02 agosto 2020

ATTIVITA' AGONISTICA ANNO UNO


Abbiamo finalmente tutti gli elementi per cominciare a lavorare sulla prossima stagione agonistica, avendo la Federazione licenziato gli ultimi documenti che servivano. Sapevamo già dalle linee guida fornite dalle disposizioni per l’attività della prossima stagione, che sarebbe stata una annata particolare, ma mai ci saremmo aspettati una proposta non solo al ribasso, ma addirittura in contrasto con tutto il lavoro di sviluppo fatto sul territorio negli ultimi anni. Con questa distribuzione degli atleti qualificati si rischia seriamente di compromettere anni di investimenti e lavoro svolto dalle singole società, e molto spesso questo significa dai singoli tecnici, per sviluppare determinate armi che in quello specifico territorio sono magari scomparse, o per diminuire le drammatiche percentuali di abbandono della scherma in particolari fasce d’età, che da anni hanno uno stagnante il numero di affiliati e di partecipanti alle competizioni.
Sono stati affrontati malamente i temi più importanti dell’attività agonistica, a cominciare dall’abbandono con percentuali altissime degli atleti che passano dalla categoria “Allievi” del Gran Premio Giovanissimi al primo anno da Cadetto. Uno dei motivi è sempre stato quello della difficoltà di emergere immediatamente, essendo inseriti in una categoria che prevede tre anni di permanenza, in una fase della crescita in cui anche solo un anno di differenza può determinare tali livelli di sviluppo fisico da azzerare le differenze tecniche.
Personalmente, ma sono certo che sia un pensiero condiviso da moltissimi, non capisco quale possa essere la filosofia, la ratio del ragionamento, che possa portare a cogitare il numero di 1 atleta qualificato per una regione. Reputo che questo numero non sia nemmeno giustificabile in termini di esasperato e fanatico pensiero agonistico, appare veramente come un provvedimento mortificante. Anni di lavoro e di investimenti economici e lavorativi che si vedono vaporizzare non da una crisi sanitaria, ma da una miope visione di quella che dovrebbe essere la mission di una federazione sportiva. Quello che tutti ci auguriamo è che l’eventuale esigenza di contingentare anche i numeri del Gran Premio Giovanissimi, non porti allo stesso risultato, sarebbe una bomba atomica sull’attività degli affiliati.
A questo punto della narrazione siamo arrivati al famoso “facciamo un passo indietro nella vicenda”, e lo faccio citando l’articolo 1 dello statuto, di qualsiasi statuto federale, visto che sul tema si sono sprecati fiumi di inchiostro e parole, ma mai nessuno questo punto la ha mai messo in discussione:
“1. La Federazione Italiana Scherma (F.I.S.), fondata il 3 giugno 1909 come Federazione Schermistica Italiana, è costituita da tutte le Società, Associazioni Dilettantistiche e Gruppi Sportivi da essa affiliati o aggregati che, senza fini di lucro, hanno lo scopo di praticare, promuovere, sviluppare e diffondere la disciplina della scherma in tutte le sue forme”
Io e tantissimi altri, vorremmo capire come sia possibile “praticare, promuovere, sviluppare” la scherma se si limita ad 1 solo atleta, in una intera regione, la possibilità di concludere la stagione. Molto spesso mi chiedo se qualcuno si prende mai la briga di rileggere per intero un documento prima di licenziarlo, o se magari si eseguono delle simulazioni per capire dove si andrà a parare. Qualcuno ha pensato che se un atleta vince le prime due prove di qualificazione, e là dove il livello non è eccelso può benissimo capitare, la terza prova risulterebbe del tutto superflua ai fini della qualificazione? Che una stagione che comincia a fine novembre è già terminata a gennaio? Ma poi mettete anche il devastante effetto psicologico sui ragazzi, ancora prima di cominciare una stagione monca, dove non avranno nemmeno le garette che ogni anno permettono più o meno a tutti di portare a casa qualcosa, il minimo per motivarsi ad andare in palestra e magari riscriversi l’anno dopo, noi gli diremo che soltanto 1 potrà accedere non al campionato italiano, quelli ancora meno, anche soltanto a quella che per molti sarà l’unica gara nazionale della stagione. Come invitarli ad iscriversi ad altro sport.
Il ragionamento avrebbe dovuto seguire una linea di principio molto semplice, che da una parte garantisse il sacrosanto diritto alla partecipazione ed alla sana competizione, e che dall’altro premiasse i meriti delle regione schermisticamente più evolute e partecipate. Una base di qualificati minima pari a 3 per ogni regione, che considerando che con gli accorpamenti ne abbiamo 18, si trattava di 54 atleti. Il numero di posti necessario per arrivare alla quota prevista per ogni singola arma sarebbe stato ridistribuito con criteri di piazzamenti e numeri. Da 1 a 3 non c’è una differenza da poco, vuole dire giocarsi tutte e tre le prove di qualificazione, ampliando esponenzialmente la platea dei potenziali interessati alla qualificazione, significa dare una stagione a tutti.
Gravissimo che sulla questione “gare a squadre” ci sia stata una resa senza condizioni. Nemmeno si è voluto provare a trovare una formula per dare ai ragazzi la possibilità di giocarsi questo momento aggregativo che sentono tantissimo, e spesso aspettano tutto l’anno. Si poteva tentare una qualifica regionale e poi la relativa gara nazionale. Qui si che sarebbe stato accettabile 1 qualificato per regione. Con 18 comitati regionali, si trattava di massimo 72 ragazzini per gara da gestire nella fase nazionale, non certo un numero impossibile. Li stesso per gli atleti più grandi, e non mi si dica che mancano le risorse economiche. Con tutto quello che la Federazione ha risparmiato nella scorsa stagione, e quello che non spenderà nella prossima, tutto manca meno che le risorse.
Concludo invitando la Federazione e ritirare il Comunicato Attività Sportiva 40/20 del 31 luglio 2020, e di riproporlo rettificando i numeri dei qualificati alla Coppa Italia delle varie categorie, nonché al ripensamento di una qualche attività a squadre, alla luce dell’esigenza di salvaguardare il lavoro e gli investimenti degli affiliati nello sviluppo della pratica della scherma anche in una stagione particolarmente difficile come la prossima.
n.b. Qualcuno ha capito se i Cadetti concorrono anche nella categoria Giovani?
Paolo CUCCU

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