29 luglio 2025

TBILISI - CAMPIONATI DEL MONDO DI SCHERMA: Medaglia d'oro per l'Italia nella sciabola maschile a squadre.

L’Italia della sciabola maschile conquista un meritatissimo oro mondiale, frutto non solo del talento individuale ma di un lavoro tecnico e organizzativo finalmente coerente e lungimirante.
In finale contro l’Ungheria, gli azzurri hanno anche saputo approfittare di una scelta tattica avversaria: il CT magiaro ha schierato Iliasz al posto del più esperto Szatmari, e proprio su Iliasz l’Italia ha costruito il vantaggio decisivo. Una gestione attenta, lucida, che ha mostrato maturità schermistica e consapevolezza tattica.
Come sempre nelle gare a squadre, Luca Curatoli si è confermato un trascinatore assoluto. La sua capacità di reggere la pressione, dettare i ritmi e guidare i compagni nei momenti delicati è ormai una certezza. Una leadership tecnica e mentale che rappresenta un riferimento per tutto il gruppo.
Ma il vero punto di svolta è stato l’allenamento condiviso e continuativo tra Gallo, Torre e Neri a Bologna, sotto la guida del ct Terenzio, così come fece intelligentemente con la nazionale ucraina. 
Non si è trattato di un semplice periodo collegiale, ma di un percorso strutturato che ha dato finalmente corpo all’idea, da sempre sostenuta da chi vive la scherma in profondità,  che i più forti debbano allenarsi insieme ogni giorno. Non saltuariamente, non “quando capita”, ma in un ambiente tecnico stabile, competitivo.
Il risultato è stato visibile in pedana: sincronia, intesa, capacità di gestire i cambi e coprire i momenti critici in modo collettivo.
Un gruppo che ha funzionato da squadra, perché ha lavorato come squadra.
Ecco perché questa vittoria rappresenta anche una conferma strategica:
l’Italia ha bisogno di un centro tecnico permanente per la sciabola, dove gli atleti di vertice possano allenarsi fianco a fianco ogni giorno, seguiti da uno staff di alto livello.
Un centro fisso, meritocratico, orientato all’eccellenza, che possa servire non solo alla Nazionale maggiore ma anche a far crescere il ricambio, i giovani di prospettiva, gli sparring di qualità.
Un luogo dove il confronto elevi il livello tecnico di tutti. Ma sappiamo che sono scelte politiche.
L’oro di oggi non è frutto del caso, ma di un metodo. Un metodo che va riconosciuto, consolidato e reso stabile nel tempo.
L’Italia può restare ai vertici. Ma solo se sceglie con decisione la strada della qualità quotidiana.
E questa passa, inevitabilmente, da un centro tecnico fisso, strutturato e condiviso.
Michele BONSANTO 

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