La stagione agonistica volge al
termine, di fatto è già finita, almeno per quel che riguarda il calendario
nazionale, e credo che alcune considerazioni vadano fatte.
E’ da tempo che non presenzio alle gare, né regionali né nazionali, un po’ per il Covid ma anche per una certa riluttanza, dovuta quasi sicuramente ad un rigetto dopo anni ed anni di parterre e pedane, quindi le riflessioni che faccio sono il frutto di quanto mi viene segnalato dai frequentatori della “PIAZZA”.
Nell’arco di questi ultimi anni talune cose primarie sono state già dette e scritte, ma ciò che emerge dalle segnalazioni ricevute è un rafforzamento dell’idea che dalla precedente stagione, segnata ancora dall’emergenza Covid19, la Federscherma non abbia recepito gli umori, se non lamentele, da parte della base.
Infatti, secondo i tanti, il calendario 2021/22, sarebbe ripreso all’insegna del “come se nulla fosse successo”, ovvero intasamento di gare, luoghi ameni con grandi difficoltà al loro raggiungimento, orari di inizio inutilmente albeggianti ed, ancora, una certa tutela per gli atleti più forti, per talune importanti società, per tecnici che in alcuni casi percepiscono il doppio stipendio, pubblico-privato. Per le famiglie, ed in particola per quelle che non hanno i propri figli inseriti in qualche gruppo sportivo militare, ci sarebbero state solo spese e problemi logistici.
A detta degli stessi, Il Covid19 ha avuto anche un risvolto positivo, le stringenti norme per il prosieguo dell’attività agonistica avrebbero imposto, finalmente, un po’ d’ordine nel parterre e, soprattutto, una qualche regolamentazione nell’accesso di accompagnatori e tecnici nelle strutture. In effetti, le regole già c’erano, ma puntualmente sarebbero state a favore di organizzazioni di gare federali che, sempre secondo i frequentatori della “PIAZZA”, generosamente si potrebbero definire “caserecce”.
La prima competizione “a porte aperte”, di una certa importanza, è stato il Gran Premio Giovanissimi, certamente un banco di prova per valutare le capacità e le differenze di questo direttivo rispetto al precedente. Da questo punto di vista sembrerebbe che la competizione abbia dato indicazioni negative. Non fosse stato per le mascherine, ultimo residuo dell’emergenza sanitaria, sembrava di essere nel 2019. Parterre di gara regno di nessuno, dove tutti potevano entrare, sostare e uscire a proprio piacimento. I genitori, ovviamente si parla di una minoranza, si sono esibiti nei loro consueti stratagemmi per accedere, ogni qualvolta lo desiderassero, alle pedane. Ogni momento era buono per dare allo stesso bambino una bottiglietta, un’asciugamanina, un passante, una succhino, insomma qualcosa di assolutamente necessario ma che avrebbe consentito di sostare perennemente a fondo pedana. Il personale preposto al controllo, spessissimo ragazzi, alcuni dei quali appena pochi mesi più grandi degli atleti in gara, non avrebbero avuto la necessaria autorevolezza per gli adeguati accertamenti, talchè sfuggire al controllo sarebbe stato facilissimo.
Peraltro, la conformazione del palazzetto avrebbe consentito con un esiguo numero di personale, ma ben addestrato, di fermare facilmente chiunque avesse voluto accedere al parterre senza pass, scendendo dalla tribuna. Si sarebbe poi assistito anche alle consuete scenate al limite della crisi di nervi, con urla scomposte, livelli adrenalinici da infarto ed immancabili svenimenti per assalti del tabellone da 128; in buona sostanza: il solito film già visto.
Sembrerebbe che Il parterre fosse più simile ad un campo nomadi che ad un luogo dove si stesse svolgendo un campionato italiano, disseminato di immondizie di ogni genere, dalle cartine delle brioche alle bucce di banana, armi sparse in prossimità del fondo della pedana, bambini che non sapevano dove mettersi non essendoci praticamente spazio tra la pedana e le transenne (dove sarebbero finite le sedie?) Gli spazi tra pedana e pedana? L’ordine? Insomma, tutto come prima, senza alcun correttivo.
Anche il livello organizzativo sarebbe rimasto uguale alle precedenti edizioni, con la solita ciliegina sulla torta delle gare su due strutture, con tutti i vari disagi e le ben note difficoltà che una simile organizzazione comporta nello svolgimento di una gara.
