M° Alberto COLTORTI |
L’anno “terribilis” 2020 si è chiuso, per la nostra scherma,
con gli auguri natalizi del Vicepresidente Paolo Azzi, rivolto sia a coloro che
lo hanno sostenuto nella tornata elettorale del 13 dicembre sia a chi non lo ha
fatto. A parte la puntualizzazione sulle “numerose richieste di accesso agli
atti avanzate da parte di qualcuno che ha ritenuto necessario verificare in
modo indiscriminato la legittimità delle operazioni di voto…”, ciò che mi ha
sorpreso è l’auspicio e l’appello rivolto agli avversari politici, in
particolare a Michele Maffei, per ritrovare uno spirito di confronto sereno e
privo di infondati sospetti.
Mi sarei astenuto da questo esercizio di scrittura se il 2021 non si fosse aperto con un appello, da parte di un soggetto sotto contratto anche con la FIS, che personalmente ritengo sconveniente e che ricalca i concetti esposti da Paolo Azzi.
Naturalmente gli spunti critici a detto invito potrebbero essere numerosi ma ciò che mi preme sottolineare è l’inopportunità, da parte di chi ha la facoltà di decidere il destino altrui, di esprimersi politicamente per il rischio di condizionare indebitamente gli elettori.
L’autore dell’appello condivide ed auspica la continuità di questa Federazione, che, a suo dire, ha sempre avuto come punti cardine della sua politica l'onestà, la trasparenza e la meritocrazia. Sempre a suo dire, l'improbabile opposizione a questo governo federale fonda la propria politica sulla lite e sui ricorsi, e non sul dialogo e sugli argomenti, rallentando la spinta progressista e distraendo risorse umane ed economiche in danno all'intero movimento...
Egli si augura un 2021 di asce di guerra sotterrate, anzi, gettate dove non potranno mai più essere recuperate, e che sia un anno di dialogo e di unione, nel nome della trasparenza, democrazia e dialogo civile, lasciando a casa i cacciatori di poltrone poco interessati alla salute del nostro ambiente e molto interessati invece al ruolo di potere, probabilmente proprio per poter fare i propri interessi personali, diversamente da quanto accade adesso.
Che dire? Il suo proclama elettorale, il suo esporsi pubblicamente in politica non è un buon inizio 2021.
Costui ha un ruolo, nell'ambito della FIS, per il quale il rispetto e la riservatezza, considerata la sua posizione, dovrebbero essere alla base della sua condotta ma l'arroganza, di cui è ampiamente dotato, evidentemente gli suggerisce espressioni e comportamenti che vanno ben al di là degli aspetti etici e morali.
Comunque, percependo un lauto compenso dalla federazione uscente, è scontato che debba alimentare la sua continuità in virtù del tornaconto personale che ne consegue.
L’aspetto che maggiormente inficia la sua credibilità è il ruolo che ricopre che, per essere svolto al meglio, necessita di imparzialità ed equidistanza. Chi ci dice, infatti, che atleti, società e maestri non possano sentirsi influenzati, accettando supinamente i suoi consigli, al solo scopo di evitare di essere esclusi dall'attività che egli gestisce? Tanto più che, soprattutto in alcuni settori, egli ha la più ampia discrezionalità essendo i criteri oggettivi d’azione minimi o inesistenti.
Purtroppo lo stesso malvezzo è invalso anche tra i dirigenti, soprattutto quelli locali, che, pur essendo, per definizione, i rappresentanti di tutti, parteggiano per una particolare fazione, quella di Azzi, senza avere il buon gusto di farlo dopo essersi dimessi.
Essendo stati educati a questo modo di fare, naturalmente, oggi nessuno più si scandalizza di questa condotta che certo non può definirsi corretta, esemplare. Essa traduce il prevalere dell'interesse personale su quello collettivo che certe cariche presuppongono.
Sono proprio gli atteggiamenti e le contraddizioni che ho descritto che smontano, quanto meno, gli appellativi di trasparenza e meritocrazia che egli attribuisce al gruppo uscente. In merito potrei documentare approfonditamente chi me lo chiedesse.
I ricorsi sono, purtroppo, necessari per il mancato rispetto delle regole. A puro titolo esemplificativo, non posso esimermi dal citare un episodio accaduto in Campania, dove sembrerebbe che tre "tecnici" abbiano votato pur senza averne diritto e le loro preferenze potrebbero determinare, soprattutto a livello nazionale, il successo di un grande elettore anziché un altro. Sfido chiunque a sostenere che questo, ove accertato, sia un comportamento definibile trasparente, meritevole di continuità, o non sia piuttosto una di quelle azioni che richieda opportune verifiche da parte degli organi preposti (che spero non restino silenti).
