Le polemiche di questi ultimi giorni, nate da un
articolo a firma del sig. Gianfabio Monaco, a mio avviso sono uscite fuori dal
seminato. Un conto è il confronto dialettico, sia pure duro ed aspro, altro
sono le violenze sulle persone, ed a me sembra che questo sia accaduto.
Sono
stato taggato su una foto che nulla ha a che vedere con la mia persona, ma tant’è
vivendo una realtà virtuale come Facebook bisogna saperne accettare le
conseguenze. Potrei cancellare alcune
amicizie evitando così, per il futuro, fastidiosi commenti ed interventi, ma
non è nel mio stile. Vorrei soltanto che se qualcuno avesse delle cose da dire
sui vari argomenti, le dicesse nel luogo preposto a questo scopo. Capisco anche
che intervenire in tale luogo significherebbe andare contro il sistema. E’
innegabile che sul blog da me gestito siano stati inviati commenti di “Anonimi” che
avrebbero voluto essere pubblicati, commenti peraltro particolarmente
favorevoli all’attuale Amministrazione Federale, quindi non capisco perché
nascondersi. Comunque ognuno è padrone di se stesso e decide come meglio
comportarsi.
Mi ha fatto molto piacere leggere sulla mia pagina Facebook la
condanna agli anonimi, quindi qualcuno condivide la mia linea editoriale. Comunque
per “Anonimo” intendo una persona che non è rintracciabile, ma quando ne
conosco l’indirizzo ed i dati di identificazione non ho bisogno di foto per
sapere chi è. Tutto ciò detto, quanto emerso dal confronto ha posto in evidenza
una serie di, chiamiamole “particolarità”, che meriterebbero quanto meno una analisi
seria da parte di chi dovrebbe garantire l’applicazione delle proprie norme e
codici.
Ringrazio chi ha ritenuto che scrivere sul diario
altrui sia piuttosto
scortese. Lascerò la mia pagina Facebook aperta, nella certezza che le
persone che vi accedono lo facciano con il giusto equilibrio. Per ultimo non
intendo entrare in polemica con nessuno, ma continuerò a scrivere di ciò di cui
gli altri non raccontano per paura di ritorsioni e, credetemi, io ne sono
testimone.Ancora una volta BUON ANNO a tutti.
Ezio RINALDI
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