24 marzo 2014

SPADA: qualcosa non va?


Dal Corriere della Sera del 24 marzo 2014

SPADA NEL CAOS. QUATTRO ATLETI CONTESTANO IL C.T.. LETTERA A MALAGO’

Ci risiamo. Mentre da un lato si conferma protagonista a livello internazionale a dispetto di alcuni passaggi a vuoto, la scherma azzurra riapre il fascicolo <spada>. E’ un faldone voluminoso perché da tempo quest’arma la continuità la trova nell polemiche più che nei risultati, nonostante la squadra a febbraio abbia vinto a Tallin nella Coppa del Mondo. L’ultima tegola è tosta: quattro atleti – tre dei quali sono Matteo Tagliariol, Paolo Pizzo ed Enrico Garozzo – hanno scritto al Presidente del Coni, Giovanni Malagò, per dirgli che non si andrà da nessuna parte se nel ruolo di c.t. rimarrà Sandro Cuomo. In precedenza avevano chiesto più volte la testa del tecnico al Presidente Scarso: la risposta è stata un secco no. Garozzo, 25 anni, è uno dei volti nuovi della specialità; Pizzo,31, ha vinto l’oro iridato nel 2011, impresaq che non ha avuto repliche; Tagliariol, 31, è l’olimpionico di Pechino (e argento mondiale 2009), ce per tante ragioni, incluse incredibili peripezie fisiche, non ne azzecca più una. Ma soprattutto, Matteo è l’uomo che nel 2010 aprì il caso-Cuomo: al termine degli Europei bollò il c.t. come <incompetente, un Re Sole ce impone scelte e divide>. Scoppio il putiferio, Tagliariol fu deferito, ma alla fine la vicenda fu aggiustata: i due trovarono un modus vivendi. La tregua è durata fino a poco tempo fa, quando il bubbone è scoppiato di nuovo. Moltiplicato per quattro, stavolta. Di fronte alla lettera, il Coni non ha ancora reagito. Per Malagò è un pasticcio no da poco: Giogio Scarso, che con il consiglio ha confermato Cuomo nonostante il flop della spada ai Giochi 2012, ha avuto un peso importante nella sua elezione al vertice di Palazzo H del Foro Italico. Non solo, dopo il passaggio di Chimenti alla guida della Coni servizi, il presidente ha nominato Scarso vicario: insomma, per Malagò sarebbe più facile districarsi con un elefante in una cristalleria. Ma al di la di tutto serve una riflessione. Se a novembre il Cio non ripristinerà le gare a squadre di fioretto femminile e della sciabola maschile, la spada sarà l’architrave della spedizione olimpica 2016: ha allora senso reiterare uno scenario che fa acqua? In attesa di risposte, meglio consolarsi con la Coppa del Mondo: ieri, se da un lato i fiorettisti hanno fallito a Bonn (settimi dopo il trionfo di Cassarà ed il terzo posto di Baldini nell’individuale), le fiorettiste hanno battuto la Russia a Torino e gli sciabolatori sono arrivati secondi a Mosca. Ecco, questa è la scherma che ci piace.

Flavio Vanetti



Matteo Tagliariol oro olimpico Pechino 2008

A chi la colpa di tale fallimento? Da questo Blog ed in tempi non sospetti ho denunciato la questione, evidenziando, con cifre ed analisi precise, lo stato del settore. Recentemente ho scritto che la valutazione del CT andava fatta a lavoro ultimato, ma ora la situazione è precipitata e credo che vadano assunte le iniziative appropriate al caso. Il Presidente non può più nascondere la realtà fallimentare del settore ed il fallimento non sta solo nei risultati, che, peraltro, negli ultimi tempi sembravano riprendere un percorso positivo, bensì nella gestione globale dell’arma. Se questi atleti hanno avuto il coraggio di affrontare il toro per le corna e soprattutto dopo risultati estremamente positivi (Tallin) è necessario tenerne nel debito conto. La soluzione sarebbe quella di mandarli tutti a casa, ma alle olimpiadi chi portiamo? E, soprattutto, riusciremmo a qualificarci? Ritengo di no, quindi se non si può cambiare la squadra, si cambi l’allenatore e si abbia il coraggio di chiamare chi in questo momento potrebbe riportare l’arma ai vertici mondiali. Mi chiedevo: di chi la colpa? Del Presidente, ma anche del Consiglio, il quale pur non gradendo la riconferma del Commissario si è piegato alle decisioni del Presidente. La situazione non è facile, ma chi non l’affronta con la dovuta responsabilità sarà colpevole del tracollo di un’arma nella quale abbiamo vinto ori olimpici a squadre ed individuali.