La mia speranza è che le società e i grandi elettori sappiano valutare il rischio che deriva, per il nostro ambiente, da comportamenti quale quello che l’autore dell’appello ha appena manifestato.
L’attuale sostenitore di Azzi, a fondamento della sua genuina fede nel buongoverno attuale e dello scarso interessamento alla poltrona, dichiara, riferendosi ai suoi trascorsi nella gestione Di Blasi, di essersene dissociato facendo un passo indietro. Ricordo, a questo brav’uomo, che fu esonerato, in pratica fu cacciato e l’allora presidente FIS può darne testimonianza. Egli aveva tre strenui sostenitori i quali a fronte di una mancanza di risultati e ad una difformità di pensiero con la squadra, uno dopo l’altro lo abbandonarono: l’ultimo fu proprio l’attuale Presidente. Quindi come non essere riconoscente al Presidente Scarso ed alla sua amministrazione?
Infine, mi preme sottolineare che non esiste alcun astio pregiudiziale verso chi è al potere. Chi lo gestisce dovrebbe farlo in funzione di un ruolo che gli è stato assegnato e che richiede buon senso, equilibrio e terzietà, tutte doti che l’appellatore sono certo abbia, ma che dimostra stranamente di aver dimenticato.
La mancanza di democrazia a cui oggi assistiamo consiste nel fatto che il potere perpetra se stesso. Così chi comanda sceglie i futuri comandanti e li "consiglia" al popolo. Il popolo o, la comunità, ha sempre meno libertà di decidere. Emblematico e molto significativo è il "santino" elettorale elaborato dal candidato alla presidenza della Campania, che lascia in attesa di future indicazioni di voto per la conquista di tutti i posti disponibili. E, il "cartello", ha funzionato grazie alla incapacità dei votanti di esprimere la loro genuina preferenza.
È questo che non mi piace dell'attuale dirigenza, in aggiunta alla discutibile mancanza di totale coerenza nel non mantenere le promesse (leggi le dichiarazioni di Scarso nel programma elettorale del quadriennio 2013-2016), o ai condizionanti "aiutami ad aiutarti".
È lecito (e scontato) che si abbiano preferenze elettorali ma chi ha un incarico, legato alla selezione degli individui, dovrebbe serbarle nel proprio animo e non farne proclami per la possibilità che possano condizionare gli ascoltatori o coloro che dipendono dalle sue decisioni. Avrei avuto opinioni diverse sull'attuale gruppo dirigente se avesse posto l’accento sulla inopportunità di questo appello e di altre sconvenienti esternazioni; ciò nell’intento di sotterrare tutte le asce di guerra e di riconoscere credibilità al candidato Paolo Azzi.
Alberto Coltorti
Mi sarei astenuto da questo esercizio di scrittura se il 2021 non si fosse aperto con un appello, da parte di un soggetto sotto contratto anche con la FIS, che personalmente ritengo sconveniente e che ricalca i concetti esposti da Paolo Azzi.
Naturalmente gli spunti critici a detto invito potrebbero essere numerosi ma ciò che mi preme sottolineare è l’inopportunità, da parte di chi ha la facoltà di decidere il destino altrui, di esprimersi politicamente per il rischio di condizionare indebitamente gli elettori.
L’autore dell’appello condivide ed auspica la continuità di questa Federazione, che, a suo dire, ha sempre avuto come punti cardine della sua politica l'onestà, la trasparenza e la meritocrazia. Sempre a suo dire, l'improbabile opposizione a questo governo federale fonda la propria politica sulla lite e sui ricorsi, e non sul dialogo e sugli argomenti, rallentando la spinta progressista e distraendo risorse umane ed economiche in danno all'intero movimento...
Egli si augura un 2021 di asce di guerra sotterrate, anzi, gettate dove non potranno mai più essere recuperate, e che sia un anno di dialogo e di unione, nel nome della trasparenza, democrazia e dialogo civile, lasciando a casa i cacciatori di poltrone poco interessati alla salute del nostro ambiente e molto interessati invece al ruolo di potere, probabilmente proprio per poter fare i propri interessi personali, diversamente da quanto accade adesso.
Che dire? Il suo proclama elettorale, il suo esporsi pubblicamente in politica non è un buon inizio 2021.
Costui ha un ruolo, nell'ambito della FIS, per il quale il rispetto e la riservatezza, considerata la sua posizione, dovrebbero essere alla base della sua condotta ma l'arroganza, di cui è ampiamente dotato, evidentemente gli suggerisce espressioni e comportamenti che vanno ben al di là degli aspetti etici e morali.
Comunque, percependo un lauto compenso dalla federazione uscente, è scontato che debba alimentare la sua continuità in virtù del tornaconto personale che ne consegue.
