Che il mondo del calcio non abbia mai dato una
immagine chiara e pulita è risaputo, ciò che è difficile sapere è cosa passa
per la testa di delegati che dovrebbero avere a cuore i valori fondanti il
mondo sportivo. E’ pur vero che la dove circolano enormi quantità di denaro non
ci può essere onestà cristallina ed è quello che si evidenzia nella FIFA, il
massimo organo calcistico mondiale. L’F.B.I. indaga sulla gestione
dell’Organismo calcistico e scopre che molti suoi dirigenti sono immischiati in
malaffare, addirittura i due vice presidenti arrestati. Non mi voglio
addentrare nei meandri dell’indagine ne voglio fare dietrologia (mondiali 2002)
però desidero mettere l’accento sulla longevità elettiva dei dirigenti, per
primo il Presidente di un organismo sportivo. Dopo un certo numero di anni si
tende a ritenere la propria posizione intoccabile ed ancor più insostituibile,
da cui discende un certa idiosincrasia ad ammettere i propri errori (se
vogliamo chiamarli cosi, ma sarei più propenso a definirli malefatte). Questo
tipo di comportamento induce, con protervia, ad esternare affermazioni del tipo
“perdono ma non dimentico”, quindi, come in tutte le dittature, guai ai vinti.
Il Signor Blatter, pur invitato a dimettersi per l’enorme scandalo che ha
travolto l’organo da lui presieduto, scandalo dinanzi al quale il nostro calciopoli
è una inezia, ha respinto al mittente l’invito ed è stato rieletto per il
quinto mandato. Si potrebbe affermare: “ha vinto la democrazia”. NO! Io dico ha
vinto il clientelismo ed il ladrocinio. La giustizia sta facendo il suo corso e
sembra proprio che il signor Blatter sia coinvolto direttamente nel malaffare,
a seguito del quale, dopo soli quattro giorni dalla sua rielezione, si è
dimesso. Tale atto non ha effetto immediato in quanto ha convocato un congresso
straordinario per maggio 2016, durante il quale dovrà essere eletto il nuovo
Presidente. Rimane, quindi, in carica per un altro anno ed è un periodo
abbastanza lungo per continuare a tramare e portare a termine eventuali affari
pendenti. Le dimissioni dovevano avere effetto immediato poiché se uno dei suoi
vice - Sig. WARNER - afferma che “Blatter sa perché è caduto. E anch’io so
tutto”, non può continuare a governare il massimo organo calcistico,
prevedendo addirittura di fare delle riforme, lui che possiamo definire, senza
ombra di dubbio, persona non qualificata (è un eufemismo) e indegna.
Torniamo a quello che desidero mettere in evidenza. Il
Sen. Ranucci, Capo delegazione dell’Italia ai mondiali di calcio del 2002, a
seguito dello scandalo ha affermato che si è sempre battuto affiche i Presidenti
di Federazione e di tutti gli organismi sportivi potessero essere eletti per un
massimo di due mandati ed è vero che la legge Meladri questo prevedeva, ma poi
nell’ambito della stessa legge si sono trovate scappatoie per le quali i vari
Presidenti possono essere eletti a vita: il nostro, qualora venissero assegnate
all’Italia le Olimpiadi, vorrà arrivare almeno al 2024. Personalmente credo che
anche senza l’assegnazione del massimo evento sportivo egli vorrà continuare in
eterno. Ebbene, vi ricordate il “Progetto per il quadriennio 2013/2016”? In
tale documento era stato previsto per la più alta carica federale un massimo di
due mandati e ciò per evitare di entrare in quel meccanismo perverso che fa
considerare la carica come una cosa personale. L’esempio più eloquente è dato
proprio dagli USA per i quali l’elezione a Presidente può avvenire per due
mandati e non mi risulta che ciò sia causa di rallentamento della crescita
dell’intero paese. Ma qual è il principio che sta alla base della necessità di
garantire un ricambio periodico degli organi direttivi apicali? La
ragione è quella di evitare la soggettivizzazione dell’uso del potere così da spezzare
quel vincolo personale che non di rado si instaura tra taluni elettori e l’eletto,
e sostituire il carattere personalistico del potere con l’impersonalità di esso,
in modo da inibire fenomeni clientelari sui quali potrebbero stabilizzarsi
equilibri sufficienti a compromettere, per il futuro, l’efficienza di una
scelta realmente democratica.
Ezio RINALDI
Caro Ezio l’Italia è uno strano paese dove tutti galleggiano e nessuno affonda mai, anche se poi ad affondare è proprio il paese. Anche chi viene sconfitto trova sempre una poltrona dove ancorarsi. Pensa poi a quelli che di poltrone ne occupano più d’una? Si tratta della cosiddetta bulimia da poltrone: poiché non posso avere certezza sulla mia fine è meglio tenere i piedi su più staffe!
RispondiEliminaVuoi mettere la vita di notorietà e privilegi di cui si è goduto per tantissimi anni con l'ordinaria e depressiva routine di coloro che quotidianamente hanno problemi a mettere assieme anche il pranzo e la cena? Dovresti saperlo che gli orfani di cariche sono pronti a tutto pur di ottenere una collocazione compensativa. Quando però la domanda è superiore all'offerta allora sono anche capaci di quel misero e vorticoso nomadismo nel disperato sforzo di trovare un approdo che garantisca lo status perduto. Personalmente ritengo che dieci anni siano già molti, poi si torni al proprio lavoro o ci si goda la famiglia per il poco tempo che resta ancora da vivere.
Concludo con un pensiero del Dalai Lama:
«Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi.. perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente, né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.»
A. Fileccia