M° Alberto COLTORTI |
In questo quadro l'intervento del Maestro COLTORTI nell'Assemblea regionale campana è molto significativo. L'ho letto e riletto e non si può non condividere il suo pensiero.
Alberto, a perdere non sono le idee ma gli ovini che seguono il montone con il campanaccio: tu eri, sei e sarai sempre una risorsa per la scherma italiana e un giorno lo capiranno anche gli ovini.
Ezio RINALDI
"Napoli,
21 febbraio 2021 – ASSEMBLEA ELETTIVA REGIONALE FIS.
Gentili istruttori e maestri di scherma, atleti,
dirigenti societari,
sono Alberto Coltorti e mi propongo in questo contesto
pensando di avere le carte in regola per poter rappresentare degnamente i miei
colleghi nel prossimo consiglio regionale della FIS. Sono maestro di scherma da
oltre quarant’anni svolgendo quest’attività come unica professione; ho ricoperto
il ruolo di formatore a livello regionale, nazionale e internazionale, avendo
aiutato a diplomarsi anche Martina Longo, con cui competo in questa occasione.
Mi occupo, inoltre, dei problemi professionali della nostra categoria avvertendo
fortemente la necessità di regolamentare tale lavoro e dargli la dignità che
merita. In quest’ottica sono stato
sostenitore della prima ora del maestro Scarso, presidente dimissionario della
FIS, che alla fine poco o niente ha fatto per la categoria da cui proviene.
Ancora, da “figlio” dell’Accademia Nazionale di Scherma, ho cercato di incarnare
lo spirito e l’eredità di quest’istituzione aprendo le porte del sodalizio che
dirigo a chiunque lo chieda e offrendo collaborazione personale in modo del
tutto disinteressato. In particolare, a livello regionale, ho aiutato a crescere
e coopero con numerose associazioni: Club
Scherma Salerno, Nedo Nadi Salerno, Koryo di Castellammare di Stabia, C. S.
Fisciano, Accademia Olimpica Beneventana, C. S. Chiaia, C.N. Posillipo, A. S.
Champ, C. S. Portici, C.S. Ottaviano, A. S. Speed Planet, Scherma Vesuviana, C.
P. Bernardo Tanucci, Milleculure, Podygym
Avellino. Ancora, nei locali a me in uso, ospito orgogliosamente la segreteria dell’A.N.S.
Nonostante
ciò oggi sono la voce fuori dal coro che sfida gli equilibri raggiunti in una
compagine precostituita a tavolino già da molto tempo. Nondimeno mi auguro che
il mio agire da persona libera, non sottomessa al potere, sia percepito come
risorsa e non come elemento di disturbo.
Il
mio ruolo, specialmente oggi, è quello di chi dissente da un metodo e da un
sistema che ritiene antidemocratico, specchio dei tempi, dell’arroganza e del
potere fine a se stesso, alla lunga sicuramente perdente, per tutti tranne che
per qualcuno. La squadra da voi proposta è frutto di un “cartello” concepito da
chi, in Campania, detiene il potere con l’appoggio di personaggi minori ai quali
riconoscere contentini. Quanto affermo relativamente al metodo è sintetizzato
magnificamente nel volantino elettorale composto dal futuro presidente del
comitato, che si è superato sia nella cancellazione dei nomi che disturbavano
gli accordi precostituiti, sia nella indicazione che cito testualmente: “A breve
verranno date istruzioni sulla divisione dei voti per ottimizzare la possibilità
di conquistare tutte le 8 candidature.” . Mi chiedo se fornire istruzioni di
voto sia sinonimo di interesse per la libertà di pensiero e di opinione o per la
democrazia. Ma tanto è!
Personalmente
ho, timidamente ed ingenuamente, tentato di cambiare le regole del gioco
cercando di radunare liberamente, il 28 novembre, presso i locali della società
che dirigo, chi volesse intervenire. La riunione ha avuto pochi partecipanti
(una dozzina di società tra presenze e deleghe) ed, essendo i giochi ormai
fatti, nessuno del “cartello” se non Aldo Cuomo, la cui presenza era stata, dai
suoi, vivamente sconsigliata. Non abbiamo parlato della spartizione del potere,
non ho chiesto voti e cariche ma presentato un programma dettagliato e, magari,
ambizioso che toccasse le esigenze della scherma nella nostra regione. Dalla
discussione e accettazione delle linee programmatiche si sarebbe passato, poi, a
parlare delle persone che avrebbero avuto le migliori competenze per realizzare
i diversi punti. Nella mia ottusa prospettiva il metodo più adeguato, per la
definizione di un direttivo, era quello di partire dal da farsi anziché
dall’occupazione di poltrone.
Negli
ultimi 20 anni il CRC è stato diretto e dominato da Matteo Autuori che ha voluto
essere il padrone incontrastato (nel consiglio ha voluto e avuto sempre
maggioranza assoluta) di una istituzione che ha gestito la normale
amministrazione. Sinceramente non ho mai avvertito, per come è stato
amministrato, la presenza e la necessità del comitato. Dopo un lungo periodo di
disinteresse (per oltre sedici anni non c’è stata una riunione assembleare al di
fuori di quelle elettive), grazie alla richiesta di pochi, da quattro anni
abbiamo cominciato nuovamente a riunirci seppure in maniera sporadica. Non c’è
stata progettualità di alcun genere, non si è mai discusso di quello che si
sarebbe potuto fare e le cose hanno continuato ad andare avanti per inerzia. Per
cui non mi preoccupo oltremodo di partecipare a un consesso che è stato
pressoché inesistente anche se mi auguro che nel futuro abbia maggiore apertura
e operosità.
Ciò
che mi preme invocare, e qui concludo, è un cambiamento del vostro atteggiamento
nei confronti della politica schermistica, oramai soprattutto di quella
nazionale. Scegliete quelle persone che mostrano genuina passione e si
presentano per interesse del bene comune invece che del proprio, personalissimo
tornaconto; contrastate il conflitto d’interessi penalizzando coloro che giocano
su più tavoli avendo la possibilità di essere, allo stesso tempo, chi sceglie e
chi è scelto; non fate accordi con chi gestisce il potere nella prospettiva di
ottenere favori personali perché rinuncerete alla vostra libertà e diverrete
schiavi; raggiungete i vostri obiettivi con il lavoro e con il merito, perché vi
è dovuto e non perché vi è concesso. Siate per la discontinuità, per il
rinnovamento delle idee e dei metodi. Optate per la disomogeneità perché il
dissenso può significare controllo, democrazia, ricchezza di opinioni, in una
parola vita. Soprattutto siate coerenti: se decideste per la spartizione del
potere, se rinunciaste alla gestione degli interessi comuni secondo coscienza e
verità, non riempitevi la bocca declamando gli altisonanti valori del nostro
sport, il merito, la lealtà, il rispetto delle regole, l’educazione, la
democrazia. I vostri atleti percepiranno le contraddizioni, capiranno la falsità
delle vostre parole e trasmetterete una cultura perdente la qualcosa, per un
insegnante e per un’associazione che si occupa della crescita dei giovani, è la
peggiore delle sventure.
Alberto
Coltorti"
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