Sì è concluso da pochissimo il
campionato continentale europeo individuale di scherma a Plovdiv, dove le
medaglie sono state 10! Un risultato stupefacente con un podio femminile
completamente azzurro nel fioretto, merito anche del tabellone che ha portato tutte
e quattro le fiorettiste sul podio, regalando a Martina Batini il titolo di
campionessa europea, seguita da Martina Favaretto, Francesca Palumbo e Alice
Volpi. Quasi identica sorte per il fioretto maschile dove il vicecampione
italiano Filippo Macchi, ha battuto Enzo Lefort che è il campione mondiale in
carica, mettendo al proprio fianco nel bronzo Guillaume Bianchi. Merito anche
del CT Cerioni, che ha saputo ricreare un equilibrio che tempo addietro con il
vecchio CT era diminuito. Esperienza, professionalità, talento, e soprattutto
carisma, tutte cose che non si comprano, ma ci si nasce, e poi vanno coltivate
nel tempo con molta pazienza e sapienza. Eccellente il lavoro dei maestri
ovviamente, che sono il vero tesoro di questo sport.
Non male anche la spada, che vede
emergere su tutti il romano Davide Di Veroli che arriva in finale con Federico
Vismara, entrambi sotto tono ai nazionali, dove forse miravano a conservare le
energie per il più prestigioso trofeo. Inossidabile Mara Navarria che si presenta
alla finale determinata come sempre e guadagna un bronzo, praticamente una
certezza che merita grandissimo rispetto e un occhio di riguardo per la
continuità che sta dando a questa disciplina, visto che nel 2022 era arrivata
terza dietro la Fiamingo, che questa volta si è fermata al 10° posto, ma di
certo si rifarà. Chiadò parrebbe quindi aver ripianato certi dissensi che si
erano costruiti ai tempi di Cuomo, il cui figlio ha chiuso 23°.
Più in difficoltà la sciabola.
Fra gli uomini vince il georgiano Bazadze, che è da anni ai vertici della
disciplina, e si è giocato la finale con l’ungherese Szatmari, un nuovo
fenomeno che i magiari sfornano con una certa regolarità. Prima o poi dovranno
svelare qualche loro segreto. 10° Curatoli, 13° Samele, 15° Gallo e 16° Neri.
Meglio le donne, perché Martina Criscio si aggiudica il bronzo, assieme alla
greca Theodora Gkountoura, mentre la finale è tutta francese, con Manon
Apithy-Brunet che batte Sara Balzer. La Gregorio che ad Antalya era arrivata
seconda, questa volta è solo 27a. Meglio la Battiston che giunge 10a.
Credo che tutto il movimento
della sciabola vada incoraggiato, specie nei numeri che a fine mondiale
proveremo a esaminare. Infatti solo da un numero maggiore di praticanti per
sala, e non in totale, potremo salire di qualità globale, con maestri esperti,
atleti che si alternano nelle varie categorie. Zanotti ne ha di certo bisogno.
Attualmente le medaglie sono la
bellezza di 10, ma il numero è destinato a crescere in quanto oggi cominciano
le gare a squadre, inserite nel calendario dei Giochi europei di Cracovia.
Giunta alla terza edizione, si
disputano 26 sport in quella che sembra essere una specie di olimpiade
continentale. La somiglianza è infatti impressionante, e la scherma ha quindi
separato le gare individuali da quelle a squadre per sostenere l’evento che a
differenza delle olimpiadi si svolge annualmente.
Una menzione particolare per il
romano Davide DI VEROLI, il quale si laurea campione europeo dopo 42 anni dall’ultima
vittoria azzurra, che fu di Angelo MAZZONI nel 1981 a Foggia.
In bocca a lupo e un grazie ai
nostri azzurri/e e con l'approssimarsi di importantissimi impegni il mio auspicio è che possano conseguire sempre maggiori successi.
Fabrizio ORSINI
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