La notizia che le olimpiadi di Parigi avranno lo stesso numero di atleti maschi e femmine, è un grande e straordinario traguardo. Pende il problema delle qualificazioni, il che vuol dire che molte nazioni in passato e forse anche oggi non hanno molti atleti di genere femminile da presentare nelle gare internazionali. E come si sa per fare le gare è necessario spendere o a seconda del punto di vista, investire molti soldi, specie se sono internazionali. Medesima cosa vale per la scherma, che per l’esercizio delle sue competizioni, deve mettere in piedi la macchina dell’allestimento del campo gara.
L’8 marzo si è celebrata la festa
della donna ed in tale celebrazione non possiamo che esultare per questo
traguardo parigino, funestato, purtroppo, dalla spiacevole questione di
Chianciano le cui notizie, una volta rese pubbliche, sono corse con la velocità
della luce. Sulla vicenda preferisco mantenere il giusto silenzio anche perché
la magistratura sta indagando e sulle indagini vi è il segreto istruttorio.
Nonostante il divieto di divulgazione delle informazioni da parte della Procura
di Siena queste hanno viaggiato alla velocità della luce. Da quello che si
apprende sembrerebbe che i due maschietti si siano autosospesi, in tal caso credo
che sia la decisione più giusta.
A bocce ferme poi ripercorro non
solo questa storia, ma altri episodi che in questo blog sono stati più volte
menzionati, e mi chiedo se non sia l’ora di dare una sorta di sterzata a tutto
il movimento schermistico, e porre argini di controllo migliori, diffidando
della buona fede di chi è coinvolto, come se il rischio di incidenti o fatti
sconcertanti possa essere sempre in agguato a ogni attività, e lo sia a
prescindere da tutto. O come se l’allenamento, la gara, il ritiro non fossero
le migliori occasioni per finalmente liberarsi dalle catene dell’ordinaria vita
quotidiana, ma semmai per migliorarla.
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