SIGNORE E SIGNORI ECCO A VOI Rossella
FIAMINGO
Al temine della fase individuale, la
delegazione Azzurra mette nel carniere ben 5 medaglie con Errigo, Batini,
Vezzali, Garozzo e Fiamingo, finendo prima nella classifica del medagliere. Non
sono pervenuti il settore sciabola ed il fioretto maschile.
Mentre il fioretto femminile ci ha piacevolmente
abituato a risultati di assoluto prestigio ed a una supremazia planetaria(farebbe
notizia una eventuale debacle), diverso è il discorso per la bella atleta
siciliana. Infatti, La medaglia di Rossella rappresenta un vero evento: dai
Mondiali di Atene 1994 non portavamo a casa una medaglia d’oro nella spada
femminile. 20 anni fa fu Laura Chiesa a laurearsi campionessa del Mondo e senza
nulla togliere a quel prestigioso risultato bisogna dire che eravamo agli
albori dell’arma. Da quell’anno, nella gara individuale, solo Moellhausen, oggi
brasiliana, è riuscita a raggiungere il podio (bronzo a Parigi 2010).
Sgombro il campo da eventuali facili commenti del
tipo “ora che è arrivata la medaglia più importante, Rinaldi sale sul carro del
vincitore”.No! Non è cosi poiché oltre le critiche scritte su questo blog, ci
sono stati anche riconoscimenti, laddove i segnali di ripresa lo indicavano: il
mio pensiero rimane lo stesso e rimando a dopo il mondiale una analisi
dettagliata della competizione, in quanto i segnali per una seria riflessione
sono inequivocabili. Vi sarete certamente accorti dell’altalenante rendimento
di molti atleti, tra i quali anche le spadiste, quindi, esultando, come ogni
Italiano, per la vittoria di Rossella una riflessione è necessario farla per
capire i motivi di tale altalena.
Rossella la stavamo aspettando da tempo, tutti sapevamo
che sarebbe riuscita a raggiungere risultati prestigiosi, ciò a dimostrazione
che la ragazza si é sempre fortemente impegnata, reagendo a momenti bui con
grande classe. A lei in particolar modo, ma anche a Gianni SPERLINGA, rivolgo i
miei più sentiti complimenti. Al Maestro bisogna destinare un sentito grazie
per la tenacia, la fiducia e l’assoluta abnegazione per il lavoro svolto,
parimenti non voglio dimenticare il CT, il quale se deve essere crocifisso
quando i risultati non ci sono, deve essergli riconosciuto il lavoro fatto in
presenza di risultati positivi. Anche qui voglio essere chiaro: le mie
convinzioni sono sempre le stesse.
Ezio RINALDI
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