Il 10 luglio u.s. ho
pubblicato un post nel quale ho fatto accenno ad un esposto che molto
probabilmente era stato inoltrato alla procura federale e che vedeva coinvolti
alti dirigenti FIS nella vicenda INGARGIOLA/SEMINARA. In quella circostanza ho
auspicato una trattazione giudiziaria massimamente chiara e trasparente,
considerato che ho sempre sostenuto il principio secondo cui NASCONDERE NON
SERVE A NIENTE, ESSERE CHIARI SI! .
In ossequio a tale generale auspicio, dato il mio interesse per la
giustizia federale, qualche giorno fa ho ricevuto l’invito a presenziare
all’udienza che si è tenuta ieri presso gli uffici FIS, e che ha visto ancora
una volta imputato il dott. Maurizio Gioacchino Seminara per fatti che, mi era
stato detto, avrei dovuto apprendere nel corso di quella stessa udienza per
poter giungere ad un giudizio avulso da qualsivoglia influenza. Quindi, avendo
raccolto quell’invito mi sono presentato in Aula dove ho notato il Presidente
del Collegio Giudicante, Dr. FLOREANI fissarmi con l’aria di chi volesse
chiedere a quale scopo fossi lì.
Per toglierlo dall’imbarazzo ho chiesto se l’udienza fosse pubblica al
fine di potere assistere ma questi, con fare imprevedibilmente amichevole e
familiare, (atteggiamento che ho molto apprezzato seppure era la prima volta che
scambiavo due parole con lui), mi ha così risposto: caro Ezio, esigenze di
riservatezza connesse alla delicatezza delle questioni mi obbligano a svolgere
l’udienza a porte chiuse!
Devo dire che mi sono alquanto stupito, però, dovendo pur prendere
atto di quella determinazione ho atteso la fine dell’udienza per conoscere i
provvedimenti adottati. Dopo un’ora circa uscivano dall’aula i due Procuratori
e l’avvocato PUGLISI, difensore del SEMINARA, poiché il Collegio Giudicante, di
lì a poco, avrebbe deliberato. Passano ancora trenta minuti e la porta
dell’aula si riapre, i due Procuratori e l’avv. Difensore vengono pregati di
rientrare per la lettura del verdetto. Il Dr. SEMINARA è stato assolto per il
primo capo di imputazione mentre per il secondo gli è
stata inflitta l’ammonizione con diffida e una sanzione pecuniaria di €
500,00 per la società dallo stesso rappresentata.
Non mi è stato possibile conoscere quali fossero i capi di imputazione
né quale sia stata la richiesta di pena dei due Procuratori.
Numerosi, però, sono gli interrogativi che mi sono venuti in mente e
che, oggi, voglio condividere con i lettori di questo BLOG.
La prima questione riguarda l’incongruenza che rilevo fra i motivi dichiarati,
che hanno inibito la mia presenza in aula, e la sanzione inflitta al dott. SEMINARA,
nella specie una semplice ammonizione con diffida.
Mi domando, infatti, quale equilibrio può rinvenirsi fra la
delicatissima natura delle questioni sottoposte al vaglio dei giudici federali,
che ha determinato una trattazione riservata, e l’esito della decisione che si
è risolto in una assoluzione e in una la punizione che più che una sanzione
suona come una sorta di penitenza.
In attesa della motivazione della sentenza, mi domando ancora come sia
possibile che per ben due volte il dott. Gioacchino SEMINARA abbia sollecitato
l’intervento della procura federale su fatti circostanziati e per ben due volte
la sua posizione di denunciante sia stata ribaltata in quella di incolpato?
In che modo vengono condotte le indagini?
Qualcuno si è preso la briga di verificare i fatti denunciati?
Cosa c’era di tanto grave? Quali interessi erano da tutelare rispetto
alla opinione pubblica e quanto legittimi fossero tali interessi?
Voglio rilevare, per ultimo, che l’art. 74 del Regolamento di
Giustizia FIS dispone che la pubblicità dell’udienza può essere esclusa in
tutto o in parte con atto motivato nei
casi in cui ricorrono esigenze di ulteriore tutela dei risultati delle
indagini relative a procedimenti penali.
Mi domando allora se la trattazione, a porte chiuse, sia stata
disposta a causa di procedimenti penali in corso rispetto ai quali il dott.
FLOREANI ha ritenuto di dovere preservare il risultato delle relative indagini.
Laddove non ricorresse una tale ipotesi ritengo che gli appartenenti
al mondo schermistico italiano dovrebbero sempre sapere come si svolgono i
procedimenti disciplinari e reclamare, ad alta voce, il diritto/dovere di
assistervi.
Se ciò viene impedito, in assenza di congrue e legittime ragioni, qualcosa
non funziona e di ciò se ne rammarica sia il sottoscritto e, credo e spero,
anche tutto il mondo della scherma Italiana.
Ezio RINALDI
Complimenti, lei riesce sempre di più ad offrire letture della realtà che sono pari agli editorialisti di alcuni tra i più noti giornali italiani.
RispondiEliminaSulla vicenda oserei dire che l'atteggiamento 'poco trasparente' della FIS mette in imbarazzo anche chi per la FIS offre prestazioni professionali, come appunto il Giudice.
Nello specifico è tutto il sistema di giustizia che andrebbe rivisto. Gli arbitri, come da lei denunciato, non sono liberi, i direttori di torneo scrivono quello che vogliono nelle relazioni e il Giudice sancisce pene senza conoscere i fatti e ascoltare nessuno se non leggendo relazioni degli arbitri stessi. Quindi mi chiedo che senso hanno queste commissioni giustizia ed altro? Vede spesso in gara ci sono episodi incresciosi e pure alla fine leggendo le pene non si nota niente. Però il caos da lei descritto continua ad andare avanti.
Mi sembra sempre più tutta una farsa, con un puparo e tanti pupi
Italo Rossi
Fabrizio Orsini scrive su facebook: "vedo che ci sono sempre tempeste a Roma!...
RispondiEliminabuon lavoro a tutti e in bocca al lupo a te, che sei sempre coinvolto, ma in maniera limpida".
La vignetta è molto carina ...evoca l'audizione dell'ex Capo dello Stato nel procedimento sulla presunta "trattativa Stato_mafia".
RispondiEliminaSe non ricordo male, l 'interesse degli inquirenti era concentrato sugli “indicibili accordi” evocati da Loris D'Ambrosio, quale consigliere giuridico del Quirinale, stroncato da un infarto il mese dopo avere scritto una nota in cui rappresentava il timore di poter essere considerato un ingenuo scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi. E come evidenziato dal Procuratore Vittorio Teresi, ancora oggi non è dato sapere da chi!
A. Fileccia