22 marzo 2014

CODICE ETICO: censura alla libera manifestazione del pensiero?


Gent.mo sig. Rinaldi, lo scorso 5 marzo è stato promulgato il Codice etico Fis con vigore dalla data della pubblicazione. Ho notato con piacere che il fatto non è passato sotto silenzio. I post sul suo blog e, soprattutto, il contatore degli accessi, dimostrano che si tratta di una questione che sta molto a cuore al "popolo della scherma". Anche io, per parte mia, l'ho letto con molto interesse e, devo confessarle, ne sono rimasta, a dire poco delusa.
Infatti, malgrado la finalità dichiarata nell’art. 2, non mi sembra affatto che il Codice esprima quali siano i valori di riferimento della Fis, e gli impegni e le responsabilità etiche nella conduzione delle attività connesse alla vita federale, sia in ambito strettamente sportivo che sociale, così come un codice etico dovrebbe fare.
Al contrario, esso si riduce ad uno stringato corpo regolamentare, volto ad integrare, quanto alla previsione delle infrazioni, il vigente Regolamento di giustizia, senza peraltro innovare granché.
Il codice contiene un numero assai limitato di disposizioni, sostanzialmente ricalcanti quelle già contenute nel Codice di comportamento sportivo Coni e nel già citato Regolamento di giustizia Fis.
Qualche punto di novità sembrerebbe trovarsi soltanto nelle disposizioni di cui agli artt. 8 e 9; e qui il condizionale è d’obbligo, perché a mio sommesso parere, l’unica lettura di queste norme che sia coerente con la normativa vigente esclude, anche in questo caso, ogni elemento di novità.
Mi spiego meglio.
Sia l’art. 7 del Codice di comportamento sportivo Coni che gli artt. 2, comma 2, e 32 del Regolamento di giustizia attribuiscono rilievo disciplinare all’espressione pubblica di giudizi o rilievi lesivi dell’immagine, della reputazione del decoro e della dignità di altri soggetti che operano in ambito sportivo, siano essi semplici tesserati, organi federali, o la Federazione nel suo complesso.
Giacché le dichiarazioni rilasciate a organi di stampa, così come quelle pubblicate su media e social network, sono per definizione pubbliche, le puntualizzazioni di cui agli artt. 8 e 9 del codice etico appaiono, allora, inutilmente superflue, a meno di non volergli attribuire un significato diverso o più ampio rispetto a quello già esplicitato dal codice Coni e dal Regolamento.
L’art. 8 precisa che i tesserati e tutti coloro che operano all’interno della FIS devono astenersi dal rilasciare dichiarazioni o comunicati che possano in qualsiasi modo ledere l’immagine della FIS e/o dei suoi organi e/o di altri tesserati e/o affiliati e/o dei soggetti di cui all’art. 2.
Orbene, comparando tutte le norme sin qui citate, il punto di differenza si esaurisce nella locuzione “che possano in qualsiasi modo ledere l’immagine”. Espressione questa, che parrebbe adombrare l’anticipazione della soglia di tutela dell’immagine e della reputazione della Fis al mero rischio di lesione e una sua salvaguardia oltre il limite del danno ingiusto.
Per dirla più chiaramente, un’interpretazione letterale della norma sembrerebbe suggerire che in ambito federale è stato abrogato il diritto di critica. Posto, infatti, che qualunque critica è idonea a incidere in qualche modo in senso negativo sull’immagine  e sulla reputazione di qualcuno, la mera espressione di un’opinione contraria all’operato Fis basterebbe  ad integrare l’infrazione di cui all’art. 8 codice etico.
Ma ciò significherebbe negare il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero se non nel caso in cui  esso consista in approvazioni all’operato della Fis e non in critiche.
E questo la Federazione non può farlo.
Credo che oramai tutti sappiano che il diritto alla libera manifestazione del pensiero è un diritto inviolabile, costituzionalmente garantito, e che il diritto di critica può essere esercitato utilizzando espressioni di qualsiasi tipo anche lesive della reputazione altrui, purché siano strumentalmente collegate alla manifestazione di un dissenso ragionato dall'opinione o dal comportamento preso di mira e non si risolvano in un'aggressione gratuita e distruttiva dell'onore e della reputazione del soggetto interessato.
E credo anche che tutti sappiano che le Federazioni sportive, che hanno natura giuridica di diritto privato, sono, come tutti, soggette al rispetto delle leggi di questo paese, prima tra tutte la Costituzione.
Non posso, per conseguenza, ritenere che la Commissione statuto e Regolamenti abbia inteso redigere una norma illegittima.
Non credo, infatti, (o almeno lo voglio sperare), che la Federazione, in persona del suo presidente, abbia inteso introdurre con queste disposizioni un limite alla libertà di manifestazione del pensiero dei propri associati.
Sarebbe stato un atto di tale arroganza e, al contempo, di tale debolezza che, sono fermamente convinta, nessuno avrebbe mai potuto avere l'intenzione e la dabbenaggine di compiere.
Probabilmente chi ha redatto la norma e chi poi l'ha promulgata è persona talmente in buona fede da non sospettare neppure il significato illegittimo ed eversivo che essa appare avere.
Sono quindi fermamente convinta che questa stessa buona fede eviterà a chiunque di cadere nella tentazione di irrogare sanzioni disciplinari a colui che, legittimamente secondo i canoni dell'ordinamento italiano, esprima pubblicamente critiche sull'operato federale.
Se così non fosse, v'è comunque rimedio.
In primo luogo, ogni associato potrà impugnare (e lo può sin d'ora) la deliberazione del Consiglio che ha approvato il Codice etico dinanzi all’autorità giudiziaria competente e, ove gli fosse comminata una sanzione disciplinare, potrà chiedere la condanna della Federazione al risarcimento del danno.
Vale, infatti, la pena di ricordare da un lato che "l’obbligo assunto dagli associati di adire gli organi della giustizia sportiva non può riguardare in nessun caso i diritti inviolabili dell’uomo, che debbono essere direttamente tutelati dall’ordinamento statale anche all’interno delle formazioni sociali e non possono costituire oggetto di accordi tra gli associati".
 E dall’altro che secondo l’interpretazione costituzionalmente orientata dell’art. 2, commi 1, lett. b), e 2, del D.L. 19 agosto 2003, n. 220 in materia di giustizia sportiva, suffragata di recente dalla Corte costituzionale, "il giudice amministrativo può conoscere delle sanzioni disciplinari inflitte a società, associazioni ed atleti, in via incidentale ed indiretta, al fine di pronunciarsi sulla domanda risarcitoria avanzata dal destinatario della sanzione". E su questo punto la giurisprudenza è unanime nel ricondurre l'esistenza del danno alla mera irrogazione della sanzione disciplinare
Tornando, quindi, alla mia riflessione iniziale, questo Codice, poco etico e apparentemente bulgaro, null’altro sembra essere se non un mero esercizio di stile, neppure troppo riuscito.
Sia per le infelici scelte lessicali che rendono incomprensibili precetto e ratio di talune disposizioni (artt. 12 e13), sia per l'arbitraria intromissione in questioni che nulla hanno a che fare con l'etica, e che dovrebbero essere lasciate alla libera disponibilità dei titolari dei diritti coinvolti (artt. 10 e 11), questo corpo percettivo impropriamente denominato codice etico, mi sembra soltanto l'ennesima occasione mancata.
Paola Puglisi

