Potrei farne a meno,
ma non mi sono mai sottratto al confronto, nemmeno con quegli anonimi che hanno
paura della loro stessa ombra.
Questa gente, alla
quale è impedito scrivere sul blog, è semplicemente frustrata. E la loro
frustrazione nasce dalla impossibilità di esibirsi su un palcoscenico di grande
visibilità. Questa Piazza ha
adottato una linea ben precisa, e per questo c’è un prezzo da pagare, quello di
un minor numero di contatti. Almeno, così sembrerebbe. In realtà, i contatti sono
gli stessi di prima, cioè di quando gli anonimi la facevano da padrone, solo
che ora ogni contatto è veritiero. Se prima un anonimo si collegava al blog più
volte, perché interessato a vedere che effetto avesse prodotto il suo commento,
ora non è più così. Da quando è stata adottata la nuova linea, la Piazza
viaggia ad una media più che rispettabile (circa 15.000 contatti mensili).
Questi “coraggiosi”, pro o contro, non potranno più sfogarsi su questo libero
spazio. Dovranno farsene una ragione! È del tutto inutile continuare ad inviare
commenti per cercare di comunicare con il sottoscritto: non potrete farlo, né
io o altri vi risponderanno.
Si continuerà ad
ospitare tutti coloro che avranno voglia di esprimere il loro pensiero in
maniera chiara e ad ogni quesito troveranno una risposta.
Passo ad altro ed
importante argomento: lo statuto. Precisiamo, su questo tasto bisogna mettere
la parola fine. Esso è stato approvato dal commissario ad acta con propria
delibera, ed il 2 luglio dalla Giunta Nazionale del Coni, con conseguente
registrazione alla Prefettura di Roma. Dunque, abbiamo, finalmente lo strumento
che regolerà la vita futura del movimento.
L’ho letto, e gli articoli
che mi hanno colpito riguardano l’Accademia Nazionale di Scherma, gli organi
di giustizia e la presidenza onoraria.
Premetto che
l’analisi che segue non persegue nessuno scopo se non quello di evidenziarne
alcuni aspetti che avrebbero potuto essere sviluppati con criteri più oggettivi
e rispondenti ad un sistema democratico più realistico. Ma tant’è, oramai
questo è, e bisogna adeguarsi.
La comparazione con gli statuti che negli anni si sono
succeduti evidenzia come dal 2004 in poi si sia consumata una lenta erosione di
prerogative in capo all’ANS.
Fino al 2001 lo statuto federale recitava negli ultimi
due commi dell’art 1:
I Tecnici che esercitano l’insegnamento
della scherma devono essere in possesso del diploma d’abilitazione
all’insegnamento riconosciuto dalla F.I.S.;
l’Accademia Nazionale di Scherma con sede in
Napoli, è Membro d’Onore della F.I.S.; è Ente civile autorizzato dalla Legge
(RD 16.12.1926) e riconosciuto dalla F.I.S. al rilascio di diplomi magistrali.
È da notare che lo statuto riportava, prendendolo
dagli statuti del 1909 in poi, la dicitura “autorizzato dalla legge”. Da allora
nessuna novità normativa è mai intervenuta sulla validità dei titoli e sulla
potestà al loro rilascio se non la progressiva chiusura o dismissione degli
altri enti titolati dalla legge.
Dal 2015 una serie di norme europee prima, e nazionali
poi, hanno rafforzato il valore dei titoli ANS ribadendo l’unicità del maestro
di scherma nel panorama sportivo e confermando che solo dopo un iter di non
meno di dieci semestri (ben 5 anni) di formazione, si può accedere al titolo
rilasciato dall’Accademia.
Ora lo SNaQ e gli altri sistemi di qualificazione (Siqma
ed Europass ad esempio) offrono l’occasione di inserire a livello sportivo le
competenze acquisite nei contesti civili o marziali (vedi vela/sci/nuoto/tiro
al volo/equitazione ad esempio) anche se nessuna disciplina ha tutte le
caratteristiche della scherma. Veniamo quindi alle abilitazioni secondo lo
SNaQ.
Le abilitazioni sportive previste dal sistema SNaQ
sono previsioni che dovrebbero garantire l’organismo sportivo sulla perfetta
conoscenza dei regolamenti agonistici o sportivi in vigore al momento della
richiesta di tesseramento quale tecnico. Tra l’altro, tali abilitazioni
dovrebbero avere la connotazione di corso di formazione e di maturazione di
crediti, specie nell’ottica del mantenimento di tale abilitazione.
Il perché è presto detto. Se consegui il titolo oggi,
è scontato che tu sia aggiornato con i regolamenti in vigore oggi. E se il
titolo è stato conseguito nel 2001? I regolamenti si aggiornano in base a varie
normative che intervengono negli anni, e così anche le abilitazioni, per cui si
ha necessità della formazione permanente atta alla conservazione dell’abilitazione
sportiva o dei percorsi di abilitazione per chi, dopo anni di inattività ed in
possesso di un titolo valido, voglia ricominciare un percorso da tecnico
sportivo.
Lo statuto attuale cita confusamente “titolo di
abilitazione”, richiamando quanto in vigore nel mondo civile per gli avvocati,
gli insegnanti di scuola secondaria ed altre categorie soggette non solo al
possesso del titolo di laurea ma anche dell’attestato di abilitazione che,
civilmente, si consegue dietro concorso pubblico (solo in quel caso non può
esserci vincolo alla formazione). Istituire un sistema chiuso di formazione ed
abilitazione potrebbe aprire ben più di un contenzioso se applicato in modo
letterale.
Tutto ciò detto a me ha dato la sensazione di un testo
scritto in modo approssimativo, la cui
lettura potrebbe portare a possibili interpretazioni contrastanti, e quindi ad
equivoche prassi applicative.
È auspicabile una applicazione lungimirante dove,
magari, l’esperienza e la competenza dell’Accademia possano contribuire ad una
corretta e legale interpretazione di ruoli e modalità applicative del
mantenimento dell’abilitazione.
Di una cosa però sono sicuro, il testo non potrà né
smentire, né contrastare le decisioni del giudice amministrativo, ormai passate
in giudicato.
La Giustizia sportiva: nel testo è sancita la nomina
degli organi di giustizia federali, quando invece, secondo me, sarebbe stato
opportuno fossero eletti. Ho avuto modo di conoscere alcuni di loro e devo dire
che sono persone di una alta caratura morale ed intellettuale. Ciò non di meno,
mi sia consentito, ci sarà sempre il dubbio sulla equidistanza da chi li ha
nominati e, devo ammetterlo, da questo dubbio (forse ingiustificato) sono stato
pervaso anche io. A mio avviso una vera riforma, assolutamente necessaria, è
che vengano eletti dalla base.
La presidenza onoraria: i presidenti del passato, da
Nostini a tutti quelli che lo hanno preceduto, non hanno mai ravvisato la
necessità di istituire tale onorificenza: era sufficiente la nomina a Membro
d’Onore della FIS, che con tale riconoscimento viene posta in secondo piano.
Ezio RINALDI
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