16 febbraio 2021

ALBERTO, STAI SERENO!


avv. Gaspare FARDELLA
Navigando su FB, mi sono per caso imbattuto nella pagina di Alberto Ancarani, avvocato, uomo pieno di interessi in vari versanti, da quello politico a quello sportivo, essendo consigliere sia del Comune di Ravenna che della FIS, con un lungo elenco di titoli, cariche ed incarichi di rilievo e di tutto rispetto che inducono fondatamente a ritenerlo, quale
uomo delle istituzioni, sempre pronto al confronto, strenuo difensore dei diritti civili, particolarmente attento ai bisogni della collettività e sensibile ai comuni valori di democrazia, equità e giustizia.
Proseguendo nella lettura della relativa pagina, ho però trovato una esternazione, pubblicata il 29/1/21, resa a proposito dei ricorsi presentati da alcuni iscritti FIS, per vicende afferenti le elezioni dei Rappresentanti di tecnici e atleti del mese scorso, che non mi sarei mai aspettato dal possessore di un tale biglietto da visita, che mi ha lasciato abbastanza perplesso e che riporto testualmente: “Prendiamo una federazione a caso. Questa federazione deve rinnovare i suoi vertici e per il rinnovo corrono due candidati con le rispettive squadre. Una di queste squadre [opposta a quella cui lui appartiene, ndr] contesta continuamente per vie legali l’esito di ogni fase elettorale o l’iter di ogni provvedimento che porta all’esito elettorale. Questa squadra [opposta, ndr] che non riconosce neppure la legittimità delle operazioni di voto nella vigilanza delle quali erano coinvolti addirittura propri esponenti su sua esplicita richiesta, pretende di fare un «democratico confronto fra candidati» e ha il coraggio di lamentarsi perché l’altro candidato, stufo dei ricorsi anche sul colore dei suoi lacci delle scarpe, non intende confrontarsi con chi va avanti a colpi di carte bollate. Per fortuna che entro il 15 marzo queste cose dovranno avere, per legge, una fine”.
Ora, tralasciando ogni considerazione sulle capacità divinatorie dellautore, espresse in chiusura del post (fra laltro, non si capisce a cosa egli si riferisca, se al risultato finale delle votazioni, che sarebbe cosa grave, o a quello dei giudizi de quibus, che sarebbe più grave, visto che mostrerebbe di conoscerne lesito, ancor prima della redazione e pubblicazione delle rispettive sentenze), non posso fare a meno di osservare come emerga chiaramente da tale affermazione - che non esito a definire suggestiva, parziale, inesatta, provocatoria ed in stridente contraddizione col superiore biglietto da visita - tutto il profondo suo fastidio e la elevata sensazione di disturbo, misti ad un insopportabile senso di disagio e netto disgusto, verso chi sta soltanto cercando CIVILMENTE di difendere i propri diritti, perché ritenuti lesi, unicamente attraverso il percorso fissato dalla LEGGE; nemmeno poi è condivisibile lassunto che il supposto malessere (però, mai da lui stranamente avvertito, quando si è trovato a percorrere, in veste di ricorrente, uguale strada) sia di tale veemenza da addirittura averlo indotto a rivolgere implicitamente al suo capo squadra (Azzi/Scarso) linvito a negare quel DEMOCRATICO confronto più volte invocato da unicona della scherma mondiale, Michele MAFFEI, soggetto notoriamente elegante, gentile, serio, equilibrato e pacato.
Consigliere FIS avv.Alberto ANCARANI
Non vorrei sembrare irriguardoso, ma sento il bisogno di chiarire talune inesattezze che mal si conciliano con latteggiamento gratuitamente attribuito a MAFFEI e ai componenti del suo schieramento, e che invece sono soltanto il frutto di una gran confusione che alberga nellanimo di qualcuno, tale da aver generato lerrore in cui è precipitato lAncarani.
A ben vedere, né Michele MAFFEI, singolarmente, né la sua squadra, collettivamente, nè i rispettivi componenti, individualmente, hanno presentato alcun ricorso; la tanto lamentata e sofferta iniziativa giudiziaria è stata, invece, promossa personalmente ed individualmente da alcuni iscritti FIS (affiliati e tesserati), i quali, in occasione delle ultime elezioni dei cc.dd. Grandi elettori, hanno inteso contestare la legittimità di certi altri tesserati ad esercitare lelettorato attivo e passivo, diritto che - come tutti sanno, tranne, a quanto pare, i vertici federali - è riservato unicamente ai Maestri in possesso di un valido titolo allinsegnamento, ed in considerazione del fatto che numerosi soggetti, benché privi di un siffatto titolo, sembrerebbero essere stati ugualmente ammessi allesercizio di entrambi i tipi di elettorato, a tutto dispetto ed in totale spregio delle ben note sentenze del TAR/Consiglio di Stato (cioè due organi giurisdizionali dello STATO), inopinatamente dimenticate - e, dunque, disattese - dai vertici della federscherma.
Ma largomento che sembra proposto in modo maggiormente travisato e distorto attiene al momento della sollevata contestazione, atteso che - a detta ancora del dolente Ancarani - le lagnanze sarebbero state sollevate dalla squadra di Maffei, asseritamente presente alle operazioni di voto, anche a supporto della apposita commissione Verifica Poteri, solo a giochi conclusi, allorquando cioè i rispettivi presunti vigilanti si avvidero dellesito per loro negativo delle elezioni.