20 marzo 2014

AMMETTERE UN ERRORE AIUTA A CRESCERE

Certo che se avessimo avuto dubbi sul seguito del suo blog, sig Rinaldi, la Fis ci conferma non solo di seguirlo, ma di farlo con attenzione. Infatti, dopo i numerosi interventi sulla comunicazione o meglio pubblicità occulta, dove si denunciava una sovraesposizione del Ct della Spada al fine di imporne il consenso, allo stesso tempo l'assenza degli altri Ct, perchè non necessario. La Fis cosa fa, ci presenta la foto del Ct della sciabola legata alla presentazione della prova di Coppa a Mosca, per la spada mette Pizzo, ma Italpress agenzia legata alla Fis, ci presenta ovviamente Cuomo. Diciamo che allo stesso tempo le "convocazioni" personalistiche di Cuomo almeno a Vancouver si sono limitate ad una certa coerenza. A casa il numero 20 del ranking italiano e suo allievo e in pedana l'argento olimpico di Pechino e Campione Italiano in carica, Carozzo. Non pensiamo mai che qualcuno si voglia redimere, però ci illudiamo che forse la Fis abbia iniziato a sentire il rumore del "clacson" tanto criticato dal Clan del Ct.
...e la Fis ha iniziato a guardare???
Italo ROSSI

13 marzo 2014

CODICE ETICO: UNA PROMESSA O UNA MINACCIA?


Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accidia! [Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza di me nell'ascoltarla].
Prendo spunto da queste ultime parole di Antonello Fileccia, che con l’intervento Clacson e il Codice Etico, mi sembra trovino la giusta connotazione.
Cercando sul web, Wikipedia ci suggerisce: Dal momento che l'etica (dal greco antico ἔθος - o ήθος -, "èthos", comportamento, costume, consuetudine) è quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di distinguere i comportamenti umani in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati, il termine ”codice etico” definisce quell'insieme di principi di condotta che rispecchia particolari criteri di adeguatezza e opportunità, in riferimento a un determinato contesto culturale, sociale o professionale.
La definizione di "codice etico" rimanda quindi all'antica e complessa problematica della morale” ovvero dell'esistenza, o meno, di principi universali ai quali dovrebbero ispirarsi le azioni dell'uomo. In particolare, il termine "codice etico" acquisisce un suo valore specifico nella contemporaneità, proprio quando, parallelamente all'indebolimento dei cosiddetti "pensieri forti" tradizionali (le ideologie politiche, filosofiche e religiose che dettavano in modo rigido le norme della convivenza sociale), si assiste alla crescente domanda di regole di “deontologia” capaci di determinare i limiti e le condizioni della prassi umana in particolari contesti.
Da questo si evince che il Codice Etico offre indicazioni sul Comportamento Umano e non Leggi. Ma la Fis nel suo “editto” lancia anche strali e prevede sanzioni per chi non rispetti il Codice. Altra incongruenza, è che si dice “emanato dal Consiglio federale”, che si è riunito a dicembre ed emana a Marzo dopo una serie di interventi, evidentemente poco graditi, sul Blog, PIAZZA SCHERMA. Una ‘scelta di tempo’ da schermitore (la sento sempre richiedere ai miei figli dal loro maestro) che al pari delle affermazioni di Scarso dopo gli Europei Cadetti e Giovani, dimostra come ci sia un ennesimo atteggiamento per imporre il silenzio.
Rimettendomi al titolo dico, ma questo Codice Etico è una ‘promessa o una minaccia’?. Se attuato per noi genitori, è una promessa e sarebbe un segnale forte se applicato, prima di tutto, ai vertici.
Infatti, leggo alcuni passaggi che mi fanno riflettere:
“chiarezza e trasparenza e prevenire il rischio di comportamenti non etici”.
Quindi nel seno della trasparenza non avremo più CT ed Arbitri anche maestri praticanti e dirigenti? Le scelte tecniche saranno rese pubbliche con le allegate motivazioni, nel segno della Trasparenza del Codice Etico? (iniziando magari dalle convocazioni ai Campionati del Mondo Junior e Giovani e magari da quelle per le gare di Coppa)
Art. 7 - Dovere di imparzialità
Tutti i tesserati F.I.S. nonché tutti i soggetti di cui all’articolo 2 devono operare con imparzialità e devono evitare trattamenti di favore o disparità di trattamento nei confronti di tutti i soggetti che a vario titolo hanno rapporti con la F.I.S…
Ritengo che leggendo il blog PIAZZA SCHERMA degli ultimi mesi e le convocazioni degli ultimi anni, questo punto cada da solo e faccia riflettere.
…I soggetti di cui al comma precedente devono, inoltre, astenersi dall'effettuare indebite pressioni e, qualora subiscano pressioni o richieste di favore inerenti alla propria o l'altrui attività e/o funzione e/o qualifica e/o carica ricoperta nell’ambito dell’organigramma della F.I.S., devono darne tempestiva comunicazione alla Segreteria Generale della FIS.
Certo se avessi un cellulare, leggendo queste righe, adesso inserirei sicuramente tante “emoction”. Perché questa norma dimostra l’entità del Codice Etico e cioè conferma chi si vuole colpire. Sicuramente non chi opera all’interno della Fis, ma chi ne è fuori. Si dice di punire i “favoritismi” ma chi controlla questo è chi, presumibilmente o li chiede o li attua.
III) – RAPPORTI FRA TESSERATI
Questo punto è il più strano. Ci narrano principi che sono appunto Etici e che dovrebbero essere insegnati ai maestri e dati per assimilati prima di rilasciare alcun titolo. Sarebbe come ricordare ad un Poliziotto o Finanziere, dopo 10anni di carriera, che non deve rubare o aiutare altri a farlo.
Al punto 2 dell’articolo 10 si dice anche che non si devono fare “pressioni”. Con questo si intende che non si deve “rapire” (consentitemi l’eccesso) un atleta o che basterebbe non lasciare intendere all’atleta che nella propria palestra si avrebbero maggiori possibilità di nazionale, magari evidenziando il proprio doppio incarico di Tecnico Federale e maestro di sala. O ancora per essere accusato di mancato rispetto della norma basterebbe aver creato la carriera ad alcuni atleti dimostrando che chi è in una determinata palestra ha più possibilità?
Il punto 4 poi mi fa riflettere e cioè, se un maestro di “Clan” afferma che quel determinato atleta non merita la nazionale, ha praticamente espresso un giudizio lesivo su un collega che non gli avrebbe dato le giuste doti tecniche?
Il pinto 5 chiude con un paradosso. La Fis non paga le spese agli atleti impegnati nelle gare all’Estero, questi poi le pagano al proprio maestro però poi il maestro deve assistere senza partecipare. Allo stesso tempo in Italia i CT o Maestri di “Clan” seguono i loro atleti direttamente e i nostri ragazzi dovrebbero poi avere fiducia di loro all’Estero?
Ovviamente la mia è una provocazione, ma da madre penso che anche un bambino capirebbe che qui c’è un principio di base forte e cioè chi controlla il rispetto di questo Codice Etico?. Il controllore è il controllato e viceversa?
Ci sarebbe da dire ancora tanto, ma la sintesi sta nelle parole d’apertura prese in prestito dall’avv. Fileccia e dall’intervento Clacson.
Mi permetto di suggerire un nuovo punto V del Codice Etico:
“E’ fatto divieto ai maestri di “clan” di seguire allievi in gare nazionali e/o di partecipare a quelle internazionali, se non espressamente convocati”.
Sarebbe un segno di trasparenza e giustizia. Abbiamo sempre difficoltà a spiegare ai nostri figli, del perché quel maestro con la tuta Italia segue alcuni bambini, mentre ai più grandi quel maestro, non convocato, è in gara a seguire i suoi atleti e il proprio maestro è rimasto in tribuna?.
Come ci tiene a precisare la Fis, niente deve essere lesivo per l’immagine della Federazione. Queste cose, come litigi fisici tra Tecnici Nazionali, si notano molto dall’esterno e ledono e come l’immagine della Fis, nel mondo ed in Italia, più di un costruttivo intervento su un Blog.
Bianca IANNUZZI
 

