Olga Kharlan |
L’episodio sportivo è diventato
un caso internazionale e la sanzione un fatto grave. Talchè, riunioni febbrili
e consultazioni convulse, il ministro dello sport Francese che inviava una
lettera di contestazione su quanto deciso, il ministro dello sport
italiano Abodi chiedeva al CONI, alla FIS ed al COL (Fichera) di fornire tutti
gli elementi in loro possesso che hanno condotto alla grave decisione. Infine
la lettera del Presidente del CIO che scrive direttamente alla Kharlan, assicurandole uno slot in più alle olimpiadi parigine appositamente per lei,
manifestandole sostegno e vicinanza, hanno indotto il Comitato esecutivo della
FIE prima a confermare di aver agito in conformità alle proprie regole e
sanzioni e poi ad ammettere di aver modificato un articolo del proprio
regolamento per poter sospendere la squalifica inflitta all’atleta ucraina.
Come è facile capire la toppa è
peggio del buco. La Kharlan ha poi ammesso che la sanzione era giusta perché ha
rifiutato di stringere la mano ad una atleta neutrale. Dichiarazione che di
fatto sconfessa tutte le sue prese di posizione ed anche l’eventuale accordo
precedente preso con i vertici della FIE per un sostegno sul saluto ed allora
andava sanzionata, punto e basta.
Il reggente della FIE Katsiadakis
ha dichiarato che le decisioni assunte sono state prese nel rispetto dello
spirito olimpico, dopo aver incontrato la Kharlan ed aver consultato il Comitato
olimpico internazionale.
Diventa inevitabile porre alcuni
interrogativi:
1. Quali
erano le regole da rispettare?;
2. Gli
atleti Ucraini e Russi erano stati informati sulle norme che sarebbero state
applicate?;
3. Perché
togliere la squalifica se la Kharlan ha ammesso di aver sbagliato?
4. Aver
tolto la squalifica significa aver falsato una gara e danneggiato un atleta?
Sono contento, e credo lo siano
in tanti, tantissimi, che la sciabolatrice sia stata riammessa, perché a mio
avviso nei suoi confronti era stata commessa una ingiustizia. Al tempo stesso,
ho la sensazione che la sua ammissione di colpa possa essere stata una
forzatura, in cambio della quale le avrebbero revocato la squalifica.
Comunque la si voglia vedere, una
cosa è certa: è stata fatta una figura a dir poco barbina, creando un
precedente pericolosissimo. Spero che il caso faccia capire a tutti che la
chiarezza delle norme ed un comportamento coerente con esse sono indispensabili
per una corretta gestione di un sistema.
Ezio RINALDI
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