Una segnalazione interessante riguarda il main sponsor della manifestazione, il quale collabora da alcuni lustri con la federscherma, il cui contributo cala di anno in anno, arrivando al punto che saremmo noi come Federscherma a comprarci le loro t-shirt per fare finta di essere fighi. Sono tanti i prodotti che hanno negli adolescenti e pre-adolescenti il loro target di riferimento, potrebbe essere necessario girare lo sguardo altrove e lavorando seriamente per trovarne uno/due marchi da coinvolgere.
La domanda che si pongono i lettori è: cosa ci toccherà nella prossima stagione? Si sa che è stato presentato un nuovo progetto per l’attività agonistica e ci si augura che vengano corrette le carenze che si sono manifestate, in particolar modo con un complesso di gare le cui sedi siano logisticamente accessibili con facilità; il loro svolgimento preveda a livello cadetti qualificazioni alla categoria giovani più adeguate ai numeri espressi; che si comprenda l’importanza di una premiazione relativa ai primi 8; si concepisca una attività che privilegi più le gare interregionale; modificare l’orario di inizio, posticipandolo di qualche decina di minuti affinché non si debba partire il giorno prima, soprattutto per coloro che abitando in un raggio chilometrico potrebbero raggiungere la sede di gara la mattina stessa; rivedere i termini di qualificazione adeguandoli ai numeri dei partecipanti.
Sarebbe stata accertata una diminuzione partecipanti con un calo di quasi 600 unità. Una flessione che dovrebbe far riflettere l’attuale dirigenza (non può essere addebitata solo alla pandemia).
Come accennato, sembra sia stato presentato un nuovo progetto di quella che potrebbe essere l’attività agonistica della prossima stagione e sembrerebbe che ci siano diverse criticità. In questo caso posso esprimere il mio personale parere: il progetto è ben impostato ed è presentato altrettanto bene, quindi a prima vista, almeno per me, potrebbe essere una riforma accettabile. Divergente è il parere dei lettori della “PIAZZA”. Non entro nel merito del progetto poiché mi mancano gli elementi tecnici per farlo, ma spero vivamente che in esso vengano recepiti i suggerimenti che nascono anche da questo articolo.
E’ da tempo che non presenzio alle gare, né regionali né nazionali, un po’ per il Covid ma anche per una certa riluttanza, dovuta quasi sicuramente ad un rigetto dopo anni ed anni di parterre e pedane, quindi le riflessioni che faccio sono il frutto di quanto mi viene segnalato dai frequentatori della “PIAZZA”.
Nell’arco di questi ultimi anni talune cose primarie sono state già dette e scritte, ma ciò che emerge dalle segnalazioni ricevute è un rafforzamento dell’idea che dalla precedente stagione, segnata ancora dall’emergenza Covid19, la Federscherma non abbia recepito gli umori, se non lamentele, da parte della base.
Infatti, secondo i tanti, il calendario 2021/22, sarebbe ripreso all’insegna del “come se nulla fosse successo”, ovvero intasamento di gare, luoghi ameni con grandi difficoltà al loro raggiungimento, orari di inizio inutilmente albeggianti ed, ancora, una certa tutela per gli atleti più forti, per talune importanti società, per tecnici che in alcuni casi percepiscono il doppio stipendio, pubblico-privato. Per le famiglie, ed in particola per quelle che non hanno i propri figli inseriti in qualche gruppo sportivo militare, ci sarebbero state solo spese e problemi logistici.
A detta degli stessi, Il Covid19 ha avuto anche un risvolto positivo, le stringenti norme per il prosieguo dell’attività agonistica avrebbero imposto, finalmente, un po’ d’ordine nel parterre e, soprattutto, una qualche regolamentazione nell’accesso di accompagnatori e tecnici nelle strutture. In effetti, le regole già c’erano, ma puntualmente sarebbero state a favore di organizzazioni di gare federali che, sempre secondo i frequentatori della “PIAZZA”, generosamente si potrebbero definire “caserecce”.
