Ormai i candidati al Consiglio Federale imperversano su facebook e su altre importanti e conosciute piattaforme per promuovere sé stessi e la squadra di cui fanno parte. Si leggono i loro curriculum, dai quali non sempre emergono le loro effettive capacità. Alcuni di essi sono semisconosciuti alla stragrande maggioranza della base e molti si chiedono chi effettivamente siano queste persone.
C’è
voluta una legge dello Stato per imporre una percentuale femminile all’interno
del Consiglio Direttivo. In passato solo Di Blasi provò ad inserirne una,
l’avv. Margherita ALCIATI, già Presidente del Friuli Venezia Giulia. Le quote
rosa non sono mai state prese seriamente in considerazione e ci voleva,
appunto, una legge dello stato per imporre la loro presenza. In quota atleti il
discorso è diverso, poiché la legge MELANDRI questo aspetto lo aveva già
previsto.
Oggi,
nelle due squadre troviamo ben sei candidate del gentil sesso, in rappresentanza
delle diverse categorie, alcune di esse sono note
e dal curriculum sportivo di tutto rilievo (partecipazioni e conseguimento di
medaglie a olimpiadi e campionati del mondo), altre, lo sono meno, essendosi avvicinate alla scherma solo attraverso i figli, quindi, direi con poca esperienza
per amministrare una federazione come la scherma. Pertanto, sono in molti a
chiedersi cosa avranno mai fatto per assurgere al soglio di un Consiglio Direttivo
Federale? E ciò vale anche per i maschietti. Peraltro, alcuni candidati
ricoprono cariche istituzionali particolarmente importanti e non hanno ancora
ravvisato la necessità di dimettersi: questo lo ritengo particolarmente irrispettoso ed irriguardoso, oltre che eticamente poco corretto e
al limite del consentito, nei confronti di tutto il mondo scherma.
Ma
come si possono pretendere le dimissioni di soggetti che rivestono importanti
cariche federali se il candidato alla presidenza Paolo AZZI afferma che non vi
siano incompatibilità poiché il conflitto di interessi è un falso problema? E
infatti la candidata in rappresentanza dei tecnici pare abbia affermato che,
qualora eletta, continuerà a seguire a fondo pedana i propri atleti e, magari,
deciderà anche quando essere convocata quale tecnico al seguito della nazionale
(in poche parole, si ventilano
delle auto-convocazioni); l’altra candidata in rappresentanza degli
affiliati non si è ancora dimessa dalla carica di giudice, né ha chiarito se
vorrà continuare a rivestirla. Mi domando: se un candidato della squadra di
Maffei fosse deferito sarà lei a giudicarlo? E se vi fossero delle
contestazioni sulla validità delle elezioni dei grandi elettori sarà sempre lei
a giudicare? Azzi afferma che i numeri vanno interpretati, a me è stato
insegnato che i numeri, prima di
tutto, si contano, dopo, semmai, si
analizzano, ma giammai si
interpretano.
Anche a non voler minimamente immaginare che l’interpretazione numerica, richiamata da Azzi, possa
essere uguale a quella del CF uscente su norme, leggi e regolamenti vari, non
posso esimermi dal far osservare che l’impronta che Scarso ha dato al
modus operandi del C.F. è molto profonda e sarà un
compito davvero arduo eliminarla.
I
candidati al Consiglio che rivestono cariche negli organi di giustizia dovrebbero
avere il buon gusto di dimettersi con immediatezza, onde eliminare qualsiasi
possibilità di equivoci. Peraltro sembra che detto giudice abbia partecipato a
cori volgari e denigratori nei confronti di altro tesserato e risulterebbe che
l’attuale dirigenza non sia intervenuta: del futuro consiglio, qualora eletti,
vi faranno parte ben 4 degli attuali in carica, quindi nulla potrebbe cambiare
Mi
sento di poter affermare che Maffei procederà ad una gestione che non
consentirà ad alcuno di avere conflitti di interesse.
Da
quanto sopra detto è del tutto evidente che, al di là dei numeri, la squadra
dell’ex campione olimpico fornirebbe sul piano etico morale più garanzie e sarebbe
auspicabile la sua elezione.
Ma questo è un sogno che coltivo nell’intima (e non tanto segreta) speranza che i sogni, pur
essendo tali, alle volte si realizzano.
Ezio RINALDI
Paolo Azzi dixit:
RispondiElimina"Immaginate che la Federazione sia un aereo sul quale salite per un lungo viaggio.
In termini di affidabilità e sicurezza le ore di volo di piloti ed equipaggio è un elemento fondamentale.
Accordandoci la vostra fiducia potete stare certi che questo viaggio lungo quattro anni sarà gestito da un pilota e da un equipaggio che conoscono perfettamente la macchina federale e che sapranno affrontare e gestire criticità e turbolenze.".
Mi piacerebbe se l'aereo avesse una meta conosciuta, che il viaggio non fosse alla cieca;
che il biglietto fosse a un prezzo accessibile a tutti;
che i posti a sedere non discriminassero i passeggeri in una serie A e una serie B;
che i piloti e il personale a bordo fossero gentili, a disposizione dei passeggeri e non delle loro private esigenze;
che le pareti del velivolo non fossero sbarre di una prigione ma accoglienti protezioni di un contenitore di merce di qualità;
e così via.
Caro Alberto io la prima cosa che mi augurerei è che l’aereo non fosse telecomandato chiunque fosse il pilota ...
EliminaCaro Ezio come fai, tu, ad affermare ciò che farà Maffei una volta insediato al comando ? Lo ha chiesto mio cugino. Buone votazioni a tutti.
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