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M° Paolo CUCCU |
Gentili lettori, scrivo per tutti quelli che
leggono assiduamente questo blog, un po’ meno per quei quattro troll che
purtroppo hanno colonizzato questa pagina, di cui sappiamo tutti nome e cognome
(fare copia/incolla di un proprio scritto su fb e tradurlo qui come anonimo non
aiuta a celare la propria identità), ma che pateticamente proseguono a
insultare pensando di essere furbi. Premetto che scrivo a titolo personale,
come ho sempre fatto, non sono stato nominato portavoce di nessuno, persona o gruppo
che sia, incarico che in ogni caso rifiuterei seccamente. Ognuno è
perfettamente in grado di esprimere il proprio pensiero, e lo fa nelle sedi e
con le persone con cui ritiene opportuno farlo. Deluderò molto quei quattro
cialtroni di cui sopra, in quanto vengo a fare proposte concrete di miglioria
dell’attività agonistica e della professione di Maestro di Scherma, cose per
cui non si necessita fare nomi di improbabili candidati, lascio ancora a voi
questo piacere, che da bravi voyeur virtuali ogni giorno non vi fate mancare
(attenzione però che alla lunga si diventa ciechi).
Prima di parlare di nomi e di ruoli, sarebbe
opportuno cominciare a definire cosa si intendono, e prima ancora analizzare le
mancanze per andare a proporre alternative valide. Cosa mi porta a fare queste
proposte? Sicuramente l’amore per la scherma, la passione che mi spinge ogni
giorno a lavorare e provare a migliorare, non certo la fame di potere, spero
anzi che alla fine di questa massacrante campagna elettorale del sottoscritto
ci si dimentichi, vorrà dire che i prossimi dirigenti stanno facendo bene il
loro lavoro. Perché non credo in questa dirigenza? Dire che non ci credo è
fuorviante. Hanno indubbiamente svolto un buon lavoro, errori pochi e tante
cose buone a cui dobbiamo rendere atto. Ora però il loro percorso è terminato,
hanno preso la federazione, l’hanno fatta crescere, portata fino a dove era
possibile per le loro capacità e la loro visione, adesso però il progetto
scherma sta ristagnando. Serve un gruppo nuovo, che lo prenda dove è stato
portato dai predecessori e lo faccia evolvere ulteriormente, fino a quando
anche loro raggiungeranno il limite e dovranno passare la mano ad altri. In un
processo di cambiamento per crescere, e non solo per cambiare. In caso di nuova
affermazione del gruppo attuale, sono fermamente convinto che non potranno fare
un ulteriore salto in avanti, con un nuovo progetto, al massimo potranno
conservare quanto ottenuto, con migliorie minime e non influenti sul risultato
finale.
Tra le varie cose che non sono stati in grado di
apportare, ed anche per il futuro non se ne prevede visti i nomi che
insistentemente circolano, è un consigliere che provenga dal quel nutrito
gruppo di tecnici civili, coloro i quali hanno come reddito prevalente quello
derivante dalla propria attività magistrale. Non c’è mai stato nei precedenti
consigli, e questo gruppo non ha intenzione di inserirlo in quello prossimo. Sono
loro che oggi si lamentano maggiormente e subiscono ogni conseguenza delle
scelte federali, sia in tema di promozione che di organizzazione dell’attività
agonistica. Se domani, per assurdo, la scherma smettesse di esistere, tutti i
consiglieri semplicemente proseguirebbero in quella che è la loro vista di tutti
i giorni. Qualcuno con il suo stipendio pubblico, altri con lo studio privati,
altri ancora con la pensione, ma quelli che hanno investito la loro vita nella
scherma? Quelli restano semplicemente con un pugno di mosche in mano. Quando un
tecnico militare o dopolavorista perde nella sua società il 30% degli iscritti,
per lui che non vive di scherma è una scocciatura, ma certamente non un
problema. Quando un tecnico vive del solo stipendio della società, perdere un
terzo delle quote significa un dramma, e non può essere liquidato da un
consigliere federale che piccato risponde “è fisiologico”, perché dimostra ben
poca sensibilità di fronte al problema di chi manda avanti questo sport con
sacrifici notevoli, e che non si vede riconosciuta nemmeno l’empatia che magari
riconosciamo ad un randagio che incontriamo per strada. L’organizzazione
dell’attività agonistica non può prescindere da un confronto con i tecnici
civili che vivono di scherma, che sono già molti ed in futuro a breve scadenza
diventeranno sempre di più, in quanto la situazione economica italiana porterà
sempre più ragazzi a valutare lo sport con una importante alternativa ai lavori
tradizionali.
L’organizzazione dell’attività agonistica, come già
detto, sarà il vero nodo gordiano che il prossimo consiglio federale dovrà
sciogliere, possibilmente senza colpi di daga. Senza entrare nel gossip di
questa o quella sede, società o quant’altro serva solo a gettare fumo negli
occhi ai tifosi-politici, si possono indirizzare delle linee guida da seguire senza
deroghe. Per prima cosa non ci dovranno più essere gare nazionali nei mesi di
dicembre e gennaio, quelli che notoriamente creano il maggior numero di disagi
agli atleti e alle loro famiglie. Aggiungendo che il fine settimana prima d
natale e quello successivo all’epifania non potrà essere utilizzato per
competizioni di nessun tipo. Basta con gare a due giorni da Natale o il giorno
della Befana, quanto le spese di pernotto e trasporto sono alle stelle, ma
soprattutto per rispetto delle famiglie, che magari hanno anche altro da fare
nella vita che sacrificarla sull’altare del dio della scherma. Settembre non
potrà essere utilizzato per le gare di qualificazione, in quanto almeno la metà
delle società completa l’iter di affiliazione in quel periodo, e chi ha degli
intoppi burocratici non deve essere penalizzato dalla stessa federazione.
