Negli ultimi tempi ho notato un
certo attivismo da parte di genitori aventi figli praticanti la scherma. Il
dinamismo trova le sue radici in alcuni provvedimenti federali che consentono
l’ammissione alle gare nazionali di atleti stranieri, i quali non risultando
nei ranking italiani vengono inseriti nei gironi come non classificati, senza
tenere conto del loro reale valore. Ciò comporta che spesso gli indigeni
incrocino il ferro con essi e perdano l’assalto: da qui il senso di
frustrazione dell’atleta e dei loro genitori. Come dire: se non lo avessi
incontrato la mia gara sarebbe stata diversa.
Altro motivo di insoddisfazione
sono le strutture dove gli
operatori, atleti, tecnici, accompagnatori e genitori non sono sostenuti
nel raggiungere la destinazione e negli spostamenti in loco. Non ultimo anche
l’orario ed il calendario gare le cui collocazioni spessissimo costringono le
famiglie e gli atleti a restare un giorno in più nelle località sede di gara,
poiché il torneo di una determinata arma è stato collocato di venerdì e
domenica. Infatti un cadetto che si qualifica per la gara giovani è costretto a
restare il sabato nella località di svolgimento della competizione, quindi un
giorno in più. Insomma, un dispendio economico di cui si farebbe volentieri a
meno.

In tale contesto non di rado i genitori si organizzano al
fine per interloquire direttamente con la federazione, affinché si trovino
adeguate soluzioni. Tutto comprensibilissimo e condivisibile, ma mi chiedo: i
club ascoltano la voce dei genitori? Sono consapevoli che essi rappresentano la
prima fonte di sostegno per la federazione? Se affermativo perché i dirigenti
societari lasciano che siano i papà e le mamme ad avere rapporti diretti con
l’Organo centrale? Non me ne vogliano i genitori, ma la federazione è l’insieme
dei club schermistici, quindi tocca a questi ultimi avanzare richieste o
proposte per il miglioramento di tutto il sistema, passando attraverso il
Comitato regionale che rappresenta la federazione sul territorio. Se ognuno va
per proprio conto il sistema si sfascia: è questo che vogliamo? Non credo e
allora le società ascoltino i propri iscritti e per loro i genitori e si
facciano promotori di iniziative, proposte e quant’altro sia necessario
affinché i brontolamenti trovino il giusto ascolto.
Alla luce di quanto esposto mi permetto di suggerire una
modifica allo statuto federale affinché sia prevista la rappresentanza dei
genitori in Consiglio federale. Credo che i tempi siano maturi per una riforma
veramente innovativa.
Ezio RINALDI
Salve Ezio, siamo presenti da 4 anni e collaboriamo in primis con Comitati regionali e palestre. Siamo usciti dal Covid con loro e aiutiamo il colloquio fra la base e la FIS. Spesso ci aiutiamo fra di noi per le questioni più semplici tipo lavare una maschera ad arrivare agli argomenti che lei ha semplificato con il suo articolo.
RispondiEliminaSe fossero le lamentele dei genitori sarebbe ben triste questo gruppo, che invece si pone in maniera ben diversa e costruttiva.
Grazie, un saluto
Federica Fioretti
Sig. Ezio buona sera, io sono dirigente in un’Accademia di scherma, i genitori non possono avere una rappresentanza nel consiglio federale, come in tutte le altre federazioni di cui conosco le realtà. Trovo giusto comunque, vista la peculiarità del nostro sport, che i genitori pacatamente trasmettano le proprie richieste tramite un’unica voce, che raccoglie nel gruppo Genitori scherma, le varie problematiche (trasferte, logigistica, tempistica)o carenze. Inoltre è un gruppo in cui si trovano soluzioni anche a problemi pratici, attrezzature voli trasferimenti ecc. Trovo eccessiva la sua diatriba, senza prima approfondire la realtà. Buona serata
RispondiEliminaAlessandra Partigiani
Buonasera sig.Ezio,
RispondiEliminaLa sua diatriba è eccessiva e provocatoria. Come dirigente di una sala di scherma, e conoscitrice di diverse federazioni, le affermo con non è possibile avere genitori nei consigli federali e nemmeno cambiare lo statuto, per questa cosa. Ciò non toglie che non si possa formare un gruppo di genitori di atleti (me compresa) che si scambino opinioni in modo educato, che vanno dalla criticità di determinate trasferte a problematiche relative ai materiali, ad un aiuto per le logistiche. Trovo che sia molto positivo che una persona faccia da portavoce e porti le problematiche di noi genitori, che per la tipologia del nostro sport, riguardano principalmente i problemi di trasferte onerose e date a volte confermate con una temporalità troppo ravvicinata. Inoltre a seconda delle posizioni che ricopriamo ci scambiamo utili informazioni. Buona serata
Alessandra
Gent.ma Federica FIORETTI, stimatissimi genitori,
RispondiEliminaho espresso il mio pensiero su alcuni argomenti particolarmente cari a tanti di voi e l’ho fatto non con l’intento di aprire una diatriba con voi, me ne guarderei bene, ma solo ed esclusivamente per fare uscire dai corridoi dei luoghi di gara ciò che potrebbe restare alla stregua di semplici “rumors”, per portarli - insieme a voi - ad una più vasta platea, con l’auspicio che possano giungere ai piani alti di una federazione che, comunque, è sempre stata attenta e sensibile alle esigenze comuni, specialmente delle famiglie.
