Dal Corriere della Sera del 24 marzo 2014
“ SPADA NEL
CAOS. QUATTRO ATLETI CONTESTANO IL C.T.. LETTERA A MALAGO’
Ci risiamo.
Mentre da un lato si conferma protagonista a livello internazionale a dispetto
di alcuni passaggi a vuoto, la scherma azzurra riapre il fascicolo
<spada>. E’ un faldone voluminoso perché da tempo quest’arma la
continuità la trova nell polemiche più che nei risultati, nonostante la squadra
a febbraio abbia vinto a Tallin nella Coppa del Mondo. L’ultima tegola è tosta:
quattro atleti – tre dei quali sono Matteo Tagliariol, Paolo Pizzo ed Enrico
Garozzo – hanno scritto al Presidente del Coni, Giovanni Malagò, per dirgli che
non si andrà da nessuna parte se nel ruolo di c.t. rimarrà Sandro Cuomo. In
precedenza avevano chiesto più volte la testa del tecnico al Presidente Scarso:
la risposta è stata un secco no. Garozzo, 25 anni, è uno dei volti nuovi della
specialità; Pizzo,31, ha vinto l’oro iridato nel 2011, impresaq che non ha
avuto repliche; Tagliariol, 31, è l’olimpionico di Pechino (e argento mondiale
2009), ce per tante ragioni, incluse incredibili peripezie fisiche, non ne
azzecca più una. Ma soprattutto, Matteo è l’uomo che nel 2010 aprì il caso-Cuomo:
al termine degli Europei bollò il c.t. come <incompetente, un Re Sole ce
impone scelte e divide>. Scoppio il putiferio, Tagliariol fu deferito, ma
alla fine la vicenda fu aggiustata: i due trovarono un modus vivendi. La tregua
è durata fino a poco tempo fa, quando il bubbone è scoppiato di nuovo.
Moltiplicato per quattro, stavolta. Di fronte alla lettera, il Coni non ha
ancora reagito. Per Malagò è un pasticcio no da poco: Giogio Scarso, che con il
consiglio ha confermato Cuomo nonostante il flop della spada ai Giochi 2012, ha
avuto un peso importante nella sua elezione al vertice di Palazzo H del Foro
Italico. Non solo, dopo il passaggio di Chimenti alla guida della Coni servizi,
il presidente ha nominato Scarso vicario: insomma, per Malagò sarebbe più
facile districarsi con un elefante in una cristalleria. Ma al di la di tutto
serve una riflessione. Se a novembre il Cio non ripristinerà le gare a squadre
di fioretto femminile e della sciabola maschile, la spada sarà l’architrave
della spedizione olimpica 2016: ha allora senso reiterare uno scenario che fa
acqua? In attesa di risposte, meglio consolarsi con la Coppa del Mondo: ieri,
se da un lato i fiorettisti hanno fallito a Bonn (settimi dopo il trionfo di
Cassarà ed il terzo posto di Baldini nell’individuale), le fiorettiste hanno
battuto la Russia a Torino e gli sciabolatori sono arrivati secondi a Mosca.
Ecco, questa è la scherma che ci piace.
Flavio Vanetti ”
Matteo Tagliariol oro
olimpico Pechino 2008
A chi la colpa di tale
fallimento? Da questo Blog ed in tempi non sospetti ho denunciato la questione,
evidenziando, con cifre ed analisi precise, lo stato del settore. Recentemente
ho scritto che la valutazione del CT andava fatta a lavoro ultimato, ma ora la
situazione è precipitata e credo che vadano assunte le iniziative appropriate
al caso. Il Presidente non può più nascondere la realtà fallimentare del
settore ed il fallimento non sta solo nei risultati, che, peraltro, negli
ultimi tempi sembravano riprendere un percorso positivo, bensì nella gestione
globale dell’arma. Se questi atleti hanno avuto il coraggio di affrontare il
toro per le corna e soprattutto dopo risultati estremamente positivi (Tallin) è
necessario tenerne nel debito conto. La soluzione sarebbe quella di mandarli
tutti a casa, ma alle olimpiadi chi portiamo? E, soprattutto, riusciremmo a
qualificarci? Ritengo di no, quindi se non si può cambiare la squadra, si cambi
l’allenatore e si abbia il coraggio di chiamare chi in questo momento potrebbe
riportare l’arma ai vertici mondiali. Mi chiedevo: di chi la colpa? Del
Presidente, ma anche del Consiglio, il quale pur non gradendo la riconferma del
Commissario si è piegato alle decisioni del Presidente. La situazione non è
facile, ma chi non l’affronta con la dovuta responsabilità sarà colpevole del
tracollo di un’arma nella quale abbiamo vinto ori olimpici a squadre ed
individuali.