10 marzo 2014

L'ETICA SECONDO LA FEDERAZIONE ITALIANA SCHERMA


Gent.mo sig. Rinaldi

correva l’anno 1600  d.c.  quando il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno  venne condotto in  Campo dei Fiori per essere arso vivo dal braccio secolare della Santa inquisizione: una morsa gli serrava la bocca per  impedirgli di parlare.

L’atto d’accusa: aver sostenuto l'infinità dell'universo, la molteplicità dei mondi, la non generazione delle sostanze e il moto della Terra.

A questo punto Lei si domanderà: ma cosa c’entra la F.I.S. con Giordano Bruno e il Sant’uffizio?

 Apparentemente nulla, nei fatti parecchio!

Da qualche giorno risulta pubblicato sul sito federale un codice etico di nuovo conio.

Gli artt. 8 e 9, rispettivamente rubricati come – “Rapporti con la stampa”  eMezzi di informazione” recitano che .<<i tesserati nonché tutti i soggetti di cui all’articolo 2, nell’intrattenere rapporti con organi di stampa o con altri mezzi di informazione, devono astenersi dal rilasciare dichiarazioni o comunicati che possano in qualsiasi modo ledere l'immagine della F.I.S. e/o di suoi organi e/o di altri tesserati e/o affiliati e/o dei soggetti di cui all’articolo 2. >> e che <<.. i comportamenti di cui al precedente articolo…. sussistono ancorché le espressioni vietate vengano esternate con qualsiasi mezzo, ivi compresa la introduzione e/o la partecipazione a discussioni su social network e/o blog presenti sulla rete internet.>>

Alcune domande si impongono:

  • Quando una dichiarazione può ritenersi sconveniente e lesiva  per l’immagine della F.i.s. o di un suo tesserato?
  • Sostenere che la F.I.S. non adotta i provvedimenti che le competono quando viene a conoscenza di talune condotte irregolari, è forse lesivo dell’immagine che vuole garantirsi ad ogni costo?
  • Sostenere che il presidente Scarso rimane in silenzio di fronte agli esposti che segnalano quei fatti e reclamano un suo autorevole intervento quale garante del buon funzionamento della F.I.S., è forse lesivo della sua immagine?
  • Sostenere che possano sussistere delle cointeressenze tra alcuni arbitri ed alcune società affiliate delle quali i primi sono sponsor ufficiali  o parenti di organi direttivi e/o magistrali di quelle stesse società,  è lesivo dell’immagine di quegli arbitri e di quelle società?
  • Sostenere che la pretesa di far rimuovere una legittima fotografia da un sito internet costituisca un vero è proprio abuso, è lesivo dell’immagine del pretendente?
  • Sostenere che un determinato CT non sia tecnicamente o funzionalmente adeguato a rivestire quel ruolo, è lesivo dell’immagine del CT?
    Certamente.
     Bisogna anche ammettere, però, che questo tipo di lesione è   pienamente compatibile con il diritto di critica costituzionalmente garantito.
     Il problema è soltanto quello del giusto contemperamento degli opposti interessi che la F.i.s. sembra avere abolito definitivamente : .<< i tesserati nonché tutti i soggetti di cui all’articolo 2, nell’intrattenere rapporti con organi di stampa o con altri mezzi di informazione, devono astenersi dal rilasciare dichiarazioni o comunicati che possano in qualsiasi modo ledere l'immagine della F.I.S……>>
    A questo punto non resta che ricercare il motivo di una tale decisione poiché il nostro Ordinamento Giuridico contiene già i parametri di  valutazione della legittimità dell’esercizio del diritto di critica, tenendo in debito conto l’esigenza del contemperamento degli interessi contrapposti, apprestando efficaci strumenti di tutela per chiunque voglia farvi ricorso.
    Il nuovo codice etico della F.i.s. sembra, invece, avere introdotto un principio inedito per un paese democratico: la minaccia di sanzioni disciplinari per chiunque, da oggi in poi, esterni in qualunque forma dichiarazioni o comunicati che in qualsiasi modo possano ledere l’immagine della fis o dei suoi organi e/o tesserati.
    Torniamo dunque al martirio di Giordano Bruno, l’eretico.