Nulla di più lontano dalla verità, perché - contrariamente a quanto in modo capzioso e fuorviante è stato asserito - in tale contesto né gli esponenti della lista di Maffei, pur presenti alle fasi di voto e scrutinio, ma non in funzione di rappresentanti di lista, bensì solo quali semplici soggetti interessati, privi di qualsiasi potere di verifica (fra laltro, ad alcuni è stato anche impedito di visionare le schede durante lo spoglio o di verbalizzare loro osservazioni), né soprattutto i membri delle Commissioni scrutinio e/o verifica erano legittimati ad escludere candidati ed elettori inseriti nelle liste predisposte dalla FIS. Che, poi, la Federazione, e per essa la Segreteria, abbia errato nella compilazione e formazione di detti elenchi, stante lavvenuto inserimento di soggetti privi del titolo abilitante, è tutta unaltra storia, che sarà fatta valere nelle competenti sedi, come lavv. Ancarani, da esperto e competente uomo di legge, sa bene e non potrà negare: per questa ragione appare del tutto fuori luogo il disagio ed il fastidio mostrati nellarticolo in commento ed evocati a motivo del rifiuto al confronto.
E anche doveroso riferire che sono già pervenuti i primi risultati dalla giustizia sportiva - che non è quella dello STATO - la quale, come era facile immaginare, ha rigettato i ricorsi in questione, mal digeriti da Ancarani ed Azzi, mostrando tutta la sua inadeguatezza ed inidoneità a rispondere alle esigenze di giustizia (elementi questi, peraltro, già ben evidenziati da altri autorevoli giuristi).
Infatti, pur non entrando nel merito delle decisioni assunte il 18/1/21, dal Tribunale Federale, ed il 2-2/2/21, dalla Corte Federale di Appello - perché le sentenze, da qualunque parte provengano, vanno comunque e sempre rispettate - non posso fare a meno di notare e far notare che entrambe presentano una significativa particolare caratteristica: malgrado i collegi dei due rispettivi organi giudicati risultino regolarmente formati, stante la presenza in ciascun collegio dei tre componenti, in ambedue le statuizioni manca la sottoscrizione del relatore (avv. Luca DONZELLI, per la prima; avv. Ciro RENINO, per la seconda). Tale particolarità, in genere, accade quando il relatore, che è poi lestensore naturale della sentenza - come ha ben spiegato il dr. Fumo, nel suo articolo del 20/1/21: Discipuli iurant in verba Magistri - , è in netto dissenso con gli altri componenti del collegio e ne disapprova le conclusioni; conseguentemente, lestensore, non potendo redigere la sentenza per le divergenze giuridiche sorte nella camera di consiglio che non si sono potute dirimere e sono così rimaste irrisolte, non la può nemmeno sottoscrivere, sicché il ruolo di estensore viene svolto da un altro membro.
E, perciò, del tutto evidente che le suddette pronunce sono state oggetto di sofferti e per nulla condivisi scambi di opinioni tra i magistrati sportivi e che, quindi, non potrà affermarsi che le decisioni finali siano state rese in modo del tutto de plano e che siano assolutamente ineccepibili, tanto che più di un dubbio resta sulla loro inattaccabilità e inoppugnabilità.
Sperando così di aver chiarito il motivo del mio intervento sulla quanto mai inopportuna boutade del consigliere Ancarani, mi sia permesso di ricordare a tutti, ma in particolar modo al medesimo, che chiedere giustizia non integra affatto il reato di lesa maestà, non è un imbarazzante e pesante fastidio, anche se a volte può provocare spiacevoli mal di pancia, né un ingombrante fardello di cui ci si deve liberare prima possibile, ma è soltanto lesercizio di un diritto costituzionalmente garantito e, dunque, un ATTO DI GRANDE CIVILTA, il cui senso qualcuno sembrerebbe aver smarrito; come è parimenti ATTO DI GRANDE DEMOCRAZIA rispondere ad una richiesta di sereno e pacato confronto, mentre non lo è di certo sbattere la porta in faccia al competitor, adducendo inutili, risibili ed immotivate scuse.
Nel ringraziare per lattenzione mostrata, sperando di non avervi annoiato troppo, non posso che accomiatarmi porgendo il seguente invito: Alberto, stai sereno.
Cordialmente.
Gaspare Fardella

2 commenti:

  1. Incuriosiscono certi atteggiamenti, che restano inspiegabili talvolta.
    F. Orsini

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  2. Dietro questo rifiuto leggo la mancanza di un programma credibile. Finora il candidato alla presidenza Azzi ha parlato solo di "continuità" rispetto all'impianto amministrativo del Presidente Scarso. Su molti temi caldi sarebbe in difficoltà a confrontarsi con una persona competente e preparata come Michele Maffei. Secondo me i ricorsi presentati erano prevedibili visto che si è dato il diritto di voto anche a chi non era in possesso del titolo rilasciato dalla ANS, l'unica legalmente autorizzata al rilascio dei diplomi. È solo una scusa banale!!!

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