Fatta questa breve premessa, sento il desiderio di precisare alcune cose, perchè, alla luce di taluni commenti, apparsi sia sulla pagina di “Genitori scherma”, sia su questo Blog, mi pare di potere scorgere che vi sia una non approfondita conoscenza del sottoscritto, circostanza che ovviamente non è da biasimare perché non ho la presunzione di essere conosciuto a tutti.
Detto questo, penso sia corretto ricordare che, inizialmente, sono stato anche io - come tutti voi - un genitore che ha affrontato le difficoltà relative al mantenimento di tre figlie alla pratica della scherma; peraltro, una di esse è tutt’ora un tecnico in attività ed è sposata con un altrettanto tecnico, operante in uno dei club più importanti d’Italia. Ritengo, quindi, di non fare torto a nessuno quando affermo che i problemi da voi posti li condivido totalmente non da ex dirigente sportivo, ma proprio in quanto genitore di figli che in un certo tempo - non lontano - hanno praticato la scherma, vivendo quei problemi che voi giustamente trattate e che, oltretutto, oggi loro stessi affrontano sotto altri ruoli.
Permettetemi, dunque, di ribadire che NON HO INTESO APRIRE UNA DIATRIBA CON NESSUNO, specialmente con la pagina di “GENITORI SCHERMA”, che stimo ed alla quale sono iscritto sin dai suoi esordi.
A riprova di questo mio senso di vicinanza al predetto gruppo, mi sia consentito di richiamare l’attenzione ad un passaggio del pezzo ove affermo che è “tutto comprensibilissimo e condivisibile”; proprio qui, poi, pongo delle domande ai club, non certo ai genitori: ne deriva, quindi, che semmai la “diatriba” potrei averla aperta con le società ed i comitati.
Altro punto dolente del mio scritto penso sia stato il passaggio inerente le interlocuzioni con la FIS che, a mio avviso - e lo ribadisco -, appartengono agli organi competenti, in particolar modo quelli relativi a temi specifici, come gli argomenti trattati nell’articolo; tuttavia, ammetto e riconosco che ciò non significa che non si possa o non si debba interloquire direttamente con la Federazione e per essa con il Presidente ed i componenti del Consiglio.
Infine, in ordine alla proposta definita provocatoria, poichè sono convinto di quello che affermo, cerco di esprimermi più chiaramente, riprendendo il concetto già manifestato: “Alla luce di quanto esposto mi permetto di suggerire una modifica allo statuto federale affinché sia prevista la rappresentanza dei genitori in Consiglio federale. Credo che i tempi siano maturi per una riforma veramente innovativa.” Ne basta uno in rappresentanza di tutti i genitori. E’ di tutta evidenza che questa, ben lungi dal dover essere qualificata come “provocazione”, altro non è che una sola ed unica “PROPOSTA” e come tale deve essere trattata e rimanere.
Non parlo o scrivo a nome di qualcuno ma solo in termini personali e lo faccio sulla base della mia oltre quarantennale esperienza di dirigente ed appassionato della scherma, periodo durante il quale ho ricoperto qualche incarico, più o meno importante, per cui ho la presunzione di esprimermi su taluni temi di particolare interesse ma anche sulla modalità di dialogare con la FIS..
Nel concludere permettendomi di sottolineare che ho sempre avuto molto rispetto per le opinioni altrui, pur senza mai rinunciare ad esprimere le mie, come ho fatto anche questa volta, Vi ringrazio di cuore per l’attenzione che mi avete dedicato e Vi assicuro che continuerò a seguirvi con grande e sincero affetto.
Cordialità
Ezio RINALDI