutivo
Abdelmoneim ElHusseiny
Presidente ad interim

Non è dato conoscere le motivazioni che hanno indotto il Sig. Emmanuel Katsiadakis a rassegnare le proprie dimissioni da reggente della Federazione Internazionale di Scherma, però indiscrezioni riferirebbero, il condizionale è d'obbligo, che il tutto sia riconducibile ad una possibile lettera da inviare al Presidente degli USA, TRUMP, per invitarlo a rimuovere le sanzioni contro la Russia e conseguentemente contro Usmanov, iniziativa pare non condivisa dal dimissionario.

Non è peregrino supporre che nella testa di personaggi dalla visione filorussa una lettera possa essere il mezzo o lo strumento per rimuovere sanzioni adottate da USA-UE e SVIZZERA però, a mio modesto avviso, non c’è nessun motivo, soprattutto nell’attuale contesto politico, che un eventuale posizione benevola da parte degli USA comporti automaticamente un cambio di atteggiamento da parte del governo Svizzero, peraltro la confederazione elvetica è sede della FIE la quale è sottoposta alle sue leggi. Insomma una lettera di quel genere non avrebbe senso.

In rispetto dello statuto FIE, Katsiadakis sarebbe dovuto essere sostituito dalla Signora SAIDOVA, Segretario Generale  della Federazione, la quale parrebbe che abbia rifiutato di subentrare nella gestione in quanto appena arrivata e certe dinamiche funzionali e gestionali le sono ancora sconosciute e qui  una domanda è d'obbligo: come si fa a nominare Segretario Generale una persona non in possesso delle necessarie qualità e requisiti, per subentrare ad un Presidente dimissionario, così come prevede lo statuto FIE? A seguito di tale rinuncia il Comitato esecutivo ha nominato reggente l'egiziano Abdelmoneim ElHusseiny, che ha accettato la nomina. Il tutto dovrà essere ratificato dal prossimo congresso FIE e, chiaramente, non ci saranno problemi vista la schiacciante superiorità numerica di chi attualmente tira le fila della federazione.

Non è una bella immagine e si ha la sensazione di avere a che fare con un circolo chiuso, dove il grande capo ordina e tutti scattano in piedi, compresa la Svizzera, ma, è bene chiarirlo, non è così che funziona.

A controllare il tutto è sempre Usmanov ed il suo cerchio magico. In questo contesto la presenza di Paolo AZZI, del Dr. FIORE, di Maurizio RANDAZZO, di Giuseppe CAFIERO è rassicurante per gli interessi italiani e, comunque, serve per non restare fuori dalle stanze dei bottoni.

Una notizia passata sottobanco è l'uscita di Giandomenico VARALLO dalla commissione SEMI. Egli ne è (era) il presidente. Anche qui il condizionale è d'obbligo poichè le solite indiscrezioni riferiscono di significativi malintesi con la Signora SAIDOVA e sarebbe interessante conoscere le motivazioni che hanno dato origine alle precitate incomprensioni.

Insomma, ho l’impressione, tutta mia, che sulla FIE aleggino ombre che influiscono sulle decisioni assunte, quelle stesse ombre che gestiscono il potere economico ed organizzativo. Nulla di nuovo all'orizzonte poichè tutte le federazioni nazionali ed internazionali funzionano allo stesso modo, quindi nemmeno la FIS è immune da tutto ciò.

Che dire? Siamo di fronte ad un panorama non propriamente brillante e sarà così ancora per anni ma quello che mi appare ancor meno chiaro è l'appiattimento del rappresentante Statunitense, Sig. Donald Anthony sulle posizioni filorusse: evidentemente gli USA, sotto, sotto, stanno con i moscoviti.

Ezio RINALDI

 

 


26 aprile 2025

QUALCOSA DI STRANO CHIAMATO DEMOCRAZIA


Mi incuriosisce molto vedere certi movimenti a livello di politica e giustizia all’interno dello sport. Sebbene quella sportiva sia di ordine enormemente inferiore rispetto alla politica e alla giustizia che chiamiamo ordinaria, ha un qualcosa di strano che mi incuriosisce da tempo.