    In principio le eresie scaturirono dallo scontro del cristianesimo con le culture ebraica, greca e pagana, ma tante altre fiorirono come risposta alla corruzione della chiesa incorporando, in alcuni casi, stimolanti aneliti di ritorno alla semplicità evangelica ed all’amore per la verità.
    Eppure, nei primi secoli, la Chiesa delle origini contrastava e confutava le eresie con ammonimenti, esortazioni, omelie e scritti polemici, ma nessun eretico fu mai messo a morte. Solo quando il cattolicesimo diventò religione di stato, il potere iniziò a perseguitare violentemente gli oppositori,  devianti e dissidenti.
    Le estreme conclusioni a cui si giunse nel medioevo legittimarono, poi, l’intolleranza ideologica ed il fondamentalismo religioso.
    Tuttavia la storia insegna che una religione, così come un pensiero o una idea, non possono mai essere imposti fino in fondo in modo violento:  lo scopo può dirsi autenticamente raggiunto solo con la persuasività degli argomenti  piuttosto che con la minaccia delle percosse.
    Perché  allora la  F.I.S. avrebbe introdotto un principio che a dispetto del supposto contenuto etico consente di perseguire  disciplinarmente ogni forma di dissenso, ancorché riconducibile al sacro santo diritto di critica?
    Qualcosa si sta forse muovendo all’interno del mondo schermistico italiano, alla stessa stregua del movimento terrestre sostenuto da Giordano Bruno?
    Il potenziale scardinamento di assestati equilibri è forse ritenuto nocivo per la F.I.S?
    L’Ordinamento Giuridico Italiano è forse insufficiente per garantire la tutela dell’onore, della reputazione e dell’immagine così per come sembra voler pretendere la Federazione?
    E qual è la concezione che la F.i.s. ha del diritto di critica che resterebbe sacrificato sull’altare di un personalissimo senso dell’onore, della reputazione, della dignità personale e della propria immagine?
    Cosa ha determinato la F.I.S. nell’intraprendere tale cieca direzione?
    Ho fatto una ricerca in rete e non mi sembra che l’atteggiamento dei mezzi di informazione sull’attività schermistica italiana sia nel senso critico temuto dalla Federazione!
    Allora perché tanto rumore per nulla?
    Dall’inizio di quest’anno il suo blog, sig, Rinaldi, ha  toccato la punta dei 10.000 contatti. Un vero e proprio record raggiunto per l’impostazione critica, talvolta aspra ma anche costruttiva, degli argomenti trattati.
     Il suo blog costituisce quindi una nota stonata all’interno di una rasserenante melodia, una vera è propria eresia  di cui lei, oggi, appare essere il temibile Sacerdote.
    E’ per questo motivo che oggi, più che mai, all’interno della F.I.S. sembra essere stata avviata una campagna antiereticale che nel volere sottrarre  spazio e connotazione sociale a potenziali movimenti dalla stessa considerati eretici, segna chiaramente il confine tra obbedienza e  fedeltà alle gerarchie federali e la deviazione da esse, con tutto quello che ne consegue.
    Il legittimo dissenso si trasforma così in eresia e quindi  in violazione disciplinare, perseguibile con la “scomunica” o per meglio dire con una potenziale ammenda.
    I tempi sono certamente cambiati, nessuno per quanto eretico potrà più essere condannato a morte ma sembra proprio che lo spirito del cardinal Roberto Bellarmino abbia iniziato ad aleggiare anche sulla F.I.S.
    La vera libertà non sta nel dovere scegliere tra il  bianco e il nero ma nel sottrarsi a questa scelta prestabilita. E’ per questo motivo che rimetto a Lei ed ai suoi lettori ogni ulteriore riflessione, onorandomi di  ricordare la celebre frase che Giordano Bruno audacemente pronunziò all’esito della sua sentenza di condanna a morte:
     Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accidia! [Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza di me nell'ascoltarla].
    Cordiali saluti
     dott. Antonello Fileccia

