Ho voluto chiedere a chi ha competenze in materia qualche delucidazione sulla organizzazione della Giustizia Sportiva federale. In tal senso ho interpellato il Dr. FUMO ex Presidente della V^ sezione della Suprema Corte di Cassazione, al fine di individuare eventuali interventi migliorativi della branca.
Il Dr. FUMO ha elaborato alcune possibili risoluzioni,
che di seguito riporto. Intanto mi preme ringraziarlo per la disponibilità
verso il sottoscritto ma più ancora verso la scherma italiana.
Ezio RINALDI
Con riferimento alla prima problematica, ritengo che andrebbero riscritti i codici, introducendo, almeno in linea tendenziale, la tipicità degli addebiti disciplinari, anche per evitare che la violazione dei principi di lealtà, correttezza ecc. possa essere utilizzata per perseguitare (più che per perseguire) le persone sgradite ai vertici federali. Per altro, sul versante procedimentale, il riferimento al codice di procedura civile mi sembra incongruo, in quanto il processo disciplinare, essendo comunque un “meccanismo sanzionatorio”, si avvicina molto più alla materia penale (sostanziale e processuale) che a quella civile. D’altronde, basta scorrere un codice di una qualsiasi federazione per rendersi conto che in esso vi sono significativi riferimenti e parallelismi con il diritto penale (es. Concorso di persone nell’illecito, circostanze aggravanti e attenuanti, utilizzo di intercettazioni provenienti da procedimenti penali, inizio dell’azione disciplinare affidato a una Procura ecc.).
“L’arruolamento” dei giudici rappresenta poi, a mio avviso, il problema più difficile da risolvere, ma anche quello più urgente. Come già ho avuto modo di scrivere, il sistema peggiore sembra quello della nomina diretta dei giudici da parte dei vertici federali. Specialmente nelle piccole federazioni, la "vicinanza" (diciamo così) tra il CdA federale e i giudici è piuttosto pericolosa. Ho avuto modo di costatarlo di persona paragonando la giustizia della FIGC (della quale ho fatto parte per qualche anno) a quella della FIS (in relazione alla quale sono stato attonito spettatore e critico commentatore).
Unica
alternativa sarebbe quella della elezione, ma, poiché sappiamo (e abbiamo
visto) come sono inquinabili i meccanismi elettorali, bisognerebbe agire, in
maniera selettiva, sull'elettorato passivo, quindi: solo persone giuridicamente
qualificate, solo persone con scarsi (meglio nulli) rapporti con i vertici
federali e le società sportive. In fin dei conti, per valutare un comportamento
disciplinarmente rilevante, non occorre avere cognizioni tecnica di uno sport.
Procediamo,
però, con ordine.
Terzietà e indipendenza del giudice. Non so se qualche ordinamento
preveda istituti quali l’astensione e la ricusazione. La possibilità di
ricusare (motivatamente) il judex
suspectus sarebbe quanto mai
necessaria.
Giudice naturale precostituito. Sappiamo che nella prassi i collegi
vengono costituiti ad hoc e ad libitum, con quali garanzie per i
giudicabili è facile immaginare. È stato proposta (non ricordo purtroppo da
chi) la costituzione di un unico ruolo di giudici per tutte le federazioni
(cioè: un ruolo unico centrale, cui le singole federazioni potrebbero attingere
di volta in volta). Condivido. In tal modo sarebbe possibile, non solo
selezionare i giudici in base a criteri di maggior garanzia, ma, ciò che più
conta, precostituire i collegi.
Questa
soluzione, tuttavia, comporterebbe la unificazione dei codici di tutte le
federazioni, almeno per quel che riguarda la procedura e dunque già immagino
una serie di obiezioni e di rivendicazioni della “specificità” di questa o
quella federazione. A mio modo di vedere, si tratterebbe di pretesti: perché il
modo di giudicare della FIS dovrebbe essere diverso da quello della federazione
di canottaggio o di pallacanestro? Si tratta di ideare procedure di indagini,
istruttoria, accusa e difesa (con relative garanzie) che possano valere per la
contestazione e il giudizio in qualsiasi contesto sportivo. Tanto per fare un
esempio di attualità: perché una molestia sessuale durante un raduno della FIS
dovrebbe essere giudicato diversamente se l’episodio fosse avvenuto durante un
raduno della FIN ? Come dire che un processo penale che si celebra a Torino
dovrebbe avere regole diverse se si celebra a Lecce.
Provenienza e formazione professionale. La maggior parte (la stragrande
maggioranza) dei giudici sportivi sono di provenienza amministrativistica (TAR,
Consiglio di Stato, Avvocatura dello Stato, avvocati amministrativisti).
Viceversa, per quel che si è detto, occorrerebbe il contributo dei penalisti
(oltre che dei civilisti). Insomma sarebbe il caso di rompere questo monopolio.
Per altro, come è noto, dopo i 3 gradi di giudizio sportivo, si può accedere al
giudizio innanzi al TAR e poi al Consiglio di Stato e così può accadere (è
accaduto) che un giudice sportivo della federazione A, sia poi giudice del TAR
in questioni che riguardano la
federazione B e viceversa con simpatici, reciproci “incroci”, con immaginabili
conseguenze.
Il fatto è
che i giudici ordinari (penali o civili) non possono, finché sono in servizio,
far parte di organi giudicanti della giustizia sportiva. I giudici
amministrativi, viceversa, come abbiamo visto, possono (qualcuno sa spiegare
perché?). Naturalmente si può attingere ai magistrati in pensione, ma si può
attingere anche tra gli avvocati penalisti (e civilisti) che diano garanzia di
preparazione, equidistanza e indipendenza.
Ma raramente
lo si fa.
Maurizio FUMO”
L'articolo mette in evidenza un elemento caratteristico di tutte le federazioni sportive, ossia la mancanza di separazione dei poteri (Esecutivo, Legislativo e Giudiziario). Tempo fa venni censurato per aver detto che nella scherma non c'è sufficente democrazia, ma piaccia o non piaccia il plebiscito da solo non basta, senza separazione dei poteri la democrazia non c'è. Ora io non so perchè gli statuti federali siano stati scritti in tale modo, immagino possa forse essere per la vicinanza con i corpi militari, ma non so perchè. Rimane il fatto che senza separazione dei poteri qualsiasi ricambio dell'organo governativo diventa alquanto improbabile.
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