Mi incuriosisce vedere persone inesperte che diventano acclamatissimi dirigenti sportivi, perché “tanto si faranno”, coperti da, questi sì, espertissimi dirigenti, che si suppongono oramai sul viale del tramonto, e quindi innocui, ma che si rivelano essere più che mai in auge, se non addirittura dei veri e propri dèi ex scrimia machina.

E che dire delle politiche locali, se non che hanno sempre meno potere del quadriennio passato, unito al fatto che con la nuova dirigenza di Sport e salute che ha messo a regime i suoi edifici sportivi, si trova a sfrattare i Comitati regionali che ora battono cassa, in quanto non hanno nemmeno un ponte dove andare a ripararsi?

Non ultima la questione della giustizia sportiva. Rumors, pettegolezzi, voci della gente che si lamentano, come diceva Tina Pica a De Sica. Non ho motivo di farlo io, che me ne guardo bene dallo sfiorare l’argomento, pur sempre delicato e complesso, ma importante e necessario, in quanto è un luogo in cui saper posizionare gli uomini al suo interno è fondamentale per il buon svolgimento del quadriennio olimpico. Se quindi chi viene eletto è in grado di costruire in maniera brillante entrambi gli staff (quello della giustizia e quello della dirigenza), allora è stoccata, assalto, torneo.
Ma è vera democrazia? Se lo chiedono in tanti, come anche Alessandro Barbero il quale in molti suoi interventi da storico esperto, estende da tempo questo tema alle grandi democrazie moderne. Non è forse un momento di crisi della democrazia? Cioè del suo concetto e della sua efficacia? È davvero un potere del popolo? Qualcuno la chiama post-democrazia, dove sì, il popolo elegge, ma poiché si conoscono i metodi elettorali, e le varie forme di pressione mediatiche, chi ha in mano gli strumenti per spingere il voto po il consenso in una direzione piuttosto che un’altra, alla fine vince la poltrona. E siccome conosce i meccanismi che fanno salire e scendere gli incarichi e gli incaricati, una volta raggiunto l’obiettivo elettorale, tutto il resto diventa un gioco da ragazzi.

Non ricordo dove ho letto che in termini di pace le monarchie battono le repubbliche, perché negli ultimi 80 anni, gli unici a fare e promuovere le guerre, sono stati i grandi paesi repubblicani, mentre le monarchie se ne sono ben guardate. L’articolo era provocatorio, scritto per stimolare la discussione, quantunque accesa, e sebbene nello sport il meccanismo elettorale sia democraticissimo, pur tuttavia vi sono delle combinazioni tali che rendono l’eletto capace di un enorme potere, quasi simile (e paradossalmente) a quello monarchico.

Un paradosso del tutto sportivo, in cui non sempre se ne hanno i giovamenti speculari di cui accennavo all’inizio del paragrafo. Spesso i monarchi sportivi creano stasi, miasmi, dinamiche stancanti, e soprattutto una sorta di paralisi nel campo dell’innovazione che meriterebbe un approfondimento per lo meno sociologico, oltre che politologico.

Le formule per rendere le elezioni più efficaci in termini democratici potrebbero essere molte, ma mi rendo conto che a ogni meccanismo immaginato per migliorarlo, potrebbe seguire una regola per aggirarlo o renderlo peggiore del precedente. Mi chiedo quindi se siamo o no in un clima di post-democrazia sportiva, quella in cui è stato trovato il modo di far funzionare a comando il meccanismo elettorale e far andare i voti nell’urna di chi il potere l’ha costruito e consolidato negli anni.

Un dato è certo, la FIS dall’ultima elezione ne è uscita ben spaccata in due parti quasi uguali, una situazione che non si era mai verificata prima.
Quanto durerà questo strano equilibrio in questa strana cosa chiamata democrazia?

Fabrizio ORSINI