Il 2019,
ricorrerà il 60° anniversario del commissariamento della FIS, quando dopo un
periodo di gestione complesso fu presa la decisione di commissariare una
federazione plurivincente. Curiosamente quest'anno ricade il 110° anno di
fondazione della federazione, nulla di significativo che non sia già stato
celebrato nel 2007, ma nella storia della nostra federazione, quel capitolo che
nel libro del centenario dedica parecchie parole al presidente attuale, dovremo
fare un aggiornamento, sottolineando che durante la presidenza di Giorgio
Scarso, già maestro di scherma, si aprì il più significativo dramma
istituzionale tra la federazione e una delle più prestigiose e antiche
istituzioni sportive italiane.
Inutile dire che
non solo questo sport ha dei primati sportivi irraggiungibili da altre nazioni,
quelle che fanno capo a Nedo Nadi, passando per Edoardo Mangiarotti e giungendo
a Valentina Vezzali, con le ben 127 medaglie totali conquistate alle olimpiadi,
cosa che relegano l'Italia al di sopra di qualsiasi nazione in questo sport,
per sempre, (a meno che non accada una ecatombe perdurante di proporzioni
epocali, per almeno 20 anni). Dicevamo non solo i primati positivi, ma anche
quelli negativi. Carlo Montu' già senatore, presidente della allora FSI venne
promosso nel '36 a presidente CONI per presenziare alle olimpiadi naziste e
intrattenere relazioni per conto del governo fascista, a tutt'oggi tutte ancora
da rivelare. Basletta tramò per favorire Heidrich, il n°2 delle SS di Himmler
alla presidenza FIE a danno del belga Paul Anspach riuscendoci, senza che
fatalmente godette del suo ruolo in quanto fu assassinato a Praga, pochi mesi
dopo l'elezione.
Infine quindici
anni dopo la seconda guerra mondiale la FIS venne commissariata, alla vigilia
della olimpiade romana. Va ricordato che Mangiarotti, reggente FIS, con Dare' e
Nostini, chiese e ottenne di fare il portabandiera per la seconda volta durante
la cerimonia di apertura dei giochi. Poi questa gestione portò a 33 anni di
reggenza di Renzo Nostini, e detta gestione alla lunga non riuscì ad essere più
adeguata alla gestione dei tempi, che obbiettivamente stavano incalzando, cosa
che alla lunga fece più male che bene.
Oggi invece siamo
in una situazione che raccoglie alcune delle vicende già accadute e ovviamente
non mi riferisco alle trame filo naziste, ma ai misteri dell'attaccamento alla
poltrona e a voler gestire con il pugno di ferro una federazione che con le
dovute precisazioni, potrebbe quasi fare a meno del suo presidente e del suo
consiglio, tanto è forte sportivamente.
Non solo, ma il
degenerare dei rapporti fra FIS e ANS, rischiano di far ricordare questo
presidente, come colui che volle cacciare l'Accademia dalla Federazione, e che
da maestro di scherma non volle tutelare, bensì indebolire i maestri, che già
si sa essere una categoria fragile di suo. Che cambiò lo statuto federale senza
convocare una assemblea per discutere la cosa con i suoi legittimi
interlocutori e infine, che per garantirsi di restare presidente più lungamente
possibile, volle cambiare la legge che garantiva l'alternanza democratica con
massimo due mandati presidenziali, riuscendoci in pieno (anche se lo fece con
legittimi strumenti democratici).
E giunse infine
la rottura con l'accademia che ad oggi è preda di un terremoto giudiziario, a
vantaggio di una associazione di settore dei maestri che ha sempre desiderato
rappresentare la categoria, ma fu quasi sempre tiranneggiata dai personaggi che
gravitavano in federazione, cercando di sopravvivere, ritagliandosi un ruolo
fra le parti in gioco. Purtroppo ora, dati gli avvenimenti ultimi, non potrà
più rappresentare la categoria, con un ruolo super partes, a differenza
dell'accademia, che, invece, dal punto di vista legale, professionale e lavorativo,
garantisce molto di più.
Questa di Scarso
non è una bella eredità da lasciare ai posteri, specie in vista del 60° del
commissariamento, che fatalmente, date le ultime vicende, potrebbe tristemente
accadere. Un corso, o forse
un ricorso... storico che nessuno si augura, mentre ogni schermitore spera che
tutto possa risolversi con una stretta di mano, come avviene dopo ogni assalto,
vinto o perso che sia.
Giovanni AUGUGLIARO
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