17 marzo 2015

INFORTUNI/INCIDENTI nella scherma


https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTWltAn3UAQiZuLONiQxZm75jOJQs9wEF5PSZxTgksNZZ8P4EuUIl post pubblicato sul blog, dal titolo “Lame normali o maraging” mi ha indotto una piccola riflessione occasionata da quanto dichiarato, nel corso di un intervista televisiva https://www.youtube.com/watch?v=RZvoziI1nwk   da due  tecnici del Club Scherma Palermo, in merito all’assoluto livello di sicurezza che questo sport garantirebbe agli atleti.

La dichiarazione, resa su sollecitazione dell’intervistatore,  si è soffermata sulla considerazione che, “tra legenda e realtà”, l’incidente occorso nel 1982, al sovietico Vladimir SMIRNOV, costituirebbe  l’unico episodio registrato dallo sport schermistico, omettendo di ricordare i drammatici eventi, ugualmente eclatanti, che hanno segnato la morte di Rene' MONAL nel ’37, Daniel GREGERSEN nel ’84, Gilles MALET nel ’94, o quelli altrettanto gravi, fortunatamente  non funesti, occorsi a Philippe CONSCIENCE nel ’85 e a tanti altri atleti.

Ciò che però va rimarcato è il fatto della fuorviante rappresentazione che è stata offerta di questo sport come attività in cui non ci sarebbe modo di “farsi male”.

Una affermazione che appare eccessiva laddove si volessero seriamente considerare le effettive criticità.

E per far ciò, seppure  sarebbe agevole procedere dalla dichiarazione rilasciata da Margherita GRANBASSI che ha annunciato il suo definitivo ritiro dopo l'ennesimo infortunio al ginocchio, (già operato cinque volte), mi limiterò a citare l’esito di uno studio statistico sviluppato, nel 2009, da autorevoli esponenti della medicina ortopedica e dello sport, (BONOFAZI M., ROSSI S., VANNONI B)   i quali sono giunti alla conclusione che il rischio medio annuale d’infortunio schermistico sarebbe pari al 31,8%., con maggiore frequenza di distrazioni muscolari, distorsioni di caviglia, tendiniti rotule e achillee, a cui va certamente aggiunta quell’infinita serie di eventi traumatici che interessano la testa, il tronco e gli arti  come il trauma delle vertebre sacrali da schiacciamento o caduta, le fratture costali, l’epicondilite, la periartrite scapolo omerale, la lussazione della spalla, le contusioni e le lacero contusioni, le vescicole, le bolle, l’ipercheratosi, i traumi distorsivi del polso e della caviglia, la talalgia plantare, le contratture e i crampi, lo stiramento degli adduttori.

Pertanto, il volere circoscrivere il massimo rischio possibile ad una banale “storta al piede” mi sembra insolitamente riduttivo rispetto alla documentata esperienza medico-infortunistica, tanto più che ha sostenere tale assunto siano dei soggetti qualificatisi come tecnici di scherma.

Dato per assioma il fatto che un “assalto” non è paragonabile ad un incontro di scacchi, mi domando se non sia opportuno che vengano resi pubblici i dati infortunistici in possesso della FIS e della FIE o comunque che tali organismi si adoperino per la raccolta di tali dati al fine di pubblicare un documento informativo che renda edotti dei rischi specifici, prospettando nel contempo, ove scientificamente possibile, le soluzioni preventive

Antonello FILECCIA

6 commenti:

  1. Da aggiungere il mio crociato anteriore rotto per caduta da una pedana troppo alta, le due operazioni alla mano di Tagliariol ecc. ecc.
    Riccardo Bonsignore

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  2. Porca miseria! Gli incidenti elencati nel tuo articolo mi sono successi tutti! E del mio ginocchio immolato alla causa ne vogliamo parlare? Hai ragione, non si può dare un'informazione sbagliata. La scherma è soggetta ad infortuni come tutti gli altri sport.
    Maurizia BIGELLI

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    1. Cerco di dare un contributo costruttivo, ma l'articolo è firmato da Antonello Fileccia.

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  3. Per chi fosse interessato, segnalo che fra gli sponsor della FIS vi sono anche alcune società specializzate nella commercializzazione di terapie e prodotti dedicati alla cura dei traumi sportivi.
    A Fileccia

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  4. Per cui insieme allo spirito, temprate lo corpo, oh fallace manipolo d'audaci!
    Dario SPAMPINATO

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  5. Per chi fosse interessato, segnalo che fra gli sponsor della FIS vi sono anche alcune società specializzate nella commercializzazione di terapie e prodotti dedicati alla cura dei traumi sportivi.
    Antonello FILECCIA

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