11 maggio 2014

.......ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR


Incompatibile: chi era costui?

Cari lettori di Piazza Scherma, procedo mutuando una celebre citazione di manzoniana memoria per tornare brevemente sulla questione del conflitto di interessi.

Il titolo di questo post mi è stato indirettamente suggerito dal maestro di scherma Gianfranco Antero che ha ricordato il noto brano musicale di Gino Paoli nel corso di una intervista mandata in onda sul web (http://youtu.be/WxYEMeKHq0k).
Fino ad oggi ho ritenuto che le ragioni per cui l’arbitro Emanuele Bucca non avrebbe mai dovuto e non dovrebbe mai presiedere gli assalti cui partecipano gli atleti della Mazara Scherma A.S.D.  risiedessero solo nel rapporto di  stretta parentela ed affinità che lo legano al il sig. Giuseppe Bucca e relativa moglie, Rosa Inzirillo, entrambi maestri e membri della succitata società, nonché nella sua qualità di sponsor della medesima associazione.

Ascoltando l’intervita rilasciata dal maestro Antero sembra, invece, che gli interessi dell’arbitro Bucca, rispetto alla Mazara Scherma a.s.d., siano ancora più diretti e sostanziali, considerato che egli si annovera, secondo quanto dichiarato dal suddetto maestro,  addirittura tra i soci di quella associazione.

            Tuttavia, fatta questa premessa, credo che per ragioni di equità, considerato quanto già deciso per l’associazione Accademia Scherma Palermo, nulla la Federazione possa contestare all’arbitro Bucca poiché, avendo il Presidente Giorgio Scarso  ritenuta lecita l’attività magistrale svolta dal presidente della commissione arbitrale, Pietro Ingargiola, presso Accademia Scherma Palermo, (società in cui persino la di lui moglie, Anna Sciortino, già delegato provinciale FIS, riveste un carica sociale oltre che quella di socio fondatore), lo stesso tipo di trattamento di favore dovrebbe essere assicurato anche all’arbitro Emanuele Bucca, nonostante gli stretti rapporti di parentela e societari da egli intrattenuti con gli altri componenti della Mazara Scherma A.S.D.

Ciò premesso, credo che per una gestione che volesse garantire la maggiore equità possibile fra tutte le società affiliate, almeno sotto l’aspetto arbitrale, la Federazione presieduta da Giorgio Scarso dovrebbe definitivamente abrogare la norma sul conflitto di interessi  per sostituirla con  la seguente disposizione normativa:

ARTICOLO UNICO

  1. OGNI  SOCIETA’  O ASSOCIAZIONE AFFILIATA F.I.S. HA DIRITTO DI AVVALERSI  DI  UN  PROPRIO  ARBITRO  DI  FIDUCIA  CHE  POSSA  GIUDICARE GLI  ASSALTI  CUI  PARTECIPANO  I  PROPRI  ATLETI.
Cordiali saluti

Antonello Fileccia

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