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Delegazione Azzurra |
SI sono appena conclusi i
Campionati Europei Assoluti di Scherma svoltisi a Genova dal 14 al 19
giugno2025 e per l’Italia è stata una manifestazione estremamente positiva sia
dal punto di vista tecnico che organizzativo. Ben 13 le medaglie conquistate
dagli azzurri, così distribuite:
3 ORI: Guillaume Bianchi (fioretto
maschile individuale) Squadra fioretto femminile (Martina Batini, Anna
Cristino, Arianna Errigo, Alice Volpi) Squadra fioretto maschile (Guillaume
Bianchi, Alessio Foconi, Filippo Macchi, Tommaso Marini)
2 ARGENTI: Matteo Galassi (spada maschile
individuale) Squadra sciabola maschile (Luca Curatoli, Michele Gallo, Matteo
Neri, Pietro Torre)
8 BRONZI: Martina Batini (fioretto femminile
individuale), Andrea Santarelli (spada maschile individuale), Tommaso Marini
(fioretto maschile individuale), Sara Maria Kowalczyk (spada femminile
individuale), Alberta Santuccio (spada femminile individuale), Squadra spada
maschile (Davide Di Veroli, Matteo Galassi, Andrea Santarelli, Gianpaolo
Buzzacchino), Squadra sciabola femminile (Michela Battiston, Chiara Mormile,
Mariella Viale e Manuela Spica), Squadra spada femminile (Rossella Fiamingo,
Giulia Rizzi, Alberta Santuccio, Lucrezia Paulis).
Sotto l’aspetto organizzativo mi esprimo per quel che
ho visto tramite le immagini televisive e questo è uno degli aspetti più
positivi, cioè la copertura dell’evento da parte dell’emittente di Stato.
Immagini molto belle anche grazie ad un’ottima scenografia. La parte dolente
riguarda gli spettatori presenti, pochi per la verità, e qui vorrei fare una
riflessione: quando si decide di far pagare il biglietto d’ingresso vuol dire che
si è in grado di offrire uno spettacolo e che si siano attivate tutte le risorse,
umane, organizzative e mediatiche per il raggiungimento dell’obiettivo.
Evidentemente su questo piano molto c’è ancora da fare e la federazione lo ha
capito, tant’è che è alla ricerca di una agenzia specializzata in marketing e
questa è la strada giusta: si vada avanti!
Un aspetto che mi è piaciuto meno è stato il modo di
presentarsi di alcuni dirigenti, ivi compreso il Presidente, poco eleganti e
molto casual, eccezion fatta per la dott.ssa ALBINI, sempre molto raffinata e
di bella presenza. In una manifestazione internazionale il vestito fa il
monaco.
Colgo l’occasione per parlare anche di un altro aspetto che non attiene ai
Campionati Europei anche se non è proprio da escludere.
Nell’era moderna in cui la tecnologia la fa da padrone, alcune figure
tendono a sparire o, quantomeno, essere sostituite dalla macchina e qui la
domanda viene da se: “

Che
fine hanno fatto i Direttori di Torneo?” Perché una gara di scherma funzioni ci
vuole qualcuno che la diriga: il Direttore di Torneo. Prima che le competizioni
fossero supportate da un software tutte le procedure erano fatte a mano (iscrizioni,
formazione dei gironi, classifica dopo il primo turno, tabellone di
eliminazione diretta, e così via). È stato così fino agli anni ’90 e il lavoro
del direttore di gara era davvero enorme e complesso. Da non sottovalutare era
la designazione degli arbitri per gli assalti, compito particolarmente delicato
in quanto non è sufficiente evitare conflitti di provenienza ma bisogna
conoscere bene, in un ambiente così piccolo, anche i rapporti interpersonali
fra i vari soggetti coinvolti, atleti e relativi familiari, maestri presenti e
passati, cambi di società, litigi pregressi, per non commettere l’errore di
mandare un arbitro su un assalto dove tira la fidanzata del fratello o un
atleta seguito da un ex maestro dell’arbitro stesso (inutile specificare che
non esistono arbitri che non siano stati schermitori). Non da ultimo, il
compito di dover prendere decisioni immediate in caso di contestazioni o
opposizioni tecniche. Il lavoro dei direttori di torneo si è semplificato
parecchio con l’arrivo dei “computeristi” tranne che per le designazioni. I
componenti delle varie commissioni GSA che si sono succedute, hanno da sempre
affiancato i DT in questa funzione anche se formalmente la responsabilità della
designazione è del Direttore.
Capita spesso però che il DT non decida nulla.. Negli ultimi 15 anni solo
tre Direttori di Torneo si sono affermati, dirigendo tutte le gare più
importanti: Alessandro Cecchinato che ha coronato la sua carriera dirigendo le
olimpiadi di Rio, Giuseppe Bucca che sta seguendo le orme di Cecchinato e
Federico Surano da poco entrato nelle liste della confederazione europea. In
realtà anche Gigi Tempesta ha fatto parte di alcune Direzioni di Torneo
“importanti” ma ….
A sancire la decadenza di questa
“figura” è l’assenza in Commissione arbitrale di un rappresentante dei Direttori di Torneo, eccezion fatta per la Consigliera federale Daria Marchetti, ex della categoria, ma la sua funzione è quella di collegamento tra la Delegazione arbitrale ed il Consiglio Direttivo e non quella di rappresentare i Direttori di Torneo. Attualmente per il “referente” di detta figura è stato individuato l'ing. Raffaele Ponturo (computerista), persona preparata e rispettabilissima ma non
Direttore di Torneo. Quindi che fine hanno fatto gli altri appartenenti alla
categoria? Ce ne sono tanti in attività e da diversi anni, conosciuti solo a
livello regionale o interregionale. C’è qualcosa che non va e, forse, un po’ di
oggettività e trasparenza in più nelle convocazioni non guasterebbe. E’ un mio
pensiero che vuole essere solo un contributo di idee.

Il 27 giugno prossimo ci saranno le
elezioni per il rinnovo delle cariche elettive del CONI e la Federazione
Italiana Scherma avrà un suo rappresentante in Sandro CUOMO che è già stato
eletto per la categoria “Tecnici”. Forse sarebbe stata l’occasione di proporre
un dirigente della scherma proveniente o rappresentante i club: probabilmente i
giochi sono già fatti e ciò non è stato possibile. In un ambito in cui tra i
candidati circolano nomi come Carraro o Buonfiglio non sarebbe stato male
indicare per la Giunta il Presidente Onorario della federazione Italiana
Scherma Giorgio Scarso. Non lo dico con ironia, sono serio, perché una tale
figura con tutta l’esperienza acquisita in tanti anni di battaglie politiche ci
sarebbe stata bene. La mia è una riflessione fatta, come sempre, alla luce del
sole.
Ezio RINALDI