L’abbiamo battezzata “operazione
scherma pulita” e siamo partiti lancia in resta, ciascuno con le proprie
convinzioni e i propri progetti non partecipati, e poi ci siamo persi per
strada.
Tra il 20 e il 30 novembre 2012,
un gruppo di persone tra cui io, mio marito, il sig. Pietro Ingargiola e sua moglie
Anna Sciortino, assunse l’iniziativa di costituire un’associazione sportiva
dilettantistica nella quale l'attuale Presidente del G.S.A. avrebbe svolto attività magistrale. Lo
testimoniano le mail, i messaggi e tanti altri documenti che ancora conservo,
con cui ci siamo scambiati pareri, opinioni e consigli sul modo migliore di
costituirla, sul ruolo dei consiglieri, sul logo e su tanti altri piccoli
particolari.
Ma quando si parte con il piede
sbagliato è difficile tenere il passo.
A dispetto del titolo ridondante,
l’operazione nacque sulla scorta di una serie di informazioni errate forniteci
dal sig. Ingargiola che mettevano in dubbio l’onestà e la lealtà del
Presidente di Sala d’armi Trinacria; informazioni apparentemente
confermate da un documento che aveva
ottenuto da “qualcuno” all’interno della Fis, dichiaratamente violando le
disposizioni del d. lgs. n. 196/2003.
Eppure, come sempre accade,
ognuno di noi ritiene di essere un Raskol'nikov o un Valentino, autorizzato,
lui solo, a violare le regole che gli sono d’intralcio perché “il fine giustifica il mezzo e noi siamo
quelli che se sbagliano lo fanno per giustizia, e quindi poco importa se
infrangiamo le regole, non siamo mai dalla parte del torto, noi siamo gli onesti”. Così nessuno di noi,
allora, si scandalizzò del fatto che il presidente del GSA avesse violato la
legge e andammo avanti dritti alla meta verso il traguardo: Accademia Scherma
Palermo a.s.d.
L’associazione fu costituita il 2
dicembre 2012 alle ore 19,00 presso il mio studio professionale. Il consiglio
direttivo contava undici componenti uno dei quali, in quel momento ancora in
carica come vicepresidente di Sala d’armi Trinacria.
Solo che, quando si fonda un’associazione
sportiva occorre che ci siano anche gli atleti, e noi gli atleti non li
avevamo. O meglio, nella nostra mente c’erano: erano gli atleti di Sala d’armi Trinacria, che,
eravamo assolutamente certi, ci saremmo presi tutti.
Ma la burocrazia non sempre va
d’accordo con l’immaginazione e, a dispetto delle nostre aspettative, per
affiliarci dovevamo tesserare dieci atleti non sottratti ad alcuna altra
associazione. Quindi bussammo alla porta di amici e parenti per avere dieci
nomi da inserire nel modello “R”. Alcuni di costoro non li ho mai visti in vita
mia, non so neppure se abbiano mai indossato un paio di scarpette sportive, e
quale sport preferissero, ma hanno sottoscritto il modello e solo questo
contava allora.
Trovati gli atleti, occorreva ancora
il Tecnico affiliante.
Il maestro sarebbe stato Pietro Ingargiola, ma
essendo Presidente del GSA gli era inibito figurare ai sensi degli artt. 60
Statuto federale, 83 e 84 NRO e 8 del Codice deontologico del Gruppo Arbitrale.
Quindi serviva un amico che gli facesse
da prestanome.
Ma poiché il M° Ingargiola non
sapeva ancora chi dovesse fargli questo favore, ci disse, per guadagnare tempo,
di spedire una copia del modello “A” non compilata e priva di allegati al
presidente del Comitato Regionale Sicilia il quale lo avrebbe firmato “in
fiducia” e rimandato indietro.
E
così fu fatto.
Il 12 dicembre 2012 il modello
“A” bianco in tutte le sue parti salvo che nello spazio dedicato al timbro e
alla firma del Presidente CRS “per attestazione dei requisiti di affiliazione”,
arrivò all’indirizzo del Presidente di Accademia Scherma Sicilia che, raggiante
di gioia, me lo consegnò.
Quattro giorni dopo, Pietro
Ingargiola inoltrò al mio indirizzo di posta elettronica un’email ricevuta da
Giuseppe Bucca con allegata la fotocopia del documento d’identità dell’allora
Istruttore nazionale Rosa Inzirillo. Il documento serviva a dimostrarci che la
sig.ra Inzirillo, che non conoscevamo, era realmente d’accordo a figurare quale
tecnico affiliante per l’associazione.
Così il nome di Rosa Inzirillo fu
inserito nel modello “A” già sottoscritto dal Presidente Manzone.