06 marzo 2014

CAMPIONATI EUROPEI CADETTI E GIOVANI - GERUSALEMME 2014


l’intervista rilasciata dal Presidente, inerente i campionati europei Cadetti e Giovani di Gerusalemme e pubblicata sul sito federale, la leggo come risposta ai vari  interventi pubblicati su questo Blog.
Ritengo giusto che egli, non potendo scrivere direttamente a PIAZZA SCHERMA, dia dei riscontri alle critiche partite da queste pagine, attraverso il sito federale e di questo bisogna dargliene atto.

Condividendo l’enfasi per i risultati ottenuti, dei quali certamente dobbiamo essere orgogliosi, ha ragione il Presidente quando afferma che su queste basi si può guardare al futuro con ottimismo.

Devo, peraltro, porre in evidenza che il Presidente ha parlato di investimenti sui giovani, ne deduco, quindi che per il settore assoluti non è lecito attendersi grandi risultati, proprio in virtù del ricambio generazionale. Rappresento che alle prossime Olimpiadi due armi, nelle quali a Londra siamo andati a medaglia, saranno escluse dalle gare a squadre (F.F. – Sc.M.). Le altre dovranno comunque qualificarsi e non credo che saranno buttati nella mischia i giovani U.20 e men che meno gli U.17, quindi va bene l’investimento sui giovani ma non trascuriamo gli assoluti.

Alle olimpiadi bisogna arrivarci con tutte le forze possibili. se, però, le affermazioni del massimo dirigente FIS tendono a mettere le mani avanti, allora sarebbe stato più corretto in campagna elettorale dichiarare che  tale indirizzo avrebbe comportato enormi sacrifici, anche dal punto di vista dei risultati, e quindi il rischio di una mancata qualificazione al massimo evento, che chiude un quadriennio, rientrerebbe nella logica delle cose.

