Abbiamo finalmente tutti gli
elementi per cominciare a lavorare sulla prossima stagione agonistica, avendo
la Federazione licenziato gli ultimi documenti che servivano. Sapevamo già
dalle linee guida fornite dalle disposizioni per l’attività della prossima
stagione, che sarebbe stata una annata particolare, ma mai ci saremmo aspettati
una proposta non solo al ribasso, ma addirittura in contrasto con tutto il
lavoro di sviluppo fatto sul territorio negli ultimi anni. Con questa
distribuzione degli atleti qualificati si rischia seriamente di compromettere
anni di investimenti e lavoro svolto dalle singole società, e molto spesso
questo significa dai singoli tecnici, per sviluppare determinate armi che in
quello specifico territorio sono magari scomparse, o per diminuire le
drammatiche percentuali di abbandono della scherma in particolari fasce d’età,
che da anni hanno uno stagnante il numero di affiliati e di partecipanti alle
competizioni.
Sono stati affrontati malamente i
temi più importanti dell’attività agonistica, a cominciare dall’abbandono con
percentuali altissime degli atleti che passano dalla categoria “Allievi” del
Gran Premio Giovanissimi al primo anno da Cadetto. Uno dei motivi è sempre
stato quello della difficoltà di emergere immediatamente, essendo inseriti in
una categoria che prevede tre anni di permanenza, in una fase della crescita in
cui anche solo un anno di differenza può determinare tali livelli di sviluppo
fisico da azzerare le differenze tecniche.
Personalmente, ma sono certo che
sia un pensiero condiviso da moltissimi, non capisco quale possa essere la
filosofia, la ratio del ragionamento, che possa portare a cogitare il numero di
1 atleta qualificato per una regione. Reputo che questo numero non sia nemmeno
giustificabile in termini di esasperato e fanatico pensiero agonistico, appare
veramente come un provvedimento mortificante. Anni di lavoro e di investimenti
economici e lavorativi che si vedono vaporizzare non da una crisi sanitaria, ma
da una miope visione di quella che dovrebbe essere la mission di una
federazione sportiva. Quello che tutti ci auguriamo è che l’eventuale esigenza
di contingentare anche i numeri del Gran Premio Giovanissimi, non porti allo
stesso risultato, sarebbe una bomba atomica sull’attività degli affiliati.
A questo punto della narrazione
siamo arrivati al famoso “facciamo un passo indietro nella vicenda”, e lo
faccio citando l’articolo 1 dello statuto, di qualsiasi statuto federale, visto
che sul tema si sono sprecati fiumi di inchiostro e parole, ma mai nessuno
questo punto la ha mai messo in discussione:
“1. La Federazione Italiana
Scherma (F.I.S.), fondata il 3 giugno 1909 come Federazione Schermistica
Italiana, è costituita da tutte le Società, Associazioni Dilettantistiche e
Gruppi Sportivi da essa affiliati o aggregati che, senza fini di lucro, hanno
lo scopo di praticare, promuovere, sviluppare e diffondere la disciplina della
scherma in tutte le sue forme”
Io e tantissimi altri, vorremmo
capire come sia possibile “praticare, promuovere, sviluppare” la scherma se si
limita ad 1 solo atleta, in una intera regione, la possibilità di concludere la
stagione. Molto spesso mi chiedo se qualcuno si prende mai la briga di
rileggere per intero un documento prima di licenziarlo, o se magari si eseguono
delle simulazioni per capire dove si andrà a parare. Qualcuno ha pensato che se
un atleta vince le prime due prove di qualificazione, e là dove il livello non
è eccelso può benissimo capitare, la terza prova risulterebbe del tutto
superflua ai fini della qualificazione? Che una stagione che comincia a fine
novembre è già terminata a gennaio? Ma poi mettete anche il devastante effetto
psicologico sui ragazzi, ancora prima di cominciare una stagione monca, dove
non avranno nemmeno le garette che ogni anno permettono più o meno a tutti di
portare a casa qualcosa, il minimo per motivarsi ad andare in palestra e magari
riscriversi l’anno dopo, noi gli diremo che soltanto 1 potrà accedere non al
campionato italiano, quelli ancora meno, anche soltanto a quella che per molti
sarà l’unica gara nazionale della stagione. Come invitarli ad iscriversi ad
altro sport.
Il ragionamento avrebbe dovuto
seguire una linea di principio molto semplice, che da una parte garantisse il
sacrosanto diritto alla partecipazione ed alla sana competizione, e che
dall’altro premiasse i meriti delle regione schermisticamente più evolute e
partecipate. Una base di qualificati minima pari a 3 per ogni regione, che
considerando che con gli accorpamenti ne abbiamo 18, si trattava di 54 atleti. Il
numero di posti necessario per arrivare alla quota prevista per ogni singola
arma sarebbe stato ridistribuito con criteri di piazzamenti e numeri. Da 1 a 3
non c’è una differenza da poco, vuole dire giocarsi tutte e tre le prove di
qualificazione, ampliando esponenzialmente la platea dei potenziali interessati
alla qualificazione, significa dare una stagione a tutti.
Gravissimo che sulla questione
“gare a squadre” ci sia stata una resa senza condizioni. Nemmeno si è voluto
provare a trovare una formula per dare ai ragazzi la possibilità di giocarsi
questo momento aggregativo che sentono tantissimo, e spesso aspettano tutto
l’anno. Si poteva tentare una qualifica regionale e poi la relativa gara
nazionale. Qui si che sarebbe stato accettabile 1 qualificato per regione. Con
18 comitati regionali, si trattava di massimo 72 ragazzini per gara da gestire
nella fase nazionale, non certo un numero impossibile. Li stesso per gli atleti
più grandi, e non mi si dica che mancano le risorse economiche. Con tutto quello
che la Federazione ha risparmiato nella scorsa stagione, e quello che non
spenderà nella prossima, tutto manca meno che le risorse.
Concludo invitando la Federazione
e ritirare il Comunicato Attività Sportiva 40/20 del 31 luglio 2020, e di
riproporlo rettificando i numeri dei qualificati alla Coppa Italia delle varie
categorie, nonché al ripensamento di una qualche attività a squadre, alla luce
dell’esigenza di salvaguardare il lavoro e gli investimenti degli affiliati
nello sviluppo della pratica della scherma anche in una stagione
particolarmente difficile come la prossima.
n.b. Qualcuno ha capito se i
Cadetti concorrono anche nella categoria Giovani?
Paolo CUCCU
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