24 agosto 2019

LA FEDERAZIONE CHE NON MI PIACE


Cari lettori,
l’estate lunga e silenziosa che prepara la tempesta autunnale del prossimo anno sportivo non mi piace affatto.
Tutti in rigoroso silenzio in questi mesi post mondiali, consapevoli che stiamo entrando nell’anno olimpico, quello non solo di Tokyo 2020, la più enigmatica delle olimpiadi della Federazione di Scarso, ma anche delle elezioni federali che si prospetteranno forse come le più feroci di tutte.
Non starò a elencare le vicende intricate riguardanti lo statuto federale e dell’assemblea straordinaria che ricorderemo come “l’assemblea dei 3 minuti a testa” per parlare di una miriade di articoli ed emendamenti, che è cominciata alle 11.00 ed è terminata alle 12.30, (i dati parlano da soli).
Non parlerò nemmeno dei risultati sportivi e delle intervistacce strampalate post gara, che hanno fatto più ridere che indignare. No, non parlerò di questo anche perché qui in questo blog ogni argomento è stato già trattato da autori ben più capaci di me in ogni settore e sta al lettore andarseli a trovare, studiare ed eventualmente commentare.
Voglio parlare delle solite cose, miei cari e fedeli (?) lettori.
Dirò del fatto che siamo una nazione di 60 milioni di abitanti e facciamo scherma solo in 20.000 (dati federali molto discutibili), ovvero lo 0,034%, cosa che mi indigna visti i risultati sportivi internazionali, in quanto dovremmo essere molti, ma molti di più cari amici!
Dirò anche che l’attività formativa per nuovi maestri e istruttori è trattata come una fonte di guadagno, poichè in alcune regioni italiane mi dicono che si debba pagare il corso formativo per il primo livello di istruttore, l’incomprensibile cifra di 250€ mentre potrebbe o dovrebbe essere coperto dai fondi per la formazione stanziati dalla FIS, che forse ne stanzia pochi, o li destina per altri corsi che altrove forse sono gratuiti o poco ci manca. c’è molto da indagare fra le pagine del bilancio della FIS.
E che dire della politica degli impianti? Ahahaha, questa poi è la migliore!
A conti fatti su 333 società (dato aggiornato a giugno dalla FIS, che andrà ricalibrato a fronte dell’articolo di Paolo Cuccu sulle fusioni di società in tutta Italia), ci chiediamo: ma in Italia, le palestre dedicate solo alla scherma quante sono? Cento? Centociquanta la federscherma canta? Siamo sicuri? E nei restanti club come ci andiamo? Montando e smontando apparecchi e pedane? Ridicolaggini! In questo modo non si va da nessuna parte, i numeri saranno sempre asfittici e la scherma crescerà solo fra 40 anni!
A conti fatti siamo una nazione di nuotatori e tennisti cari amici della scherma, non v’è città che non abbia la sua piscinetta, piccola o grande che sia, così come ha il suo bel campo da tennis, ma non la palestra di scherma. Perché?
Ma è inutile che ve lo dica, lo sapete già da soli: mancano politiche convincenti a scala nazionale che facciano capire che anche la scherma è uno sport che ha bisogno dei suoi spazi cioè impianti solo per la scherma, ma che allo stesso tempo vanno informati tutti gli italiani che la scherma è anche’essa un’attività sana, pulita, completa, proprio come il nuoto. E poi? Cos’altro mancherebbe per avere le palestre di scherma? Ma è chiaro cari amici, mancano i maestri, gli istruttori. Ma non quelli prodotti tramite esamificio a getto continuo, bensì quelli frutto di un lavoro di formazione serio dedicato e sviscerare i problemi seri dell’insegnamento. Dieci giorni di villeggiatura a Chianciano sono del tutto una farsa, a fronte di un lavoro serio seguito da maestri capaci, che sappiano trasferire le loro conoscenze ai nuovi.
Insegnare ai bambini, ai master principianti, saper scegliere l’arma adatta per loro e saperli allenare. La tecnica e la sua evoluzione, con l’abbandono della “controcavazione” e del “copertino”, a vantaggio delle parate che nei manuali non ci sono. E poi insegnare a un bambino o a un cadetto o a un adulto è una faccenda complessa, che si affina, e per ogni arma è diversissimo. Ma c’è ancora chi pensa che in dieci giorni si possa imparare tutto!
Ma non solo. In realtà il numero di maestri potrebbe anche non interessarci, se questa professione per certi versi ancora ibrida non fosse ancora da regolamentare appieno dallo Stato, tanto da garantire una solidità a chi voglia fare questo come lavoro, con ferie e malattia pagate, e una pensione. Macché! Questo ci interessa solo in parte perché la politica ha i suoi tempi e sono purtroppo lunghi e minati da scossoni terribili, purtroppo. Invece voglio parlare del fatto che se le società non hanno la solidità per poter garantire ai maestri questo e altro, è tutto inutile, il maestro sarà sempre uno che coltiva la sua grande passione nei ritagli di tempo.
Le società pertanto sono tra gli attori più importanti per la crescita di questo sport, perché solo con la loro solidità societaria tutto può funzionare bene.
E che c’entra la Federazione direte voi? Ve lo dirò subito.
Se atleti meritevoli non vengono convocati agli allenamenti in favore di altri, se le società non ricevono i premi per le loro stagioni sportive, mentre altre li ricevono regolarmente, allora per alcuni se non per molti, tutto si vanifica, perdendo la voglia e la motivazione che nello sport come nella vita, è uno degli aspetti più importanti da coltivare.
E allora che faremo? Io da tempo la soluzione l’avrei data: o la federazione cambia (progetti, obiettivi, modalità approccio, atteggiamento), o la federazione va cambiata (presidente, consiglieri, staff, CT, responsabili, suggeritori, ammiccatori, gesticolatori vicini e lontani, capiramazze e ramazze). Resta quindi tutto nelle mani di chi metterà la croce sulla scheda elettorale. Punto.
Devo aggiungere altro? Fatelo voi cari lettori.
Vostro agguerrito
Ugo Scassamazzo

