Piangersi addosso è un esercizio diffuso, e non molto utile. “Piove,
governo ladro” è già un passettino avanti: si addossano le colpe a qualcuno, e
ci si sente un tantino più sollevati. Le critiche sono utili, e necessarie,
purché siano costruttive: qualcuno può tenerne conto, e sfruttare l’idea.
Ho deciso, perciò, di aprire il mio personale libro dei sogni, o delle
utopie, fate voi. È un tomo bello alto, diviso in capitoli, e non posso
rischiare di propinarveli tutti insieme. Anche uno alla volta, però, questi
capitoli rischiano di essere letti come critiche, e non suggerimenti: siamo
tutti sinceri democratici, a condizione che gli altri la pensino come noi.
Pazienza.
I capitoli non sono in ordine ragionato. Pescherò a caso gli
argomenti, secondo l’estro e l’occasione.
Il primo spunto me lo dà l’accorato articolo, su questo blog, di Luca
Giovangiacomo, e riguarda il mondo dei Master. Ne seguo le vicende da molti
anni, e da pochi invece sono entrato nei ranghi, come agonista dell’ultima
fascia, la più anziana. Ho ritrovato vecchi amici, avversari, conoscenti. Mi è
piaciuto il clima, amichevole, leale, sportivo nel senso migliore… con rare
eccezioni, come in tutte le famiglie.
Una premessa doverosa: non vi appaia, questo scritto, come una critica
agli attuali dirigenti dell’Associazione, che hanno ormai quasi portato a
termine l’impegnativo quadriennio trascorso, e non senza meriti, malgrado il
bruttissimo finale per l’emergenza sanitaria. Leggetelo invece come uno stimolo
ad un’azione più incisiva e decisa, possibile solo se ci si impegna a far
convergere nella stessa direzione le varie anime del gruppo. Mi piacerebbe
leggere un progetto, una dichiarazione di intenti, un programma, o meglio più
programmi, scritti da coloro che si proporranno, nuovi o vecchi che siano, per
guidare i Master negli anni a venire.
Del mondo degli atleti Master fanno parte tutte le categorie federali:
arbitri, dirigenti, maestri, e atleti ancora in attività fra gli assoluti.
Persone che hanno autonomia economica, e viaggiano, spendono, e sono preziosi
nelle sale di appartenenza: a volte sono principianti, ottimi per i più giovani
che devono farsi le ossa, e ricavano iniezioni di fiducia misurandosi con
adulti abbordabili. Non di rado, sono atleti ricchi di esperienza, per un
passato in cui non sono mancate le medaglie di maggior pregio. E c’è anche un
nutrito gruppo di atleti, nelle categorie intermedie, capaci di dare filo da
torcere anche a molti “professionisti” (mi riferisco agli atleti militari),
soprattutto nella spada, che è l’arma di gran lunga più frequentata.
Tanta roba, come si dice oggi: eppure non mancano le lamentele per la
scarsa considerazione in cui questi atleti sono tenuti. Progressi, dai primi
tempi, ce ne sono stati, indubbiamente. Ma troppo lentamente. La Fis concede
all’Amis, l’associazione dei Master, una certa autonomia, ma scarse risorse.
Eppure questi atleti partecipano, a proprie spese, oltre che alle gare del
circuito italiano, anche ad Europei e Mondiali: con la tuta Italia - e meno
male! – e portano fior di medaglie, e quindi prestigio alla scherma italiana.
Nessuno pretende di equiparare questi sportivi ai nostri atleti di
vertice, è evidente. Ma nessuno può disconoscere che, nell’ambito delle
rispettive categorie, queste persone, che sono sportivi veri, si misurano,
sudano, si allenano e gareggiano con lo stesso spirito e, si spera, non meno
diritti di altre categorie.
E passiamo ai numeri. Negli ultimi anni, sono stati in costante
crescita, frenata, forse, dalle condizioni non ottimali di alcune gare: vuoi
per la sede, vuoi per qualche carenza di arbitraggio. Ripeto: questi atleti
sono una risorsa importante per le sale di appartenenza, e per tutta la scherma
italiana.
Perché, allora, sono tenuti in scarsa considerazione? Cosa potrebbero
fare per cambiare le cose? E qui, necessariamente, entra in gioco la politica.
E si evidenzia un paradosso.
La politica: il peso decisionale, in ambito federale, dipende
sostanzialmente dai voti. Se puoi contare su un consistente pacchetto di voti,
la tua opinione ha un peso ben diverso.
Il paradosso: la composizione trasversale del gruppo dei Master, e il
numero di atleti, permette di ipotizzare un peso elettorale molto consistente.
Non solo perché vi sono molte persone con diritto di voto sia fra gli atleti e
tecnici, sia fra le società; ma anche perché viaggiano, girano, parlano, e
quindi permettono un confronto di idee che in altri ambiti è asfittico, o
assente, o polverizzato fra i social.
Volutamente, temo. Eppure, questo potenziale è praticamente inutilizzato.
Manca, forse, chi voglia farsi carico di una politicizzazione del gruppo: auspicabilmente,
nell’interesse di tutti, e non solo per secondi fini personali.
Ecco, forse è meglio che lo dica: le ambizioni personali sono quasi
sempre il motore delle persone che si impegnano in politica. Non c’è niente di
male, anzi, purché si trovi un accettabile equilibrio fra gli interessi di
tutti, che devono essere preminenti, e i propri, che dovrebbero essere alla
luce del sole.
Concludo qui questo primo capitoletto del mio libro dei sogni. Il
sogno, l’avrete già capito, è che si faccia avanti qualcuno, magari più d’uno,
animato da buone intenzioni, e dalla voglia di instaurare una sana e soprattutto
incisiva dialettica con gli enti – la Fis in primo luogo - che si vorrebbero
più attenti alle esigenze, ai meriti, ai diritti di questo mondo dei Master.
Giancarlo TORAN
Carissimo Maestro Toran, sono felice che il mio articolo abbia suscitato una reazione. COndivido in pieno la considerazione che i Master, visto la loro composizione ed il carattere di trasversalita' che contraddistingue il movimento, siano un "bacino elettorale" tutt'altro che da dimenticare. Purtroppo c'e' nell'immaginario comune l'idea che chi fa parte di questo gruppo sia quella fetta di persone che non avendo colto allori in giovane eta' si voglia "rifare" in tarda eta'. Se da un lato questa cosa e' vera dall'altra e' necessario ridare dignita' al movimento e a tutti i loro componenti. Parliamo di centinaia di persone che sacrificano tempo, lavoro e famiglia per allenarsi e che hanno una forma fisica che alle volte e'invidiabile anche da parte dei piu' giovani! Lo sforzo che secondo me il nuovo consiglio AMIS dovra' fare e' quello di "rinnovare" l'immagine del movimento rendendolo appetibile, coinvolgere di piu' la FIS nel pubblicizzare questa categoria. Non dimentichiamoci che aprire la scherma alle fasce alte di eta' e' solo un bene per tutte le societa'! Dovremmo pensare piu' ad una scherma per tutti che vada oltre il solo agonismo dei giovani e i Master sarebbero perfettamente inseriti in questo nuovo modo di vedere le cose. A questo aggiungo la necessita' di avere la giusta considerazione nel campo arbitrale, evitare le sovrapposizioni in calendario con altre gare nazionali per consentire di avere anche ai Master arbitri di primo piano! Sono solo alcuni spunti che spero possano essere raccolti da chi di dovere.
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