Se trovo difficoltà a far valere tali modelli
probabilmente è dovuto al fatto che alcuni valori, quali quelli morali ed
intellettuali, si sono persi e questo porta a considerare una sedia pubblica
una poltrona personale, in tale ottica vengono utilizzati i sistemi più subdoli
per non lasciarla mai.
Oggi mi trovo a competere per la Presidenza
della Federazione Italiana Scherma e non nascondo le innumerevoli difficoltà ed
ostacoli che trovo quotidianamente sul mio cammino, perfino nell’
organizzazione di una conferenza stampa.
Sembrano cose semplici ed ovvie ma non è così
perché chi ha la poltrona non vuole mollarla ed allora intervenire, utilizzando
ogni mezzo, su personaggi, anch’essi componenti di un ingranaggio gestionale di
parte, per ostacolare il cammino di una alternativa è una cosa del tutto
normale.
Tutto ciò manifesta la volontà di non
accettare un confronto su programmi, idee, operatività ed evidenzia l’assenza
del valore intellettuale. Potrei affermare che anche nel mondo dello sport
forse l’etica è qualcosa di aleatorio, invece dovrebbe essere il valore fondante,
ma cos’e l’etica? Per metterla sul
piano filosofico può essere definita un ramo della stessa filosofia la quale
studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico ovvero distinguerli in
buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi
o moralmente inappropriati.
Non sono sicuro che tutti noi teniamo
comportamenti moralmente etici, pertanto vorrei invitare i protagonisti di
questa corsa a non perdere di vista quei valori così importanti che sono i
pilastri su cui dovrebbe poggiare lo sport: quello agonistico ma ancor più quello
dietro le scrivanie.
Ezio RINALDI
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