Sono certo, però, che il Presidente, in quanto anche maestro, abbia valutato tutto e sappia come giungere al traguardo finale. In tale contesto però bisognava essere più chiari e forse occorreva esserlo all’inizio del quadriennio.

Quando si parla del ricambio generazionale esso non può coinvolgere solo gli atleti: molti sono i settori dove rinnovare, ma ho come l’impressione che ciò possa avvenire solo in direzione opposta alla propria, ovvero procediamo al cambiamento ma non cominciamo da me. E non mi riferisco solo al Presidente. Egli siede sulla poltrona presidenziale perché la base lo ha voluto, ma gli altri?

Comunque, al di la di queste piccole dissertazioni, i complimenti al Presidente, agli atleti, ai maestri sono d’obbligo e li faccio con assoluta sincerità, perché credo meritati.

Di seguito lo specchio riguardante le medaglie vinte, per ogni settore.
Ezio RINALDI

02 marzo 2014

VERTICE E BASE: riflessioni della Signora Bianca IANNUZZI


Mi chiedevo, parlando con alcuni amici, che sicuramente sono più addentro di me e con maggiore peso politico e continuità nella scherma (io ci sono ritornata per i miei figli) : ma Scarso quando si è candidato ha detto che avrebbe fatto la caccia alle "poltrone" e soprattutto, nel suo programma elettorale, che credo sia pubblico, c'è scritto che avrebbe dedicato solo il 20% del suo tempo alla Fis?

Dico questo perché leggendo il blog PIAZZA DELLA SCHERMA e la cronaca scopro che Scarso è: presidente Fis, vice presidente Fie e fin qui ottimo perché coerenti. Vicepresidente Coni e anche qui ci siamo, ma dobbiamo considerare che l'incarico di Vicario non è cosa da poco. Commissario per la regione Sicilia.

Ora considerando i numerosi impegni del Maestro Scarso, quanto dedica concretamente alle vicende della Scherma e soprattutto al benessere del suo movimento e della base?

Pensare sempre che se il vertice è solido diventa solida la base, è il modo per far crollare i palazzi. Certo i successi di Vezzali & co, sono il fiore all'occhiello soprattutto per diventare vicepresidente vicario Coni e piazzare persone sulle poltrone, ma senza la base e senza occasioni per tutti e senza un movimento di dirigenti e atleti e soprattutto tecnici e famiglie, soddisfatte, tutto crolla e si entra nel baratro.

Faccio notare che la Canoa, Canottaggio (fantastiche discipline, con ottimi atleti veri sportivi) e altri sport, sono entrati nel baratro per anni e forse perché si inseguivano troppo e solo i successi di Abbagnale e Rossi. Fortunatamente sono in netta ripresa e ci daranno grandi soddisfazioni.

Mi si può dire che la scherma il baratro non lo ha mai conosciuto, certo dipende come si leggono le cose. A Pechino abbiamo preso medaglie in tutte le discipline, se non ricordo male.... in ogni caso se vogliamo considerare il fatto che invece di essere sempre uno scalino sopra gli altri, adesso perdiamo dagli Stati Uniti come a Londra nella Spada e fino a qualche anno fa in Usa la scherma non esisteva. In Coppa vinciamo a 44 con il Brasile.

Certo non è baratro perché mi parlerete dei risultati dei Giochi del Mediterraneo U17 e U20, ma facciamo i seri e analizziamo concretamente le cose. Abbiamo un movimento scontento per tanti aspetti, non c'è molto ricambio vero, se non nel Fioretto e conquistato a suon di podi mondiali e non di scelte Tecniche. C'è politica nelle gare regionali come in quelle nazionali, anche il più "disattento" schermitore sa, dalle foto al resto, che deve far parte del Clan.

Non sono disfattista dico solo che le "crisi" politiche non scoppiano mai dal nulla ma solo dopo molti segnali e la capacità "politica" è capirli prima e non provare dopo a trovare inutili palliativi.

Siamo tutti amanti di questo sport e quindi vogliamo costruire e non distruggere, ma fin quando ogni intervento democratico, critico e costruttivo, viene zittito come frustrazione personale: dove andremo a finire?

Bianca Iannuzzi