13 febbraio 2017

ORGANIZZAZIONE E LUOGHI DI GARA

Vi ricordate la gara di CASERTA del 19-20 marzo 2016, bene io scrissi alla FIS, qualche giorno dopo, facendo presente quanto segue: l’Hotel era privo di parcheggio custodito, nei garage non entravano comunque furgoni o altro; esisteva un solo bar/ristoro interno con code interminabili anche solo per una bottiglietta di acqua; le pedane erano in locali impolverati e sottostanti il livello stradale e quindi angusti; le pedane erano sparpagliate in 4 diverse aree della struttura, alcune delle quali raggiungibili solo da una scala; il sistema audio non consentiva neppure la gestione della logistica che comunque non prevedeva tribune e/o aree per famiglie e ragazzi; la pedana della finale si riconosceva solo per la presenza di 2 file di sedie in un corridoio; all'esterno della struttura c’era il nulla; il centro città o una zona vivibile era a chilometri di distanza; non c’erano hostess o altro personale per la gestione degli accessi, angusti e limitati anche solo per i tecnici; non c'era una sala medica e gli interventi erano solo 'volanti'; le  misure di sicurezza sembravano essere inadeguate considerando che tra bambini e genitori ci si trova anche in 150 persone in una piccola stanza; ma avete mai firmato un contratto con la FIS per l’organizzazione di una gara? Fa compilare moduli dove si chiedono almeno il triplo delle cose che la gara di Caserta offre.

Io comunque in coerenza con ciò che auspicavo nella lettera del 2016, ovvero che non si perseverasse nell’errore e dopo aver riunito atleti e genitori, non iscriverò nessuno alla competizione in oggetto, ma non perdendo di vista l’obbiettivo che guida ogni mia scelta, ovvero l’atleta, organizzerò per gli stessi, un torneo sociale con formula accattivante ed aggregante.
Massimo BERTACCHINI

3 commenti:

  1. Il problema dei luoghi di gara c'è ogni anno, e ogni anno siamo sempre a ridire le stesse cose. Quello che fa più rabbia è che stiamo a ripeterle sugli stessi posti, che se erano inadeguati l'anno primo lo saranno anche in questo e, udite udite, anche il prossimo. Massimo non creder però che la problematica termini con l'individuazione di un luogo idoneo ad ospitare questi concentramenti utili sono a creare confusione fare spendere soldi ai tesserati, ed alle loro famiglie quando si tratta di atleti del GPG. Ad Ancona, gara di fioretto U14, nonostante l'ampiezza del luogo decisamente unica, e l'ampissima tribuna pronta ad ospitare non centinaia, ma migliaia di genitori e parenti affini, i problemi sono comunque riusciti a crearli. L'assenza di controllo nell'accesso al luogo di gara ha fatto si che in brevissimo tempo i corridoi tra le pedane si riempissero di genitori, in molti casi piuttosto maleducati e agitati. Per i tecnici bisognava sgomitare, e guardarsi in cagnesco, con questi che guadagnata la posizione di osservazione privilegiata del proprio erede, ben si guardavano dal mollarla se non per il proprio tecnico e per il tempo strettamente necessario per un consiglio volante. Oltre alle oggettive difficoltà nel fare il proprio lavoro, si assisteva anche a scene tutt'altro che lodevole, con frasari da caserma rivolti ad arbitri ed avversarsi (e parliamo di bambini), con personaggetti degni più di una curva da stadio che non del nostro ambiente. Quello che mi ha poi fatto ancore più male è il vedere che certi atteggiamenti erano talvolta istigati dai tecnici stessi, che non mancavano di fare pervenire a queste teste vuote i loro malevoli commenti. Sarebbe opportuno che si provvedesse ad obbligare le società ospitanti ad un servizio di filtraggio dei presenti più stringente, riservando l'accesso ai soli tecnici tesserati, oppure la si smettesse con questa ipocrisia e si consentisse a tutti di stare oltre le transenne.

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  2. Mi sembra che questo sia un chiaro dato di esperienza che evidenzia le capacità gestionali del governo federale ed un motivo in più per voltare definitivamente pagina!
    A. Fileccia

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  3. Ciao Max,
    Sai che ti stimo e per questo io ti invito a ripensarci. Fare una gara lontani da casa è pur sempre un’esperienza bella e difficilmente dimenticabile, e finanze delle famiglie permettendo io eviterei di escluderla. Magari mancheranno ancora tutte le cose che lamenti e che abbiamo lamentato assieme lo scorso anno, ma fare esperienza è proprio questo, sapersi adattare alle circostanze e tornare a casa migliori nelle attitudini e più forti nello spirito. I tuoi Allievi il prossimo anno potrebbero accedere al circuito U17 e sicuramente non tutte le infrastrutture che troveranno saranno idonee, ma non per questo è bene che stiano a casa. Il nostro compito, per farla in breve, non è quello di insegnare la tecnica sportiva, ma aiutare le ragazze ed i ragazzi ad affrontare le occasioni che la vita offrirà loro senza paura di non essere adatti al compito, e questa trasferta ritengo sia solo uno dei piccoli passi in questa direzione.

    Ciao

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