Dal 13 gennaio c.a. sono stati
pubblicati diversi articoli riguardanti le incompatibilità, il settore
arbitrale e la diffusione di dati personali. Per la precisione i post relativi
alle predette tematiche sono stati i seguenti ed a fianco di ciascuno le relative
letture:
- CHIARIMENTI SU INCOMPATIBILITA’ – letture n. 583;
- LETTERA APERTA AL DOTT. FILECCIA – letture n. 131;
- RISPOSTA DEL DOTT. FILECCIA – letture n. 200;
- LETTERA APERTA AL PRESIDENTE F.I.S. – letture n. 506;
- 2^ LETTERA APERTA AL PRESIDENTE F.I.S. – letture n. 512;
- RISPOSTA DEL PRESIDENTE F.I.S. ALLE LETTERE APERTE – letture n. 287;
- DIFFUSIONE DATI PERSONALI – letture n. 085
Come si può notare gli argomenti
hanno suscitato parecchio interesse, ma a fronte di tante letture non corrisponde
un adeguato numero di commenti. Sono, pertanto, indotto a credere che i
frequentatori del blog vogliono leggere ma non intervenire e ciò perché
l’esposizione potrebbe portar loro del nocumento e sono altrettanto certo che
vorrebbero sapere dove porta tutta questa cagnara.
Personalmente non credo che si
voglia arrivare alla destabilizzazione politico/amministrativa della
FEDERAZIONE (a mio avviso non ne sussisterebbero gli estremi), suppongo che si
desideri una più convincente trasparenza sulla operatività della F.I.S.. In tal
senso ritengo che in alcuni passaggi delle risposte fornite abbia messo la
testa nella sabbia – tutti sanno tutto e come spesso affermo: ciò che non si fa
o non si dice non si sa, viceversa nel mondo della scherma parlano anche i muri
– per cui sono indotto a credere che non si sia voluto affrontare la situazione
per quella che è realmente: sarebbe molto più semplice e dignitoso affermare la
verità e prendere i conseguenti provvedimenti, costi quel che costi. Ma cosa
costerebbe realmente?
Cosa diversa è la diffusione di
dati personali, soprattutto se interessano i minori, per la qual cosa ci sono
delle precise leggi e regolamentazioni vigenti, però anche qui bisogna capire
dove si vuole andare a parare. Mi spiego meglio: le sanzioni per tale
violazione sono di tipo amministrativo e mi sono preoccupato di fare una
ricerca sull’entità dei provvedimenti. Il Garante per la Privacy può comminare
sanzioni fino a 90.000 euro, da quello che mi è dato conoscere il provvedimento
più pesante è stato di 36.000 euro e nei casi più frequenti di condanna di
2.400 euro. Atteso che le somme verrebbero pagate dalla F.I.S., quale ulteriore
aspetto si vorrebbe porre in evidenza, visto e considerato che il tutto si
racchiuderebbe in poche migliaia di euro di multa? O forse si intende porre in risalto
che il Presidente F.I.S., in quanto unico responsabile dei dati relativi ai
tesserati, non è in grado di garantirne la protezione?
Su quest’ultimo argomento mi è
stata posta la domanda: ”Secondo te Malagò cercherà di informarsi in maniera
ufficiosa, prima di esporsi con una posizione ufficiale, qualunque ne sia il
contenuto?”. La mia risposta: “Non credo, ritengo che tutte le informazioni le
avrà dalla F.I.S..”. Su questa mia opinione vale il proverbio “chiedete
all’oste se il vino e buono”.
Mi auguro che qualcuno voglia
intervenire, a chiarimento delle varie posizioni.
Ezio RINALDI
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