8 commenti:

  1. Qualcuno dovrebbe recitare il "mea culpa" e qualche altro si dovrebbe pentire di aver voluto ascoltare le sirene, ma entrambi dovrebbero mordersi i gomiti per non aver capito chi si stavano mettendo in casa, nel 2004.

    Benvenga qualsiasi idea nuova e benvenuto qualsivoglia altro movimento innovativo, giovane e fresco.

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  2. Ogni tanto Marco dovrebbe farsi sentire, giusto per far sapere che c'è.

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  3. allora che faremo? Io da tempo la soluzione l’avrei data: o la federazione cambia (progetti, obiettivi, modalità approccio, atteggiamento), o la federazione va cambiata (presidente, consiglieri, staff, CT, responsabili, suggeritori, ammiccatori, gesticolatori vicini e lontani, capiramazze e ramazze)...
    Non lo è chiara la soluzione... Oltre questo ammasso di luoghi comuni e sterili critiche... Le proposte quali sono? Da quel che si legge l'unica proposta reale è quella di cedere il potere a qualcuno di cui chi scrive ha maggiore stima... Ma non leggo proposte o soluzioni... Evidentemente faccio fatica io a capire il testo

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    1. Caro (infedele?) lettore,
      Vuole che venga indicato chiaramente come un ipotetico sostituto di Scarso farà a raddoppiare gli schermitori?
      Vuole che indichi come verranno eletti i sostituti futuri consieglieridi Scarso?

      L'accontento subito:

      "Gli atleti verranno coartati in sala scherma con g.a.p. gruppi d'azione partigiana riconvertiti allo sport, anzi la scherma, rappresaglie su rappresaglie, legati, e condotti con il fucile o il mitra, faccia lei.

      Le schede elettorali delle elezioni saranno riconvertite magicamente con una bacchetta comprata direttamente da Harry Potter.

      Le è sufficiente caro incapace di qualsiasi fantasia elementare?

      Il suo nome, che tiene rigorosamente nascosto, sarà svelato con una macumba voodoo affinché si conosca la faccia e la bocca dalla quale sono uscite tante fesserie come la sua.

      Suo incavolato
      Ugo Scassamazzo

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  4. Bisogna bonificare il mondo della scherma italiana, in tutte le accezioni con cui questo termine può essere usato. Durante il percorso della futura campagna elettorale le persone che si candideranno dovranno dimostrare di avere un senso etico che non sia discutibile. Non solo: andrà fatta una campagna elettorale senza spendere i soldi della Federazione italiana. Va dimostrato che chi vorrà essere eletto non sia un rappresentante della non-cultura che non ha nessun interesse a che questo status possa cambiare. Ci vorrebbero dei volti nuovi perché dopo 20 anni di governo continuo chiunque non avrebbe niente da dire. E’ fisiologico che se una persona intende dare il massimo lo può fare in un tempo limitato, non è di certo possibile darlo dopo 20 anni. Senza contare poi che non è una cultura né meritocratica né tanto meno democratica.

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  5. Il mercato dell’usato procede a gonfie vele. In Italia i passaggi di proprietà di auto usate contribuiscono a segnare un bilancio positivo. Lo stesso nel prossimo Consiglio federale. Ma di cosa si parla quando si tratta di usato e usato garantito? Ci sono delle differenze? Se si, quali? Con questo commento cercherò di fare un pò di chiarezza sull’argomento, al fine che tutti possano comprendere cos’è l’usato garantito e perché conviene. È più sicuro rivolgersi al Consiglio federale uscente piuttosto che a nuovi candidati. Si è più protetti perché esiste un regime di garanzie in grado di tutelare, appunto, chi vota un candidato usato. La garanzia ha lo scopo di offrire all’elettore la sicurezza che dopo il voto dovrà affrontare solo le spese di assistenza ordinaria e gli inconvenienti legati all’età e allo stato del candidato usato dichiarato al momento del voto. L’usato garantito è una tutela aggiuntiva rispetto a quanto previsto dalla legge, a patto però che questi ulteriori “vantaggi” a favore dell’elettore siano messi per iscritto in maniera chiara e trasparente. Lo deve esigere l'elettore per conoscere quali servizi siano inclusi una volta diventati sostenitori del candidato usato garantito. Viene definita per legge come una garanzia convenzionale e di solito viene concessa dal Consiglio federale uscente, per i candidati usati e con uno stato di contestazione limitato.

    In ogni caso, se vi assicurano che il candidato usato è garantito, presidente o consigliere, fatevi rilasciare una dichiarazione che vi copra almeno per il periodo di garanzia legale (i 4 anni del mandato olimpico), da qualsiasi difetto futuro, indipendentemente dall’uso che è stato fatto in passato del mandato federale!

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