L’aspetto che maggiormente inficia la sua credibilità è il ruolo che ricopre che, per essere svolto al meglio, necessita di imparzialità ed equidistanza. Chi ci dice, infatti, che atleti, società e maestri non possano sentirsi influenzati, accettando supinamente i suoi consigli, al solo scopo di evitare di essere esclusi dall'attività che egli gestisce? Tanto più che, soprattutto in alcuni settori, egli ha la più ampia discrezionalità essendo i criteri oggettivi d’azione minimi o inesistenti.
Purtroppo lo stesso malvezzo è invalso anche tra i dirigenti, soprattutto quelli locali, che, pur essendo, per definizione, i rappresentanti di tutti, parteggiano per una particolare fazione, quella di Azzi, senza avere il buon gusto di farlo dopo essersi dimessi.
Essendo stati educati a questo modo di fare, naturalmente, oggi nessuno più si scandalizza di questa condotta che certo non può definirsi corretta, esemplare. Essa traduce il prevalere dell'interesse personale su quello collettivo che certe cariche presuppongono.
Sono proprio gli atteggiamenti e le contraddizioni che ho descritto che smontano, quanto meno, gli appellativi di trasparenza e meritocrazia che egli attribuisce al gruppo uscente. In merito potrei documentare approfonditamente chi me lo chiedesse.
I ricorsi sono, purtroppo, necessari per il mancato rispetto delle regole. A puro titolo esemplificativo, non posso esimermi dal citare un episodio accaduto in Campania, dove sembrerebbe che tre "tecnici" abbiano votato pur senza averne diritto e le loro preferenze potrebbero determinare, soprattutto a livello nazionale, il successo di un grande elettore anziché un altro. Sfido chiunque a sostenere che questo, ove accertato, sia un comportamento definibile trasparente, meritevole di continuità, o non sia piuttosto una di quelle azioni che richieda opportune verifiche da parte degli organi preposti (che spero non restino silenti).
La mia speranza è che le società e i grandi elettori sappiano valutare il rischio che deriva, per il nostro ambiente, da comportamenti quale quello che l’autore dell’appello ha appena manifestato.
L’attuale sostenitore di Azzi, a fondamento della sua genuina fede nel buongoverno attuale e dello scarso interessamento alla poltrona, dichiara, riferendosi ai suoi trascorsi nella gestione Di Blasi, di essersene dissociato facendo un passo indietro. Ricordo, a questo brav’uomo, che fu esonerato, in pratica fu cacciato e l’allora presidente FIS può darne testimonianza. Egli aveva tre strenui sostenitori i quali a fronte di una mancanza di risultati e ad una difformità di pensiero con la squadra, uno dopo l’altro lo abbandonarono: l’ultimo fu proprio l’attuale Presidente. Quindi come non essere riconoscente al Presidente Scarso ed alla sua amministrazione?
Infine, mi preme sottolineare che non esiste alcun astio pregiudiziale verso chi è al potere. Chi lo gestisce dovrebbe farlo in funzione di un ruolo che gli è stato assegnato e che richiede buon senso, equilibrio e terzietà, tutte doti che l’appellatore sono certo abbia, ma che dimostra stranamente di aver dimenticato.
La mancanza di democrazia a cui oggi assistiamo consiste nel fatto che il potere perpetra se stesso. Così chi comanda sceglie i futuri comandanti e li "consiglia" al popolo. Il popolo o, la comunità, ha sempre meno libertà di decidere. Emblematico e molto significativo è il "santino" elettorale elaborato dal candidato alla presidenza della Campania, che lascia in attesa di future indicazioni di voto per la conquista di tutti i posti disponibili. E, il "cartello", ha funzionato grazie alla incapacità dei votanti di esprimere la loro genuina preferenza.
È questo che non mi piace dell'attuale dirigenza, in aggiunta alla discutibile mancanza di totale coerenza nel non mantenere le promesse (leggi le dichiarazioni di Scarso nel programma elettorale del quadriennio 2013-2016), o ai condizionanti "aiutami ad aiutarti".
È lecito (e scontato) che si abbiano preferenze elettorali ma chi ha un incarico, legato alla selezione degli individui, dovrebbe serbarle nel proprio animo e non farne proclami per la possibilità che possano condizionare gli ascoltatori o coloro che dipendono dalle sue decisioni. Avrei avuto opinioni diverse sull'attuale gruppo dirigente se avesse posto l’accento sulla inopportunità di questo appello e di altre sconvenienti esternazioni; ciò nell’intento di sotterrare tutte le asce di guerra e di riconoscere credibilità al candidato Paolo Azzi.
Alberto Coltorti
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