Non potranno più esserci due gare nazionali della
stessa specialità in fine settima consecutivi, o peggio ancora nello stesso. I
ragazzi che praticano questo sport per il 98% non sono professionisti, e non
possono tornare a casa la domenica notte per ripartire il giovedì mattina, e
per poi magari vedersi anche i quattro mesi successivi senza nulla da fare. Il
numero di cadetti ammessi alla prima prova U20 dovrà salire ad almeno il 50%,
anche per aumentare il numero dei partecipanti delle gare attualmente più
povere. Per creare una maggiore fidelizzazione degli atleti, e fare qualcosa di
concreto contro l’abbandono altissimo di adolescenti nei primi 3 anni post GPG,
i Cadetti avranno una stagione agonistica simile a quella della categoria
Allievi. Nelle stesse giornate di gara delle competizioni
regionali/interregionali GPG ci sarà anche la loro categoria. Questo per due
motivi fondamentali: il primo, per sostenere le regioni che hanno numeri più
bassi (16 su 20), creando quindi un maggiore introito di quote d’iscrizione,
secondo per dare anche agli atleti di medio-basso livello la possibilità di
giocarsi qualche competizione tecnicamente alla loro portata e logisticamente
non dispendiosa per le famiglie. L’accesso ai campionati nazionali U17 sarà
valutato sul ranking nazionale, creato con gli stessi criteri di quello del GPG
(2 gare su 3 regionali/interregionali e 2 su 3 nazionali), ovviamente verrà
tolta la Coppa Italia, una trasferta in meno per tutti. Si qualificheranno i
peimi 128 atleti del ranking di specialità, così diamo un significato alle
levatacce all’alba.
LE PREMIAZIONI TORNERANNO AD ESSERE PER I PRIMI
8 CLASSIFICATI, PER OGNI GARA DI OGNI CATEGORIA. Siamo tutti d’accordo che
sia stato ampiamente dimostrato che non si risparmia tempo, tantomeno soldi,
avendo oggi a disposizioni la possibilità di acquistare medaglie a 2 euro.
Si creerà così quella parte di attività
squisitamente promozionale, che manca totalmente in questo momento, e che crea
la fidelizzazione dei ragazzi.
I luoghi che ospiteranno qualsiasi gara nazionale,
dovranno garantire adeguati supporti logistici da e per la principale stazione
ferroviaria prossima alla sede, stop a gare in paesini che costringono a
doversi muovere in macchina, o affittare una macchina o un ancora più costoso taxi,
con relativi costi a carico delle famiglie. Le gare nazionali dovranno essere
ospitate da strutture non solo adeguati negli spazi, ma anche nella possibilità
di essere raggiunte solo con i consueti mezzi pubblici.
Il maggiore contributo arrivato da “sport&salute”,
che si dovrà lottare per rendere permanente, sarà utilizzato anche a favore di
un maggiore aiuto per atleti e famiglie, i più importanti e consistenti sponsor
che ha questa federazione. Per le gare nazionali verrà erogato un contributo
che potrà arrivare al 50% del costo di affitto di una qualsiasi struttura che
risulti più agevole da raggiungere e meglio attrezzata per ospitare
manifestazioni di scherma. Questo per dare la possibilità a chiunque di potere
proporre la propria città per ospitare manifestazioni federali, e senza che la
cosa si traduca in un aumento considerevole dei costi di trasferta per chi
parteciperà. Naturalmente verrà conservato il contributo annuale a tutte le
società, fermo restando che appare evidente che si tratti poi solo di un
sostegno simbolico per l’80% delle realtà sul territorio nazionale, ma è
necessario anche fare atti simbolici di vicinanza con i tanti sacrifici delle
piccole e medie società, che compongono l’ossatura che mantiene in piedi questa
federazione.
Sempre in un’ottica di riduzione dei costi di
trasferta, verranno abolite le qualificazioni di zona per il fioretto e la
sciabola, oramai decisamente anacronistiche. Come per l’attività di spada
avranno uno sviluppo regionale o interregionale, anche nell’ottica di favorire
la pratica di altre armi in zona dove oramai le specialità convenzionali sono
ridotte numericamente all’osso, se non proprio scomparse.
Le prove del GPG dovranno obbligatoriamente
prevedere una prova in regione di tutte e tre le armi, con valore di titolo
regionale per ogni categoria/arma. Fermo restando gli attuali criteri di
qualificazione, tra i quali verrà anche inserita una prova
regionale/interregionale a squadre, al fine di incentivare questo tipo di
competizione, che specie tra gli U14 è notevolmente coinvolgente e
interessante.
Credo di avere già messo in discussione parecchi
argomenti concreti, che possono già costituire un programma piuttosto corposo e
concreto. Non mi aspetto un gran numero di risposte intelligenti, perché quel
tipo di persona non ha paura di mostrarsi in volto, e tende ad esprimere il
proprio pensiero dal vivo, sono quindi fiducioso che alle prossime gare ci sarà
finalmente qualcosa di serio di cui discutere, e non i soliti gossip dei
tifosi-politici.
M° Paolo CUCCU