03 febbraio 2021

IL PROGETTO KINDER JOY OF MOVING, AIUTA DAVVERO LA SCHERMA?

Allora facciamo il punto della situazione sul progetto “Kinder Joy of moving a Scuola di scherma”. Credo che alla fine del ventennio di Scarso alcune considerazioni si debbano fare, tenendo conto che Paolo Azzi prevede di non portare nessuna modifica a questo debole progetto di promozione sportiva.
Il “Kinder joy of moving – A scuola di scherma” non vorrei dirlo con una celebre massima del rag. Ugo Fantozzi, non credo possa aiutare la scherma.
Con tale iniziativa vengono messi a disposizione dei kit comprensivi di 10 maschere e fioretti di plastica, con una bella sacca per contenerli. I kit sono in numero ristretto e li possono avere solo quelli che lo chiedono per primi ogni anno, è questione di fortuna o di tempismo insomma. Ogni anno è sempre la stessa manfrina, un certo numero li ricevono e gli altri devono aspettare l’anno successivo per tentare la fortuna. Pare che siano oggetti comprati con i soldi della Kinder, Ferrero, che sponsorizza il progetto e va ricordato che:
1) I Kit servono solo per attività nelle scuole, (sempre che ti facciano entrare), va documentata l’attività sportiva tramite foto, e postate con regole precise sui social o siti web della società. Di seguito i kit rimangono in uso alle società sportive.
2) I maestri che vanno a fare promozione pare che non debbano essere retribuiti da nessuno, in quanto il progetto è promozionale e quindi fonda la sua base sulla gratuità. (Nella mente dell’esperto di marketing, evidentemente il maestro vive d’aria, nonostante rinunci alle sue attività primarie, magari in maniera non retribuita, e poichè è così bravo, di certo si rifarà con le rette dei futuri allievi che si affacceranno in palestra dopo la promozione scolastica).
Se questi sono i termini, conviene che una società sportiva investa risorse nell’acquisto di materiale analogo e vada a fare attività nelle scuole a pagamento e usi canali divulgativi appropriati per il proprio territorio, senza dover rendere conto a nessuno. Prenderà i soldi del corso e quelli degli atleti che si iscriveranno in palestra, e che vorranno diventare schermitori, lo trovo più conveniente.
Forse nella mente dell’esperto di marketing della FIS, probabilmente c’è l’idea (lasciatemi dire peregrina) che mettendo qualche foto, qualche hashtag, la pubblicità si faccia tutto da sé, e che l’algoritmo del social faccia fruttare atleti, iscrizioni, tesserati. Nulla di più peregrino, è bene che si sappia. Anzi, sarebbe ora che la FIS, e gli esperti di marketing si dessero una bella svegliatina e invece di agire in tal modo, cominciassero a guardare a queste risorse, quali: maestri, società sportive, social, commercio digitale (digital marketing), comunicazione visuale (visual comunication) e azioni correttive conseguenti a una analisi del marchio scherma, il tutto con l’obiettivo di far salire i numeri di questo sport. Ma forse la FIS di Scarso non era interessata a questi argomenti, perchè di fatto non è stato realizzato nessun progetto corale per svegliare questo filone, del tutto nuovo.
È di qualche giorno fa il post di Paolo Azzi che fa sapere implicitamente che semmai fosse eletto, la sua nuova (si fa per dire) Federazione non farà nessun cambiamento in tal settore:
“Dal lontano 2010 portiamo avanti, in collaborazione con Kinder Joy of Moving, il progetto “A scuola di scherma”. Un progetto che dà la possibilità alle società affiliate di ricevere il materiale promozionale ed andare preso le scuole primarie e secondarie a far promuovere il nostro splendido sport”, dimenticandosi (?) di dire che è tutto sulle spalle dei maestri.
Già i maestri, la categoria che negli ultimi 4 anni ha subito il peggior attacco frontale, della sua storia.
Sento un bisogno fisiologico di cambiamento.
Fabrizio ORSINI

2 commenti:

  1. Questo articolo tocca uno dei punti dolenti dell'attività di qualsiasi federazione: la promozione. Entrare nelle scuole è sempre più difficile, prima di tutto perchè è diventato un "terreno di caccia" frequentatissimo, ed occorre colpire l'interesse della persona che si occupa delle attività sportive all'interno del plesso, per riuscire poi a instaurare una qualche formza di collaborazione.
    Come società abbiamo partecipato a questa iniziativa, che messa giù come nell'articolo sembrerebbe quasi una lotteria, ed abbiamo una volta ottenuto l'assegnazione di un kit promozionale : 10 maschere, 10 fioretti, un pacchetto wireless con apparecchio e due fioretti, oltre naturalmente alla borsa. Il tutto però facendo tante ore nelle scuole gratuitamente, e consegnando poi ad ogni partecipante l'attestato di partecipazione (anche questo a spese della società).
    Chi, secondo me, sfruttò efficacemente questa partership fu la Federvolley. Una dozzina di anni fa. Loro il kit con il materiale logato Kinder+sport (rete, palloni, pettorine, ecc..) non lo consegnarono alle società ma direttamente agli istituti scolastici, con il vincolo di dovere poi chiamare una società del territorio, tra quelle aderenti all'iniziativa, per effettuare le ore di attività. Inutile dire che in ogni scuola dove andai, trovai questi kit, perchè sappiamo benissimo quanta fame di attrezzature ha la scuola priva di fondi, e quando glieli si regala, il successo è assicurato.
    Una distribuzione di questo tipo permetterebbe alle società affiliate, che aderiscono al progetto, di entrare molto più facilmente nelle scuole, perchè sarebbero queste ultime a darle la caccia per accaparrarsi del materiale.

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  2. Ribadisco la mia assoluta equidistanza da ogni schieramento, ma questa volta l'argomento mi vede coinvolto e non posso nascondere che ho sempre trovata inadeguata e deludente la strategia promozionale, anni luce da quella francese, eppure avremmo potenzialità uniche al mondo. Copio incollo quanto commentato su Facebook.

    Finalmente un argomento in cui mi sento di avere titoli per commentare e dare la mia opinione. Confermo, l'iniziativa è inutile e la gratuità, sia del materiale che della prestazione, sono proprio il punto dolente.
    Spiace essere sempre esterofilo ma se la realtà lo pretende non è un delitto. I borsoni kinder che mi è capitato di incrociare negli angoli più reconditi delle sale scherma sono generalmente sporchi, usurati, negletti. Al loro interno potete trovarci dozzine di viti dalla testa di plastica azzurra, alcune armi mal conce e un'altra infinita serie di supporti per la nuca il cui bianco ormai sconfina nel giallino, un paraseno dimenticato da qualche istruttrice che lo usava quando era una prime lame, due guanti che oggi con il covid porterebbero all'arresto. Poi le scuole, esperienza diretta, ti presentano un programma ovviamente non retribuito, per corsi di almeno tre ore per classe e le classi sono almeno 7. Ci ho provato, chi mi conosce sa che sono abile in materia, è stata dura anche per me. Sono invece riusciti benissimo degli interventi retribuiti, specie nelle paritarie e che mi avevano permesso di acquistare il materiale, che essendo pagato, ha ricevuto tutte le cure e goduto di cautele.
    Torniamo all'estero. La Leon Paul vende alle scuole il borsone, con allegato anche il mio libro, almeno tempo fa, e un abbonamento per delle lezioni.
    Questo funziona, questo è serio e vi assicuro che i borsoni pagati sembrano nuovi anche dopo anni. Quanto al mio libro sarebbe nato per quello ma la Fis me ne ha comprato 500 copie, grazie, per poi gettarle gratuitamente su di un tavolo a Riccione, finite in 10 minuti cronometrati.
    Utilità zero, le avessero destinate al programma Scherma a scuola sarebbe stata la scelta giusta invece è stato uno sperpero di denaro pubblico. Tranquilli, ci ho preso pochissimo al netto, 300€? Non è polemica o ingratitudine, c'è chi sa forgiare un olimpionico, ma non esiste in federazione una persona capace di promozione, ci sarebbe il sottoscritto, non ho false modestie in proposito, ma essendo un parvenu di provincia al limite mi fanno pat pat sulle spalle. La Scherma avrebbe bisogno di un vero progetto in ambito scolastico, serio, professionale, programmato, non questo spreco di denari e risorse umane, assistenziale, termine che detesto, sinonimo di mancanza di responsabilità.
    Finito il cazzettone.🤗
    (aggiungo l'emoticon per sottolineare che le critiche sono allegramente canzonatorie, ironiche e autoironiche, meglio specificare)

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