Il 18 dicembre il modello fu
spedito in Federazione per l’affiliazione, compilato e sottoscritto dal
Presidente di Accademia Scherma Palermo e corredato degli allegati,.
Durante tutto questo tempo Pietro
Ingargiola continuava a svolgere attività magistrale a titolo oneroso presso
Sala d’armi Trinacria e lì avvicinava gli allievi più fidati per convincerli a
lasciare la società di appartenenza e aggregarsi ad Accademia. E, allo stesso
modo, ciascuno di noi provava a convincere quei genitori con cui aveva maggiore
confidenza.
Il 21 dicembre, nella bruttissima
serata in cui, in maniera vile e confusa, dicemmo addio al Presidente di Sala
d’armi Trinacria, eravamo riusciti a portarne via soltanto una trentina su
cinquantaquattro. Gli altri sono rimasti lì, alcuni ben felici di aver perso il
maestro che non amavano, altri perché non ne hanno apprezzato il comportamento
finale.
Il 14 gennaio 2013 Accademia
Scherma Palermo divenne un’associazione affiliata alla Federazione Italiana
Scherma pur non avendone i requisiti.
L’operazione scherma pulita era
giunta al termine, un po’ più sudicia di quando era partita.
Esattamente due mesi dopo io e
mio marito abbiamo receduto da Accademia e ci siamo dimessi dal consiglio
direttivo. Non riuscivamo più a conciliare la nostra coscienza con la cd. operazione
scherma pulita. Avendo scoperto l’erroneità delle informazioni ricevute
all’inizio ritenevamo che fosse doveroso ammettere gli errori commessi e porvi
rimedio, ma non trovando più alcuna comunione d’intenti con gli altri che non
intendevano accertare una verità diversa da quella che fino a quel momento
avevano condiviso, siamo andati via impegnandoci a fare tutto il possibile per
aiutare a rimettere in sesto la società che avevamo contribuito a danneggiare
gravemente.
Al ritorno dell’estate,
purtroppo, abbiamo dovuto prendere atto del fatto che l’operazione scherma pulita non era mai stata abbandonata. Ancora
una volta si era tentato di mettere in cattiva luce il presidente di Sala
d’armi Trinacria attribuendogli comportamenti sostanzialmente scorretti. Anche
questo era falso. Abbiamo, quindi deciso, per porre fine a questo stillicidio,
di chiedere chiarimenti in Federazione.
La Federazione ha fornito una
breve risposta, di cui è stata data notizia il 16 gennaio 2014 su questo blog,
con cui affermava di non avere rilevato alcuna irregolarità ad eccezione della
questione relativa al tecnico affiliante per la quale era stato dato incarico
al CRS Sicilia di svolgere accertamenti.
E tuttavia, il 19 gennaio durante la 2° gara regionale g.p.g., il
presidente e il segretario del CRS Sicilia, per conto della Federazione, hanno chiesto a me e mio marito e, qualche giorno
dopo anche al presidente di sala d’armi Trinacria, di trovare il modo di
mettere fine a questa vicenda delicatissima che, coinvolgendo organi federali,
avrebbe messo in cattiva luce la Federazione.
Io ho risposto che volevo che
fosse accertata e resa pubblica la verità dei fatti.
Ci è stato, invece, suggerito di
“chiuderci in una stanza con Pietro Ingargiola e con il Presidente di Sala
d’armi Trinacria e chiarirci”, poi io avrei dovuto scrivere una lettera nella
quale dicevo che tutto era a chiarito.
Ovviamente non c’è stato alcun
incontro e io non ho scritto la lettera richiesta.
E come avrei potuto? Sono
convinta, infatti, che niente sia a posto, che molto di male sia stato fatto,
che siano state violate troppe regole, che troppe se ne continuino a violare.
Sicuramente c'è stato un
esercizio non corretto dei poteri di natura di natura pubblicistica assegnati
alla Federazione.
Come tutti sanno, infatti,
l’affiliazione, vale a dire il riconoscimento delle società che intendono
organizzare attività di sport all’interno dell’ordinamento sportivo, è
un’attività che la Federazione svolge su delega del CONI.
Si tratta, cioè, di un’attività finalizzata alla
realizzazione di interessi fondamentali ed istituzionali dell'attività
sportiva, di natura pubblicistica, che la Federazione compie quale organo del
C.O.N.I.
Sicché la sussistenza dei requisiti per l’affiliazione
vale quale presupposto per l’esercizio di un potere pubblico.