La prima competizione “a porte aperte”, di una certa importanza, è stato il Gran Premio Giovanissimi, certamente un banco di prova per valutare le capacità e le differenze di questo direttivo rispetto al precedente. Da questo punto di vista sembrerebbe che la competizione abbia dato indicazioni negative. Non fosse stato per le mascherine, ultimo residuo dell’emergenza sanitaria, sembrava di essere nel 2019. Parterre di gara regno di nessuno, dove tutti potevano entrare, sostare e uscire a proprio piacimento. I genitori, ovviamente si parla di una minoranza, si sono esibiti nei loro consueti stratagemmi per accedere, ogni qualvolta lo desiderassero, alle pedane. Ogni momento era buono per dare allo stesso bambino una bottiglietta, un’asciugamanina, un passante, una succhino, insomma qualcosa di assolutamente necessario ma che avrebbe consentito di sostare perennemente a fondo pedana. Il personale preposto al controllo, spessissimo ragazzi, alcuni dei quali appena pochi mesi più grandi degli atleti in gara, non avrebbero avuto la necessaria autorevolezza per gli adeguati accertamenti, talchè sfuggire al controllo sarebbe stato facilissimo.
Peraltro, la conformazione del palazzetto avrebbe consentito con un esiguo numero di personale, ma ben addestrato, di fermare facilmente chiunque avesse voluto accedere al parterre senza pass, scendendo dalla tribuna. Si sarebbe poi assistito anche alle consuete scenate al limite della crisi di nervi, con urla scomposte, livelli adrenalinici da infarto ed immancabili svenimenti per assalti del tabellone da 128; in buona sostanza: il solito film già visto.
Sembrerebbe che Il parterre fosse più simile ad un campo nomadi che ad un luogo dove si stesse svolgendo un campionato italiano, disseminato di immondizie di ogni genere, dalle cartine delle brioche alle bucce di banana, armi sparse in prossimità del fondo della pedana, bambini che non sapevano dove mettersi non essendoci praticamente spazio tra la pedana e le transenne (dove sarebbero finite le sedie?) Gli spazi tra pedana e pedana? L’ordine? Insomma, tutto come prima, senza alcun correttivo.
Anche il livello organizzativo sarebbe rimasto uguale alle precedenti edizioni, con la solita ciliegina sulla torta delle gare su due strutture, con tutti i vari disagi e le ben note difficoltà che una simile organizzazione comporta nello svolgimento di una gara.
Una segnalazione interessante riguarda il main sponsor della manifestazione, il quale collabora da alcuni lustri con la federscherma, il cui contributo cala di anno in anno, arrivando al punto che saremmo noi come Federscherma a comprarci le loro t-shirt per fare finta di essere fighi. Sono tanti i prodotti che hanno negli adolescenti e pre-adolescenti il loro target di riferimento, potrebbe essere necessario girare lo sguardo altrove e lavorando seriamente per trovarne uno/due marchi da coinvolgere.
La domanda che si pongono i lettori è: cosa ci toccherà nella prossima stagione? Si sa che è stato presentato un nuovo progetto per l’attività agonistica e ci si augura che vengano corrette le carenze che si sono manifestate, in particolar modo con un complesso di gare le cui sedi siano logisticamente accessibili con facilità; il loro svolgimento preveda a livello cadetti qualificazioni alla categoria giovani più adeguate ai numeri espressi; che si comprenda l’importanza di una premiazione relativa ai primi 8; si concepisca una attività che privilegi più le gare interregionale; modificare l’orario di inizio, posticipandolo di qualche decina di minuti affinché non si debba partire il giorno prima, soprattutto per coloro che abitando in un raggio chilometrico potrebbero raggiungere la sede di gara la mattina stessa; rivedere i termini di qualificazione adeguandoli ai numeri dei partecipanti.
Sarebbe stata accertata una diminuzione partecipanti con un calo di quasi 600 unità. Una flessione che dovrebbe far riflettere l’attuale dirigenza (non può essere addebitata solo alla pandemia).
Come accennato, sembra sia stato presentato un nuovo progetto di quella che potrebbe essere l’attività agonistica della prossima stagione e sembrerebbe che ci siano diverse criticità. In questo caso posso esprimere il mio personale parere: il progetto è ben impostato ed è presentato altrettanto bene, quindi a prima vista, almeno per me, potrebbe essere una riforma accettabile. Divergente è il parere dei lettori della “PIAZZA”. Non entro nel merito del progetto poiché mi mancano gli elementi tecnici per farlo, ma spero vivamente che in esso vengano recepiti i suggerimenti che nascono anche da questo articolo.
Ezio RINALDI
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