Per mia esperienza diretta posso dire che non c’è
stata alcuna verifica circa la sussistenza dei requisiti di affiliazione. Noi abbiamo
tesserato atleti che non hanno mai inteso praticare la scherma, non abbiamo
indicato alcun tecnico, non avevamo neppure i locali dove svolgere attività e,
ciò nonostante, il modello “A” è stato sottoscritto dal Presidente del CRS
Sicilia il quale, ripeto, lo ha sottoscritto in bianco.
Né, poi, tale lacuna è stata sanata. Il tecnico
affiliante indicato ex post, non ha mai messo piede in Accademia Scherma
Palermo.
Quando, lo scorso 19 gennaio, ho ricordato questi
fatti al Presidente Manzoni, lui mi ha risposto che era stato un comportamento
normale, che si fa sempre così.
Non sono d’accordo, credo che si tratti di una prassi
contra legem, ammesso che di prassi si tratti, dato che ho sentito dire di
società siciliane che avrebbero atteso fino ad un anno le dovute verifiche.
Penso quindi che sia giunto il momento in cui la
Federazione debba davvero prendere in esame la possibilità di verificare
seriamente se sono state commesse irregolarità.
Credo sia giunto il momento di mettere da parte la “ragion
di stato”.
Credo che la scherma italiana, i suoi campioni, tutti
gli atleti, i tesserati, quelli che con sudore ogni giorno tirano avanti senza
poter contare sulle amicizie, e tutti i cittadini italiani che con le loro
tasse pagano i contributi percepiti dal Coni e dalle Federazioni sportive,
abbiano diritto a che sia fatta chiarezza.
Credo che il Presidente federale non possa più
esimersi dall’intervenire e assumere una
posizione chiara e precisa sul merito dei fatti segnalati; diversamente sarebbe
quanto meno opportuno che rassegnasse le proprie dimissioni.
Paola Puglisi
Un anonimo mi ha scritto dicendosi stupito del fatto che il sottoscritto, prima di esprimere qualsivoglia giudizio, non abbia sentito anche i soggetti coinvolti, che sicuramente conoscerei di persona. In sintesi, egli afferma che quello promosso dai Signori FILECCIA sia stato un ottimo pretesto per “organizzare” un “attacco” politico, che pur non condividendolo, lo giustifica.
RispondiEliminaIl commento, in alcuni passi potrebbe essere condivisibile ma non l’ho pubblicato perché anonimo. Al tempo stesso non mi voglio sottrarre alla critica e colgo l’occasione per chiarire il mio concetto.
• Conosco personalmente alcune delle persone citate e sono convinto che avvertiranno la necessità di dover chiarire, nelle sedi opportune, ogni aspetto relativo alla vicenda segnalata dall’avv. PUGLISI;
• Non formulo giudizi, mi limito ad esprimere considerazioni, condivisibili o meno, e lo faccio in chiaro;
• I Signori FILECCIA hanno denunciato dei fatti con prove alla mano, eventualmente dovrebbero essere gli altri a chiarire o a confutare la fondatezza di quanto espresso e dichiarato pubblicamente, anche attraverso comunicazioni fatte al CONI;
• Ritengo molto più significativo un intervento delle Istituzioni (CONI-FEDERAZIONE) con l’apertura di una approfondita indagine sulla questione, a salvaguardia della immagine della F.I.S. e di tutto il movimento;
• Non mi risulta che i Signori FILECCIA siano Dirigenti societari ne, tantomeno, tesserati FIS, pertanto non vedo l’attacco politico che, se vogliamo sarebbe più riconducibile al sottoscritto. In tal senso, però, non ho bisogno di persone terze per assumere una simile iniziativa, in quanto se avessi qualcosa da dire la direi personalmente, in chiaro e probabilmente direttamente al Presidente, cosa che comunque ho sempre fatto;
• il numero di letture sugli argomenti esposti la dice lunga sull’interesse che gli stessi hanno suscitato. L’anonimo sicuramente è un assiduo frequentatore del Blog ed avrà certamente notato che i commenti ai vari articoli non sono andati oltre la decina e di questi solo pochissimi (uno o due) sono stati di parere contrario; per gli altri c’è stata una sorta di silenzio assenso che fa ritenere condivisibile le argomentazioni esposte.
Ezio RINALDI
Gent.mo sig. Rinaldi, a quanto pare l’ennesimo “coraggioso famiglio,” Le muove l’accusa di voler sfruttare una vicenda contingente per lanciare un attacco politico! Se avrà modo di risentirlo riferisca a costui, da parte mia, che per quanto reciti molto bene la parte assegnatagli prima o poi troverà un direttore di scena che farà abbandonare il palcoscenico anche a lui.
RispondiEliminaSaluti
Antonello Fileccia